Many Roads to take.

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view post Posted on 14/7/2007, 23:37
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XVI

Erano lì. Abbracciati.
Lui aveva avvolto le braccia attorno al corpo di lei, quando l'aveva sentita stringersi a se. Ed erano rimasti così.
Non sapevano perché, non avevano detto nulla.
In quel momento il bambino si mise a piangere ed entrambi corsero in casa per vedere cos'aveva.
Lorelai lo prese in braccio e lo tranquillizzò.
Si guardarono negli occhi.

"Non lo avevo più visto." disse Lorelai all'improvviso.
"Non devi spiegarmi."
"Oh si invece, so.. so cosa significhi lui per te. So che fai fatica a credermi, e anche se noi.. non stiamo più.." pausa, una lunga pausa per non dover finire quella frase.
"Io non l'ho più visto. Volevo che tu lo sapessi." affermò infine.
Di nuovo zitti, di nuovo a guardare per terra.
"Comunque immagino fossi venuto per lui" ipotizzò Lorelai avvicinandogli Will "Eccotelo"
"A dire il vero, ero venuto per te."
Lorelai alzò la testa di scatto. Non si aspettava una frase del genere.
Il cuore prese a battere, che quasi lo si poteva sentire anche a distanza.
Voleva forse dire quello che sembrava?
"Ti ho odiata. Sono arrivato a disgustare ogni cosa che ti riguardasse, sono dovuto andare via perché non sopportavo la tua vista, avevo anche pensato di mantenere quell'assurda promessa di chiudere il locale e andarmene così lontanto che nessuno avrebbe dovuto scegliere tra noi. Ogni volta che chiudevo gli occhi mi appariva un'immagine di te e.. lui. "
Lorelai tremò. Decisamente non era quello che sembrava. Le stava facendo male con quelle parole, ma era inutile mentire a se stessa, in fondo anche senza che lui gliele dicesse, lei sapeva già tutte quelle cose, sapeva anche che quello era infinitamente minore del male che lei aveva fatto a lui e sentiva in fondo di meritasi tutto questo.
"Credevo che sarebbe durato per sempre, che non avrei mai più sopportato di averti vicina o di sentir parlare di te, credevo col tempo di riuscire a cancellarti, credevo che fosse quello che volevo veramente."
Gli occhi di Lorelai erano ormai lucidi dalle lacrime, non voleva che la vedesse piangere, di nuovo, ma lei avrebbe davvero voluto che ci fosse un modo per sanare quella ferita, per rimediare a ciò che aveva fatto, per tornare indietro.
"Eppure ora so che, non ho idea di quando o perché, ti ho perdonata. Non pensavo che ci sarei mai riuscito, la cosa ha spiazzato anche me, mi ha lasciato senza fiato, ma è così, ti ho perdonata."
Lorelai finalmente irruppe nel pianto, non riuscì più a trattenersi, ma ovviamente erano lacrime di gioia.
Anche lei era senza fiato.
Si sarebbe aspettata qualsiasi cosa, che la odiasse, che la amasse ancora, che gli mancasse, che gli fosse indifferente, che avesse semplicemente deciso di avere un rapporto civile. Ma il perdono era l'ultima cosa che credeva possibile, non ci sperava nemmeno. E invece lui l'aveva fatto, l'aveva perdonata.
Quando? Perché? Come?
"Io.." Luke fece un passo verso di lei "non ho mai smesso di amarti, nemmeno per un attimo. Proprio per questo era così tanto difficile, per questo faceva tanto male. Perché nonostante tutto, il mio amore non è mai scomparso, diminuito, vacillato. Per quanta rabbia, odio, delusione, dolore avessi in corpo, non riuscivo a fare a meno di te. Ma non è per questo che ti ho baciata e non è per questo che ti sto parlando. Mi mancavi da morire, ma non avevo intenzione di tornare con te, non ne ero capace. Fino a che non mi sono accorto di averti perdonata."
Lorelai continuava a guardarlo. Piangendo.
Che dire? Che anche lei non aveva smesso di amarlo, che anche a lei mancava da morire, che anche lei aveva sofferto come mai prima d'allora? A che serviva? Lui tutto questo lo sapeva, lei era sicura che lui lo sapesse. E poi ora non aveva la forza di parlare, di spiegare. Era troppo felice. Una felicità atroce che le riempiva tutto lo stomaco e premeva per esplodere.
Continuò a piangere e insieme rise. Sorrise, allegra.
Luke non capiva più niente. Eppure capiva tutto, capiva lei, capiva la sua reazione.
Fece un altro passo avanti e la abbracciò forte, baciandole la testa.
"Ti amo." riuscì finalmente a dire lei, singhiozzando.
E lui di tutta risposta la strinse ancora di più. "Lo so."
 
