Fanfiction: Ritorni

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Elena_R
view post Posted on 9/5/2005, 19:17 by: Elena_R




Fiore, spero di allietare la tua serata...

Capitolo ventisette

Il fastidioso clacson di un'auto entrò improvvisamente e con prepotenza nella sua testa, destandolo del tutto dallo stato di torpore in cui aveva fluttuato con piacere negli ultimi minuti. Cercò di concentrarsi di nuovo sul sonno facendo il possibile per non sentire i rumori della città già sveglia e arzilla, ma era inutile; aprì gli occhi e si stupì di ciò che vide: la stanza in cui si trovava non era la sua, a meno che durante la notte qualche invasato fosse entrato di soppiatto e avesse sostutuito le tende semplici e neutre delle sue finestre in altre rosa e a fiorellini bianchi che decisamente non si addicevano alla sua personalità. Davanti a lui una luce chiara filtrava attraverso uno spiraglio e, focalizzando la vista, i tetti imbiancati comparvero in tutta la purezza del loro colore candido ed innocente.
Le cose più belle accadono quando nevica.
La neve, un paio d'occhi azzurri lucidi per il freddo, le guance rosse per lo stesso motivo, la sua pelle bollente sotto le sue le sue dita... poi le sue labbra. Sorrise internamente al ricordo della sera precedente, la carezze, le sensazioni che aveva provato, la tensione di settimane di attesa che finalmente era scivolata fuori dal suo corpo lasciandolo a cullarsi in uno stato primordiale di tranquillità e incoscienza.
Si mosse per aggiustarsi il cuscino sotto la testa, ma qualcosa che non gli apparteneva gli fece pressione sullo stomaco: un braccio bianco e sottile in contrasto con la pelle scura della sua pancia risaltava spezzando in due parti il suo busto. Seguì con gli occhi quel sentiero chiaro che continuava sospeso sul materasso finchè divenne una spalla coperta dalla maglia che aveva indossato fino a poche ore prima, mentre il piumone la copriva fino all'altezza della vita.
Camminando all'indietro mentre cercava di arrivare alla ceca alla sua camera si scontrò con il muro. Sembrava che Rory non si fosse accorta di nulla perchè non aveva smesso per una solo attimo di baciarlo e di toccarlo; non sapeva per quale motivo, ma gli passò per la mente un pensiero strano: forse aveva paura che se ne andasse di nuovo e mantenere il contatto era l'unica soluzione che aveva trovato per accorgersene in tempo ed impedirglielo.
Sentendo un vuoto alla sua sinistra intuì che quella era la porta che aveva mancato durante il tentativo precedente; ricordando l'effetto avuto pochi minuti prima lasciò le sue labbra e si spostò sul collo mentre, tenendole le mani sui fianchi, la giudava verso l'interno della stanza senza ricevere segno di opposizione. Lei sembrò voler apporofittare di quella pausa per aprire gli occhi e cercare il bordo della sua maglia: ci mise un attimo e con una destrezza incredibile gliela sfilò. L'osservò stupito perchè, nonstante avesse imparato a conoscere Rory come donna, a volte faceva ancora fatica a scindere la nuova immagine da quella della sua ex-ragazza, mentre lei con noncuranza la lasciava cadere sul pavimento e tornava a concentrarsi su di lui.
-che c'è?- gli chiese riprendendo fiato.
-niente- le disse enfatizzando la sua risposta scuotendo la testa.
-sei sicuro? È per la maglia? Preferisci che l'appoggi da qualche parte vero? In effetti lì per terra non è proprio igienico... posso metterla su quella sedia---
-Rory- la interruppe ridendo -non mi importa nulla della maglia, puoi farne ciò che vuoi- continuò riavvicinandosi a lei e sentendo la sua pelle a contatto con quella della pancia di lei, che restava scoperta perchè la canottiera che indossava era troppo corta.
-davvero? Allora dopo me la presti?
-dopo?- le chiese divertendosi nel vederla arrossire.
-dopo- gli confermò prima che la baciasse di nuovo mentre il suo turno di svestirla era arrivato.

La sua schiena era rivolta verso l'alto, coperta in parte dai capelli che per metà erano sparsi sul cuscino; aveva l'aria serena e i lineamenti del viso potevano essere veramente quelli di un bellissmo angelo. La studiò con attenzione per un paio di minuti contando le volte in cui respirava; dietro di lei la sveglia a forma di ippopotamo seganva le 7.30 e, anche se gli dispiaceva interrompere quel sonno così pacifico, si rese conto che quella era una giornata come le altre: il lavoro aspettava entrambi e il momento di separarsi sarebbe arrivato prima o poi. Allungò la mano verso di lei e accarezzandole una guancia la fece sorridere; si chiese cosa stava sognando, se lui aveva avuto un posto nei suoi pensieri inconsci di quella notte.
-Rory- la chiamò a voce bassa -Rory...
