Fanfiction: Ritorni

« Older   Newer »
  Share  
Elena_R
view post Posted on 21/1/2005, 19:17 by: Elena_R




Salve a todos! Ecco qui il capitolo 19… nel precedente abbiamo lasciato Jess nella sua nuova casetta; per problemi di tempo non scrivo nulla che segua quel momento e passo direttamente ad una nuova situazione (vi sento sospirare di sollievo…). Allora: è passato all’incirca un mese, quindi mettiamo che siamo in ottobre inoltrato… detto questo non mi resta che lasciarvi alle mie parole (anche se poche, perché è abbastanza breve). Buona lettura!

Capitolo diciannove


-Oh, tesoro. Non puoi nemmeno lontanamente immaginare quanto sia felice. Non felice perché devi lasciare Parigi, ma felice perché torni qui. Cioè… non felice perché smetti di lavorare in Francia, ma… oooo, non riesco a spiegarmi- piagnucolò Lorelai al telefono.

-ti capisco benissimo, mamma. Sei felice che torni a casa anche se ti dispiace che io sia dispiaciuta perché non lavorerò più a Parigi- spiegò Rory con naturalezza. Seguirono alcuni secondi di silenzio, durante i quali si figurava nella mente sua madre mentre si massaggiava le tempie ripetendosi ciò che aveva appena detto per verificare se era veramente così.

-oh… immagino che tu abbia ragione. Non sono certa di aver capito, ma mi fido di quello che hai capito tu. Oddio, siamo così ripetitive nei nostri discorsi!

-L’ho notato anch’io. Forse dovremmo cambiare argomento.

-forse. Oh, peccato che il tuo compleanno sia già passato, ma potremmo fare comunque una festa, no? Una festa di non-compleanno o di post-compleanno!- disse la donna con entusiasmo.

-sarebbe un’idea molto originale, ma non penso di avere molto tempo, mamma. Quando tornerò sarò probabilmente sommersa di lavoro a New York e non credo di potermi permettere qualche giorno di vacanza per festeggiare un non-compleanno o un post-compleanno… so che ci tieni, ma dubito di riuscire a venire a Stars Hollow prima di qualche settimana.

-oh- sospirò Lorelai senza nascondere il su disappunto: non vedeva sua figlia da mesi e uno stupido giornale -anche se autorevole- le negava l’occasione di dare una meravigliosa festa di bentornata alla sua figlia preferita, nonché unica. Rory sentì di averla in qualche modo delusa e corse ai ripari cercando di rassicurarla: -ma tu e Luke potreste venire da me! Potremmo cenare tutti insieme e invitare anche Jess e sua madre! Sarebbe una cena di bentornati per entrambi, cosa ne pensi?

-è un’idea carina- rispose cercando di non chiedersi perché la prima persona alla quale aveva pensato era stata Jess. Jess che non aveva più una ragazza; Jess che ora abitava nel Village, come lei; Jess che era diventato all’improvviso uno dei suoi migliori amici nonostante non si fossero visti per cinque interi anni e si erano sentiti negli ultimi mesi solo per telefono. Jess. Rabbrividì al pensiero che se avesse saputo che Rory aveva lasciato Matt, probabilmente sarebbe stato già alle sue spalle, pronto a rovinarle la vita ancora una volta.

Era un bravo ragazzo, ora lo sapeva, e nelle veci di nipote acquisito poteva dire di adorarlo, ma nelle veci di candidato genero… no, quello no. Era già successo e dagli errori avrebbero dovuto imparare tutti qualcosa.

-mamma?

-si?

-ci sei? Pensavo che volessi riattaccare. Non devi rimanerci male, ti prego. Prometto che per il giorno del ringraziamento mi prenderò qualche giorno e resterò con te tutto il tempo, ok? Mangeremo un sacco di schifezze, faremo arrabbiare Luke, guarderemo i nostri film preferiti, ci faremo manicure, pedicure e tutto quello che vorrai, ma non avercela con me. Sai che il lavoro è importante e…

-ok, ok- la interruppe –non preoccuparti, Rory. Stavo solo pensando al modo più indolore per dire a Taylor che la festa in tuo onore non si farà: lui ci rimarrà molto male. È così orgoglioso di te che a volte temo parli di Lorelai Gilmore come di sua figlia.

