L'inevitabile..., ff by pheebe

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Pheebe
view post Posted on 16/2/2005, 20:01




Rumori.


Teneva la testa appoggiata al cuscino,
i capelli sciolti su un lato,
a coprirle la spalla,
le gambe piegate,
e il telefono tra le mani.
Giocherellava con i tasti da quasi trenta minuti,
cercando di trovare la soluzione di parole perfetta,
il tono di voce,
la sicurezza…

“devo chiamarlo”

Si mise a sedere sul letto,
incrociando le gambe.
Spostò una ciocca dietro le orecchie,
e a due mani compose il numero.

Sentì gli squilli.

1…
2…
3…

E poi.

La segreteria…

…: salve, questa è la segreteria di Luke e Jess…

Cos’avrebbe potuto dire?

…al momento non siamo in casa…

no, no…

…quindi lasciate un messaggio, o chiamate più tardi.

Riagganciò.

Era nel panico…

Cadde all’indietro sul cuscino,
portando le mani agli occhi.

Rory: stupida, stupida…

Un rumore.

Dei passi giù per le scale,
e una voce.

Lorelai: RORYY…RORYY…

Scese dal letto andando incontro alla madre urlante.

Rory: la smetti di urlare? Siamo ad un metro di distanza!
Lorelai: non ero sicura mi sentissi.
Rory: beh ti ho sentita, cosa vuoi?
Lorelai: che gentile…
Rory: grazie.
Lorelai: io sto partendo, il taxi sarà qui a momenti, mi raccomando…
Rory: si certo.
Lorelai: avrò sempre il cellulare, ma se trovassi il numero occupato, o si scaricasse la batteria, chiamami in albergo, il numero è vicino al telefono.
Rory: d’accordo.
Lorelai: per qualunque cosa.
Rory: qualunque?
Lorelai: si certo, qualunque cosa.
Rory: definisci qualunque.
Lorelai: qualunque è qualunque, qualsiasi cosa, tutto!
Rory: un furto, o un incendio?
Lorelai: o mia madre.
Rory: o un omicidio.
Lorelai: omicidio nel senso che tu uccidi qualcuno, o che qualcuno uccide te?
Rory: non lo so, entrambe credo…
Lorelai: bene, ma se tu interpreti la vittima, cerca di chiamarmi prima di morire, non ho niente di adatto ad un funerale.
Rory: cercherò di avvisarti mentre schivo le coltellate.

Un clacson.

Lorelai: bene, questo dev’essere il taxi.
Rory: si l’ho sentito.
Lorelai: devo andare…
Rory: già.
Lorelai: allora…
Rory: mamma non restare a fissarmi, non risolveremo la questione in un minuto e mezzo.
Lorelai: e in due?
Rory: nemmeno.
Lorelai: allora...vado…
Rory: si.
Lorelai: parleremo al mio ritorno.
Rory: se vuoi…
Lorelai: rory…
Rory: mamma, smettila ok? Tu vuoi soltanto sentirti dire che non vedrò più jess, ma non è così, quindi vai, trascorri un week end divertente e non preoccuparti.
Lorelai: ma…
Rory: buon viaggio.

Richiuse la porta in fretta,
rimanendo appoggiata con le spalle alla superficie ruvida.
Sentì la porta principale aprirsi e richiudersi subito dopo.
Il rumore della portiera,
del motore,
le ruote sul terreno.

Si sedette sul pavimento,
rimanendo appoggiata con la schiena alla soglia,
portò le ginocchia al petto,
vi poggiò la fronte.

Che ironia…

Avrebbe avuto la casa tutta per se,
due giorni senza nessuno intorno.

Ripensò ai tempi in cui sarebbe stata felice solo di poter fare il bucato,
mangiare cibo indiano,
e stare chiusa in casa indossando il pigiama…

adesso invece…

Avrebbe solo voluto sentirlo bussare alla porta di casa con una scusa,
come uno stupido scatolone pieno di cibo…

Sorrise.

Decise di uscire,
l’ aria di quella stanza non le faceva bene,
e quel letto, dove solo pochi giorni prima…

Basta pensare.

Afferrò la maniglia ed uscì.

Camminò per la città per un po’.

Gli occhi bassi,
i capelli sciolti sulle spalle,
le mani infilate nelle tasche dei jeans.

Si avvicinò al ponte,
un sorriso le si dipinse sul volto notando come,
seppure cercasse di evitarlo,
rimanesse in lei la speranza di incontrarlo,
vederlo, anche se di sfuggita…

Avanzò, sistemandosi nel mezzo.

Fissò l’acqua per qualche istante,
si accovacciò,
tenendo le ginocchia salde al petto,
toccando con un dito il legno della struttura.
Si sedette,
lasciando le gambe piegate vicino al corpo,
le circuì con le braccia e portò il mento alle ginocchia.

Chiuse gli occhi,
voleva dimenticare tutto,
concentrarsi unicamente sui rumori.

L’ acqua,
il vento leggero,
gli uccelli,
le foglie secche,
l’erba,
il brusio della città,
dei passi…

Si voltò di scatto.

Era proprio lì, di fronte a lei…
Le sarebbe bastato poco,
un gesto veloce,
e sarebbe riuscita a scappare di nuovo.
Invece…

Jess: credi possa sedermi, o devo preparare un altro piano di inseguimento?

Lo guardò senza dire nulla,
annuì,
e l’osservò sedersi.

Cercò di controllarsi,
respirò riordinando le idee…

Doveva smetterla di fuggire,
di comportarsi da stupida,
smetterla di fare qualunque cosa avesse fatto fino a quel momento.

Rimanere lì...
si,
doveva farlo!
Restare, e ascoltarlo,
o parlare,
scusarsi,
sistemare tutto.

Edited by Pheebe - 16/2/2005, 20:02
 
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Pheebe
view post Posted on 17/2/2005, 14:08




"ti adoro anche per questo"


Rory: …allora…
Jess: allora?
Rory: credo di…di dovermi scusare con te.
Jess: delle scuse?
Rory: …si
Jess: Wow, questo si che è un bel salto di qualità!
Rory: …
Jess: adesso dobbiamo solo cercare di comportarci da adulti, e tra qualche anno, forse, potremmo anche sperare di avere una relazione decente!
Rory: sei arrabbiato…
Jess: arrabbiato?
Rory: si…
Jess: ti assicuro che sono molte cose Rory, ma arrabbiato non è la parola più adatta a descrivere il mio stato d’animo!
Rory: …
Jess: sono confuso, perché non so esattamente come siamo arrivati a questo punto.
Rory:…
Jess: frustrato, perché mi hai evitato per ben 5 giorni.
Rory:…
Jess: e arrabbiato, si, perché nonostante non conosca il motivo della nostra lite, ero pronto a scusarmi, e tu invece mi hai escluso totalmente…
Rory: mi dispiace…
Jess: certo lo so.
Rory: davvero…io…
Jess: stai pensando di rimetterti con Dean?
Rory: cosa?

Si voltò sorpresa.

Jess: rispondi.
Rory: ma che razza di domanda è? Che c’entra Dean adesso?
Jess: vi ho visti.
Rory: visti? Visti dove?
Jess: eravate su una stupida panchina, e tu sorridevi, lui ti parlava, ti stava seduto accanto,
e tu gli sorridevi.
Rory: cosa?
Jess: io ero confuso, frustrato e arrabbiato, e tu sorridevi a Dean.
Rory: Jess…
Jess: allora rispondi, vuoi o no rimetterti con lui?
Rory: no, non voglio!
Jess: ah…
Rory: si, ah.
Jess: e allora…
Rory: mi ha solamente chiesto scusa, per come si era comportato, e poi…
Jess: poi…
Rory: poi abbiamo parlato, tutto qui.
Jess: di cosa?
Rory: che c’entra adesso?
Jess: c’entra e come!
Rory: no invece!

Si alzò in piedi.
Lui fece lo stesso.

Jess: non credere che ti lascerò andare via!
Rory: non voglio andare via, ma tu smettila di parlare di Dean, perché…io non voglio stare con lui e non ne voglio parlare.
Jess: va bene, allora parliamo di noi. Perché ti sei arrabbiata?
Rory: io…non mi sono arrabbiata.
Jess: allora mi hai ignorato solo per hobby?
Rory: no, io…
Jess: tu cosa? Cosa?
Rory: non urlare!
Jess: non sto urlando.
Rory: si invece.
Jess: forse perché ti ostini a non ascoltarmi!
Rory: ti ascolto!
Jess: ma non hai ancora risposto!
Rory: io mi vergognavo!
Jess: cosa?
Rory: …e mi vergogno anche ora a stare così davanti a te, a parlarti in questo modo e …
Jess: ma ti vergogni di cosa?
Rory: di me.
Jess: non capisco…
Rory: per aver reagito in quel modo, essermela presa con te, quando in realtà … la colpa era solo mia.
Jess: ma la colpa di cosa?
Rory: dell’ essere come sono.
Jess: rory ma di che stai parlando?
Rory: di me e di te, e della paura che ho di non piacerti abbastanza perché ho questo stupido aspetto di ragazza perfetta, sempre in ordine come una specie di maestra dell’ asilo!
Jess: stai scherzando vero?
Rory: no…sono una suora!

Si coprì gli occhi con le mani abbassando la testa.

Jess: cosa?

Non poté fare a meno di sorridere.
Tutta la situazione era troppo assurda,
irreale…

Rory: ecco, e ora ridi anche di me! Non sei carino!
Jess: e tu invece sei totalmente pazza!
Rory: ah grazie!
Jess: tu non sei una suora! Non hai né l’aspetto né gli atteggiamenti di una suora!
Rory: davvero?
Jess: certo! Non capisco come ti possa essere saltato in mente!
Rory: beh…
Jess: puoi essere al massimo una maestra d’ asilo, ma comunque una maestra adorabile.

Le si avvicinò.

Jess: e mi piaci così come sei. Non voglio che cambi, né che cerchi di somigliare a qualcun’altra.
Rory: ma…
Jess: niente ma!

Le prese il volto tra le mani fissandola…
Guardandola diritto negli occhi.

Jess: tu sei perfetta così…
Rory: davvero?
Jess: davvero…certo sei pazza, ma anche questo fa parte di te, quindi va bene.
Rory: sicuro?
Jess: certo che sono sicuro.
Rory: allora…devo crederti…
Jess: ovvio, non penserai mica che potrei stare con una suora?

La vide sorridere.

Rory: scusa…

Allungò le braccia e lo strinse forte.
Stupida…
Era stata davvero un’ ottusa.
Aveva complicato una cosa semplice,
rischiando di rovinare tutto,
solo per la paura di ascoltare qualcosa di tanto…meraviglioso.