-Mmmm- fu tutto ciò che ricevette in risposta, mentre il suo braccio lasciava il posto sullo stomaco che aveva occupato fino a quel momento e abbracciava il cuscino; -Hey, Jess- disse aprendo e chiudendo gli occhi per abituare la vista alla luce, -Jess?- aggiunse poi sgranandoli quando si rese conto della situazione in cui si trovavano.
-buon giorno- le rispose tentando di non pensare allo sguardo preoccupato che le era apparso in volto nell'istante in cui lo aveva visto.
-oh, buon giorno.
Sentì un nodo stringergli lo stomaco: dopo quello che era successo si aspettava come minimo un mezzo sorriso, invece stavano dividendo lo stesso letto e lei aveva l'aria di chi avrebbe voluto essere ovunque tranne che lì insieme a lui.
-che ore sono?- gli chiese guardandosi intorno.
-le 7.30- le rispose vedendola sbiancare maggiormente dal terrore.
-le 7.30? è tardissimo!- gridò scattando fuori dal letto.
-tu non inizi mai prima delle 9.00- le ricordò guardandola girare freneticamente per la stanza alla ricerca dei suoi vestiti, convinto che stesse fingendo solo per liberarsi di lui il prima possibile.
-ho una riunione alle 8.30, accidenti, non arriverò mai in tempo. Ma dove l'ho messo?
Jess diede un'occhiata in giro e individuò l'unico indumento che Rory non aveva tra le mani; alzandosi raccolse il reggiseno che si trovava ai piedi delle letto: -cerchi questo?
Gli sembrò che gli occhi le dovessero uscire dalle orbite da un momento all'altro tanto li aveva spalancati; pensò che avrebbe fatto meglio a calmarsi o l'avrebbe fatta ricoverare per un esaurimento.
-grazie- rispose in fretta prendendo ciò che le apparteneva -io faccio una doccia veloce, tu... vestiti, poi... oh- s'interruppe accorgendosi dell'indumento che stava indossando -la tua maglia.
La vide guardarsi indecisa se toglierla in quella stanza o no, poi immaginò una lampadina accendersi sulla sua testa e un attimo dopo era entrata in bagno lasciando la porta socchiusa giusto il tempo di svestirsi e lanciargliela senza fargli vedere altro che la candida pelle del suo braccio.
Come se non ti avessi già visto nuda, disse tra sè raccogliendola e iniziando a vestirsi; sentiva indosso il suo profumo mentre, nel silenzio della casa, il suono dell'acqua della doccia gli faceva compagnia. Dopo aver messo le scarpe si passò una mano tra i capelli disordinati non per dar loro una forma precisa, ma perchè nonostante fosse sveglio da solo cinque minuti era già esausto. Restare con le mani in mano rischiava di farlo impazzire e quindi, dopo un'ultima occhiata al letto disfatto in cui prima aveva dato per scontato un cambiamento radicale nella sua relazione con lei, andò in cucina per preparare un caffè di cui per primo sentiva il bisogno.
Alla luce dei fatti, quella che aveva ritenuto la cosa più giusta da fare si stava rivelando un madornale errore eppure aveva preso ogni precauzione possibile: era successo tutto in un modo forzatamente lento per far sì che avesse il tempo di riflettere e capire se quello era ciò che voleva anche lei, le aveva dimostrato che le sarebbe stato vicino sempre, nei momenti più felici, come il ringraziamento che avevano trascorso insieme alle loro "famiglie", e in quelli meno gioiosi, per esempio la recente perdita del lavoro alla CNN o la rottura con Matt; le aveva dato il tempo per pensare a lui e per scegliere tra loro in modo da essere certa che lasciare quel contabile da quattro soldi fosse ciò che desiderava realmente; gli era sembrato di sentire in quelle settimane che i sorrisi di Rory non fossero quelli di un'amica, che alcune delle sue parole avessero un significato nascosto dietro l'apparenza; quando gli aveva parlato della neve e chiesto se ci fosse qualcosa che desiderava aveva creduto che fosse giunta l'occasione che stava aspettando da tempo e si era avvicinato per baciarla: non l'aveva mai vista così bella e non aveva mai desiderato più che in quel momento di toccarla, stringerla, tenerla vicino a sè e sentire che era vera. Il bacio non era importante, il contatto fisico era ciò che voleva, ciò che gli avrebbe fatto capire fino a che punto era disposta a rischiare per lui. Facendo il primo passo le aveva silenziosamente dichiarato il suo desiderio ed era toccato a lei decidere se esaudirlo oppure no. Si era illuso che quel bacio fosse il via libera a ricominciare tutto d'accapo; ora invece lui se ne stava in piedi ad aspettare che il caffè fosse pronto, disponibile a prepararne una tazza anche per lei che era nascoasta in bagno probabilmente a a chiedersi come aveva potuto permettere che tutto ciò accadesse.
