Just the way you are.

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view post Posted on 31/5/2006, 17:12
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* in omnia paratus *

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Coming Back


Oggi.
Era oggi.
Il giorno fatidico.
La prova del nove.
Jess sarebbe arrivato oggi.
Oggi.
Se lo ripeteva dalla sera prima.
Lo ripeteva. Lo ripeteva.
Non aveva nemmeno dormito.
Ma questo non doveva saperlo nessuno.
Non aveva senso.
Perché non doveva dormire?
Non se lo riusciva a spiegare.
Riprese in mano la penna.
Aveva deciso che per scacciare dalla testa quei pensieri doveva dedicarsi a cose più importanti.
Per il matrimonio era ormai tutto pronto.
Aveva fatto mille chiamate epr assicurarsi che tutto andasse pe il verso giusto durante la prima mattinata.
Aveva esaurito tutto.
Aveva pulito la stanza.
Aveva mangiato.
Aveva fatto qualunque cosa.
Poi si era ricordata.
La lista. Pro e Contro.
Aveva impugnato carta e penna e si era messa a scrivere come una dannata.
Non sapeva più cosa aggiungere.
La rilesse.
La rilesse ancora.
Si.
Era davvero tutto.
La guardò un'ultima volta.
Ormai era deciso.
Quel che andava fatto, andava fatto.
Doveva solo dirlo a sua madre.
Ma ora ci sarebbe stato il suo matrimonio. Il suo momento.
Perchè sciuparlo per i suoi problemi?
Avrebbe aspettato.
Non sarebbe stato difficile.

Jess aprì la porta del locale.
Era di nuovo lì. Di nuovo a Stars Hollow. Che strano il destino.
Si era ripromesso di non metterci più piede tante di quelle volte, però finiva sempre per tornarci.
Questa volta era in pace con se stesso. Per la prima volta. Per la prima volta entrava là dentro, girava per quelle strade e non pensava agli occhi puntati su di lui. Ormai non li sentiva più pesanti e inquisitori.
Perché dannarsi per quella gente? Non ne valeva la pena.
Ora era apposto con Jess. Anche con Luke. Perché preoccuparsi degli altri.
Si avvicinò al bancone e poggiò la sua sacca per terra. Come quella prima volta anni fà. Ora era un uomo diverso però. O semplicemente, ora era un uomo.
"Ciao."
Luke si voltò. Era intento a spartire qualche ordine a Ceasar dalla porta che dava sulla cucina e enon si era accorto che lui era entrato.
"Ciao. Sei arrivato presto. Avresti potuto dirmi qualcosa che ti sarei venuto a prendere."
"Luke, ho la macchina."
"Oh, già."
"Sei sempre il solito."
Jess mosse qualche passo verso le scale.
"Jess."
"Conosco la strada, non devi accompagnarmi." lo prese in giro.
"Anche tu sei sempre il solito."
Non sapeva quanto sbagliava.
"Bè, dovevi dirmi qualcosa?"
"Come è andato il viaggio?" chiese dopo qualche istante di esitazione.
"Bene." abbozzò un sorriso.
"Bene."
Jess sparì dietro al tenda e anche a Luke scappò un sorriso.


 
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view post Posted on 6/6/2006, 19:48
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Hello


Era uscito per cercare un posto tranquillo dove leggere all'aria aperta.
Conosceva bene quelle strade. Sapeva esattamente dove andare.
Era sera. Pensava che non avrebbe potuto incontrare nessuno.
Imboccò la stradicciola che portava verso il ponte. Quanti ricordi gli tornavano alla mente quando andava lì.
Anche se non lo voleva ammettere, non era mai riuscito a dimenticarla.
E come avrebbe potuto?
Era per lei che era cambiato. Sostanzialmente era per lei che aveva fatto tutto.
Che aveva cercato di diventare migliore. Per non deluderla.
L'unica a cui avesse mai detto ti amo.
Non era riuscito a dimenticarla, no. Non era riuscito a dimenticare neanche come si erano lasciati l'ultima volta che era tornato là, però.
Non riusciva ad odiarla. Questo gli aveva fatto rabbia per molto tempo.
Non solo non riusciva a dimenticarla. Ma non poteva nemmeno ricordarla odiandola. Era una punizione davvero enorme.
Ora però era quasi riuscito ad accettare al situazione.
Il nuovo Jess ce la poteva fare.
Più si avvicinava al lago, più questi pensieri gli riaffioravano al cervello. Pareva che le corde che li avevano tenuti legati al fondale si stessero sciogliendo mano a mano che avanzava, lasciando che i ricordi tornassero a galla come sughero.
Ormai riusciva a vedere il ponte.
Fece qualche altro passo. C'era qualcuno. Qualcuno stava seduto sul bordo, facendo dondolare le gambe.
Si avvicinò un altro po'.
Era una ragazza. Era esile.
Guardò meglio.
Portava una gonna sottile che la copriva fin sotto le ginocchia. I capelli erano scuri e le arivavano poco sotto le spalle.
I suoi pensieri cominciarono a non trovare più un senso in cui girare.
Pregava che non fosse lei. Non avrebbe sopportato di vederla ora.
Eppure sperava che fosse lei. Chissà com'era. Chissa come sarebbe stato rivederla. Parlarle.
Oramai non molti passi lo distanziavano dalla ragazza, ma la semi oscurità gli impediva ancora di riconoscerla.
Mise un piede sul legno traballante del ponte.
Nel sentirlo scricchiolare lei si voltò alla ricerca di cosa avesse provocato quel rumore.
Vide i suoi occhi blu.
Era lei.
Le sue preghiere erano state esaudite. O forse no.
Perché doveva essere tutto così complicato? Perché non poteva vivere qualcosa tranquillamente?