Jess: pace fatta?
Rory: pace fatta.
Jess: e la smetterai di evitarmi?
Rory: si la smetterò.

Lo strinse più forte baciandogli il collo.

Rory: mi sei mancato tanto.
Jess: si ma è stata tutta colpa tua.
Rory: lo so, sono una stupida.
Jess: si, lo sei…

Si staccò leggermente,
sfiorandole il viso,
accarezzandole le guance,
felice di poter di nuovo fissare quegli occhi splendidi.
Si avvicinò piano,
sfiorandole il naso,
baciandole la fronte,
e stringendola ancora,
e ancora…

Jess: ma io ti adoro anche per questo.
 
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Pheebe
view post Posted on 17/2/2005, 19:04




avevo pensato di aggiungere il capitolo domani, ma a causa dell'uni e di altri impegni, non so se potrò aggiornare, quindi, eccolo qui. il seguito...il capitolo successivo, dove forse qualcosa cambierà, o forse no, dove torneranno indietro, o andranno avanti... chi lo sa? (certo io si bhuhahahaha) spero vi piacerà, e vi emozionerà tanto, quanto me, mentre lo scrivevo.
BUONA LETTURA.

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"Questione di controllo"



Quando rientrò in casa,
tutto le sembrò diverso,
le pareti,
il tavolo,
tutta la cucina e la caffettiera vuota…
tutto era meraviglioso,
perfetto,
e lei era felice perché…
non era sola…

Jess: e tua madre?
Rory: tornerà domenica sera.

Posò le chiavi sul tavolo mentre Jess richiuse la porta.

Rory: lei e Sukie sono state invitate a New York per una specie di stage o qualcosa del genere…

Entrò in camera togliendosi la maglietta.

Rory: non so bene di cosa si tratta.
Jess: capito…

Si avvicinò alla porta della camera.

Jess: …che stai facendo?
Rory: mi cambio.
Jess: oh, che spettacolino interessante.

Si voltò sorridendo.

Era appoggiato allo stipite della porta,
e la fissava con uno strano sguardo…
…sorrideva,
e la fissava.

Rory: credi di poter smettere?
Jess: di fare cosa?

Inclinò la testa.

Rory: ehi!

Si voltò.

Jess: ah, ma così non vedo!
Rory: lo scopo del girarmi, era appunto questo.
Jess: sei perfida!
Rory: senti chi parla.

Le si avvicinò cingendole i fianchi.

Jess: se ti riferisci a me, io sono un angelo.
Rory: Non vedo le ali.
Jess: le ho dimenticate a casa.
Rory: certo come no!
Jess: wow…anche da qui, la vista non è male.

Lo vide abbassare lo sguardo verso il reggiseno,
fissandola,
e continuando a sorridere ironicamente.

Rory: stupido!

Cercò di allontanarlo,
fingendosi arrabbiata,
imbarazzata…
quando in realtà era felice,
e non voleva che smettesse di lusingarla.

Si sentiva desiderata,
osservata con occhi diversi da quelli a cui era abituata,
era strano,
ma piacevole,
e lui lo sapeva.

La strinse saldamente,
anche quando cercò di divincolarsi,
le cinse i polsi,
accarezzò i palmi delle mani,
mentre sorridendo,
continuava a sfiorarle la fronte con le labbra.

Le toccò i capelli,
sfiorò il sopracciglio con un dito,
la guancia arrossata,
le labbra.

Lei sorrise, e chiuse gli occhi,
cercando di memorizzare i suoi movimenti,
le sensazione che provava al tocco delle sue dita,
alla morbidezza delle sue labbra…

Si baciarono dolcemente per qualche minuto,
abbracciandosi,
stringendosi forte l’uno all’altra.

Poi,
qualcosa in lui cambiò inspiegabilmente,
una leggera inquietudine,
un calore improvviso,
un desiderio travolgente,
incontrollabile.

Le prese il volto tra le mani,
baciandola ancora,
e ancora,
sempre più intensamente.

Non riusciva a staccarsi da lei,
forse a causa del tempo passato lontani,
alla voglia di stringerla ogni volta che la incrociava per strada e lo ignorava scappando via,
o forse semplicemente,
perché era lei…

Un bacio intenso,
deciso e passionale,
carico di emozioni nuove,
ancora troppo fragili forse, per essere espresse con futili parole,
tremolii imbarazzanti della voce,
ma forti,
tanto da essere tangibili,
quanto un bacio,
una carezza,
o anche il respiro dell’ altro…

La spinse leggermente verso la cassettiera abbracciandola,
stringendola tra le braccia,
accarezzandole la pelle liscia,
bianca e delicata.
Le sue labbra erano dolci,
morbide…
non poteva smettere di toccarla.

Cosa gli stava succedendo?

Sentiva il cuore accelerare,
lo stomaco contorcersi ad ogni tocco delle sue dita,
le mani tremare sfiorando la sua pelle,
morbida,
calda.

Stava perdendo il controllo,
e non poteva,
doveva tornare lucido,
sforzarsi,
e staccarsi da lei…
ma come?

I pensieri erano confusi,
la vista appannata,
e l’eccitazione,
il desiderio…
…forte,
troppo forte,
crescente,
ad ogni carezza,
ogni tocco seppur leggero e quasi impercettibile.

Sentì le sue mani scorrergli lungo la schiena,
leggere,
delicate,
irresistibili.

Desiderò di stringerla,
più forte,
trasmetterle il proprio calore,
i propri…

Telefono.

Si staccarono di scatto.
Entrambi spaventati,
colti di sorpresa da quel rumore fastidioso.

Rory: stupido telefono.
Jess: suppongo tu debba rispondere
Rory: potrebbe essere mia madre.
Jess: già

La fissò per qualche secondo.

Rory: potrebbe preoccuparsi.
Jess: e allora?

Le baciò il collo.
Non aveva voglia di staccarsi da lei.

Rory: potrebbe tornare prima…
Jess: come non detto.

Si spostò velocemente lasciandola passare.

La osservò uscire dalla stanza,
poi,
appoggiò le mani alla cassettiera chinando la testa,
scosse il capo bruscamente per recuperare la lucidità prima del suo ritorno.

Doveva calmarsi,
mantenere il controllo,
riuscire a gestire la situazione razionalmente,
facendo prevalere la logica della mente,
ai desideri del corpo.

Alzò la testa,
e fissò qualche istante l’immagine riflessa nello specchio.

Jess: non sarà per niente facile!
 
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Pheebe
view post Posted on 18/2/2005, 22:48




"Per la prima volta...felice."


La morbidezza delle lenzuola,
il calore del suo corpo…



Rory: Jess…posso farti una domanda?
Jess: l’hai appena fatto.
Rory: no…
Jess: beh, chiedermi se puoi farmi una domanda, non è una domanda?
Rory: ok, oltre questa.
Jess: va bene.




Le sue mani…



Rory: ricordi quando mi hai detto quella cosa prima?
Jess: prima quando?
Rory: quando hai detto che non ti interessava nessun’altra.
Jess: si certo.
Rory: ed era vero?
Jess: si che lo era.
Rory: quindi ti piaccio solo io?
Jess: che fai ricominci?
Rory: ti prego, rispondi e basta.
Jess: si è così. Mi piaci solo tu.




La dolcezza della sua pelle…



Rory: ma se è così, allora, perché hai detto che non ci pensi?
Jess: che non penso a cosa?
Rory: a “quello”.
Jess: quello?
Rory: si, “quello”.
Jess: ma quello cosa?
Rory: lo sai…
Jess: non credo…




Le sue braccia,
così forti…



Rory: lo hai detto quando abbiamo litigato.
Jess: quando “tu” hai litigato.
Rory: si, quando “io” ho litigato, e tu hai detto che non pensavi a quello.
Jess: ahh.
Rory: …
Jess: il sesso?




Gli occhi chiusi,
i capelli scomposti…



Jess: quindi è per questo che ti sei arrabbiata?
Rory: non mi sono arrabbiata…
Jess: ah no?
Rory: e va bene, forse un po’, ma…
Jess: ascolta Rory, quando ho detto che non penso al sesso, intendevo dire, che non sto con te per quello…




Le sue labbra,
il suo sorriso…



Jess: sai quanto tempo ho aspettato per diventare il tuo ragazzo?



Le sue mani,
ad accarezzarle le braccia,
le spalle…



Jess: non voglio rovinare tutto…
Rory: ma perché dovrebbe rovinarsi?
Jess: perché se corriamo, e tu non sei certa di essere pronta, rovineremo tutto.




Il suo respiro…



Jess: e io non voglio rovinare la tua prima volta…



…dolce…



Jess: …la nostra prima volta…



…rassicurante…



Jess: …quando sarai pronta, tutto accadrà naturalmente, senza bisogno di pianificare il quando, o il dove, tutto sarà semplice, e speciale, perché saprò che tu lo vuoi quanto me.
Rory: e se io lo volessi?
Jess: se tu lo volessi…lo volessi davvero…allora noi non faremo sesso…




Il suo abbraccio,
i suoi baci,
le sue carezze,
dolci,
delicate…



Jess: …faremo l’amore…



Il suo tocco su tutto il corpo.









Aprì gli occhi lentamente.
Un leggero bagliore illuminava la stanza,
riscaldava le lenzuola scomposte.

Sollevò appena la testa,
strofinando il dorso della mano sugli occhi ancora assonnati.
Sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio,
e voltandosi,
non poté non sorridere.

Un sogno forse,
ma meraviglioso,
magico,
tanto speciale,
da desiderare di continuare a dormire,
fantasticare per sempre…

Si sistemò sul suo petto,
accarezzando la pelle morbida,
le braccia che l’avevano stretta quella notte,
che le avevano trasmesso serenità,
dolcezza,
passione e desiderio.

Gli sfiorò il volto,
così rilassato,
e luminoso.

Osservò le sue labbra,
appena dischiuse,
e gli occhi,
che piano si schiusero,
e la guardarono…

Jess: ciao.
Rory: ciao.
Jess: sei lì a fissarmi da molto?
Rory: non abbastanza…

Chinò il volto,
gli baciò il petto.

Jess: che ore sono?

Si guardò intorno cercando l’orologio sul comodino.

Rory: non lo so, ma per me è ora di una bella colazione.
Jess: che romantica.
Rory: sto morendo di fame.
Jess: si anch’ io.

Sentì il peso del suo corpo sempre più leggero.

Jess: dove vai?
Rory: a prendere qualcosa in cucina. A meno che tu non voglia mangiare me?!
Jess: non è una cattiva idea.
Rory: ah ah, magari dopo.