Muovendo il braccio la manica si impigliò per alcuni secondi alla fibbia della cintura; la sganciò e si guardò intorno alla ricerca di qualcosa da mangiare nonostante avesse lo stomaco chiuso: cercava solo di occupare la mente ma l'ennesima memoria della sera prima, ancora vivida nella sua mente, si fece largo tra i cancelli che aveva chiuso e si autoproiettò su uno schermo gigante all'interno del suo cranio:
La pelle di Rory bruciava sotto le sue mani; facendole scivolare ovunque fosse possibile sperò che fossero abbastanza fresche da darle un senso di sollievo ed evitare che andasse a fuoco. Una delle sue dita passò sotto la bretella del suo reggiseno e la fece scendere lentamente dalla spalla sulla quale si avventò come un avvoltoio affamato. Le mani di lei, gelide rispetto al resto del suo corpo, iniziarono a giocare con la cintura che teneva ai suoi jeans sfiorandogli la pancia già nuda. Per la seconda volta quella sera tornò a riflettere coerentemente e la fermò.
-Jess- disse Rory cercando di capire il motivo di quell'improvviso arresto da parte sua.
-siamo ancora in tempo per fermarci- le spiegò guardandola negli occhi e facendo un enorme sforzo per trattenersi dal fregarsene di tutto, di lei, del loro futuro e riprendere da dove l'aveva stupidamente fermata. Ma quella davanti a lui non era una qualunque, era Rory e con lei non poteva prendere le cose alla leggera; -se andiamo avanti cambierà tutto.
-non vuoi che succeda?- gli chiese facendo un passo indietro imbarazzata per la posizione in cui si trovava, per il modo in cui si era lasciata andare. Jess capì immediatamente ciò a cui stava pensando e alla intrepretazione sbagliata che stava dando alle sue parole.
-Lo voglio, - la rassicurò seguendo i suoi passi e fermandola per le spalle -lo voglio -ripetè -ma tu devi essere sicura perchè poi...- lasciò in sospeso guardandola neglio occhi sperando capisse senza l'aiuto della parole: perchè se se ne fosse pentita la loro amicizia sarebbe stata completamente compromessa, perchè sostare nella stessa stanza sarebbe diventato imbarazzante, perchè poi l'avrebbe persa di nuovo. E stavolta per sempre.
-lo voglio anch'io, Jess- gli disse sorridendo tornando tra le sue braccia.
-allora quando domani ti sveglierai non fuggirai in Messico per evitarmi?- le chiese disposto a credere ad ogni risposta gli avrebbe dato.

Poteva rivivere tutto, studiare con attenzione ogni sua parola, ogni sorriso, ogni sguardo o movimento cercando di trovare la prova che stesse mentendo, che volesse solo la notte di sesso che si erano persi da ragazzi, ma più faceva tutto ciò più era certo che fosse sincera, che come lui lo voleva davvero. Rory gli era sembrata certa: ieri sera era stato tutto perfetto, ma forse si era trattato dell'illusione di quella maledetta neve.
Il rumore di una porta che si apriva e dei saltelli lo scosse e notò che il caffè era pronto; lo versò meccanicamente in due tazze mentre lei usciva di corsa cercando di infilarsi le scarpe e il cappotto contemporaneamente.
-ascolta- gli disse col fiatone -fa' con comodo, l'importante è che quando esci chiudi bene la porta, ok? Ti lascio le mie chiavi di riserva- continuò finendo di prepararsi e sorridendo con gratuitudine quando le allungò la tazza fumante -grazie!
-di niente- le rispose con freddezza senza nemmeno guardarla mentre lo diceva. Stava facendo finta che nulla -la sera prima, la loro notte, quella mattina- fosse accaduto e lui era talmente nel pallone da non sapere più che pesci pigliare. Nessuno dei due disse più niente e l'unico suono che seguì le sue parole fu il rumore della tazza che Rory appoggiò sul tavolo e poi quello dei suoi tacchi sul pavimento che si facevano sempre più lontani. Avrebbe potuto fermarla e costringerla a parlare, ma preferì rinunciare, deciso a dimenticare tutto per sempre: quella sera sarebbe uscito, si sarebbe ubriacato e avrebbe trovato una ragazza facile che potesse aiutarlo a togliersi Rory dalla testa almeno per un paio d'ore, esattamente come Sean aveva predetto.
D'un tratto però i tacchi ebbero un ripensamento: si fermarono e ripresero a camminare nella direzione opposta, verso di lui. Alzò gli occhi appena in tempo per vedersi riflesso nei suoi occhi blu e sentire le labbra di Rory sulle sue. Per un attimo dimenticò come baciare e dove mettere le mani, ma si riprese in fretta ricambiando il gesto e stringendola a sè. Se avesse potuto guardarsi in uno specchio probabilmente non avrebbe riconosciuto l'uomo sorridente e felice che si trovava di fronte.
-credevo che non l'avresti mai fatto; ho pensato che...
-la fretta- lo interruppe -non capisco più niente quando sono sottopressione, scusa.
-sei perdonata- le sussurrò sfiornadole la fronte con la bocca e lasciandola libera dalla sua presa -ti telefono più tardi?
-ok e grazie per il caffè- gli disse allontanandosi e uscendo definitivamente senza avere ripensamenti.