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view post Posted on 25/7/2007, 22:50
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XVII


Lorelai si svegliò, nel suo letto. Vuoto.
Ebbe un brivido. Non poteva essersi immaginata tutto, vero?
Cercò tastoni sotto le coperte, erano ancora calde.
Si alzò piano e andò verso la culla. Il piccolo dormiva ancora. Gli carezzò la fronte e scese le scale con ancora la vestaglia rosa addosso.
Raggiunse la cucina e Luke stava ai fornelli. Le ricordò qualcosa. Qualcosa di infinitamente dolce. Un sogno fatto anni prima, quando ancora assurdamente tentava di dargli un altro significato.
Si avvicinò a lui e lo abbracciò alle spalle. Lui di tutta risposta si voltò a baciarle la guancia.
Non se l'era immaginato.
Si sentiva improvvisamente felice. Era tutto reale.
Quello che lui gli aveva detto la sera prima.
Era rimasto lì, ma avevano semplicemente dormito.
Luke si era accostato a lei, l'aveva avvolta tra le braccia, lei aveva sistemato il proprio viso sotto il suo mento e si erano addormentati, così.
I loro corpi si erano incastrati, come sempre, come prima, come se non fosse cambiato nulla.
E ora erano lì, nella sua cucina. Di nuovo abbracciati.
Si scostò da lui per guardarlo negli occhi. Quel sorriso. Quanto le era mancato.
"Che prepari di buono?"
"La miglior colazione della tua vita." affermò tornando a girare qualcosa nella padella.
"Come fai a esserne così sicuro?" chiese lei con tono di sfida.
"Beh vedremo. E' pronta, giudicherai tu stessa." rispose lui stando al gioco e disponendo su di un piatto tutte le prelibatezze che aveva preparato.
Lo poggiò sul tavolo e ci si sedette di fronte, per controllare ogni sua espressione.
Si sentiva così naturalmente felice in quella situazione. Era come riprendere una boccata d'aria dopo che qualcuno ti aveva tenuto la testa sott'acqua.
Lorelai lo seguì e impugnò la forchetta, cominciò da una frittella ricoperta di miele.
Le diede un morso.
"O mio dio. Hai vinto. Cosa ci hai fatto, un rituale magico?"
"Un mago non rivela mai i suoi trucchi." ribattè incrociando le braccia.
In quel momento suonò il campanello.
Non aspettavano nessuno. Rory era al college. E lui.. no, non poteva essere lui.
Lorelai si alzò per andare a vedere chi fosse, il campanello però aveva svegliato il piccolo, così Luke si precipitò di sopra.
Lei intanto raggiunse la porta d'ingresso e una volta aperta si trovò di fronte ai suoi genitori, vestiti dei loro completi eleganti.
Lorelai rimase ammutolita.
Emily, appoggiata alla sua borsa, scrutò il viso della figlia.
"Credi di farci entrare?" le chiese poi.
"Sì, sì certo." disse facendogli spazio e richiudendo la porta alle spalle.
"Buongiorno anche a te, Lorelai. Tuo padre ed io siamo venuti per vedere il nostro nipotino, in fondo ha già quasi due settimane e non l'abbiamo ancora potuto conoscere."
"Giusto vorremmo averne il piacere." confermò Richard.
"Oh beh ve lo presenterei volentieri, non vede l'ora di intrattenere un forbito dibattito con voi, ma purtroppo sta dormendo."
"Sciocchezze, possiamo vederlo lo stesso. I bambini sono così carini mentre dormono."
"Già è l'unico momento in cui non piangono."
"Dove lo tieni?" si guardandò in torno "Di sopra?" chiese cominciando già a salire i primi gradini.
"No." Lorelai tentò di fermarla, ma in quello stesso momento Luke stava scendendo con Will in braccio. Era riuscito a calmarlo, immediatamente. Lo aveva calmato lui varie volte durante la notte. Gli riusciva così semplice. Non sapeva come o perché, ma appena lo prendeva in braccio lui stava buono. Come se avvertisse la sua felicità.
I due si guardarono a lungo.
"Come al solito io vengo a sapere tutto per ultima. Vero?" domandò con un senso di frustrazione, girandosi verso la figlia.

POCO PIU' DI 5 MESI PRIMA.