La osservò attentamente scendere dal letto.

Il suo corpo era perfetto,
la pelle bianca,
le braccia esili,
e la schiena…
…adorava guardarla.

Jess: cosa cerchi?
Rory: qualcosa da mettermi.
Jess: non puoi restare così?
Rory: magari a letto, ma per la cucina…
Jess: se devi vestirti, almeno metti qualcosa di mio, così avrò addosso il tuo odore per tutto il giorno.
Rory: come desidera signore…

Prese la camicia sulla poltrona e la infilò velocemente,
chiudendo pochi bottoni.

Rory: ti piaccio?

Si avvicinò al letto in modo che potesse vederla.

Jess: stupenda.

Le prese un polso tirandola a se.

Rory: che fai?
Jess: non uscirai di qui se prima non mi dai un bacio.
Rory: e se io non volessi?
Jess: ti farei cambiare idea.
Rory: ah si?
Jess: si.

Dolci.
Le sue labbra erano così dolci.

Rory: posso andare ora?
Jess: 5 minuti, poi vengo a prenderti.

Sorrise mentre si rialzava velocemente correndo in cucina.

Si rigirò tra le lenzuola,
portando le mani tra i capelli,
chiudendo gli occhi,
sorridendo…

Era felice.

Per la prima volta capì, che non avrebbe potuto desiderare altro,
lei era l’unica che voleva,
che aveva sempre voluto,
e che avrebbe continuato a desiderare per sempre.

Edited by Pheebe - 18/2/2005, 22:53
 
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Pheebe
view post Posted on 20/2/2005, 18:53




"nessuno può capire"



Sentì dei rumori provenire dalla cucina,
senza riuscire però,
a distinguere bene un suono dall’ altro,
una voce dall’ altra.

Non sapeva cosa stava accadendo,
ma una leggera inquietudine lo spinse ad alzarsi,
infilare velocemente i jeans,
uscire.

Rory: lasciami…lasciami…

Aprì la porta della camera in fretta,
entrando in cucina,
osservando la scena,
sentendo la rabbia crescere…

Rory: DEAN!

Le teneva strette le braccia,
e la spingeva,
come per farle confessare qualcosa.

Jess: lasciala!

Si voltarono entrambi.

Rory: Jess…
Dean: tu…

Jess: lasciala subito.

Rory: Dean, mi fai male…
Dean: quindi eri con lui?

Ancora una spintone.

Basta!

Si avvicinò colpendolo,
liberandola dalla sua presa.

Jess: non mi piace ripetermi!

Poteva insultarlo,
colpirlo,
ma lei…
…non doveva toccarla.

Jess: adesso vattene!
Dean: me ne andrò quando avrò finito di parlare con Rory!
Jess: hai finito di parlarle non appena l’hai toccata!
Dean: non sono affari tuoi, levati di mezzo!

Cercò di riavvicinarsi,
ma una seconda spinta,
lo rimandò indietro.

Jess: vattene!
Dean: è solo questo che sai fare Jess?
Jess: veramente no, ma tu sembri capire unicamente questo linguaggio.

Dean: quindi è così…stai con lui?

Jess: certo non sta con te.
Dean: sta zitto!

Rory: Dean smettila.

Dean: smetterla? …Lo difendi anche dopo quello che ha fatto!
Rory: non ha fatto niente che io non volessi!
Dean: non posso crederci…

Jess: a cosa? Al fatto che riesci a renderti sempre più ridicolo?

Dean: ti ho detto di chiudere il becco!
Rory: DEAN!
Dean: e io che ero venuto qui perché pensavo che…
Rory: cosa?
Dean: che noi…

Jess: oh mio dio!

Un sorriso.

Jess: credevi volesse rimettersi con te?
Dean: tu hai detto…
Rory: io non ho detto nulla Dean! Non ti ho mai detto nulla del genere!
Dean: E tua madre…
Rory: mia madre?
Dean: non significava niente…
Rory: Dean noi non stiamo più insieme!
Dean: certo, perché ormai preferisci stare con lui…lui che…evidentemente voleva una sola cosa da te, e l’ ha ottenuta!

Jess: che noia, cambia disco ti prego, questa è una cosa già sentita!
Dean: ma che razza di persona sei?
Jess: una che non ti somiglia per fortuna.
Dean: io la rispettavo…
Jess: nessuno te lo ha chiesto, ma grazie dell’ informazione.

Dean: rory…ma guardati…
Jess: stai attento a cosa dici.

Dean: a lui non importa di te.
Rory: tu non lo conosci.
Dean: e tu invece si?
Rory: io so cosa vuole, e so cosa voglio!
Dean: e cosa vuoi? Essere usata così?
Rory: tu non puoi capire.
Dean: io capisco solo che ti stai comportando come una stupida.
Jess: e tu invece?

Dean: solo perché hai fatto sesso…
Rory: adesso basta!

Zittì.

Rory: vattene dean.
Dean: credi che lui ti ami Rory?
Rory: vattene!
Dean: che ti rispetti?

Jess : hai sentito cos’ha detto ?

Dean: si certo...me ne vado…

Fece qualche passo indietro.

Dean: ma te ne pentirai rory…e allora sarà troppo tardi…

Gli richiuse la porta in faccia seccato.

Tutti credevano di sapere,
come sempre…
di conoscere,
capire.

Strinse la maniglia tra le mani,
sfogando su di essa la frustrazione,
la rabbia,
poi…
…un tocco leggero,
sulla spalla,
dita sottili ad accarezzargli la schiena.

Si voltò,
e guardandola,
tutto sembrò sparire.

La tirò a se,
stringendola.

L’ abbracciò forte,
rassicurandola,
facendole credere che nessuno avrebbe mai potuto ferirla,
come quella notte appena trascorsa…

La notte,
di cui solo loro conoscevano ogni particolare,
ogni secondo passato a toccarsi,
amarsi,
senza bisogno di parole,
spiegazioni,
ovvietà.

 
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Pheebe
view post Posted on 22/2/2005, 16:14




"L' unica..."



Camminò furiosamente per tutta la città.

Cercò di calmarsi,
riprendere il controllo di se,
ma pur sforzandosi,
non riusciva a ritrovare la lucidità…



Rory: devi dirmelo.
Lorelai: smettila.
Rory: dimmi cosa gli hai detto!
Lorelai: non gli ho detto nulla, calmati!
Rory: Io non mi calmo finché non mi spieghi cosa sei andata a dirgli!
Lorelai: non sono andata a dirgli nulla, è venuto lui da me…
Rory: e questo cambia la situazione?
Lorelai: basta rory, cerca di controllarti!



Voleva solo urlare.



Rory: avanti dimmelo!
Lorelai: niente, non gli ho detto nulla di strano.
Rory: ma qualcosa gli avrai detto.
Lorelai: ho solo cercato di confortarlo, tutto qui.
Rory: confortarlo?
Lorelai: si.
Rory: e come? Dandogli false speranze?
Lorelai: non gli ho dato speranze.
Rory: ah no?



Arrivò nel parco,
si appoggiò ad un albero.



Lorelai: Lui è venuto da me, abbiamo parlato, e mi ha chiesto se stavi con Jess.
Rory: e tu cosa gli hai risposto? Che ero pentita di averlo lasciato?
Lorelai: io gli ho detto solo quello che sapevo, e cioè ben poco…
Rory: e allora potevi startene zitta!
Lorelai: Rory.



Accostò le spalle al tronco,
ancora affannata dalla lite.



Rory: avanti parla! Cosa gli hai detto?
Lorelai: che voi stavate insieme.
Rory: ma…?
Lorelai: … ma che le cose non mi sembrava andassero poi così bene.
Rory: ma come ti è venuto in mente?
Lorelai: ma insomma la smetti di urlare?
Rory: sai cosa poteva succedere qui ieri?
Lorelai: ma non è successo niente.
Rory: Jess stava per esplodere
Lorelai: Jess non doveva essere qui!
Rory: no! Dean non doveva esserci!
Lorelai: dean voleva solo parlare.
Rory: parlare?



Chiuse gli occhi esasperata da quei pensieri.


Rory: ha fatto molto di più ti assicuro!
Lorelai: e cioè?
Rory: lasciamo perdere.
Lorelai: rory…
Rory: voleva rimettersi con me! Ed è una cosa assurda!!
Lorelai: ma perché?
Rory: perché io non lo amo!
Lorelai: e ami Jess invece?
Rory: questo non ti riguarda.
Lorelai: si che mi riguarda!
Rory: Jess mi capisce, mi da quello di cui ho bisogno.
Lorelai: si certo, droga, sesso e rock and roll!

Rory: basta, smettila!
Lorelai: e allora cosa?
Rory: tu non lo conosci…
Lorelai: illuminami.
Rory: inutile parlarne, non capiresti.
Lorelai: lascia giudicare me.
Rory: no! Non sei tu a dover giudicare, basta!



Via,
dovevano sparire.


Lorelai: dove stai andando?
Rory: via di qui.
Lorelai: rory non abbiamo finito!
Rory: e cos’hai ancora da dirmi?
Lorelai: non mi hai detto perché jess era qui.
Rory: lo sapevo!
Lorelai: rispondi allora.
Rory: cosa vuoi che ti dica?
Lorelai: la verità
Rory: la verità è che non era venuto a trovarmi quella mattina.
Lorelai: …
Rory: ma la sera prima…e non se n’è andato.
Lorelai: cosa?
Rory: hai capito.
Lorelai: che cos’hai fatto?
Rory: perché dirtelo, tanto credi già di saperlo no?
Lorelai: oh mio dio rory…
Rory: oh mio dio! È l’ unica cosa che hai da dire?
Lorelai: ma perché?
Rory: perché?
Lorelai: Perché con Jess?
Rory: non riesco a crederci! Non ti importa altro?
Lorelai: cosa dovrebbe importarmi?
Rory: forse del fatto che sono stata felice?!
Lorelai: rory…
Rory: è stata la notte più bella della mia vita, e tu non riesci a capirlo! Tu, che sei mia madre!
Lorelai: …
Rory: inutile, non capirai mai.
Lorelai: rory.
Rory: me ne vado.



Scivolò sul prato tenendo le mani tra i capelli.

Perché doveva essere tutto così complicato?
Perché tutti dovevano darle contro,
quando aveva fatto solo quello che sentiva?

Una voce.

Dean: Rory…
Rory: oh dio…

Non appena alzò lo sguardo,
ebbe l’impulso di gridare,
urlare,
strillare più forte che poteva.

Ma era stanca di discutere.

Si alzò e iniziò a camminare.