La seguì con lo sguardo e la osservò scomparire dietro la porta; quando fu certo che non sarebbe tornata si sedette su una delle sedie cercando di riprendere a respirare regolarmente.
-Allora quando domani ti sveglierai non fuggirai in Messico per evitarmi?
-No.

Rimase immobile per diversi secondi ad ascoltare il silenzio in cui era ricaduta la casa e sorrise di se stesso, perchè quello poteva essere il suo futuro, sicuramente anticonvenzionale: la donna di cui era certo essere innamorato in continua corsa e lui a casa a preparare il caffè.
Come prospettiva non suonava nemmeno tanto male.

Quando aveva deciso di lasciare Stars Hollow e dirigersi a New York per essere più vicina alla figlia in un momento difficle come quello che stava vivendo aveva creduto di trovarsi davanti la versione affranta e tragica di Rory; si era preparata per coccolarla, imboccarla con chili di gelato guardando vecchi film che le avrebbero ricordato le serate dell'infanzia e dell'adolescenza. Non aveva messo in conto l'ipotesi che avesse potuto riprendersi da sola o con l'aiuto di qualcun altro.
Le sembrava serena e soprattutto non le dava l'impressione di una che stesse mentendo o che fingesse di essere ciò che non era.
-sei sicura di stare bene?- le chiese appoggiando sul tavolino di fronte a sè la tazza vuota.
-va tutto bene, mamma, te l'ho già detto- le rispose per l'ennesima vola quella sera- il lavoro procede alla grande, ho conosciuto molte persone nuove e due giorni fa una ragazza mi ha addirittura chiesto un autografo: non potrebbe andare meglio.
-lo so, ma con quello che è successo con quegli idioti della CNN...
-pensavi che volessi tentare il suicidio?
-non proprio, ma...
-Cerco di non pensarci- le rispose guardandosi le mani che giocavano nervosamente con i suoi pantaloni all'altezza delle ginocchia -ormai è fatta. Comunque non mi hanno chiuso tutte le porte e ho solo ventiquattro anni e tutto il tempo necessario per riprovarci.
-mi sorprendi- le confessò piacevolmente meravigliata da quell'improvviso ottimismo-non sembrano nemmeno parole tue.
-ho sempre fatto una tragedia di tutto- le disse tralasciando che quelle in effetti erano le parole dette da Jess per consolarla- ma stavolta non serve. Basterà impegnarmi di più, lavorare sodo e dimostrare a tutti che merito di avere quel posto. Devo solo essere paziente e lasciare che il tempo svolga il suo corso- concluse sbadigliando.
-ti annoi ad ascoltare i tuoi stessi discorsi?- la prese in giro Lorelai sorridendo -sei stanca? È colpa mia, sarei dovuta arrivare prima, ma con tutto quello che è successo al Dragonfly stamattina...- si scusò.
-non preoccuparti-la rassicurò arrossendo mentre evitava accuratamente di confessarle che la notte precedente aveva dormito poco e in particolar modo i motivi che l'avevano "costretta" a restare alzata -l'importante è che nessuno si sia fatto male.
-è stata una fortuna che non ci fossero clienti in veranda quando quelle tegole sono cadute dal tetto o sarebbero stati guai seri.
-chi hai chiamato per le riparazioni?
-ci hanno pensato Luke ed alcuni amici. Hanno iniziato a lavorare in tarda serata e sono rimasta con loro per aiutarli; speravo che facessero tutto più in fretta, invece si sono dilungati tantissimo.
-dimentica il ritardo, mamma, tanto saremmo rimaste lo stesso alzate fino a tardi, no?
-giusto- rispose Lorelai finendo l'ultimo pezzo di pizza- Ho provato a chiamarti oggi pomeriggio durante la pausa pranzo, ma il tuo telefono era sempre occupato.
-beh... - tentennò Rory prima che la madre l'interrompesse con una delle sue supposizioni: -importanti telefonate di lavoro coperte dal segreto di stato? Qualche scoop?- le chiese emozionata. Sorrise di fronte al suo entusiuasmo per il lavoro di giornalista e sorrise ancora di più ripensando al modo in cui aveva accupato quella pausa.
"L'articolo su Jess Mariano è stata una piacevole sorpresa, lesse sul suo computer, e ora che conosco qualcosa su di lui la mia ammirazione nei suoi confronti è decisamente aumentata. I suoi libri erano misteriosi esattamente quanto la sua figura e credo che Lei abbia dovuto faticare molto per riuscire a scucirgli di bocca quelle poche rivelazioni. Non avrei mai immaginato che una persona all'apparenza così fredda (la foto che è stata allegata all'articolo mi dà questa sensazione) dovesse tutto il suo recente successo ad una ragazza di cui era innamorato da giovane".Sorrise all'ennesima e-mail ricevuta da una lettrice che si riferiva a Jess. Da quando l'articolo era stato pubblicato erano in molti a scriverle incitandola a battersi per un secondo round con lo scopo di scoprire qualcos'altro della sua vita, della sua persona e della sua passione per la scrittura. La maggiorparte di essi avevano parole dolci e di conforto nei confronti di entrambi e Rory decise che avrebbe stampato tutti quei messaggi e glieli avrebbe fatti leggere. Continuò nella lettura soffermandosi su una frase in particolare: dev'essere stato un grande amore se dopo tanti anni scrive pensando a lei.