Lorelai era andata alla solita cena di famiglia. Teneva stretta Rory accanto a se.
Stava morendo di paura, non era normale che nonostante avesse 38 anni e una figlia, sua madre le mettesse ancora tutto quel terrore.
A dire la verità forse non era spaventata, soltanto sapeva già quello che le avrebbe sentito dire e non aveva alcuna voglia di ascoltarla.
"Sono sicura di essere in grado di nasconderglielo." disse alla figlia appena rimasero sole.
"Mamma come puoi nasconderle un pancione enorme?"
"Potrei vestirmi larga e pesante, in fondo sarà inverno. Oppure potrei ipnotizzarla con i miei poteri magici."
"E da quando hai poteri magici?"
"Da quando un meteorite mi ha colpito."
"Si e deve essere stata una bella botta. Insomma, e come le nasconderesti il bambino?"
"Le direi che è tuo."
"Grazie. Come sei gentile."
"Oh, ma sarebbe molto contenta per te e Logan."
"Non mi piace la piega che sta prendendo questo discorso. Tornando al punto, tu devi dirglielo."
"Dire cosa?" chise Emily entrando nella stanza.
"A Papà, che il drink era un po' troppo forte. Dovrebbe stare più attento."
"Va bene." rispose con espressione confusa.
"Signora, la cena è pronta." annunciò la cameriera con una vocina striminzita e gli occhi impauriti.
"Grazie Adele, puoi anche parlare più forte sai."
"Certo signora." disse un po' più forte ma con la voce che le tremava.
"Vedi che non sono l'unica." bisbigliò Lorelai alla figlia.
Si sedettero a tavola e cominciarono a mangiare.
Parlarono del più e del meno, del college, di Logan, della locanda, del lavoro di Richard, fino a che come spesso accadeva non rimasero in silenzio.
Questa volta però non c'erano le battutine di Lorelai a picchiettare il tempo e i suoi occhi erano rimasti fissi sul piatto.
"Ahem, c'è forse qualcosa che dovete dirci?" chiese Emily incerta.
Lorelai alzò la testa.
"No." disse un po' troppo convinta.
Rory la colpì da sotto il tavolo.
"Ahi." Le mandò una linguaccia. "In realtà si."
"Bene, ascoltiamo. Richard, ci deve dire una cosa." entrambi si misero in attesa delle sue parole.
"Mamma, ricordi quando ti ho detto che Luke ed io, il matrimonio, non sarebbe successo? Beh ora è definitivo. Non succederà. Mai."
"Oh, mi dispiace. Cosa è successo?"
Cos'era successo? Oh, che bella domanda. Gli aveva lanciato un ultimatum che lui non era stato in grado di cogliere, lei era andata a letto con Christopher e glielo aveva confessato dopo che lui le aveva proposto di scappare insieme. Di seguito lui era sparito da Stars Hollow e lei aveva scoperto di essere incinta.
Cos'era successo? Nulla.
"Niente mamma. Solo ora è definitivo. Ci siamo definitivamente lasciati e lui è partito."
"Partito? E per dove. Gli dispiaceva molto."
"Oh no. Non è così, è solo che credo insomma facesse fatica a vedermi tutti i giorni, ma tornerà. Credo. Spero."
Emily non riuscì a risponderle.
"Ci dispiace Lorelai." affermò Richard.
Tutti e tre si rimisero a mangiare.
"Mamma. Hey." sussurrò Rory.
"Shhh." La zittì Lorelai.
"Che succede?" chiese Emily vedendo lo strano scambio di battute.
"Nul.." venne stroncata sul nascere dallo sguardo della figlia "C'è che. Ho scoperto, un po' di tempo fa che prima che succedesse tutto questo, che ci lasciassimo e, il resto, io.. si insomma, sono incinta."
"E lui è partito?"
"Oh, no. Cioè sì è partito, ma prima che io lo scoprissi. Non sapeva nulla."
"E di quanto sei?"
"Sono entrata ieri nel quarto mese."
"Quattro mesi? E lui non lo sa. E quando è partito di corsa il giorno dopo? Cosa aspettavi di iscriverlo all'università per dirmelo?"
"Non sapevo come farlo."
"E perché mai?" chiese Emily con un tono leggermente alto, guardando la figlia dritta in faccia.
Silenzio.
"Perché non volevo deluderti. Non volevo di nuovo dirti che avrei cresciuto un figlio senza padre. Ti basta come risposta?!"
Ed era scoppiata a piangere.
Emily aveva annuito.

OGGI.

"Mamma è successo tutto così in fretta."
Si guardarono.
"Questo comunque è William." soggiunse Luke, porgendo il bimbo ai nonni.
Emily lo osservò, dolce. Aveva un viso così angelico, con quegli occhi così profondamente celesti.
Lo accarezzò piano.
"Vi aspetto venerdì sera. Tutti e tre."
 