Dean: rory femati.
Rory: vattene Dean!
Dean: ma perchè scappi?
Rory: forse perchè non voglio vederti!
Dean: ti prego parliamo.
Rory: NO!

Cercò di sfuggirgli,
attraversò il parco velocemente,
ma lui era svelto,
troppo.

La raggiunse.

Quella stretta,
non la sopportava,
quel suo toccarla senza rispetto di quello che provava.

Si divincolò,
ma lui era troppo forte.

Rory: lasciami.
Dean: no, devi ascoltarmi.
Rory: mi fai male lasciami.

Un bruciore,
sempre più violento.

Rory: Dean!
Dean: devi dirmelo rory.
Rory: ma cosa?
Dean: dimmelo.
Rory: lasciami.
Dean: l’ hai fatto? Rispondi!
Rory: perché risponderti? Tanto pensi già di sapere com’è andata!
Dean: dimmi che non è vero, fammi cambiare idea.
Rory: io non devo fare niente.
Dean: si invece, dimmelo.

La strinse ancora di più.

Rory: Dean…
Dean: dimmelo, dimmi che non lo hai fatto!
Rory: anche se non l’avessi fatto, lo avrei comunque desiderato hai capito?
Dean: …
Rory: e adesso lasciami!
Dean: stupida.

La spinse a terra.

Rory: sei impazzito?
Dean: sei solo una stupida.

Si guardò i polsi arrossati.

Dean: lui ti ha usata, e tu adesso…
Rory: io cosa?
Dean: diventerai lo zimbello della città, è questo che vuoi?
Rory: …
Dean: lui non è adatto a te, non ti merita!
Rory: invece tu si? Tu…che mi prendi con la forza anche solo per parlare.

Si rialzò indolenzita dalla caduta.

Rory: Jess non ha mai fatto niente che non volessi…
Dean: …
Rory: lui mi merita più di te!
Dean: rory…

Si voltò senza risponderlo,
correndo via prima che potesse dire qualunque cosa,
prima che potesse fare altro.

Corse via,
verso quella che sapeva, sarebbe stata l’unica persona che l’ avrebbe capita,
che non l’avrebbe mai giudicata.

Verso l’unica persona di cui poteva fidarsi in quel momento,
l’unica che l’avrebbe abbracciata,
rassicurata,
amata…
 
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Pheebe
view post Posted on 23/2/2005, 14:10




"sono così stanca..."



Abbracciarlo…
sentire le sue mani sulla pelle,
tra i capelli…
le sue labbra,
le dita intrecciate alle sue…

Avrebbe voluto solo questo.

Ma come poteva?

Osservò le braccia gonfie,
arrossate,
se le avesse viste,
non sarebbe riuscita a fermarlo,
sapeva che avrebbe fatto qualcosa,
e lei invece, era solo così stanca…

Voleva risposare.

Chiudere gli occhi,
senza il timore di venire svegliata all’improvviso solo per poi dover litigare.

Un posto dove avrebbe potuto calmarsi,
in silenzio,
sola,
dove poter respirare,
riordinare le idee,
tranquillizzarsi.

Dove poteva andare?

Girovagò per le strade,
senza un metà precisa.

“un posto isolato”

Sembrava davvero una cosa assurda da pensare in quella città,
sorrise continuando a camminare,
camminare,
camminare…

Poi, d’un tratto,
un immagine.

Pochi gradini,
e una porta,
sempre aperta,
un posto isolato,
silenzioso…





Girò la maniglia lentamente,
entrando in punta di piedi.

Si guardò intorno sospettosa,
richiuse la porta,
e sorrise sollevata del non aver trovato nessuno lì a farle domande.

Spostò qualche scatolone,
cercando di non cadere questa volta…
si fermò in mezzo alla stanza,
e guardandosi intorno,
una strana luce le illuminò il volto.

“inevitabile”

Era iniziato lì.





Prese un telo,
e lo sistemò sul pavimento,
era così stanca…
si rannicchiò in un angolo,
e prima che potesse accorgersene,
si ritrovò addormentata.

Serena.

Un brivido le attraversò il corpo.

Una tranquillità che non assaporava da giorni,
una sensazione che la riportava in quella camera,
tra quelle lenzuola,
stretta dalle sue braccia,
baciata dalle sue labbra.

…: rory…rory…

Il suo nome.

Aprì gli occhi stordita,
sollevandosi lentamente sulle braccia.
Si voltò ancora assonnata verso di lui,
e vedendo il suo viso,
sorrise…

Rory: ciao.
Jess: ciao.

Sorrise sedendole accanto.

Rory: che ore sono?
Jess: le nove passate.
Rory: oh dio…

Si strofinò gli occhi col dorso delle mani.

Jess: mi dici cosa ci fai qui?
Rory: dovevo stare tranquilla per un po’.
Jess: a causa di tua madre?
Rory: già…
Jess: è venuta a cercarti prima
Rory: e cosa le hai detto?
Jess: quello che sapevo, e cioè niente.
Rory: mi dispiace.
Jess: mi sono preoccupato, ti ho cercato ovunque.
Rory: per fortuna mi hai trovata.

Gli si avvicinò poggiando la testa sul suo petto.

Jess: mi dici cosa è successo?
Rory: niente che tu non possa immaginare.
Jess: ho capito…
Rory: l’unica cosa che le interessava era sapere cos’ avevamo fatto.
Jess: beh è tua madre…
Rory: è assurdo!
Jess: e glie lo hai detto?
Rory: perché parlare, tanto tutti pensano di sapere, capire! Credono di poter giudicare!
Jess: già…
Rory: io le ho detto che sono stata felice, ma lei non mi ascoltava!

Sentì una leggera pressione sulla testa…
Un bacio.

Rory: vorrei solo che la smettesse di intromettersi!
Jess: parliamo di tua madre…
Rory: si certo, dimenticavo…
Jess: e cosa vuoi fare adesso?
Rory: non voglio tornare a casa.
Jess: non puoi restare qui.
Rory: perché no?
Jess: perché questo posto è orrendo!
Rory: casa mia lo è anche di più.
Jess: senti, perché non le dici la verità e basta?

Si sollevò leggermente.

Rory: perché anche se le dicessi che in realtà, noi…non…
Jess: lo abbiamo fatto…
Rory: non cambierebbe nulla.
Jess: e invece si.
Rory: no…non cambierebbe nulla, perché io continuerò a stare con te, e…
Jess: …
Rory: e continuerò a desiderare di fare l’amore con te…prima o poi.

Appoggiò le spalle al muro,
tirandola a se,
stringendola.

Jess: vieni qui…
Rory: sono così stanca…

Chiuse gli occhi,
posando una mano sul suo petto…

Sentì il calore delle sue braccia,
circuirle le spalle,
le mani, accarezzarle i capelli,
scendere sulle guance,
il collo…

Era tutto quello che desiderava,
l’unica cosa di cui aveva bisogno.
 
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Pheebe
view post Posted on 23/2/2005, 22:09




"non si avvicinerà"



Jess: mi dispiace…

Le baciò la testa,
accarezzandole i capelli,
scendendo poi sul viso,
le guance,
le labbra…

Intrecciò le dita a quelle di lei,
e osservandole la mano,
una strana ombra attirò la sua attenzione…

Jess: cos’è quella?
Rory: quella cosa?
Jess: quella…

Le prese il braccio sollevando la manica.

Jess: oh dio che hai fatto?
Rory: oh…questo…no niente…

Cercò di ritrarsi,
ma lui la tenne ferma.

Jess: come niente? Guarda che lividi!
Rory: non è niente davvero…

Osservò la sua espressione,
imbarazzata,
impaurita forse…

Jess: rory come te li sei fatti?
Rory: non è importante…
Jess: dev’ esserlo invece, se cerchi di evitare l’ argomento.

Allontanò il braccio abbassando la manica.

Rory: no, non lo è…
Jess: rory…
Rory: cosa?
Jess: fammi vedere le braccia.
Rory: cosa?

Sorrise fingendosi rilassata.

Jess: le braccia.
Rory: stai scherzando?
Jess: fammele vedere.
Rory: jess…
Jess: …per favore…

Inutile,
non poteva tirarsi indietro.
Allungò le braccia di fronte a se,
distogliendo lo sguardo,
mordendosi le labbra.

Lui la osservò silenzioso,
poi sollevò entrambe le maniche.

Jess: oh dio…

Si gratto la fronte cercando di restare calmo.

Jess: dimmi come te li sei fatti.
Rory: jess…
Jess: anzi no, dimmi chi è stato?
Rory: nessuno
Jess: su questo non ho dubbi!

Si sollevò da terra.

Jess: chi alza le mani su una donna non può che essere una nullità!

Lo vide allontanarsi.

Rory: dove stai andando?

Non gli rispose.

Rory: jess, fermati.
Jess: dimmi chi è stato!
Rory: Jess...
Jess: va bene, se non me lo dici, andrò in giro per la città a prendere a calci chiunque incontri!
Rory: Jess ti prego...
Jess: li avrai sulla coscenza.
Rory: ti calmi un secondo?
Jess: NO!
Rory: Jess...
Jess: quando? dimmi almeno quando!
Rory: oggi.
Jess: oggi? E' stata tua madre per caso?
Rory: NO!
Jess: e allora chi?
Rory: beh...
Jess: oh dio...
Rory: ....
Jess: lui?
Rory: ...
Jess: è stato Dean ?
Rory: …
Jess: rispondi rory…è stato lui?
Rory: jess…
Jess: va bene, non rispondere, tanto lo so che è stato lui!
Rory: per favore, aspetta…
Jess: no, non esiste che la passi liscia!
Rory: è stato un incidente.
Jess: un incidente?
Rory: si
Jess: che significa?
Rory: che è stato un incidente.
Jess: Quindi lui ti stava lontano 10 metri e le sue braccia hanno iniziato ad allungarsi da sole e ti hanno urtata?
Rory: no.
Jess: beh allora non è stato un incidente!

Ricominciò a camminare,
ma lei gli si parò davanti fermandolo.

Jess: togliti rory.
Rory: ti prego, non…
Jess: dammi solo 10 minuti!
Rory: jess…
Jess: no davvero! 10 minuti, e ti assicuro che nemmeno sua madre lo riconoscerà!
Rory: Jess non voglio che tu faccia a botte con Dean.
Jess: rory ma guarda…

Le prese le braccia.