Il telefono squillò e rispose distrattamente mentre rileggeva le parole di quella Emily di Washington: -Lorelai Leigh Gilmore.
-Non posso dirle chi sono ma ho delle informazioni riservate sul candidato al posto di sindaco alle prossime elezioni- disse una voce che riconobbe all'istante ingigantendo maggiormente il sorriso che aveva già da alcuni minuti -si creerebbe uno scandalo di enormi proporzioni, forse più grande del sex gate Clinton/Lewinsky. Incontriamoci in segreto e le dirò tutto.
-Non esco con gli sconosciuti- gli rispose -ma se per caso ti chiami Jess e sei uno scrittore potremmo combinare qualcosa, soprattutto perchè ho qualcosa per te.
-per me? Devo preoccuparmi?
-assolutamente no, è qualcosa che ti farà molto piacere.
-ah, sì?
-sì, ma non è quello a cui stai pensando. Coinvolge entrambi, debitamente vestiti, a distanza di sicurezza e una montagna di e-mail da parte dei tuoi ammiratori che non fanno altro che scrivermi chiedendo di intervistarti di nuovo e scoprire qualcos'altro su di te.
-credo che tu abbia già scoperto tutto quello che c'era da scoprire, non ho segreti per te- le rispose maliziosamente - però per quanto riguarda le interviste, mi dispiace, ma ho già dato. Non ho intenzione di sottopormi di nuovo volontariamente a quella tortura.
-mi era sembrato di capire che ti fosse piaciuta.
-sì, non è stata male, ma le conseguenze sono catastrofiche: la mia scrivania è sommersa da lettere, il mio account è imballato, è stato addirittura fondato un sito web ufficiale su di me da mia sorella e le sue amiche e ovunque spuntano persone che vogliono farsi autografare un libro o l'altro. Due ragazze stamattina volevano che scrivessi una dedica sulle loro pancie! Era davvero necessario pubblicare una mia foto?
-non avevi detto nulla in contrario.
-devo ricordarti la nostra conversazione?- le chiese -tu mi hai detto "Hey, sarebbe bello mettere una foto di fianco all'articolo" e io ho risposto " certo, come essere preso a schiaffi".
-Quel certo mi suona come un'autorizzazione, Jess.
-non faccio causa al Times solo per evitarti un licenziamento. Adesso che ci penso dovresti ringraziarmi.
-cercherò di rimediare- sussurrò arrossendo al ricordo di quella notte e di altre che si sarebbero susseguite. Non le disse nulla e lei lo immaginò seduto alla sua scrivania, immobile, col telefono all'orecchio e il suo stesso sorriso sulle labbra. Si erano lasciati solo poche ore prima, ma già sentiva la sua mancanza: era come una droga che una volta assunta creava dipendenza. Dopo la confusione di quella mattina e la fretta per la riunione non avevano potuto discutere tranquillamente, non aveva avuto il tempo di dirgli cosa provava davvero, non dopo quello che era accaduto quella notte, ma da quando era rientrato nella sua vita. C'erano molte cose per cui doveva ringraziarlo e fortunatamente aveva la possibilità di farlo nel miglior modo possibile. Non sapeva che Jess si sentiva allo stesso modo.
-e tu cosa stai facendo?- gli chiese.
-sono al telefono con te.
-intendevo prima di chiamare me.
-ho parlato con Sean; ti saluta.
-oh, e gli hai detto di...- non finì. Era un suo amico e tra uomini le conquiste erano gli argomenti primcipali di conversazione, giusto?
-No, è un pettegolo- le disse -nel giro di dieci minuti tutta Los Angeles ne sarebbe al corrente.
Non rispose nulla e si sentì delusa: non voleva che si sapesse di loro? I suoi pensieri erano più veloci della sua volontà e non riusciva a controllarli per evitare di trarre conclusioni sbagliate. Jess sembrò riuscire dove lei stava fallendo e la rassicurò quasi leggendole nella mente: -ma glielo dirò... di persona.
-di persona? Vuole tornare a New York?
-no, ha detto che non rimetterà mai più piede su un aereo, ma mi ha chiesto di tornare in California. Si tratta di pochi giorni, una settimana al massimo.
-capisco- disse faticando a scandire le sillabe per via di un nodo in gola. La paura di perderlo di nuovo ora ch l'aveva ritrovato le impediva di respirare e non importava che le giurasse che era solo per pochi giorni, perchè in ogni momento avrebbe potuto decidere di annullare la prenotazione del volo di ritorno.
-pensavo che potresti venire con me- lo sentì aggiungere con esitazione mentre il suo respiro diventava ancora più irregolare seppur dopo quella proposta il motivo fosse diverso dal precedente.
