* Valeeeria perdono per il ritardo la mia connessione era morta ç__ç proprio quando dovevo commentare questo film -__- che frustrazione guarda *che commento
Hai riportato una parte del dialogo Damiel - Cassiel quando sono nell'auto *__* lo volevo faaare *__* stupendo quel momento..
E a questo proposito, ho notato che, mentre Cassiel ha annotato nel suo taccuino degli avvenimenti piuttosto "irrilevanti", senza peso (come "un uomo cammina e ad un tratto si volta verso il vuoto" ), ciò che Damiel ha da raccontare è più legato ad una sensazione, a dei sentimenti.. come se lui, nonostante la sua condizione di entità spirituale, potesse già
sentire o meglio intuire ciò che gli uomini provano, come se in Damiel ci fosse un certo grado di empatia, di umanità.
Per esempio, quando egli si ritrova ad assistere un uomo ferito e morente, vittima di un incidente stradale, riesce a "comunicare" con lui, a farsi sentire e in una certa misura a confortarlo, mentre Cassiel non giunge ad interagire con il suicida, non riesce a fermarlo.
Credo che Cassiel sia in qualche modo legato al vecchio "cantore", perchè entrambi sembrano intenti a guardare al mondo da una prospettiva diversa: come depositario di una storia universale e drammatica, e come entità spirituale esterna alle vicende contingenti..
Paradossalmente, il vecchio "Omero" assomiglia, per certi versi, ad un angelo più di quanto non lo sia Damiel
(Le scene nella biblioteca mi fanno venire in mente, per qualche attimo, il remake americano "City of Angels"... ma il paragone proprio non si pone, tanto è vero che solo la biblioteca e i cappotti lunghi mi fanno tornare in mente quel film
)
Poi, durante l'ultimo spettacolo di Marion, Damiel assiste alla sua esibizione con un coinvolgimento tale che a volte potrebbe sconfinare nella paura.. quando lei per un attimo sembra "scivolare" dal trapezio, anche se impercettibilmente, lui sembra unirsi allo spavento degli spettatori.. anche se non dice nulla, e non fa nulla.. potrei anche sbagliarmi
ma io l'ho sempre visto come un momento in cui Damiel ha
paura per la prima volta.
- Poi ho notato che all'ultima rappresentazione Marion non ha le ali d'angelo che aveva durante le prove
-
CITAZIONE (Breakfast at Tiffany's @ 20/2/2009, 16:26)
Tra la moltitudine una persona colpisce Damiel - e tutti
- in modo particolare: Marion. Marion può essere descritta solo attraverso i suoi pensieri, perché la sua ricchezza sta tutta lì. A me piace pensare che in realtà ci siano due Marion: la prima, una donna sola e spaventata dal futuro, dalla fine di un sogno, da un carico di creatività e libertà che non riesce a sopportare. E’ tristemente consapevole che
sola significa: io sono intera.
La seconda si scopre con il tempo, è una Marion che acquista consapevolezza di sé, tanto da riuscire a dire, alla fine:
l’altra notte ho sognato qualcuno, uno sconosciuto, il mio uomo... soltanto con lui potevo essere sola [...] io lo so, sei tu quello
LA dichiarazione per eccellenza
ed unirsi finalmente a Damiel che l’ha seguita e accompagnata in silenzio per tanto tempo
non è commentabile tutto questo che hai scritto
è troppo bello
CITAZIONE
Un' altra cosa che amo sono i momenti che seguono alla "caduta" di Damiel... la sorpresa e la felicità di provare dolore, il sangue che
ha un sapore. Paradossalmente il dolore lo rende felice, perchè così si sente vivo
e lo accetta
awww anche io li adoro quei momenti
Bruno Ganz è perfetto
Quando gli cade l'armatura in testa, lui alza gli occhi al cielo e sorride.. quel sorriso vuol dire
tutto.
E poi ADORO il fatto che si fermi a chiacchierare con un passante, e che gli chieda i nomi dei colori..e adoro ancor di più questa scena da "teatro dell'assurdo" in cui il passante risponde a questa ingenuità senza esserne insospettito, e anzi finisce per dargli i soldi per un caffè..
Le scene con il caffè
le amo ç_ç quando si sfrega le mani per il freddo.. e l'incontro con Peter Falk
- non mi ero mai accorta che in quel frangente Bruno Ganz dialoga con lui in inglese uahaua e non più in tedesco -CITAZIONE
L'ultima.. From her to eternity... paradossale se penso che Damiel ha rinunciato ad un'eternità "non-viva" per una vita "finita" mortale con Marion
io l'ho vista così
*___*
E' praticamente il principio da cui sono partita per la mia tesina per il corso di Estetica
paragone tra questo film e la filosofia di Nietzsche, la "fedeltà alla terra"
che è anche questo:
CITAZIONE
la sorpresa e la felicità di provare dolore, il sangue che
ha un sapore. Paradossalmente il dolore lo rende felice, perchè così si sente vivo
e lo accetta
il superuomo di Nietzsche non è colui che può annullare il dolore, ma colui che giunge ad accettarlo come parte dalla vita, a mordere la cosa del serpente... lui vive nel caos dionisiaco dell'esistenza, mentre Cassiel rimane nell'illusione apollinea..
CITAZIONE
ma solo a me la foto che ha Marion accanto ai sassi ha ricordato un quadro della serie del bagno di Degas? non ci ho fatto caso
Invece io ogni volta rimango stupita dai colori che ci sono, in quella scena, nel momento in cui Damiel se ne va *__* sono brillanti.. blu, arancione, giallo.. adoro quella scena... ooh *___*
E poi adoro quando Peter Falk fa il ritratto di quella donna.. che momento tenero