Jess: …guarda che ha fatto?!
Rory: io non credo volesse…noi, discutevamo, e…
Jess: io lo ammazzo, lo giuro!
Rory: jess…ti prego…
Jess: NO, lo trovo e lo ammazzo!
Rory: Jess calmati ti prego...
Jess: dov'è? lavora a quest'ora?
Rory: non...
Jess: bene, lo cercherò, e ovunque si trovi, ti giuro che lo ammazzo!
Rory: si, così finirai in prigione e mi lascerai da sola!
Jess: mi appellerò all' insanità mentale!
Rory: e pensi sarebbe credibile?
Jess: certo!
Rory: jess...
Jess: va bene, va bene, ma lascia almeno che gli rompa qualcosa!
Rory: e cosa?
Jess: non so, una gamba, un braccio, l’osso del collo!
Rory: jess…
Jess: il naso, almeno quello!

Lo abbracciò senza rispondere.

Lo strinse forte,
senza più parlare,
appoggiò la fronte al suo collo,
chiudendo gli occhi,
avvicinandolo sempre di più.

Sentì il suo respiro farsi più regolare,
i battiti del cuore rallentare,
le braccia sollevarsi, e stringerla,
le mani accarezzarle i capelli,
le labbra baciarle il sopracciglio,
la guancia,
le labbra…

Jess: non lo ammazzo solo perché me lo stai chiedendo tu…
Rory: …grazie.
Jess: ma se ti si avvicina di nuovo…
Rory: non si avvicinerà.

 
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Pheebe
view post Posted on 24/2/2005, 14:07




"Il massimo del romanticismo..."




Rory: ma quanta roba hai preso?

L’osservò avvicinarsi e gettare delle cose sul pavimento.

Jess: se vuoi restare qui, queste sono le condizioni.
Rory: ma…ci saranno almeno 10 coperte qui in mezzo!
Jess: già.

Ne prese una in mano.

Rory: e cosa devo farci? Un tenda?
Jess: se sapessi come montarne una…
Rory: e questo?

Il telefono…

Jess: è un telefono.
Rory: lo vedo, ma cosa devo farci? Ordinare la cena?
Jess: per quello ci sono io.

Iniziò a stendere le coperte,
una sopra l’altra.

Jess: quello serve per chiamare tua madre.
Rory: non ci penso proprio!

Posò l’ apparecchio su uno scatolone.

Jess: non devi pensarlo, devi farlo e basta.
Rory: e chi può costringermi?
Jess: ehm, non so, lascia che ci pensi un attimo…io!
Rory: e perché dovresti farlo?
Jess: perché ci tengo alla mia vita!
Rory: e questo cosa centra?
Jess: è tua madre.
Rory: questo lo so.
Jess: …se non la chiami, e non torni a casa stanotte, domani verrà qui, e mi ucciderà!
Rory: ma ti io ti difenderò.
Jess: anche da luke?
Rory: luke?
Jess: se tua madre fallisce, ci penserà lui a finirmi!
Rory: Jess…
Jess: dico sul serio…e lui è troppo forte per te!

Prese la cornetta dallo scatolone.
Glie la porse.

Jess: chiamala.
Rory: non saprei cosa dirle.
Jess: dille che stai bene, e di non preoccuparsi.
Rory: non funzionerà…
Jess: allora dille che ti trovi in un convento svizzero, circondata da suore, e che mi hai dimenticato!
Rory: questo la calmerebbe di sicuro!

Prese la cornetta,
e compose il numero velocemente,
prima di poter cambiare idea.

Lorelai: pronto?
Rory: mamma…
Lorelai: oh dio, Rory, stai bene?
Rory: si, sto bene.
Lorelai: dove sei?
Rory: …in un convento in svizzera!
Lorelai: cosa?
Rory: ho sentito la vocazione…
Lorelai: la vocazione? Ma di cosa parli?
Rory: di niente, lascia stare.
Lorelai: dove sei?
Rory: questo non ha importanza.
Lorelai: si invece, torna subito a casa!
Rory: non stasera…
Lorelai: ma che dici?
Rory: stasera non torno a casa.
Lorelai: e dove dormirai?
Rory: non preoccuparti di questo…
Lorelai: sei con Jess?
Rory: non importa con chi sono.
Lorelai: si invece, per favore…
Rory: adesso devo attaccare.
Lorelai: Rory…
Rory: ci vediamo domattina.
Lorelai: No, aspetta!
Rory: io sto bene ok? Stai calma.
Lorelai: ma come faccio?
Rory: bevi del caffè, guarda la televisione…
Lorelai: ma….
Rory: domani parleremo, e risolveremo tutto…
Lorelai: ok.
Rory: adesso vai a letto e non discutere!
Lorelai: va bene….
Rory: a domani…
Lorelai: si…

Riagganciò,
posando poi il telefono su di una cassa.
Guardò Jess.

Jess: allora?
Rory: voleva sapere se ero con te.
Jess: e se per caso ti ho rapita?

Sorrise.

Jess: ti ha detto se ha trovato la lettera in cui richiedo il riscatto?
Rory: veramente no.
Jess: forse non l’ ha ancora ricevuta.
Rory: kirk avrà smarrito la posta…
Jess: probabile…

Gli si avvicinò.

Rory: oh dio…
Jess: cosa?
Rory: cos’è questo?

Sorrise fissando la distesa di coperta sul pavimento.

Jess: il nostro letto.
Rory: nostro?
Jess: non crederai mica che ti lascerò dormire da sola qui sotto?
Rory: perché no?
Jess: perché ho deciso così.
Rory: ah si?
Jess: si, e non puoi rifiutarti.

Un bacio sulla fronte.

Rory: certo, certo, perché scommetto faccia parte delle condizioni…
Jess: si esatto.

Sorrisero,
poi lui le prese la mano, e la fece sedere.

Jess: adesso siediti qui.
Rory: perché?
Jess: togliti la maglietta, forza…
Rory: cosa?

Sorrise.

Jess: ti ho portato qualcosa di più comodo.

Una t-shirt.

Rory: no…
Jess: si.
Rory: grazie.

Sorrise sfilandosi la maglietta,
e infilandosi poi,
quella che lui gli aveva portato.

Jess: è un pò grande, ma per dormire…
Rory: è perfetta.

Si sistemo al centro del “letto”,
incrociando le gambe.

Rory: che fai?
Jess: alza le maniche.
Rory: ancora?
Jess: fai come dico!
Rory: hai fissato le mie braccia per 30 minuti prima…

Sollevò le maniche.

Rory: …non ti è bastato?
Jess: no.

Vide una scatola.

Rory: cos’è quella?
Jess: farà sparire questi lividi.
Rory: davvero?
Jess: si.
Rory: e tu come lo sai?
Jess: lo so e basta! Adesso dammi le braccia.
Rory: agli ordini signore!

Allungo le braccia di fronte a lui.

Jess: ecco.

Iniziò a stendere la crema sulle sue braccia.
Sorrise per il solletico.

Rory: ci vuole ancora molto?
Jess: ho quasi fatto, ma tu stai ferma!

Rise ancora.

Jess: la smetti di ridere?
Rory: sei buffo lo sai?
Jess: ah si?
Rory: si.
Jess: beh grazie, sei davvero gentile.
Rory: no…è solo che…
Jess: cosa?
Rory: se ti vedesse mia madre adesso…sono sicura che cambierebbe idea su di te.
Jess: si certo…
Rory: davvero.
Jess: beh sarebbe lo stesso per me.
Rory: perché dici così?
Jess: perché non m’importa di quello che pensano gli altri…
Rory: no?
Jess: non mi è mai importato molto…dovresti saperlo…

Posò la crema.

Rory: nemmeno di me?
Jess: lo sai che con te è diverso…
Rory: si lo so…
Jess: con te è sempre stato diverso…

Si appoggiò alla parete.

Rory: si…ma…perché?
Jess: perché cosa?
Rory: ti sei sempre comportato diversamente con me, fin dal primo giorno…
Jess: e allora?
Rory: beh all’inizio non mi conoscevi…per quanto ne sapevi, potevo essere antipatica, stupida e poco interessante…
Jess: oh andiamo.
Rory: no, davvero!
Jess: ho saputo subito che non eri una stupida…e poi chiunque legga Ginsberg, non può essere poco interessante!
Rory: quindi mi hai giudicata in base ai miei libri.
Jess: ma perché ti importa adesso?
Rory: e tu perché non mi rispondi?
Jess: ti ho risposto.
Rory: no.
Jess: si.
Rory: ti dico di no!

Appoggiò le mani alle sue spalle,
e sorridendo,
si sedette su di lui,
stringendo le gambe vicino al suo bacino.

Jess: che fai?
Rory: ti costringo a parlare.
Jess: ah si?
Rory: si.
Jess: e come scusa?
Rory: non puoi più alzarti.
Jess: e cosa farai? Mi torturerai?
Rory: può darsi…
Jess: ma nella posizione in cui sei…

Le mise una mano dietro la schiena,
e con un leggero movimento…

Jess: …posso avere la meglio facilmente…

…si ritrovò su di lei.

Sorrisero.

Jess: adesso sono io che posso torturarti…
Rory: eh lo faresti davvero?
Jess: tu lo avresti fatto…
Rory: ma la mia sarebbe stata una piacevole tortura…
Jess: ah si?

Le sfiorò il naso.

Rory: dai…rispondimi…
Jess: e va bene, cosa vuoi sapere….
Rory: lo sai…

Sorrise guardandola.

Jess: io…non lo so cosa mi ha attratto in te…non ti conoscevo, è vero…ma non appena ti ho vista, io ho capito subito che eri speciale…
Rory: davvero?
Jess: certo…

Sorrise.

Jess: mi piace vederti sorridere.

Le scostò una ciocca di capelli dal viso.

Rory: jess…
Jess: mmm?

Rory: ricordi, l’ altra notte?
Jess: si…
Rory: quando noi…si…noi…
Jess: ho capito.
Rory: allora…io ti ho detto che forse, non ero sicura al 100%
Jess: si…
Rory: e tu ti sei fermato subito, non…non mi hai chiesto nulla, e mi hai capito.
Jess: e allora?

Le baciò il collo.

Rory: beh…adesso lo sono.

Alzò la testa di scatto.

La guardò negli occhi stupito,
spiazzato da quella improvvisa dichiarazione.

Jess: cosa?

Si sollevò leggermente,
appoggiandosi sulle ginocchia.

Rory: hai capito…
Jess: no…non credo.

Si sedette.

Rory: voglio fare l’ amore con te…
Jess: …
Rory: …adesso…
Jess: oh dio.

Abbassò lo sguardo.

Rory: cosa?
Jess: non possiamo…
Rory: perché no?
Jess: per molte ragioni…
Rory: quali?
Jess: beh…
Rory: non mi vuoi più?
Jess: ma…no, no…certo che ti voglio.

Le accarezzò la guancia.

Rory: e allora cosa?
Jess: ma qui…
Rory: qui…?
Jess: questo posto…perché qui?