-cos'hai detto?- gli chiese temendo di aver capito male. Jess non ripetè la sua domanda, sicuro che non ce ne fosse il bisogno: -hai detto di non esserci mai stata, giusto?
-giusto, ma...
-non devi sentirti obbligata- le disse- è un invito per passare un po' di giorni lontani da New York, vedere un posto nuovo, i posti in cui ho vissuto, qualcuno dei miei amici, l'Inferno di Jimmy. So che hai un lavoro e delle responsabilità e se rifiuti posso capirne le motivazioni.
-dovremmo passare un'intera settimana insieme?- gli chiese, perchè era l'unica cosa a cui riusciva a pensare.
-sì, beh... avrò del lavoro da sbrigare, ma per quanto riguarda il tempo libero credo proprio che sarai costretta a stare con me, a meno che tu decida di trasformarti in Janie e farmi sparire...
-ok- lo interruppe.
-ok?
-sì, mi farebbe piacere venire- disse pensndo alla casa che lo aveva accolto quando aveva lasciato la costa orientale, alle persone che erano diventate parte della sua vita mentre lei non c'era, all'oceano e alla spiaggia che suo padre avrebbe voluto sposare -devi solo dirmi esattamente quando, così potrò prendermi quanche giorno di ferie dal giornale.
-d'accordo, lo farò.
-ho sentito mia madre stamattina- iniziò cambiando discorso – verrà per il week end: arriva stasera.
-capisco- le rispose capendo che ciò che intedeva comunicargli era che non avrebbero potuto passare quella serata insieme -io ho una cena di lavoro, ma appena finisco posso passare a salutarla.
-le farebbe piacere- disse sollevata: aveva temuto di non poterlo vedere; sarebbe stata capace di sgattaiolare fuori casa in piena notte e attraversare la città infestata di ogni specie criminale solo per poter stare con lui cinque minuti.
-solo a lei?
-no, credo che farebbe piacere anche a me- scherzò- soprattutto se venendo ti fermassi in quel negozio che resta aperto ventiquattr'ore su ventiquattro e mi portassi quel delizioso dolce che abbiamo comprato il mese scorso per la festa di compleanno di Juan.
-huh, avrei dovuto immaginare che il tuo interesse per me aveva dei fini precisi.
-Jess?
-che c'è?
-nemmeno io le ho detto nulla- gli spiegò, perchè non c'era ancora nulla di chiaro tra loro e avrebbero dovuto discutere prima di svelare a lei o Luke o qualcun'altro dei loro genitori che si stavano ricomponendo come coppia -forse è meglio se parliamo prima di dirlo a mia madre.
-sì, credo anch'io che...
-se potessi tornare indietro nel tempo- lo interruppe prima che potesse aggiungere altro -rifarei tutto senza cambiare nulla.
-magari avremmo potuto puntare la sveglia...- disse facendola sorridere- ma la penso esattamente come te, Rory.
Respirò profondamente e rimase in silenzio per lasciare che quelle parole raggiungessero le sue orecchie e restassero perfettamente impresse nella sua testa.
-ora però devo andare-lo sentì dire a malincuore.
-ok- rispose senza riuscire a stare ferma sulla sedia- allora a stasera.
Aspettò di sentire il suono del suo telefono segnalarle che la comunicazione era stata interrotta per riattaccare; portandosi le mani sulla faccia si rese conto di non aver quasi mai smesso di sorridere durante gli ultimi minuti e le sembrava impossibile sentirsi più felice di quanto fosse in quel momento. Era eccitata e aveva tanta energia da scaricare, quindi senza pensarci due volte afferrò nuovamente il ricevitore e con furia digitò un altro numero, tamburellando impazientemente sulla scrivania le sue unghie in attesa che qualcuno rispondesse.
-pronto?- disse la voce che stava cercando.
-Lane, sono io. Ho una notizia incredibile da darti...

-sì, importanti- rispose ricordando di aver trascorso l'intera pausa destreggiandosi al telefono prima con Jess poi con Lane. Sentì lo sguardo di Lorelai studiarla intensamente; -sei proprio strana figlia mia... ieri la storia del marziano, oggi invece non la smetti un attimo di sorridere: c'è qualcosa che vuoi raccontare alla mammina?
Rory, non riuscendo a togliersi il sorriso e l'espressione colpevole dalla faccia, fece per parlare, ma nonappena aprì la bocca il campanello di casa suonò.
-No!- gridò la madre disperandosi, impaziente di sapere cosa stava succedendo alla figlia -Non ora! Si può sapere chi è il pazzo che va a suonare a casa della gente a mezzanotte passata?
-ne parleremo dopo- le disse alzandosi e correndo raggiante ad aprire.
-è tardi, lo so, ma ero certo che foste ancora in piedi.
-sei in perfetto orario...- gli rispose addocchiando tra le sue mani la busta contente il dolce che aveva richiesto -... per mangiare con noi il dessert.