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E dire che speravo d'estate avendo più tempo per scrivere di aggiornare spesso e invece purtroppo ho unaspecie di blocco dello scrittore che mi tormenta e perciò la cosa sta andando a rilento in una maniera assurda, mi spiace. Per ora eccovi questo nuovo capitolo.. :fiori:


XVIII


Una scena già vista. Lorelai ferma davanti alla porta di casa dei suoi genitori senza la forza di suonare il campanello.
Questa volta però con lei c'erano Luke e il loro piccolo William, sdraiato nella carrozzina celeste con le ruote gommose.
"Credi che esista la possibilità che si dimentichino di noi?" chiese l'uomo.
"Sì Certo. Se un elefante viola volasse dentro la loro finestra e gli dicesse che hanno dato fuoco al DAR. In quel caso credo che potrebbero scordasi di averci invitato."
"Possibile."
Si guardarono.
"E quindi?"
"Credo tu debba bussare." la incitò lui.
"Già."
Prese un lungo respiro e poi si apprestò a suonare.
Arrivò presto la cameriera ad aprire, prese i loro soprabiti e gli indicò la strada per il soggiorno.
"Oh, grazie. Temevo di perdermi." rispose Lorelai incamminadosi nella direzione consigliata, mentre Luke la seguiva spingendo la carrozzina.
Entrarono nella stanza e subito notarono che c'era anche Rory. E Logan.
Che ci facevano lì? Sapeva che lui era arrivato da Londra un paio di giorni prima e proprio per quello credeva che avrebbe disertato la cena. Invece erano lì, che ci fosse lo zampino di sua madre? Forse aveva incastrato anche loro, ma perché?
Decise di non porsi la domanda e si limitò ad abbracciare la figlia e a salutare affettuasomanete Logan.
Non erano certo partiti col piede migliore, a dire la verità non lo aveva apprezzato particolarmente, eppure nell'ultimo anno aveva dimostrato di tenerci veramente alla sua piccola Rory e di essere tutto sommato un ragazzo intelligente.
Ciascuno prese un drink e si sedette sul divano, mentre Rory era corsa a prendere in braccio il suo fratellino. Lei lo aveva già visto, sia all'ospedale che a casa, ma era così bello che non riusciva a staccarsene un minuto quando era nella stanza.
Rory sapeva già di sua madre e di Luke. Lorelai l'aveva chiamata il giorno stesso per raccontarle tutto e lei era stata felicissima, era tornata a Stars Hollow il prima possibile e avevano ricreato una tipica mattinata alla Gilmore a far colazione da Luke.
Quindi non ci fù nessuna grossa sorpresa quella sera nel vederli insieme e di conseguenza l'argomento venne abbandonato ben presto.
Logan raccontò un po' del suo lavoro in Inghilterra e disse che stava per concludersi il suo contratto e che aveva già fatto richiesta di essere trasferito in America. Proprio mentre dibatteva con Richard su un dettaglio finanziario che nessun'altro in quella stanza -eccetto magari Rory- capiva, arrivò la cameriera ad annunciare che la cena era servita.
"Grazie Jill." rispose Emily alzandosi e facendo strada a tutti verso la sala da pranzo.
"E' nuova vero?" chiese Lorelai mentre si sedevano.
"Cosa?"
"Jill."
"Oh si. Helen era così lenta." affermò alzando gli occhi al cielo.

*

"E così non lo hai più contattato." disse Richard
"Già. Non fa per me l'idea di aprire una catena di locali." confermò Luke gesticolando.
"Beh ma potrebbe fruttare molto, sai." ribattè Emily.
In quel momento arrivò Jill con il dessert.
"Signora Gilmore, volevo dirle che è tutto buonissimo." disse Logan assaggiandolo.
"Oh grazie, un complimento alla cuoca è un complimento anche a me. Comunqe quante volte devo dirti di chiamarmi Emily?"
"Come vuole. In realtà volevo dire anche qualcos'altro."
"Cosa?" chiese curiosa.
"A sua nipote."
"Cosa?" chiese dunque Rory, girandosi a guardarlo in viso.
"Beh vedi probabilmente non sarà il modo più romantico che ci sia, ma considerando quanto tieni alla tua famiglia ho pensato che avresti voluto condividere con loro questo momento."
La ragazza lo osservò confusa. E lo stesso fecero tutti gli altri.
"Rory, abbiamo avuto i nostri momenti, ci sono stati alti e bassi, ho fatto errori, e ho tentato con tutto me stesso di farmi perdonare, magari anche nel modo sbagliato. Ti ho detto di amarti. Abbiamo fatto sogni, progetti. Alcuni sono sfumati. Abbiamo avuto le nostre belle interferenze, ma abbiamo anche tanti ricordi meravigliosi. Sono più di due anni che stiamo insieme, ormai e lo so che siamo giovani e che tu ora devi pensare solo alla laurea. Ma, ti prego..."
Si alzò in piedi, cercando qualcosa nel taschino, poi mentre estraeva una scatoletta di velluto blu si inginocchiò di fronte a lei.
"Vuoi farmi l'onore di diventare mia moglie?"
L'espressione di lei era indecifrabile, si portò una mano alla bocca e spalancò gli occhi, mentre sotto il suo sguardo appariva un solitario incastonato nell'oro bianco e attorniato da pietruzze celesti, semplicemente meraviglioso.
Un turbinio di emozioni fecero il girotondo nel suo stomaco e caddero tutte a terra.
"Potresti scu-scusarmi un attimo?" riuscì solo a chiedergli, prendendo sua madre per un polso e trascinandola nello studio di Richard.