Sorrise avvicinandosi.
Lo spinse vicino la parete,
e si sedette su di lui.

Rory: il posto non è importante…
Jess: ma…
Rory: lo hai detto tu ricordi?
Jess: si ma…
Rory: quando sarai pronta…tutto accadrà naturalmente, senza dover pianificare quando, o dove…
Jess: si lo so che l’ho detto…
Rory: e allora?
Jess: io volevo che la tua prima volta fosse … e questo posto…non è proprio il massimo del romanticismo…

Sorrise prendendogli il volto tra le mani,
accarezzandogli i capelli,
sfiorandogli la fonte con le labbra,
la punta del naso,
le guance,
il mento…

Rory: basta.
Jess: …
Rory: per me, stare qui “con te”…è il massimo del romanticismo…
 
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Pheebe
view post Posted on 1/3/2005, 19:57




Mi spiace per aver tardato tanto nell' aggiornamento, ma spero cmq che il capitolo vi piaccia.
l'ho scritto e riscritto decine di volte, senza mai riuscire a trovare la soluzione giusta di parole.
emozioni passate, presenti
....spero di aver messo insieme le cose più importanti, e soprattutto di riuscire a trasmettervi quello che volevo sentiste....

------

"L'unica cosa..."




La sua schiena.

Allungò la mano su di lei,
sfiorandola dolcemente.

Liscia,
morbida.

Adorava toccarla,
sentire il suo profumo,
la delicatezza della pelle sotto le dita,
le labbra…

Non voleva si svegliasse.

Desiderava solo rimanere lì,
steso accanto a lei,
a fissarla,
sfiorarla,
toccarle la pelle,
accarezzarle i capelli,
la nuca con le labbra,
sentendo il respiro cambiare al suo tocco delicato.

Poi,
un leggero movimento,
la mano a cercare il suo petto,
un abbraccio forte che la rassicurasse,
che le confermasse,
anche in sogno,
che lui era reale…
…che tutto quello che era stato…
era reale.

Si stese sulla schiena,
allungando il braccio,
permettendole di avvicinare il volto al suo petto,
le mani alla vita,
il corpo a quello di lui.

La strinse,
baciandole la fronte,
scostandole i capelli dal volto,
guardandola come mai aveva fatto prima.

Una nuova luce negli occhi,
una nuova sensazione ogni volta che lo sguardo si posava su di lei.



Un bacio,
poi un altro.

Un abbraccio,
una carezza…

Uno sguardo,
una parola…


Jess: Rory...




Sospirò chiudendo gli occhi,
stringendola più forte,
risentendo il calore della sua pelle sotto le dita.



Rory: basta…

Le dita sulle labbra.

“ adesso, voglio solo baciarti…”

Il naso contro il suo,
le labbra leggere…

“ e voglio che mi stringi…”

La maglietta,
via,
sul pavimento.

“… voglio che mi tocchi…”

Le mani,
a prendere quelle di lui,
a dirigerle sul corpo.

“… che facciamo l’ amore …”




Lo stomaco chiuso,
le mani tremanti,
i battiti del cuore impazziti.



Un bacio,
poi un altro.

Un abbraccio,
una carezza…

Un leggero cullarsi tra le braccia dell’ altro,
il sentire il suo battito forte,
chiaro…
…una dichiarazione ,
più eloquente di una parola.




Si girò leggermente tra le lenzuola,
tenendo stretta sul petto la sua mano.
Appoggiò le labbra alla sua fronte,
e la guardò.

Come poteva sentirsi in quel modo?

Un sensazione nuova,
e meravigliosa,
felicità,
tranquillità,
serenità,
sicurezza…

Come aveva potuto vivere senza fino ad allora?

Sorrise,
osservando il suo volto rilassato,
come quello di una bambina,
che dorme sapendo di essere protetta da tutto e tutti.

Le sopracciglia sottili,
le guance arrossate,
le labbra umide.



Un tocco leggero sul corpo,
sussurri all’ orecchio di un piacere mai provato,
baci dolci,
carezze delicate…




Osservò le sue spalle sottili,
le braccia…



Le dita sulla pelle sudata,
le labbra semi aperte,
gli occhi socchiusi,
il respiro affannato…




Delineò il profilo del corpo,
sfiorandola con un dito,
provocandole un solletico,
che la fece sorridere…

Le toccò le braccia,
scendendo lungo i polsi…

Ed ecco la serenità svanire,
la felicità, lasciare posto all’inquietudine.

Le accarezzò i polsi,
passando lievemente le dita sui lividi.

Rabbia.

Come poteva non fare niente?
Lasciar correre…?

Non voleva soffrisse,
desiderava solo che nessuno potesse farle del male,
vederla sempre sorridere,
felice,
come quella notte,
passata a toccarsi…
…amarsi.

Si.

Amore.

Strano,
come una parola così piccola,
cinque semplici lettere,
racchiudessero mille emozioni.

Strano,
come tra le centinaia di parole conservate,
ricordate nella sua mente,
quella fosse l’unica che non avesse mai pronunciato.

Strano,
come quando si è innamorati,
anche la cosa più sbagliata,
fatta per la persona che si ama,
sembri giusta.

Strano,
come l’ essere lì in quel momento,
fermo in piedi di fronte al negozio,
con le mani in tasca,
lo sguardo fisso sulla porta,
potesse sembrargli naturale…

Proteggerla…
l’unica cosa da fare.
 
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Pheebe
view post Posted on 16/3/2005, 20:55




Prima di postare il capitolo, devo scusarmi...questo credo sia il terzo, o forse il quarto capitolo per il quale vi faccio aspettare tanto...ma vi assicuro che ho avuto un blocco, a causa del quale non sono nemmeno sicura di aver scritto l' episodio così, come meritava.
mi scuso in anticipo, se potrà sembrarvi...nn proprio eccizionale, prometto di riparare.
Buona lettura.


"Scommettiamo?"



Teneva gli occhi sulla porta,
come ipnotizzato dai riflessi di luce sul vetro,
e il ticchettio leggero delle lancette,
che veloci,
segnavano lo scorrere dei secondi…

1,
2,
3…

Un cigolio,
lo sbattere della porta,
il rumore dei passi.

Lo vide attraversare la strada,
e sentì la rabbia crescere…



“ Jess: dimmi come te li sei fatti.
Rory: jess…
Jess: anzi no, dimmi chi è stato?
Rory: nessuno… ”




…iniziò a camminare.

Jess: ehi…

Lo vide voltarsi,
guardarlo con la solita aria di superiorità,
accennando una smorfia,
stralunando gli occhi.

Dean: che cosa vuoi?
Jess: dobbiamo parlare.
Dean: parlare?

Un sorriso.

Jess: si.
Dean: sei venuto a cercare guai?
Jess: no, una faccia da rompere…
Dean: cosa?
Jess: oh guarda, eccola lì...

Lo vide voltarsi leggermente,
guardare alle sue spalle incuriosito...stupito.

Jess: ...la tua!

Un colpo,
solo uno...
un pugno in piena faccia,
deciso,
forte,
preciso,
liberatorio.

Dean: ma sei impazzito?
Jess: oh no, sono lucidissimo!
Dean: piccolo bastardo...

L' osservo mentre cercava di rialzarsi.

Jess: aspetta, ti do una mano.

Uno strattone…
una spinta forte e decisa contro la parete.

Jess: va meglio ora?
Dean: no idiota che non sei altro!
Jess: quanti complimenti, sono lusingato!
Dean: lascia che ti metta le mani addosso…
Jess: che paura, sono terrorizzato!

Una spinta,
una stretta forte al collo.

Jess: adesso ascoltami bene, perché lo dirò una volta sola…
Dean: …
Jess: Rory…dimenticala…
Dean: cosa?
Jess: …non voglio vederti più girarle intorno, parlarle, guardarla…
Dean: ma sei pazzo?

Una seconda spinta.

Jess: ti ho detto di starmi a sentire!

Lo guardava con occhi che non gli aveva mai mostrato fino a quel momento,
e che lo paralizzarono…

Sentiva la stretta sempre più forte,
le dita bruciare sulla pelle,
e la spalla immobilizzata,
e schiacciata al muro.

Jess: l’unica cosa che vorrei adesso e riempirti di botte…
Dean: …
Jess: stare qui a guardare la tua faccia stupita, gli occhi sbarrati come se non sapessi di cosa parlo…
Dean: ma io non lo so infatti…

Una smorfia.

Jess: non permetterti mai più di sfiorarla capito?
Dean: ma…
Jess: o io ti ammazzo!
Dean: Jess smettila adesso...

Gli afferrò il collo della giacca,
e staccandolo dal muro,
lo spinse di nuovo a terra con tutta la forza.

Jess: ti avverto… se non fai quello che ti dico, rimpiangerai questa bella chiacchierata!
Dean: ma io non so nemmeno di cosa parli!
Jess: ah no?
Dean: no!

Sorrise.

Jess: parlo di te, di Rory, e delle tue mani sulle sue braccia!
Dean: cosa?

Un ricordo…



“ Rory: lasciami.
Dean: no, devi ascoltarmi.
Rory: mi fai male lasciami.”




Un sentimento di paura…


Dean: oh dio…
Jess: vedo che la memoria ti sta tornando!
Dean: non volevo farle male.
Jess: certo, ne sono sicuro!
Dean: smettila! Non le farei mai del male!

Si sollevo da terra.

Dean: dov’è? Dimmelo, devo vedere come sta!
Jess: ma allora non ascolti…
Dean: Jess devi dirmelo!

Lo vide avvicinarsi spaventato,
preoccupato,
infuriato…

Jess: pensaci prima di farlo, ti avverto…

Senti le sue mani addosso,
strattonarlo,
una,
due volte…

Dean: dimmelo! Dimmi dov’è?!
Jess: non toccarmi…

Lo spinse via cercando di mantenere il controllo.

Dean: che cosa le hai detto? L’hai spinta contro di me?
Jess: spinta? Io?
Dean: è stato un incidente, devo dirglielo!

Un passo,
poi un altro…
dove stava andando?

Jess: ehi...
Dean: devo vederla!
Jess: no, devi fermarti!

Gli si parò davanti,
fermandolo,
istigandolo…

Dean: togliti Jess!
Jess: tu non ascolti, ti ho detto che non devi più avvicinarti a lei.
Dean: lei è…
Jess: è mia…
Dean: …
Jess: Rory sta con me adesso!
Dean: …
Jess: e se solo ti avvicini di nuovo, te ne pentirai.
Dean: non potrai tenermi lontano per sempre.

Un sorriso.

Jess: scommettiamo?