La seguì in sala, dove sua madre era seduta pensierosa e la sua aria seria lo preoccupò per un istante perchè con lei doveva sempre tenere alta la guardia per non rischiare di inimicarsela per la seconda volta da quando la conosceva.
-è Jess con quel dolce paradisiaco di cui ti ho parlato- le disse Rory dopo averglielo letteralmente strappato dalle mani.
-Jess, sapevi di essere il nostro uomo preferito?
-immagino di aver vinto la competizione con lo zio Luke e il suo caffè, allora. Come stai?- le chiese cercando di mostrarsi il più beneducato possibile per non iniziare col piede sbagliato.
-a parte un piccolo incidente con le tegole del tetto del Dragonfly direi che va tutto a meraviglia.
-e...?- mugugnò impacciato indicando la sua pancia facendola sorridere per quell'incapacità di dire la parola "bambino".
-Sta benissimo: è piccolo e tranquillo. Spero che non abbia intenzione di diventare il nuovo Pelè, perchè non sono abituata ad avere degli sportivi in grembo. Pensa che a volte dimenticavo di essere incinta di Rory perchè lei era così calma...- disse senza far capire quanto fosse sorpresa dalla scena a cui si trovava ad assistere: erano in piedi, uno di fianco all'altra, vicini, troppo vicini; la spalla di Rory sfiorava quella di Jess il quale di tanto in tanto la guardava con la coda dell'occhio e con uno sguardo simile a quello di un innamorato. Lorelai ebbe la strana sensazione di essere il terzo incomodo e sua figlia dovette percepire il suo disagio perchè all'improvviso si allontanò da lui e scomparve in cucina con la scusa che il caffè era finito e che non si poteva gustare quel dolce senza una buona tazza di elisir ambrato.
-allora- continuò quando fu sola col ragazzo più pericoloso che la su bambina avesse mai incontrato -come va il lavoro?
-bene. Ci sono molte cose da fare, ma è gratificante. Inoltre tra un paio di settimane andrò a Los Angeles.
-per sempre?- gli chiese allarmata e sorpresa di se stessa: temeva che Jess si ritrasferisse lontano da lei e Luke? Era impazzita?
-No, solo qualche giorno.
-oh- disse rilassandosi -tu non hai impegni domenica, vero?
-non credo. Perchè?
-il mio caro marito verrà in città e sono sicura che gli farebbe piacere vederti: dopo il Ringraziamento tu e Rory siete letteralmente spariti.
-ci sarò, non voglio perdermi l'occasione di stuzzicare un po' il vecchio zio Luke- le rispose facendola sorridere poco prima che scovasse sul tavolino da caffè alcune riviste: -oh! Cosmo! Lo adoro, tu no?
-ad essere sincero- le disse fissandola sconcertato dalla sua domanda -non è tra le mie letture preferite.
Loreali sbuffò e defcise di ignorarlo, concentrando invece tutta la sua attenzione sulle pagine patinate di Cosmopolitan. Sentendosi libero dagli obblighi del cerimoniale, Jess si voltò e si diresse in cucina dove Rory stava tagliando con precisione enormi fette di torta.
-Hey.
-Hey- gli rispose leccandosi le dita sporche di cioccolato -mia madre ha trovato Cosmo? L'ho sentita gridare di gioia.
-e mi ha chiesto se l'adoro- le rivelò preoccupato per la sua salute mentale.
-per lei chiunque, uomini compresi, dovrebbe venerarlo. Ammetto che ci sono alcuni reportage interessanti, ma preferisco altre letture.
Jess sorrise sentendole pronunciare le sue stesse parole: -ora cosa stai leggendo?
-rileggo Ginsberg- rispose cercando di nasconere un sorriso.
-che coincidenza, anch'io.
-Urlo.
-Urlo- le fece eco -siamo irrecuperabili- aggiunse scuotendo la testa e mettendo il caffè pronto sul vassoio in cui lei aveva disposto il dolce.
-lo credo anch'io- disse osservandolo avvicinarsi lentamente -Jess, dovremmo parlare.
-tua madre è di là, non possiamo farlo ora.
-nè domani, nè domenica- sospirò -sarà difficile mantenere il segreto.
-non resta molto da dire, abbiamo già messo in chiaro le cose importanti, no?
-per esempio?
-non rimpiangiamo nulla- contò alzando un dito e poi il secondo- tu non mi stai evitando, io non sono ancora uscito con altre ragazze...
-e non azzardarti a farlo o ti taglio le gambe- lo minacciò mentre le sorrideva e abbassava le mani sui suoi fianchi -non sono proprio il tipo da relazioni aperte.
-allora è una relazione- affermò- visto? Un altro passo avanti.
-non scherzavo ieri sera- gli disse restando seria- non è stato un gioco o la storia di una notte.
-siamo d'accordo anche su questo e concludendo direi che stiamo ufficialmente insieme.
-sì?
-sì.