Era andata lì per pensare. Per ricordare.
Sapeva che lui sarebbe arrivato quel giorno e dentro si sentiva rivoltata.
Perché? Cosa le cambiava se lui era lì? La sua scelta l'aveva fatta già da molto e aveva detto no, ora perché doveva importargli così tanto?
Aveva avuto altri ragazzi. Anche dopo di lui.
Si ma non li aveva amati.
Cosa? Ma che andava pensando? Certo che li aveva amati, sennò non ci si sarebbe messa insieme.
Oppure si?
Non era riuscita ad amare più nessun'altro dopo di lui.
No. Non poteva essere vero. E Logan allora? Cosa era stato? Aveva fatto di tutto per stare con lui.
Ma non perché l'amasse.
Era così confusa. Ancora più di prima.
Sentì un rumore alle sue spalle. Si voltò e vide una sagoma familiare.
Era lì.
Che ci faceva lì? Lei pensava che si sarebbe rintanato in casa. Invece era lì davanti a lei. Immobile.
Avrebbe dovuto salutarlo?
Non lo sapeva.
Si alzò in piedi come se stesse occupando un posto non suo e fosse appena arrivato il vero proprietario.
Lo guardò negli occhi.
Le erano mancati.
Sembravano così diversi. Non c'era più quel velo di tristezza. Non sembrava più il suo ragazzo triste.
Suo? Lui non era suo.
Inspirò.
Quel silenzio iniziava a darle alla testa. Nascose le mani nelle maniche di quel giacchettino blu.

"Ciao."




 
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view post Posted on 14/6/2006, 14:17
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corner of me


L'aveva salutata.
Lui. Lui l'aveva salutata.
Pensava che non le avrebbe nemmeno rivolto la parola e invece l'aveva salutata.
Forse lo aveva fatto solo per educazione. Jess?
Ci doveva essere un'altra spiegazione.
"Ciao."
Ricambiò il saluto dopo qualche secondo.
Si avviccinò guardandola.
Era così tanto tempo che non la vedeva. Era esattamente come se la ricordava, se non più bella.
L'aveva salutata. Non sapeva neanche il perché.
Ora però non sapeva più che altro dire.
Non voleva certo avviare una conversazione o cose del genere, ma non voleva neanche che lei se ne andasse. Perché non lo voleva? Sarebbe stato molto meglio. No. andava benissimo così.
"Così, sei qui."
Si limitò ad annuire. Avrebbe fatto una delle sue battute. Ma non ne aveva alcuna voglia.
Sentiva i suoi occhi neri su di se.
Perché continuava a guardarla con tale insistenza? Cosa voleva?
Perché non parlava più ora?
Sperò che dicesse qualcos'altro.
Sperò che potessero parlare come se quella notte non fosse mai accaduta. Come se fosse stata solo un incubo. Il che in un certo senso era vero.
Lei non si era più fidata di lui. Ora voleva tanto farlo. Ma sopratutto voleva che lui si fidasse di lei.
Voleva poter mettere tutto a posto.
"Che ci fai da queste parti?" gli chiese accennando a dov'erano.
Lui tirò fuori un libro dalla tasca posteriore e glielo mostrò.
"Leggere."
Era scontato.
"Perspicace."
Finalmente aveva detto qualcos'altro. Per un attimo si sentì meglio.
"Allora ti lascio con Hemingway." disse facendo un passo indietro.
No.
Avrebbe voluto dirle di no. Perché mai?
Scosse leggermente la testa per scacciare quel pensiero, sedendosi dove prima stava lei.
"Gli hai dato qualch altra possibilità?"
Le chiese mentre ormai stava andandosene.
"A lui sì."
Non si accorse subito del doppio senso che aleggiava nelle sue parole e sperò che lui non lo cogliesse, ma sapeva che era impossibile.
"E a chi invece no?"
Rimase in silenzio. Non sapeva che rispondergli.
Lo guardò negli occhi. Tu. Diceva il suo sguardo. Sperò che lui lo cogliesse.
"Ma ora se potessi cambiare le cose, io.." Perché non stava zitta? Non doveva farglielo capire. Non poteva farglielo capire che qualcosa in lei ancora pulsava alla sua vista.
"Tu?" Tu cosa? Dillo. "Tu vorresti dargliela? Non sarà troppo tardi?"
Già. Era proprio quello che lei temeva. Troppo tardi.
Non valeva la pena tentare.
"E' che mi dispiace." Ma non poteva non provarci nemmeno.
"Anche a me." sussurrò appena, quasi impercettibile.
Cosa significava? Che senso aveva? La sua ferita era ancora aperta? O semplicemente avrebbe voluto cambiare anche lui le cose? Avrebbe voluto darle un'altra chance?
E chi poteva saperlo.
Silenzio.
"Spero che sia felice." disse lei dopo un po'. Cosa voleva fargli capire così? Non ne aveva la più pallida idea neanche lei.
"Non sei il centro dell'universo. Sono riuscito ad essere felice comunque." Non sapeva perché avesse reagito così a quella farse. Non era così sconvolgente. O forse lo sapeva. L'aveva toccato sul vivo. Era riuscito a trovar pace, ma non ad essere felice. Non come avrebbe potutio esserlo con lei.
Avevano smesso di usare la terza persona. Non sapeva se era un bene o un male. Certamente non sapeva cosa rispondergli. Così stette zita. Il silenzio non durò a lungo, comunque.
"Ho vissuto anche senza di te. Ho visto altra gente. Mi sono anche diplomato, sai?"
"Sono, sono contenta per te." disse alla fine e prima di mettersi a piangere corse via.