 
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Pheebe
view post Posted on 22/3/2005, 14:41




"grazie"


Sentiva ancora la morbidezza del cuscino sotto la pelle del viso,
quando lentamente aprì gli occhi,
risvegliati dalla luce, che leggera penetrava dalla finestra.

Si svegliò col sorriso sulle labbra,
pronta a vivere un nuovo giorno che sapeva sarebbe stato difficile,
ma magnifico, solo per il ricordo di quella che avrebbe ricordato per sempre come
"la loro notte".

Si voltò piano tra le lenzuola,
assaporando ancora la dolcezza della notte appena trascorsa,
i baci,
gli abbraci,
le carezze,
dolci,
ma passionali,
testimoni di un desiderio a lungo nasconsto,
celato dietro frasi ironiche,
sguardi,
sorrisi.

Le sembrava assurdo credere che una persona potesse provare tali sentimenti per lei,
una ragazza semplice,
a volte impacciata,
e del tutto inesperta.

Ma sebbene questo pensiero le sembrasse inverosimile,
lo era ancora di più realizzare che era riuscita a sentire tutto...
le emozioni,
i desideri,
tutti quei sentimenti che credeva difficili da dimostrare,
ma che invece lui le aveva trasmesso attraverso la pelle,
chiari,
distinti,
come i brividi provati al tocco delle sue dita sulla schiena.

Morbida,
la sua pelle era così liscia,
calda,
non avrebbe mai creduto che le sarebbe piaciuto tanto toccarla.

Il volto,
le labbra,
il collo e le spalle,
parti che aveva scoperto sensibili alle sue carezze...
e poi le braccia,
forti,
ma dolci negli abbracci,
il petto scolpito,
segnato da una piccola cicratrice che tanto si era divertita ad osservare,
segnandone la forma con le dita,
ascoltandone la storia.

Sorrise tenendo ancora gli occhi chiusi,
mentre felice si voltava sdraiandosi sul fianco,
speranzosa di ritrovare quel corpo di cui tanto sentiva il bisogno,
delusa, sentendo sotto le dita, solo la morbidezza delle lenzuola.

Si sollevò sui gomiti guardandosi attorno spaesata.

Tenne strette le coperte,
piegando leggermente le gambe,
portando le ginocchia al petto, coperto dal tessuto.

Una smorfia di delusione,
poi di paura,
e di sollievo ascoltando quella voce.

Jess: ti sei svegliata?

Lo vide sbucare all' improvviso dietro alcune casse,
con in mano dei sacchetti, e un sorriso stampato sulla faccia.

Sollievo,
serenità,
stupore.

Rory: Jess cos' hai fatto all' occhio?
Jess: una vecchietta voleva questi mouffin, e non voleva assolutamente mollarli, così ho dovuto usare le maniere forti...
Rory: ah davvero?
Jess: si giuro...

Lo vide inginocchiarsi sulle coperte, posando i sacchetti.

Jess: ...solo che poi è sbucato dal nulla un tipo sospetto che mi ha aggredito.
Rory: un tipo sospetto?
Jess: si, indossava una benda, uno strano cappello e al posto di una delle mani, teneva un uncino.
Rory: ecco da dove viene l' occhio nero.
Jess: già. Mi ha preso alle spalle, e non ho potuto evitarlo, ma almeno i mouffin sono tuoi.

Sorrise ironico,
chinandosi verso di lei,
sfiorandole le labbra,
dandole un bacio.

Rory: oh grazie, sei davvero un impavido gentiluomo!
Jess: si, lo sono.
Rory: bugiardo, ma impavido!

Un sorriso.

Rory: quindi cos' è successo? Hai aspettato che mi addormentassi, e poi sei uscito in punta di piedi, nel bel mezzo della notte solo per picchiare Dean?
Jess: no ti sbagli.
Rory: davvero?
Jess: si...non sono uscito in punta di piedi!
Rory: Jess...
Jess: no davvero, hai un sonno talmente pesante che anche se avessimo fatto a botte qui dentro, non te ne saresti accorta.
Rory: non sei divertente.
Jess: beh mi sono svegliato presta stamattina, vedrai che dopo un bel caffè andrà meglio.
Rory: ti avevo chiesto di non farlo.
Jess: si lo so.
Rory: e tu hai ignorato la mia richiesta.
Jess: non l'ho ignorata.
Rory: ah no?
Jess: no. L' ho valutata bene, pensando ai pro e ai contro, e poi ho capito.
Rory: capito cosa?
Jess: che dovevo picchiarlo!
Rory: Jess....

Si mise le mani tra i capelli.

Jess: ti assicuro che ho provato a parlare.
Rory: davvero?
Jess: certo. Però prima gli ho dato un pugno.
Rory: un pugno?
Jess: si, diritto sulla faccia...è caduto.
Rory: e tu questo lo chiami parlare?
Jess: linguaggio del corpo tesoro. Lui non ascoltava, e ho dovuto attirare la sua attenzione.
Rory: sembra la frase di uno di quei film sui gangster
Jess: non esagerare adesso, non gli ho rotto nulla.
Rory: devo sentirmi sollevata?
Jess: certo, perchè avrei voluto, e soprattutto potuto...
Rory: Jess....
Jess: e va bene, scusa, ok? Scusa, ma non potevo non fare niente. Lui ti ha fatto qualcosa su cui non ho potuto...
Rory: ....

Un secondo di silenzio.

Jess: ...stanotte ti guardavo dormire...e...non facevo che sorridere...

E di nuovo un sorriso...

Jess: stavo qui, sdraiato, bene attento a non svegliarti...
Rory: ...
Jess: ...e tu tenevi la testa appoggiata al mio petto, e i tuoi capelli mi facevano il solletico...

Un espressione di serenità.

Jess: ...mi stringevi e io ti guardavo...e non ho potuto...
Rory: ...
Jess: io dovevo...

L' osservava mentre con gli occhi bassi,
e la voce tremante,
quansi imbarazzata,
parlava di quelli che erano i suoi sentimenti,
emozioni che forse provava per lei.

Proteggerla...
aveva voluto solo fare questo...

Si sporse verso di lui,
allungando le braccia,
stringendolo a se,
trasmettendogli quello di cui aveva bisogno...

Approvazione,
fiducia,
amore...

Rory: grazie...

Una parola,
una sensazione,
un battito accellerato,
e di nuovo quel pensiero.

Chiuse gli occhi accenando un sorriso...

Prima o poi l'avrebbe fatto,
trasformato quella pallida visione in una certezza,
qualcosa che nessuno gli avrebbe rubato,
qualcosa che sapeva essere autentito ma che non aveva il coraggio esprimere,
qualcosa che sapeva sarebbe rimasto dentro di lui ancora per molto tempo.


















 
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Pheebe
view post Posted on 14/4/2005, 19:52




Prima di postare il capitolo devo assolutamente scusarmi...
è passato quasi un mese ormai dall' ultimo aggiornamento, e credo di aver scritto questo capitolo almeno 10 volte.
Nessuno però è mai riuscito a convincermi del tutto, tranne forse questo.

Quindi eccovi un nuovo capitolo di questa fan-fiction, che tanto mi fa penare a volte, ma alla quale, tutto sommato, sono molto affezionata
Buona lettura...spero vi piacerà
---------------


Un'unica risposta.



Entrò in casa silenziosamente,
cercando in ogni modo, di evitare rumori che l’avrebbero svegliata.

Sapeva che probabilmente non aveva chiuso occhio tutta la notte,
restando seduta sul divano a guardare vecchie trasmissioni televisive,
e fissando l’ orologio,
picchiettando saltuariamente sul vetro,
come per sollecitare le lancette ad andare più veloci.

Sorrise immaginando la scena.

Poi…

Fece qualche passo verso la cucina,
sperando di riuscire a rinfrescarsi prima di affrontare qualsiasi discussione,
ma voltandosi, la trovò lì…
…già in piedi,
volta verso di lei,
che stringeva tra le mani una tazza di caffé.

Rimase ferma qualche istante,
senza riuscire a dire nulla,
formulare qualsiasi tipo di pensiero,
o frase di senso compiuto.

Lorelai: buongiorno.

La guardò dritta negli occhi,
cercando di capire a cosa stesse pensando,
di cogliere attraverso i lineamenti del visto,
le sue emozioni,
in modo da essere preparata alle sue reazioni.

Rory: buongiorno.
Lorelai: vuoi un caffé?
Rory: ..no, l’ho già preso.
Lorelai: ah, va bene.

L’osservò avvicinarsi al tavolo,
appoggiare la tazza alla superficie,
e spostare piano una sedia.

Si sedette.

Osservava il suo sguardo,
prima chino sul pavimento,
e poi fisso su di lei.

Una domanda? …
Si.

Rory: posso cambiarmi o vuoi affrontare l’argomento subito?
Lorelai: non lo so, decidi tu, tanto qualunque cosa dica, vengo ignorata completamente no?
Rory: ok…

Si mise a sedere.

Rory: …togliamoci il pensiero allora.
Lorelai: mi hai fatto morire di paura lo sai?!
Rory: quindi questo che vedo è solo il tuo spirito o la proiezione della tua immagine che mi tormenta in sogno?
Lorelai: ehi l’ironica della famiglia sono io qui!
Rory: oh, scusami se ho minacciato il tuo territorio.
Lorelai: smettila rory
Rory: e tu cerca di rimanere calma va bene?
Lorelai: calma?

Uno scatto.
La vide alzarsi improvvisamente,
camminando su e giù per la cucina.

Rory: io voglio parlare mamma, rispondere alle tue domande…
Lorelai: oh bene…
Rory: …ma non voglio iniziare questa giornata litigando con te.
Lorelai: davvero?

Ironia.

Lorelai: …Forse, se non avessi passato la notte sveglia a mangiare schifezze di fronte la tv preoccupandomi per te, adesso sarei riposata e di buon umore, pronta e felice di iniziare una magnifica giornata!
Rory: …
Lorelai: purtroppo non è andata esattamente così, quindi ora sono stanca, arrabbiata e non incline ad accontentare le tue richieste!
Rory: mamma…
Lorelai: rory, ascoltami. Tu sei grande ormai, lo capisco, e accetto il fatto che tu prenda le tue decisioni da sola...
Rory: grazie.
Lorelai: ma non puoi fare così!
Rory: così come?
Lorelai: …Scappare di casa ogni volta che non sono d’accordo con te, o qualcosa non va come vorresti!
Rory: Ogni volta?
Lorelai: ogni volta esatto!
Rory: credi forse mi sia divertita a girovagare per la città prima di capire cosa fare? Avrei voluto rimanere qui, continuare a parlare con te, ma tu non mi ascoltavi, e io ero stanca di discutere.
Lorelai: oh certo, perché a me piace litigare vero?
Rory: questo non…
Lorelai: Litigare con te non mi porta a niente, e mi toglie solo preziose energie che mi servono per discutere con mia madre!
Rory: beh allora non farlo!
Lorelai: e dovrei stare zitta a guardare mentre mi nascondi le cose e ti comporti in modo del tutto assurdo!
Rory: sei tu che ti comporti in modo assurdo, andando da Dean a dargli false speranze!
Lorelai: ancora con questa storia!?
Rory: si ancora con questa storia!
Lorelai: ti ho già spiegato com’è andata!
Rory: così come io ti ho spiegato perché Jess era qui, e perché ha litigato con Dean, solo che tu non mi vuoi ascoltare.
Lorelai: va bene, allora parla, dimmi tutto e io ti ascolterò senza…
Rory: io lo amo.