-io scambiata per la figlia di Taylor Doose? Dovrò lavorare sulla mia reputazione…

-ormai è tardi: quando ti candiderai a presidente degli Stati Uniti tutti verranno a sapere che tuo padre era un invasato di feste e assemblee cittadine. Nessuno ti eleggerà…

-a meno che non paghi qualcuno perché tenga tutto nascosto.

-il nostro paese è famoso perché “i panni sporchi si lavano in pubblico”. Non si tengono scheletri negli armadi in questa parte del mondo.

-allora farò domanda per un posto da semplice fattorina. La vita è più semplice quando non ti conosce nessuno.

-e come al solito ho perso il filo del discorso… di cosa stavamo parlando prima di queste sciocchezze?

-non me lo ricordo- disse Rory trattenendo a stento una risata –ma so per certo che è tardi e che devo andare: oggi è l’ultimo giorno di lavoro al giornale e credo che Bublè abbia organizzato una piccola festa d’addio.

-sotto quella corazza da duro batte un tenero cuoricino?

-già. Ci vediamo fra qualche giorno, ok?

-arrivi giovedì, vero? Venerdì sera io e Luke saremo a New York. Buona giornata, tesoro.

-anche te, mamma. Ciao!

Mise in fretta il cellulare nella borsa e corse verso la porta. Chiudendola il suo sguardo cadde sul letto sfatto e le valige quasi pronte aperte in diversi punti della stanza. Si chiese per l’ennesima volta dove aveva sbagliato, cosa aveva fatto per dover essere costretta a tornare in America prima del dovuto. Era una domanda che si poneva da giorni ormai, ma non era ancora riuscita a trovare una risposta; nessuno sembrava poterla aiutare e, stanca, decise di non pensarci più, o almeno provarci. Si chiuse la porta alle spalle e si avviò al lavoro dove l’attendeva una deprimente festa di addio.





-Ma perché?-chiese per la terza volta all’uomo che le stava davanti e che ormai era esausto delle sue insistenze; -forse non ho fatto un buon lavoro? Non sono abbastanza brava per il target di questo giornale, vero? Se mi dicesse dove ho sbagliato potrei provare a migliorare!

-No, signorina Gilmore. Lei ha fatto un ottimo lavoro, al di sopra delle mie aspettative e di quelle della direzione –le rispose il redattore cambiando posizione nella sua sedia di pelle nera.

-e allora perché?

-Il direttore ha parlato con i suoi capi di New York e loro la rivogliono lì. Ho cercato anch’io di sapere con precisione i motivi e ho anche cercato di convincerli a farla restare almeno fino alla fine del periodo prestabilito, ma non c’è stato verso…credo che…

-che?

-che abbiano altri piani –le spiegò invitandola a sedersi dopo che per l’ennesima volta si era alzata di scatto e aveva iniziato a gesticolare furiosamente camminando per la stanza.

-che significa “altri piani”?

Bublè appoggiò i gomiti sulla scrivania e iniziò a giocherellare con la stilografica che gli stava davanti; -mi ascolti, Lorelai: torni a casa, senta cosa vogliono. Sapevamo tutti che questa occupazione era provvisoria, quindi non c’è da stupirsi. Lei ha talento e lo riconosco: ricorda il suo primo giorno qui? Mi disse una cosa… mi disse che il suo sogno era sempre stato diventare una corrispondente dall’estero.

-e lei rispose che non si vive di sogni- disse sorridendo al ricordo di quel primo periodo burrascoso.

-lo so. E da allora lei non ha smesso di sognare, ma si è concentrata maggiormente sulla realtà.

-voleva spronarmi e ci è riuscito. Ma non capisco cosa centri tutto questo col mio ritorno negli USA.

-non voglio illuderla, ma forse questo ritorno improvviso l’avvicinerà maggiormente alla realizzazione del suo sogno più grande.