Rimase a guardare a lungo nella direzione in cui lei se ne era andata.
Sperava quasi di vederla tornare.
Forse non era vero che la rabbia era passata. Forse l'aveva solo mandata talmente giù che credeva di averla digerita. Invece era ancora là, in agguato.
Era rimasta in un angolo pronta a spuntare fuori nel momento meno opportuno.
Perché meno opportuno? Se non glielo avesse detto ora quando lo avrebbe dovuto fare? Il giorno del matrimonio? Per rovinare anche quello? Luke lo avrebbe ucciso.
Avrebbe potuto tacere. Tacere e basta.
Ma a che pro? Il silenzio avrebbe solo alimentato quella rabbia fino a che non fosse diventata tanto grande da aver bisogno di altro per sfamarsi, il suo fegato magari.
Era stato giusto così. Ora se ne era liberato davvero. O almeno sperava.
Così come sperava che lei non si fosse messa a piangere. Non lo sopportava.
Abbassò lo sguardo. Aveva ancora il libro tra le mani.
Oggi non lo avrebbe letto. Lo sapeva già.
Ora che la rabbia era sbollita, che avrebeb fatto? Che voleva da lei?
Chiuse gli occhi e la rivide. Bella. Come solo lei poteva essere.
Dove avrebbe trovato qualcuno da amare così come aveva amato lei?
Era la prima volta che se lo chiedeva davvero.
Ma forse lui non voleva trovare qualcun'altro.
E forse non l'aveva semplicemente amata. Forse non aveva ancora smesso.
Forse anche il suo amore si er anascosto in un piccolo angolo di lui. Così come aveva fatto la rabbia.
E forse era quello che aveva urlato nella sua testa quando lei era scappata via poco prima. Forse era quello che si era commosso nel vederla lì, nel loro posto.
Se anche lui era nascosto. Prima o poi sarebbe saltato fuori.














PS.
Non vi anticipo nulla ma vi consiglio di non perdervi la prossima puntata. Lo dico per voi. :rolleyes:
 
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view post Posted on 22/6/2006, 16:46
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Dopo la puntata di ieri.. spero che questo capitolo possa tirarvi un po' su. :fiori: E' un pochino più lungo degli altri, ma non potevo fare diversamente e poi credo e spero che si legga bene.




the wedding [part one]


Lorelai era sveglia ormai da molto..
Solitamente odiava alzarsi presto, ma oggi era una giornata speciale.
Si era alzata ancor prima che la sveglia suonasse e subito aveva preso a sistemarsi.
Il gran giorno era arrivato!
Ora Rory e Lane la stavano aiutando con l'acconciatura e il trucco, mentre Sookie stava ricontrollando per l'ennesima volta il menu e la torta, era quasi più agitata ora che al proprio matrimonio.
Lorelai non sentiva nessun magone allo stomaco, non le mancava la voce e le gambe non le tremavano. Era stranamente calma, sorrideva, non faceva altro.
Si era prodigata in lungo e in largo, correndo e telefonando, affinché tutto fosse al posto giusto quel giorno, aveva passato ore ad organizzare ogni minimo particolare della giornata, sentendo che i giorni le sfuggivano dalle mani, ma in tutto quel tempo non aveva sentito alcun timore. Troppo impegnata, forse, per pensare a cosa andava in contro. Anche adesso, adesso che era il momento in cui il terrore prende la testa, il momento in cui ci si prepara perché solo pochi minuti ti separa dalla cerimonia, lei era serena.
A Rory sembrava tutto così irreale. Non poteva essere Lorelai, non poteva essere sua madre quella che stava seduta davanti a lei, perlomeno non così tranquilla.
"Mamma ti senti bene?" le chiese sciogliendole un ricciolo dal ferro caldo..
"Si tesoro.." le sorrise attraverso lo specchio
"Mi sembri così...."
"Calma?" chiese Lorelai terminando la fase della figlia
"Io avrei detto strana!" affermò Lane
"Non sembri in te. Hai un aspetto così.. beato! Ricordi che stai andando sposarti, vero?"
"Certo!" rise leggermente
Effettivamente stupiva anche se stessa tutta quella quiete.
Non riusciva a spiegarsela. Forse davvero non era in se, forse davvero non si rendeva conto di qullo che stava per fare, o forse, più semplicemente, sapeva che Luke era l'uomo della sua vita e non avrebbe mai più dubitato di questo, il bambino che crescieva dentro il suo ventre non glielo avrebbe mai permesso.