Fecero l'unica cosa che avevano entrambi desiderato fin dal momento in cui Rory aveva aperto la porta: si baciarono. Fu lento, profondo e sensuale, il primo bacio come coppia, primo di una lunga serie, seguito di altrettanti interrotti per alcuni anni perchè cercavano di trovare se stessi e realizzare i loro sogni.
-ora però devo andare- le disse a bassa voce allontanando da lei solo le sue labbra, continuando a stringerla.
-non resti nemmeno per la torta?- lo pregò.
-ho del lavoro da sbrigare.
-a quest'ora?- gli chiese incredula.
-ho bisogno di scrivere.
-di notte?
-è il momento migliore- le spiegò – e se scrivo adesso domani sarò un uomo libero e potremo stare insieme. Per distrarre tua madre potei chiedere a Liz di unirsi a noi, no?
-hai pianificato tutto, eh?- domandò dandogli un bacio sul collo sentendosi sempre più vicina a lui perchè le sue braccia la stringevano così forte che credeva di essere diventata una cosa sola col suo corpo.
-faccio del mio meglio.
-sicuro di non voler restare ancora un po'? Cinque minuti?
-avevo voglia di vederti- le confessò zittendola per alcuni secondi- volevo solo darti la buona notte.
-grazie- rispose sorridendo e sfiorando nuovamente le sue labbra prima che l'urlo di sua madre la facesse sobbalzare: -questo caffè è pronto? Mi sto addormentando.
Sospirarono entrambi, non ancora pronti a separarsi ma costretti a farlo dalle circostanze, e rientrarono in sala corredati di caffè e torta sui quali Lorelai si avventò: -mmm, buonissimo. Ricordami di farne una scorta e portarla a Stars Hollow.
-io credo che ad Hartford le vendano- le assicurò Jess.
-lo so, ma almeno potrò dire che vengono direttamente dal mio personale fornitore di New York. È più glamour.
-naturalmente- rispose non stupendosi quasi più della sua bizzarria- Lorelai è stato un piacere rivederti, ma ora che ho compiuto il mio dovere devo andare.
-e non mangi?- gli chiese con la bocca piena.
-no, puoi prendere anche la mia fetta- le concesse inutilmente perchè l'avrebbe fatto lo stesso anche senza il suo permesso.
-grazie!- rispose sorridendo e facendo suo anche il suo piatto- l'aria di questa città deve avere qualche componente particolare, perchè oggi anche tu sei strano: gentile ed educato. Come mai?
-beh- le disse dando un'occhiata furtiva a Rory -ieri ha nevicato, dev'essere per quello.
-non sapevo che fossi il tipo a cui piace la neve.
-infatti, ma credo che d'ora in avanti la guarderò con occhi diversi.
-vuoi farti un trapianto?- gli chiese ridendo da sola.
-a domani- rispose decidendo che fosse meglio ignorare quel commento e voltando le spalle per uscire.
-domani?- si chiese – ma io ho parlato di domenica, non di domani! Hey!
-ti accompagno- disse Rory quasi vergognandosi dello stato di degenerazione che sua madre aveva raggiunto.
-all'improvviso hai dimenticato la strada per la porta?- continuò rivolgendosi a Jess che stavolta non stette con la bocca chiusa: -la prossima volta sbriciolerò la torta così non rischierò di perdermi.
-ora sì che ti riconosco!- gridò Lorelai trionfante mentre lui e Rory sparivano nell'ingresso al quale la sua vista non aveva accesso a causa della parete che lo separava dalla sala.
-l'hai insospettita – disse la ragazza quando furono alla porta lontani da orecchie indiscrete -ora mi farà mille domande, lo sai?
-e tu rispondile.
-e cosa le dico?- chiese mentre Jess, fingendo di pensare intensamente, l'avvicinava a sè e le sussurrava la sua risposta in un orecchio: -dille che sono meraviglioso, che bacio come un dio- la baciò -e che ti adoro.
-no -gli disse sorridendo – terrò queste cose per me e le dirò qualcos'altro.
-dille almeno che sono meraviglioso e che ti adoro: mi faresti guadagnare dei punti.
-non ne hai bisogno, le piaci molto.
-le piacevo quando non stavamo insieme -le ricordò.
-le piaci ancora, fidati di me. Buona notte, Dodger.
-'notte, Rory- le augurò staccandosi da lei malvolentieri e sparendo dopo aver sceso un paio di gradini delle scale. Rory chiuse la porta e respirò profondamente mentre ripercorreva il piccolo spazio che la riportava in sala dove Lorelai era seduta sul divano con le gambe incrociate e lo sguardo più serio che mai. Sperò che Jess non avesse ragione e si sedette di fianco a lei senza però riuscire a nascondere la propria felicità, che contagiò anche sua madre, perchè in un attimo la sua espressione si addolcì: -allora signorina, prima che Hansel ci interrompesse cosa stavi dicendo?
Sorrise e si strinse uno dei cuscini al petto: -mi ha fatto innamorare di nuovo di lui.


e la prox settimana.... sapete già cosa vi aspetta!
 
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27 replies since 9/5/2004, 16:23   9224 views
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