"Oddio, oddio, oddio, oddio." farfugliò lasciando libero il braccio della madre.
"Già, Oddio tesoro."
"E' così assurdo. Io, lui, qui, matrimonio. Uooh." balbettò camminando su e giù per la stanza.
"Sì, in effetti è stato molto strano.. inaspettato."
"Oddio mamma, cosa devo fare?" Le chiese prendendola improvvisamente per le spalle.
"Calmarti."
"Giusto."
Le due si sedettero.
"Tu, cosa ne pensi di questa cosa?"
"Non lo so."
"Ma, cosa provi per lui?"
"Oh, io lo amo."
"Piccola." Le carezzò la testa, la sua bambina era cresciuta. Lei lo sapeva, ne aveva già avute milioni di conferme e non sempre positive. Eppure ogni volta le sembrava una così nuova scoperta.
"Cosa ti preoccupa?"
"E' che.. non lo so. Non ci avevo pensato sinceramente, ero così presa dagli studi, da te, dal trovare e mantenere un'equilibrio con l'oceano a separarci, che non mi era passato per la testa il matrimonio o che lui volesse chiedermelo."
"E ora che ti sta passando per la testa, che ne pensi?"
"Non lo so.. credo che l'idea non mi dispiaccia, io e lui insieme per sempre, è una bella immagine. Ma non sarà troppo presto?"
"Solo tu puoi saperlo. A me sembra ieri quando cadevi ad ogni tentativo di camminare, ma purtroppo non è così e se tu ti sentissi pronta e pensassi che lui è quello giusto, io ti sarei accanto."
"Penso che lui sia quello giusto. Ricordi? Te l'ho detto un'anno fa."
"Già."
"E se lo pensavo allora e in un'anno non ho cambiato idea e anzi lui è sembrato ancora più perfetto, forse devo dirgli si. In fondo mi sto per laureare, non sarebbe un intralcio nella mia vita scolastica. E nemmeno in quella lavorativa. E sai, sì, sono sicura. Sono pronta." Parlando, o meglio vaneggiando, in quello studio con sua madre era come se le nuvole di confusione fossero state spazzate via da una brezza leggera e ora lei potesse vedere senza problemi il cielo nitido dei suoi sentimenti e, ora lo sapeva, era davvero sicura, lo voleva.
"Wow. La mia ragazza si sposa." Disse Lorelai abbracciandola.
"Certo che, si sposano proprio tutti." aggiunse poi.
"Mamma, sono sicura che ora andrà tutto bene, le cose stanno prendendo il verso giusto e anche tu e Luke vi sposerete." affermò guardandola negli occhi.
"Grazie tesoro." le rispose stringendola di nuovo.

Tornarono in sala da pranzo, dove intanto l'atmosfera era ancora tesa.
Logan si era alzato in piedi e si girò a guardarla.
Lorelai intanto si andò a sedere accanto a Luke e si avvolse attorno al suo braccio.
Rory raggiunse il ragazzo.
"Sì."
"Sì?"
"Sì, voglio sposarti."
Logan l'abbracciò.
"E scusa se sono scappata via così, ma mi hai preso alla sprovvista." gli sussurrò stringendogli le braccia al collo.
Logan la baciò, tenedole tutto il viso tra le mani e tirandola a sé il più possibile.
"Non ti preoccupare, scheggia." disse non appena si staccò.
"Hey, era tanto che non mi chiamavi così."
Emily intanto si era alzata ed era andata ad abbracciare la nipote, mentre Richard stringeva la mano di lui.
Era così immensamente contenta, alla faccia di Mithcum.
Rory poi era corsa ad abbracciare Luke. In fondo era lui che le aveva fatto da padre per dieci anni, non poteva che voler condividere anche con lui quella sensazione.
 