Luke dal canto suo era già quasi pronto.
Davanti allo specchio si sitemava la cravatta indaco con righe bianche trasversali, strinse bene il nodo, tirò giù le maniche della giacca blu oltre mare del suo completo, chiuse un altro bottone della camicia bianca, si guardò meglio lo riaprì, sistemò le tasche e mise il fiore bianco all'occhiello.
"Sei pronto Jess?" chiese al nipote dell'altra stanza.
Sentiva il sangue ribbolirgli, lo stomaco chiuso, era da un paio di giorni ormai che aveva quella sensazione, ma non lo dava a vedere, sembrava estremamente calmo, un po' silenzioso e forse burberò, ma daltronde, lui appatriva sempre così, nessuno avrebbe supposto che fosse nervoso.
Pensò a Lorelai e si chiese se anche lei sentiva tutto quello scombussolamento.
Pensò che probabilmente lei stava anche peggio, visti i precedenti, per un attimo pensò che avrebbe potuto anche aspettare in vano all'altare, che magari anche questa volta lei si sarebbe tirata indietro e mentre tutti l'aspettavano vestita di bianco, lei se ne stava andando, insipirò lasciando che l'ossigenò tornasse fino al cervello, non sarebbe scappata questa volta, no, non lo avrebbe fatto, si rassicurò mentalmente.
All'improvviso ebbe un flashback, il matrimonio con Nicole, quella volta quasi non aveva la cognizione dell proprie azioni, inconsciamente credeva che sarebbe stato un gioco, che scesi da lì tutto sarebbe tornato come prima, non credeva che sarebbe mai stato suo marito. Lui amava Lorelai e lo sapeva, sapeva anche che nessun'altra donna sarebbe mai stata la stessa cosa.
"Oh, sei qui!" disse a Jess che senza rispondere alla sua domanda gli si era avvicinato.
"Davvero? non me ne ero accorto." rispose sarcastico
"Jess.." lo guardò abbassando le sopracciglia
"Ok, ok.." aveva capito immediatamente, non era il momento!
Si guardarono qualche attimo a vicenda, erano entrambi in giacca e cravatta, entrambi con la camicia bianca, entrambi con l'ultimo bottone aperto, entrambi stretti in quei completi scuri, gli venne da ridere, ma si trattennero.
"Certo che stai proprio bene tutto in tiro." commentò il ragazzo con una punta d'ironia
"Anche tu fai la tua figura." lo rinbeccò l'uomo
Jess si passò una mano coperta di gel tra i capelli per curvarli come suo solito.
Luke prese in mano il cappellino blu.. lo guardò per qualche istante.. e poi gli parlò "Mi spiace, oggi devi restare a casa!"
"Stare con lei ti fa un brutto effetto." ridacchiò il giovane
"Credo che sia ora di avviarci, se vogliamo arrivare in tempo."

*taglio al gazebo*

Luke era in piedi davanti al gazebo.
Affianco a lui Jess, difronte il reverendo.
Si teneva le mani l'una con l'altra dietro la schiena, avrebbe voluto metterle in tasca o incrociarle davanti al petto..
Dietro di lui la gente era seduta divisa in due colonne. Nella seconda fila di sinistra c'era Emily che teneva il posto a Richard, nel lato opposto Liz e TJsi erano appena seduti, mentre l'uomo continuava a parlare a vanvera.
E tutto dietro di loro si stagliavano coppie di persone, loro amici, o parenti, tutti quelli di Stars Hollow, c'era anche Kirk, Miss Patty e Babette.
Luke respirò profondamente, Lorelai sarebbe arrivata a momenti e dentro di lui c'era una tale confusione. I pensieri si rincorrevano nella mente, le emozioni si prendevano a calci, mentre le parole scappano giù in fondo alla gola.
Lorelai stava per diventare sua moglie e presto anche la madre di suo figlio, suo figlio.
Respirò ancora. E ancorà.
La musica partì e alzò lo sguardo.