-sta dicendo che devo andare senza fare storie?

-sto dicendo di andare, ascoltare cosa vogliono, valutare la situazione. Se ciò che le verrà proposto non le piacerà, si licenzi e torni qui: ” Le monde” sarebbe orgoglioso di averla ufficialmente tra il suo staff e se fosse nostra dipendente a tutti gli effetti saprei io come mettere in luce le sue qualità.

Rory asserì con la testa e strinse mano che il suo ex-nemico dichiarato le porgeva.





-a che ora dovrebbe arrivare Rory?- chiese Luke mentre condiva l’insalata ignorando la faccia disgustata della moglie.

-ehm… dovrebbe atterrare tra qualche minuto- rispose dopo aver dato una rapida occhiata all’orologio; -le ho detto di chiamare quando arrivano a casa. E mi auguro che stavolta Jess non le rompa una gamba.

-Jess? Perché Jess?

-non vorrai che la mia povera bambina appena tornata da un viaggio interminabile dall’Europa debba prendere un taxi per tornare al suo appartamento!

-non parlavo di taxi. Ci andrà Matt- l’infornò con sicurezza.

-Matt?- chiese Lorelai spaesata per un momento. Aveva detto a Rory di chiamare Jess inventandosi una scusa per cui Matt non sarebbe potuto andare all’aeroporto, in modo da non dover arrivare in città senza che nessuno fosse lì ad aspettarla e lei le aveva assicurato che l’avrebbe fatto.

-Sì. Ho parlato con Jess stamattina: Rory gli ha detto che Matt sarebbe andato a prenderla. Quei due non si vedono da mesi e non credo che la prima cosa che faranno una volta arrivati a casa sarà chiamarti.

-giusto, me n’ero dimenticata. Rory mi aveva detto che forse Matt aveva un impegno importante al quale non poteva mancare, ma evidentemente si è liberato.

-e che razza di fidanzato sarebbe se non l’avesse fatto?- rise mettendole nel piatto un’enorme porzione di lattuga verde che Lorelai non vide nemmeno, troppo occupata com’era a pensare ad una ramanzina per la figlia e a chiedersi perché doveva mentire a suo marito per una sciocchezza del genere. Fortunatamente ora era a casa ed entro qualche giorno il segreto di Rory –l’ aver lasciato Matt- sarebbe diventato di dominio pubblico e lei non sarebbe stata l’unica a dover sapere la verità.





Con uno sforzo sovrumano riuscì a sollevare le due enormi valige che scappavano sul rullo insieme a quelle di tanti altri passeggeri. Dopo tutte quelle ore passate su un aereo aveva un solo desiderio: tornare a casa sua e fare un lunghissimo e rilassante bagno caldo per lavare via la stanchezza e l’odore del viaggio; avrebbe ordinato una pizza e poi si sarebbe addormentata come un sasso. A Parigi erano le cinque di mattina: lei non dormiva da quasi un giorno intero e la notte precedente era riuscita a riposare per poche ore.

Camminò spedita verso l’uscita e non immaginò di sentirsi in quel modo una volta arrivata a New York: tutti avevano qualcuno ad aspettarlo e fu circondata da sorrisi, baci e abbracci.

Nessuno rivolto a lei.

Sospirando, perché era stata una sua decisione quella di non dire a Jess di andare a prenderla mentendo e assicurandogli che ci sarebbe stato Matt, raccolse le ultime energie che le erano rimaste e uscì alla ricerca di un taxi.





e questo era il capitolo 19... seppur lentamente sto arrivando alla fine, non preoccupatevi! vi lascio scritta una cosa che ha detto Milo in un'intervista(anche se credo che la maggiorparte di voi l'abbia già letta) e che mi ha colpita tantissimo... voglio anch'io il milo personale!!!
MAY 2004
Milo about Alexis:
"Me and Alexis, that's been completely the lightning blow. lt all happened quickly.
She is really the woman of my life, she is perfect for me, I hope to be perfect for her"
 
Top
27 replies since 9/5/2004, 16:23   9224 views
  Share