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Spero che mi torni presto l'ispirazione :cry:



XIX

Lorelai era stesa nel suo letto, la testa appoggiata alla spalla di Luke. Con le dita gli disegnava ghirigori sul petto. Will era nella stanza accanto, che aveva fatto costruire negli ultimi mesi di gravidanza, tutta azzurra e bianca - sembrava di essere a una partita di Yale.
Luke la baciò dolcemente sulla testa, inspirando il suo odore. Passò poi al suo collo, imprimendovi il segno delle proprie labbra.
"Hey dottor stranamore, cosa pensi di fare?"
"Nulla." disse lui continuando a scendere verso lo sterno.
Lorelai distese la mano che aveva sul suo petto e la usò per allontanarlo leggermente da sè.
Luke lasciò ricadere la testa all'indietro sul cuscino e lei ripose la propria sulla sua spalla.
"Rory si sposa."
Disse Lorelai dopo un po'.
Luke rispose con un mugugno.
Certo, ne era rimasto un po' perplesso, ma vedendo tutta la gioia delle due ragazze aveva tentato di non rovinare tutto. Il tono che aveva usato ora Lorelai, però, sembrava malinconico e lui non sapeva bene come reagire.
"Mia figlia si sposa." ripeté con un tono leggermente più acuto.
"Si sposa prima di me." soggiunse poi.
Facendo peso sui gomiti, si alzò a guardare l'uomo negli occhi.
"Noi siamo tornati insieme e Dio solo sa quanto io sia felice, ma non ne abbiamo più parlato. L'ultima volta che abbiamo affrontato il discorso è stato a dir poco tragico. Io.. insomma."
I due si guardarono in un lungo silenzio.
"Vuoi ancora sposarmi?" gli chiese alla fine prendendo tutto il coraggio che serviva con un solo ampio respiro.
"Sì Lorelai, certo che voglio ancora. Io voglio passare la mia via con te. Non sono in grado di starti lontano."
"Ma..?"
"Nessun ma, la risposta alla tua domanda è sì, così come lo era due anni fa quando me lo hai chiesto la prima volta, non mi serviva prendermi un minuto all'ora e non mi serve adesso. Io voglio sposarti."
"E con April?"
"Cosa intendi?"
"Tu hai lei, devi pensare a lei."
"Così come tu hai Rory."
"Oddio, ho quasi 8 mesi di vuoto. Non ho idea di cosa sia successo tra voi, di come tu sia d'accordo con Anna, non so tante cose.."
"Di solito viene da me i weekend e quando vuole dopo scuola passa al locale a trovarmi. Ci sentiamo tutti i giorni per telefono ed è molto contenta che siamo tornati insieme."
"Glielo hai detto?"
"Certo."
"E le hai detto anche..." lasciò cadere le parole nel vuoto. Non voleva tirare fuori di nuovo quell'argomento ma era difficile evitarlo.
"Sì. Ho imparato che bisogna dirsi le cose, anche quando sono orribili e si ha paura degli effetti che possano causare. E poi lei è abbastanza grande ormai. Mi dispiace.. non averla vista quando era ancora solo una bimba."
"Crescono in fretta. Lo so."
Rimasero di nuovo in silenzio.
Entrambi a pensare alla propria figlia non più bambina, che sa stare in piedi da sola e non ha bisogno della tua mano per attraversare la strada.
I loro occhi si incrociarono e sorrisero.
"Ho imparato anche io che bisogna parlare. E bisogna farlo sempre, davvero." disse Lorelai con un filo di lacrime a velarle lo sguardo.
"Per quanto riguarda April.. credi che, insomma, devo ancora tenermi alla larga?"
"No. Con Anna ci parlo io. Voglio che tu faccia parte della sua vita."
"Domani è sabato.. dovrebbe venire da te, giusto?"
"Sì."
"Beh, se vuoi potrebbe venire qui a cena."
"A cena da te?"
"Cucineresti tu, ovvio, non voglio avvelenarla."
"Sfruttatrice."
"Potrei ritenermi offesa, sai? Ma in realtà hai ragione, perciò.."
"Comunque va bene, mi piace l'idea, domani glielo chiedo."
"Ok." Sorrise.
"Luke.." appoggiò il mento sul suo petto "dobbiamo comunicare, dobbiamo imparare a farlo. Promettimi che ci riusciremo."
"Sì."
"Ci vorrà del tempo, dovremo fare un passettino alla volta, ricostruire tutto da capo, specie la fiducia.. non possiamo mandare all'aria tutto di nuovo!" Si strinse a lui.
"Ci prenderemo tutto il tempo che ci servirà e poi quando saremo pronti ci sposeremo." Affermò accarezzandole la testa.
"Ci sposeremo" ripetè lei piano e rimasero così a lungo, con l'unico sottofondo dei loro respiri.