Rory avanzava nel suo vestito rosa antico con un piccolo bouquet tra le mani, sulle spalline erano sparsi piccoli fiorellini, la gonna arrivava sotto il ginocchio, dove si divideva in tre grandi punte leggere.
Jess, affianco allo zio, non potè fare a meno di incantarsi a guardarla camminare verso di loro. Qualcosa bussò da dentro di lui. Che fosse stato quel sentimento nascosto?
Forse.
Arrivata al gazebo, la ragazza, si voltò come tutti gli altri a guardare la sposa che si avvicinava.
Lorelai sotto braccio a Richard camminava lenatamente verso il suo futuro sposo.
Lo guardò da in fondo alla piazza e un brivido la percorse. Si fermò per un istante, cos'era stato? Eccitazione? Emozione? O semplicemente quell'agitazione che aveva ignorato per tutto quel tempo? Si sentì come se si stesse per lanciare nel vuoto, ma un vuoto bellissimo. un vuoto luminoso. Lo guardò negli occhi, sorrise e riprese il suo percorso.

Luke la guardava dolcemente, senza pensare a nulla, senza fare rumore, quasi senza respirare. Era così bella. Il solo vederla arrivare gli diede un senso di pace immensa, tutto il nervoso sparì con il suo sorriso, era la donna della sua vita, la donna che ha sempre amato, perché avere paura di giurare che lo avrebbe fatto per sempre?
La guardò avanzare con passo lento, l'abito bianco panna che le calzava a pennello, stretto nel bustino via via si allargava sui fianchi, dove ricami esili scorrevano simmetrici, dietro lo strascico largo salterellava seguendo i suoi passi, sul suo viso il velo soffice ricamato nel fondo e tenuto fermo sui capelli mossi dal diadema di Emily, non impediva di osservare gli occhi blu brillanti..
Si guardarono intensamente fino a che lei non lo raggiunse.
Richard alzò il velo e glielo spostò dietro la testa impacciato, avrebbe voluto baciarle la fronte, ma non ne ebbe il coraggio, così si limitò a stringerle le mani commosso per poi sedersi accanto ad Emily.
Lorelai lo guardò sedersi, sapeva che quel gesto era molto e ne fu felice.
Si voltò poi versò Luke, gli occhi erano già lucidi. Sorrisero.
"Quest'oggi siamo qui riuniti per unire quest'uomo e questa donna nel sacro vincolo del matrimonio." il curato cominciò "I qui presenti Lorelai" piegò la testa verso di lei "e Lucas" fece lo stesso verso di lui "si scambieranno la promessa di fedeltà ed amore eterno dinanzi agli occhi di Dio e a tutti noi."
Presto il discorso del curato finì e arrivò il momento della promessa..
"Lucas tocca a te cominciare, hai preparato le promesse?"
"Si." si schiarì la voce e si girò a guardare la donna
"Lorelai, sai che non sono bravo con le parole." cominciò con tono sicuro "Perciò mi limiterò a dirti che" le prese le mani "Ti Amo." la guardò come per confermarle che lo avrebbe fatto per tutta la vita "Ti ho amata fin da quel primo caffè che mi chiedesti, a confermarlo c'è un oroscopo.." si scambiarono un sorriso complice "e ora amerò allo stesso modo il bambino che aspetti," buttò fuori l'aria dai polmoni "perchè non potevi farmi regalo più grande."
"Ora sta a te" disse il curato rivolgendosi verso Lorelai, per scongiurare il silenzio che era calato.
Lei guardò Luke con occhi lucidi. Era terribilmente commossa.
Le paure di poco prima si erano affievolite lentamente durante quel discorso, così pensò che non sarebbe dovuto essere poi così difficile da pronunciare.