Un attimo di silenzio,
di buio totale.

Rimase immobile a fissare la madre con gli occhi sbarrati,
ancora incredula di ciò che aveva fatto…
detto…

Tre semplici parole,
e un unico pensiero,
un’ unica risposta,
sempre la stessa a mille domande,
accuse contro le quali non era mai riuscita a reagire,
mai riuscita a difendersi.

Ora sapeva.
 
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Pheebe
view post Posted on 15/4/2005, 21:41




Lui è.



Oddio…

Barcollarono entrambe,
pensando e pronunciando le stesse identiche parole,
mentre con una mano spostavano ciascuna una sedia,
e sedevano contemporaneamente,
tenendo fisso lo sguardo nel vuoto.

Rory: oddio…
Lorelai: oddio…

Cos’aveva detto?
Perché lo aveva detto?

Una reazione spontanea,
incontrollabile,
come il tremare al tocco delle mani,
o l’accelerare dei battiti al contatto delle labbra,
le une sulle altre.

Scatto in piedi.

Rory: oddio, oddio…

Un improvviso risveglio.

Osservò la figlia camminare sconvolta su e giù per la cucina,
con lo sguardo terrorizzato,
le mani sul volto,
tra i capelli.

Lorelai: rory…
Rory: oddio…
Lorelai: che fai?
Rory: cammino avanti e indietro …
Lorelai: si ma perché?
Rory: perché?
Lorelai: perché?
Rory: Perché l’ho detto?
Lorelai: rory siediti.

Cercò di calmarla,
standole dietro in quel percorso programmato,
che ormai avevano entrambe imparato a memoria.

Rory: sedermi? Io ho detto che lo amo, e l’ho detto a TE
Lorelai: ok, sei sconvolta.
Rory: perché l’ho detto a TE?
Lorelai: perché volevi uccidermi?
Rory: non doveva andare così, io avrei dovuto realizzarlo, stare seduta tranquilla da qualche parte, e realizzarlo dopo accurate analisi.
Lorelai: non si tratta mica di bilanci o compiti a casa, certe cose non puoi pianificarle.
Rory: si dovrebbe! Avrei dovuto! …oddio…

Lorelai: rory…
Rory: e poi in quel modo, litigando con te, no, no…
Lorelai: non stavamo litigando.
Rory: si invece, e io l’ho detto, e non va bene, no, non va bene, non va bene!
Lorelai: ok, non va bene.
Rory: perché?
Lorelai: ma cosa vuoi che ne sappia, mi stai confondendo!
Rory: infondo è logico no? Altrimenti non avrebbe senso.
Lorelai: ma…è…un gioco di parole?
Rory: oddio…

Si mise a sedere,
appoggiando la testa alla superficie del tavolo,
sbattendo su e giù la fronte.

Lorelai: se continui così ti verrà un trauma cranico e perderai la memoria…
Rory: così dimenticherò di averlo detto!
Lorelai: ok, allora se vuoi posso spingerti giù per le scale così…
Rory: oddio!

La osservo disperarsi,
senza sapere bene quale fosse il motivo di tanto sconforto.

Si ritrovò a provare tenerezza,
sorridendo nell’ osservare sua figlia,
che, pur essendo grande,
restava la sua bambina,
quella che avrebbe continuato a proteggere,
e per la quale, sarebbe sempre stata disposta a fare tutto…
…anche accettare lui,
forse…

Lorelai: …rory…
Rory: …mmh?
Lorelai: tu…

Sollevo la testa,
guardandola negli occhi.

Lorelai: …si insomma…tu…
Rory: credo di si.

Un sospiro.

Lorelai: e lui…?
Rory: non lo so…

Un cenno del capo.
Annuiva.

Lorelai: ascolta…
Rory: cosa?
Lorelai: io…si, Jess…lui…
Rory: mamma…
Lorelai: no, dovrò dirlo prima o poi!
Rory: …
Lorelai: Jess…non mi piace molto, è vero. È sempre scontroso, cinico, chiuso con tutti e sempre con quella faccia da…
Rory: ok, ho capito.
Lorelai: …ma, io voglio il meglio per te, che tu abbia vicino qualcuno che ti renda felice.
Rory: …
Lorelai: e lui è…?
Rory: si…lui è.
Lorelai: ok.
Rory: che vuol dire ok?
Lorelai: vuol dire che non posso impedirti di vederlo.
Rory: …
Lorelai: né, di stare con lui, o di provare…quello, che…hai detto di provare.
Rory: quindi?
Lorelai: quindi, non voglio più iniziare una giornata litigando per questo motivo, né vederti arrabbiata con me perché pensi mi comporti da mamma possessiva.
Rory: ma tu ti comporti da mamma possessiva.
Lorelai: ehi sto cercando di risolvere la situazione, quindi assecondami!
Rory: ok.

Lorelai:…
Rory: …

Lorelai: che stavo dicendo?
Rory: che devo assecondarti…
Lorelai: si, giusto, quindi…
Rory: quindi ti fiderai di me?
Lorelai: io mi fido di te.
Rory: e ti fiderai di Jess?
Lorelai: non eri tu che dovevi assecondarmi?
Rory: mamma!
Lorelai: proverò…ad andarci d’accordo.
Rory: senza essere prevenuta?
Lorelai: senza essere prevenuta…
Rory: sicura?
Lorelai: e tu mi dirai sempre tutto?
Rory: tutto.
Lorelai: sicura?
Rory: si.
Lorelai: va bene.
Rory: va bene.

lorelai: quindi...
rory: penso di si.

Stettero ferme ad osservarsi qualche minuto.

Non una parola,
non un cenno,
solo uno sguardo,
nuovamente sereno.

Scattarono entrambe,
abbracciandosi,
stringendosi forte, sorridendo,
e ritrovando quella complicità di cui tanto avevano sentito la mancanza,
riscoprendo quel affetto che mai le aveva abbandonate,
ma che per giorni,
avevano dimenticato di ricordare all’altra.
 
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Pheebe
view post Posted on 18/4/2005, 20:35




Pensieri.



Rimase stesa sul letto con le braccia appoggiate alla fronte.

Doveva pensare…
…pensare,
restare calma.

Tenne gli occhi chiusi cercando di riordinare le idee,
cacciare dalla mente quei pensieri.

“… presto si stancherà di fare il bravo ragazzo, si stancherà di Stars Hollow ”

Scattò,
incrociando le gambe,
sistemando indietro i capelli,
e allungando, per l’ennesima volta, le maniche sulle mani.


Un rumore.

Scattò verso la finestra,
avvicinandosi poco dopo,
mentre il volto al di là del vetro si faceva più nitido,
chiaro.



Un sospiro.


Sganciò la presa,
e sollevò la finestra,
aprendola,
guardandolo negli occhi.

Rory: che ci fai qui?
Dean: volevo…solo…
Rory: …
Dean: stai…
Rory: sto bene.
Dean: per fortuna…



Tirò le ginocchia al petto,
avvolgendole poi le con le braccia.


Dean: possiamo parlare?
Rory: non mi sembra il caso.
Dean: ti prego, devo…solo…
Rory: vattene Dean.
Dean: no, rory, per favore.
Rory: ma cos’altro vuoi dirmi?
Dean: io…ti prego…
Rory: …sono stanca di litigare con te, spiegarti cose che tanto non riuscirai mai a capire…
Dean: io ti amo Rory…



La fronte alle ginocchia.


Rory: dean…
Dean: lo so…
Rory: …
Dean: …lo so che tu non…ma…
Rory: io non voglio ferirti Dean…ti ho già fatto così male, non voglio…
Dean: quando stavamo insieme, c’è mai stata una volta in cui mi sono comportato egoisticamente?
Rory: Dean…



Esasperazione.


Dean: ti prego, rispondimi.
Rory: …no, sei stato un fidanzato perfetto lo sai, e io…
Dean: questo, perché ti amavo Rory…proprio come adesso.



Angoscia.


Rory: non capisco dove vuoi arrivare….
Dean: il punto è…
Rory: …
Dean: io voglio che tu sia felice…
Rory: io sono felice.
Dean: adesso…
Rory: oddio…
Dean: ma tra una settimana? Un mese?
Rory: dean…
Dean: rory credimi, se pensassi che lui potrebbe renderti felice…lo accetterei…
Rory: …
Dean: ma non è così…lui non è come noi.



Scattò giù dal letto,
iniziò a camminare.


Rory: basta…
Dean: no ascoltami.
Rory: NO!



Non voleva ascoltare,
non voleva discutere…

Basta.


Dean: …lo so, adesso tu mi odi, ma…
Rory: io non ti odio dean, solo…
Dean: e allora ascoltami.
Rory: …
Dean: Lui è diverso da te…



Una fitta allo stomaco.


Dean: … credi che possa capirti, che possa darti ciò di cui hai bisogno…e forse, si, forse è così, ma fino a quando?
Rory: smettila…
Dean: presto si stancherà di fare il bravo ragazzo, si stancherà di Stars Hollow…
Rory: no…
Dean: …e anche se forse ti vuole bene, credi che questo basterà ?
Rory: …



Inquietudine.

Continuò a camminare per la stanza con quel unico pensiero in testa,
odiando se stessa,
per aver permesso a quelle parole di entrarle nella mente,
confondendo i ricordi di quella notte in cui credeva finalmente di aver capito,
in cui si era forse illusa che anche lui…


“ …mi stringevi e io ti guardavo...e non ho potuto...dovevo...”


Appoggiò le spalle alla parete,
e coprendosi gli occhi con le mani,
scivolò lentamente a terra.

Lui le voleva bene,
lo sapeva,
ne era certa…
...ma l'amava?


Dean: credi davvero di essere tanto importante per lui?


L'avrebbe mai amata?
 
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32 replies since 11/1/2005, 21:58   6303 views
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