"Hey Luke?" richiamò la sua attenzione, dopo un po'.
"Mmmh"
"Non senti niente?"
Si misero entrambi in ascolto.
"No."
"Appunto.. William dorme." sussurrò maliziosa, cominciando a baciargli il petto.
"Mi dispiace ma il dottor stranamore ha finito il turno." affermò spostandole il viso.
"Ma qui c'è un'emergenza, sto andando in fibrillazione." disse lasciando che la propria mano si infiltrasse sotto le coperte.
"Beh in effetti dovrebbe avere il cercapersone con sé." rispose Luke salendo con le proprie mani sotto la camicia di Lorelai, lasciando un senso di caldo su ogni centimetro della sua schiena.
"Speriamo sia acceso." aggiunse la donna avvolgendo le proprie braccia attorno al collo di lui e affondando il viso tra il mento e la spalla, lasciando che i capelli gli accarezzassero le labbra che lui mosse velocemente verso il collo della donna.
Prese a baciarla lì, spostandosi con lentezza verso la spalla, poi il braccio, alternando un leggero solletico di lingua con caldi morsi. Continuando nel mentre la sua esplorazione della schiena levigata sotto la camicia, si accorse che era nuda sotto la flanella. riportò le proprie mani più in basso, sui fianchi, la fece alzare cavalcioni su di sè e sfiorandole la pancia risalì piano verso i tesori della sua carne, armeggiò avidamente con le dita i bottoni e lei stessa lo aiutò, così da rendere l'azione ancora più rapida.
La camicia cadde subito a terra.
Luke poté finalmente baciare anche tutti gli altri centimetri del suo corpo, quei piccoli morbidi ardenti pezzettini di pelle che erano mesi non sentiva sotto le proprie labbra. Labbra che Lorelai prese improvvisamente tra le proprie, con un gesto istintivo delle mani gli aveva afferrato il volto e ora lo stava baciando in profondità, mentre lui continuava nel ricercare quei punti nascosti che solo lui aveva imparato a conoscere di lei - al solo sfiorarli la facevano fremere.
Lorelai abbandonò la bocca, trascinando la propria lingua più in basso, dove la barbetta ispida attentava alla loro gioia, ma oramai vi aveva fatto il callo e quasi ne aveva sentito la mancanza. Gli baciò il mento e sotto ad esso, il collo, soffermandosi come sempre a mordicchiare il pomo d'adamo.
Nel frattempo Luke aveva spinto le proprie mani sotto le coperte, alla ricerca di quel luogo nascosto che sentiva già caldo attraverso il cotone.
Quando lo raggiunse e cominciò a giocarvi, la donna istintivamente abbassò anche le proprie braccia e gli prese i polsi per indirizzarlo meglio in quella umida danza. Presto Lorelai liberò la presa per dedicasi anche lei ad una ricerca al buio delle coperte, ancora più giù, sotto gli indumenti dell'uomo, immediatamente trovò ciò di cui andava bramando, già pesantemente intuibile al semplice contatto. La danza divenne subito più profonda. I loro corpi fusi, così come i loro cuori e le loro anime, in un unico abbraccio dal quale era ormai impossibile distinguere dove iniziasse l'uno e finisse l'altro.
 
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uh.. :unsure: :cry: :wub:





XX


"Papà?"
"Sì?"
"Ti ricordi che giorno è domani?" chiese April
"Domenica." rispose Luke senza pensarci.
"Ritenta, sarai più fortunato."
"Ma si è... Oh, San Valentino." disse all'improvviso.
"Esatto. Non pensi che Lorelai insomma voglia festeggiarlo?"
"Beh, probabilmente sì."
"E tu non hai pensato a nulla, immagino."
Luke si toccò la testa senza sapere cosa rispondere.
"Beh qualcosa devi farla e con me qui, non sarà facile. Se vuoi la mamma può venire a prendermi domattina o anche sta sera nel caso tu volessi passare tutta la giornata con lei.
"Hey ragazzina non sarà mica un piano per liberarti di me?"
"Sì, certo."
"Ah bene, meglio saperlo."
Rimasero in silenzio per un po'.
Luke fece qualche conto e lei lo scrutò seduta al bancone.
"Tu.. insomma, hai qualche idea?" chiese lui tornando dopo poco verso di lei.
"Ah no. Io di idee su champagne, bigliettini d'amore, stelle, cavalli... non ne ho."
"Cavalli?"
"Ahem, sì. Non so che ci stiano a fare, ma suonavano bene."
Luke prese l'ordinazione di Kirk e poi tornando dalla cucina passò di nuovo accanto alla figlia.
"Sicura che...?"
"Non ne ho."