"Luke.." cominciò infine "tu mi conosci molto bene, probabilmente meglio di chiunque altro." abbassò leggermente lo sguardo "Ci si sposa una volta sola, mi dissi, solo se trovi quella persona, la persona con cui stai bene, la persona con cui crescere assieme, la persona che ti vuole così come sei, la persona che ti fa sentire quella morsa allo stomaco, ricordi?" rallentò il rirtmo del respiro "Io quella persona l'ho trovata" alzò dii nuovo lo sguardo nel suo "Sei tu. Sei tu il mio più grande amico. Sei tu il miglior padre che Rory potesse avere e che questo bambino mai avrà. Sei tu quello che mi è sempre stato vicino. Sei tu quello che per sempre vorrò!"
"Bene, a rirprova di quello che vi siete appena detti, dovete rispondere al mio quesito." disse il reverendo guardondo entrambi negli occhi per poi soffermarsi su Luke.
"Vuoi tu Lucas Danes, prendere la qui presente Lorelai, come tua legittima sposa, per amarla e onorarla, in ricchezza e in povertà, in salute e in malattia, nella buona e nella cattiva sorte, finchè morte non vi separi?"
Luke guardò la donna con la coda degli occhi. "Lo voglio!" affermò con tono solenne e dolce al contempo.
"E vuoi tu" riprese il curato volgendo l'attenzione verso la sposa "Lorelai Victoria Gilmore, prendere il qui presente Lucas, come tuo legittimo sposo, per amarlo e onorarlo, in ricchezza e in povertà, in salute e in malattia, nella buona e nella cattiva sorte, finchè morte non vi separi?"
"Si" sorrise dolcemente "Lo voglio!"
"Fate entrare gli anelli." disse il padre, Jess si frugò nella tasca, tirò fuori le due fedi e gliele passò.
"Ce l'hai fatta! Sono fiera di te." sussurrò Lorelai ironicamente
"Aspetta il brindisi.. :shifty: " le rispose il ragazzo risistemandosi al suo posto.
"Non oso immaginare." borbottò Luke
"Ora dovete ripetere con me.." iniziò il curato dando l'anello più piccolo a Luke
"Io Lucas Danes.."
Lorelai affidò il bianco bouquet alla figlia affianco a lei e protese la mano sinistra verso di lui.
"Io Lucas Danes.." disse prendendo tra le mani quella di Lorelai
"ti dono quest'anello.."
"ti dono quest'anello.." lo vide scintillare tra le proprie dita
"come segno del mio amore.."
"come segno del mio amore.." annuì leggermente con espressione sicura
" e della mia fedeltà!"
" e della mia fedeltà!" disse infilandole la fede all'anulare scioltamente.
"E ora tu.." affermò il prete dando l'altro anello a Lorelai.
Lei lo strinse delicatamente nel pugno, come per assicurarsi che fosse vero.
"Io Lorelai Victoria Gilmore.."
Prese tra e proprie la mano sinistra di Luke.
"Io Lorelai Victoria Gilmore.." cominciò senza esitazioni.
"ti dono quest'anello.."
"ti dono quest'anello.." lo guardò disteso sul suo palmo e lo strinse piano
"come segno del mio amore.."
"come segno del mio amore.." sorrise con gli occhi completamente offuscati dalle piccole lacrime che attendevano di uscirne
" e della mia fedeltà!"
" e della mia fedeltà!" disse infine ed infilò delicatamente la fede all'anulare di Luke.
"Ed ecco che con il potere conferitomi dalla sacra Chiesa io vi dichiaro marito e moglie!" affermò con voce risoluta il curato
"Luke puoi baciare la sposa.." aggiunse subito.
Luke si voltò nuovamente verso Lorelai e si avvicinò piano al suo viso, lei fece lo stesso e quando furono a pochi centimetri l'uno dall'altro uniro le loro labbra in un dolcissimo bacio veemente.
 
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Piccolo omaggio per il post partita, in un caso servirebbe per festeggiare, nell'altro per tirarvi su.. ad ogni modo, vi auguro una buona lettura :fiori: e commentate che mi fa sempre molto piacere, grazie. ^_^





the wedding [part two]


Il pranzo ormai era alla fine..
tutti erano seduti attorno la grande tavolata. Luke e Lorelai ovviamente a capotavola, affianco a loro rispettivamente Jess e Rory, poi tutti gli altri a seguire.
Luke mise una mano su quella di Lorelai e lei gli sorrise.
"Jess non dovrebbe fare quella cosa?" sussurrò infine lei
"C-certo.. ma forse potremmo passare oltre, no?" già di suo non amava questo genere di situazioni, se poi il discorso lo doveva fare suo nipote la cosa lo preoccupava molto.
"Ma no, che dici? Non ti fidi di lui?" :rolleyes: :ihih:
"Non è così! E' che.... okay" ammise alla fine per poi voltarsi verso il ragazzo.
"Tocca a te!" borbottò secco
Jess senza dire una parola si alzò i piedi e richiamò l'attenzione su di se sbattendo il coltello contro il bicchiere riempito con un goccio di champagne.
"A Luke e Lorelai!!" disse alzando il calice a brindare e poi si risedette.
Tutti gli invitati si guardarono perplessi. Era tutto lì? Era già finito il discorso del testimone?
Un brusio si disperse nell'aria.
Lorelai guardò interrogativa Luke.
Luke alzò leggermente le spalle come per dirle che non sapeva nulla. Lorelai spostò lo sguardo su Jess, quasi scocciata. Anche l'uomo si volse severo verso il nipote e lo incitò a parlare. Il ragazzo abbozzò un mezzo sorriso che diceva tutto e niente, poi si rialzò in piedi e cominciò a parlare.
Tutta la sala interruppe il chiacchiericio e fu catturata da lui, ormai non sapevano più che aspettarsi.
"Siamo qui per festeggiare Luke e Lorelai.. e la parola più adatta credo sia finalmente" rise leggermente seguito ruota da alcuni degli invitati "avremmo dovuto festeggiare quando luke si è fatto avanti, quello si che era un evento...."
L'uomo, seduto accanto a lui stava divetando di varie tinte dal rosso fino al viola, non era propriamente il suo sogno più grande stare al centro dell'attenzione e ora vi era dentro come la farcitura nel tacchino. Ma perchè mai suo nipote era diventato d'un tratto così eloquente? Avrebbe preferito di gran che alla prima frase non ne fossero seguite altre: ..a Lorelai e Luke! silenzio! Sarebbe stato perfetto, ma non è così che va, non funzionano così i discorsi.
Intanto Jess continuava, era partito per la tangente e chi lo fermava più?
"Otto anni.." si voltò verso lo sposo "Giusto? otto, no?" e lui fu costretto ad annuire, mentre Lorelai tratteneva a stento una risatina.
"Io otto anni fa, ero.... si, ero ancora un poppante o poco più." fece un altro dei suoi mezzi sorrisi.
"Bhè, se proprio vogliamo brindare, allora facciamolo alla sua fortuna!" disse indicando, con un gesto distratto della mano che teneva il bicchiere, Luke
"Bisogna ammettere che dopo tutto questo tempo, è un gran colpo di fortuna che lei ti abbia notato, nelle tue camicie e sotto il tuo cappellino! a proposito.. dico, avete notato come sta bene vestito così? Io lo dico sempre, è sprecato con i suoi soliti jeans e la flanella." Luke stava per esplodere, ma perchè non spariva per leggere tranquillo da qualche parte? perchè proprio ora doveva avere tutto quel fiato?
"Però ha ragione.." sussurrò Lorelai al suo neo-marito
Lui si voltò con aria confusa a guardarla
"Si, su tutto.. che ci hai messo un eternità.. che sei stato fortunato a trovarmi.. e che stai benissimo in tight.." gli fece un sorriso malizioso..
finalmente Jess si era stancato di parlare e stava concludendo..
"Qunque.." alzò in altò il bicchiere "a Luke e Lorelai!" poi bevve un sorso e si risedette.
"Così andava meglio?" chiese ironico agli sposini.
"Si, era perfetto!" lo rimbeccò scherzosamente la donna
"Potevi risparmiarmelo!" gli borbottò poi lo zio, scatenandogli una leggera risata
"Ho fatto soltanto il mio dovere!" lo prese in giro "Tu, mi hai chiesto implorandomi di farti da testimone!"
"Implorandoti?" :blink: meglio lasciar perdere!
In quel momento partì la musica.
Le note leggere di un walzer si alzarono nell'aria.
Era il momento di aprire le danze!
Luke si alzò e prese la mano di Lorelai che sorrise compiaciuta.
Now that I've worn out, I've worn out the world..
Era la loro canzone.
Se la ricordavano entrambi.
Un brivido li fece arrossire mentre si stringevano lentamente sulle note di quella melodia.
I'm on my kneese in fascination
looking through the night

Lui l'aveva scelta pensando a quel loro primo appuntamento da non-amici ma non ancora da qualcosa di più.
Lei era rimasta piacevolmente colpita da questa scelta.
Si strinse ancor più tra le sue braccia, mentre i loro piedi volteggiavano soli e vicini sulla pista.
and the moon's never seen me before
but I'm reflecting light

Si guardarono negli occhi e sorrisero.
Si sentivano strani ma sicuri.
Non avrebbero più voluto fermarsi.
e dire che a lui neance piace ballare!
Quando la voce di Sam riprese a cantare Kirk, adetto alla musica, invitò la damigella d'onore e il testimone dello sposo a unirsi alle danze, come da tradizione.
I due ragazzi, ai capi opposti della sala, si guardarono da lontano.
I road the pain down..
Rory rimase immobile. Dopo l'altra sera al ponte non gli aveva più parlato. Aveva paura, paura che lui aevsse ancora tanta rabbia dentro e che quello che lei si era accorta di provare ancora fosse inutile. Cosa poteva importargli?
got off and looked up.
looked into your eyes.

Jess sentì una spinta. Era il momento. Il momento perfetto per vedere se in un angolino di lui c'era ancora qualcosa.
Camminò piano verso i lei, le prese una mano e la trascinò piano verso il centro della sala.
Lorelai era preoccupata. Rory le sembrava così agitata, sperò che Jess non facesse nulla.
Luke non sapeva cosa essere, ma sicuramente una parte di se era fiera di Jess e voleva che lui e Rory potessero essere felici.
Jess si mise le braccia della ragazza attorno al collo e le poggiò le mani sui fianchi.
the loss opened windows all around
my dark heart lit up the skies

Rory era impacciata. Un po' perché doveva ballare davanti a tanta gente.
Un po' perché aveva le mani di Jess sui fianchi.
"Bella cerimonia. Non c'è che dire."
Cambiò giro.
Now that I've worn out, I've worn out the world
Avrebbe voluto sorridere.
"Peccato per il discorso del tesimone."
Mosse le mani sulla sua schiena avvicinandola leggermente a se.
Rory arrossì.
Non era ancora riuscita a spiccicare parola.
I'm on my kneese in fascination
looking through the night