Luke bussò alla porta di casa di Lorelai, sembrava intimorito.
Era la prima volta che portava sua figlia lì. Era la prima volta che faceva volotariamente incontrare le due donne della sua vita, a parte l'emergenza della festa di compleanno. A pensarci bene non c'era nulla da temere: April avrebbe adorato Lorelai, tutti adorano Lorelai e lo stesso valeva viceversa, non poteva immaginare che a Lorelai non andasse a genio quel piccolo angelo della sua bambina. Eppure la cosa lo metteva visibilmente in ansia. Questa cena era una sorta di esame di fine corso, aveva fatto tanto per riuscire ad avere un rapporto stabile con sua figlia prima di aprire la porta ad altri e ora era certo di essere pronto a costruire una famiglia con quelle persone e quella sera sarebbe stata la prima del loro film. Probabilmente i suoi veri dubbi erano su se stesso, per quanto si sentisse sicuro era davvero pronto a quel passo?
"Papà andrà tutto bene." gli disse stringedogli il braccio.
Lui la guardò interenerito, era così strano e dolce che lei si prendesse cura i lui.
"Lorelai è fantastica." aggiunse subito la piccola, provocandogli un grosso sorriso, proprio nel momento in cui arrivò la donna ad aprire la porta saltellando.
"Chi ti ha fatto diventare così puntuale in questi mesi?" chiese brandendo una scarpa rosa, che finì di infilarsi appena dopo averli fatti entrare.
"Colpa mia, ha l'assurda mania di arrivare sempre in anticipo quando deve venirmi a prendere." rispose April.
"Oddio non dirmi che devo ricominciare daccapo il mio lavoro su di lui, ero riuscita a fargli capire che le donne sono sempre in ritardo." affermò con aria teatrale.
"Ma se non arrivo in tempo, poi come posso leggermi le tue riviste mentre ti aspetto seduto sulla poltrona con Paul Anka?" chiese lui divertito, dandole un piccolo bacio sulle labbra, era alquanto imbarazzante per lui l'idea di scambiarsi smancerie di fronte a sua figlia.
"Paul Anka si sentirebbe solo, immagino." rispose Lorelai.
"Chi è Paul Anka?" domandò April, mentre entavano in cucina e Luke si metteva ai fornelli.
"Oh, non l'hai ancora conosciuto?" replicò Lorelai portandosi le mani alla bocca.
"E' l'oracolo di Stars Hollow." soggiunse, facendole segno di seguirla in salotto dove il cane stava appollottolato ai piedi della culla in cui Will dormiva.
April rimase folgorata dal suo dolce musetto, così si fermo ad accarezzarlo, lui miracolosamente non fece una piega, non mostrò alcuna delle sue idiosincrasie: fu amore a prima vista.
Quando si alzò, restò a guardare il suo fratellino muoversi nel sonno.
Lorelai andò verso Luke e lo chiamo silenziosamente ad assistere a quella scena. Entrambi stettero immobili sulla porta a guardarli. Sembravano una famiglia, anzi erano una famiglia.
In quel momento lo sentirono, nella maniera più naturale che potesse essere.
"Per domani, pensavo che potessi venire da me.. per una cenetta." bisbigliò Luke tra i capelli di Lorelai e lei di tutta rispostà si girò a baciarlo.
"Mi sembra un'ottima idea."

*

"Luke sono qui." urlò entrando nel suo appartamento, erano mesi che non vi metteva piede, era strano . Era tutto esattamente come l'ultima volta che l'aveva visto, c'era solo qualche libro in più -probabilmente roba di April- per il resto, ogni cosa era al suo posto.
"Eccoti." mugugnò lui uscendo dal bagno ed andando a baciarla. Lieve, veloce, dolce, come la cosa più naturale del mondo, come se non avessero smesso di farlo nemmeno per un giorno.
In quel momento Lorelai notò il cappellino blu, adagiato sulla televisione, che probabilmente lui non aveva più acceso.
Guardò l'uomo negli occhi, lasciando riemergere alla mente il ricordo di tutte le altre volte che aveva avuto il suo viso così vicino.
"Manca qualcosa qui..." affermò roteando gli occhi. Si spostò piano dal corpo di lui e si diresse verso la TV, Luke la seguì con sguardo incerto. Lorelai prese il cappellino e se lo rigirò tra le mani.
"Ricordi?"
Luke annuì, come poteva dimenticarlo? L'aveva indossato ogni giorno per sei anni, era un pezzo di lei da cui non aveva mai voluto staccarsi, tranne dopo quella notte. Era un pezzo di loro.
Lasciò che il suo sorrisetto gli piegasse adorabilmente le labbra.
Lorelai glielo posò sulla testa assicurandosi che la visiera fosse dietro, a dispetto del primo tentativo. "Buon Natale."
Sorrise, di un ampio luminoso sorriso e lo baciò.
Fu come se non fosse accaduto nulla, come se quei mesi non fossero mai trascorsi, fu come tornare indietro nel tempo.
Era tutto assolutamente perfetto.. loro due, la loro storia, le loro labbra, quell'istante. Ogni cosa era al suo posto.
 
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