L'avvicinò ancora un po'. Sentiva il suo odore.
"La damigella però, era bellissima."
Si. Era ancora dentro di lui quel sentimento e aveva tutte leintenzioni di uscire dal suo angolino.
and the moon's never seen me before
but I'm reflecting light

Era perfetta quelal canzone. Pensò.
Anche lei lo stava pensando, mentre cercava qualcosa da dirgli.
Era così confusa.
Quella vicinanza poi le lasciava ancora più difficile pensare.
Si guardarono negli occhi. Mare e petrolio.
Voleva baciarla.
Se ne accorse in quell'istante.
Voleva baciarla.
"Ricordi che ti ho detto che mi sono diplomato?"
give up the ground under your feet
hold on to nothing for good
turn and run at the mean dogs chasing you

"L'ho fatto per te. Sentivo ancora di averti delusa."
Piano si distaccò da lei.
Si sciolse dalle sue braccia.
Uscì dalla pista.
Stand alone and misundertstood
 
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Leave


Sola.
Si era sentita immancabilemente sola.
Jess era sparito in mezzo alla folla che si avvicinava alla pista per cominciare a ballare.
Si allontanò senza guardare nessuno, senza fermarsi ad ascolatare le persone che la chiamavano per nome o sarebbe rimasta sommersa da quella gente. Mentre camminava scrutava tutt'attorno. Sparito. Non v'era più traccia di lui da nessuna parte. Continuò a cercarlo con lo sguardo muovendosi tra le persone. Vedeva tante faccie. Le sembravano tutte uguali. Non incappò nei suoi lineamenti, nella sua pelle, nel suo sguardo, nel suo sorriso, se così si poteva chiamare.
Una morsa le strinse lo stomaco.
E se aveva organizzato un'altra delle sue sparizioni ad effetto? Nessuno se ne accorgeva. Nessuno lo vedeva. Nessuno riusciva a salutarlo.
Ma no. Questa volta no. Lei doveva trovarlo, parlargli.
Sola in mezzo alla pista qualcosa l'aveva scossa. Aveva capito. Non doveva perdere altro tempo. Doveva parlargli.
Ormai era fuori dalla massa, camminava buttando un'occhio in ogni direzione possibile per le stradine, in quel momento vuote, del paese.
Si ricordò di quando lui la rincorse per quelle stesse strade, solo per dirle quelle due parole e poi andarsene, senza aggiungere altro. Chissà se le aveva mai dette prima, chi lo sa se le aveva mai dette ad un'altra, chi lo sa se le avrebbe dette ancora. Probabilmente si, ma non a lei.
Decise che nonostante quello, nonostante tutto, lo avrebbe raggiuntio, ovunque fosse. Doveva parlargli prima che fosse troppo tardi, o già lo era?
Si mise a camminare più veloce. Non poteva essere tanto lontano.

Era andato via.
Si.
Ma non per lei.
O meglio. Per lei. Ma non per colpa sua.
Aveva bisogno di pensare. Di capire.
Capire perché sentiva di nuovo tutte quelle cose dentro.
Averla così vicino aveva risvegliato quell'antico sentimento, che lui dava per perso.
Credeva di averlo spento. O forse lo sperava.
Poco importava ora, dato che era ancora lì, vivo, acceso, forte e imprevedibile.
Camminava già da un po'. Ormai era fuori dalla mischia. Non sapeva bene dove stesse andando. Voleva solo allontanarsi. Nel buio.
Non scappare.
No.
Sta volta non voleva farlo. Non lo avrebbe fatto.
Avrebbe aspettato il giorno dopo. Avrebbe salutato Luke decentemente. Anche Lorelai.
Sembrava averlo perdonato. Non sapeva perché. Ma gli andava benissimo così. Un problema in meno col quale combattere. Un pensiero in meno che aleggiasse nella sua testa.
Ne aveva già abbastanza. Abbastanza per non dormire la notte.
Già. Perché la notte era il momento più difficile.
Rallentò infilando una mano in tasca per prendere fuori una sigaretta.
Fece caso solo in quel momento a dov'era.
La pompa di benzina.
Non sapeva nemmeno come ci era arrivato, sinceramente.
Poggiò la sigaretta tra le labbra e fece per estrarre l'accendino quando sentì un rumore di passi dietro di se. Passi molto svelti. Stava correndo.
Ripose la macchinetta e si voltò a guardare nella direzione da dove giungeva.
Correva come una forsennata di qua e di là.
Aveva smesso di respirare quasi.
All'improvviso vide una sagoma accanto alla pompa di benzina. Si bloccò.
Era proprio Lui.
Le ricordava immancabilmente qualcosa. Qualcosa successa anni fa. Una cosa molto bella.
Riprese a correre in quella direzione.
Quando gli fu di fronte si fermò, appoggiandosi alle ginocchia per respirare.
Lo guardò negli occhi. Sentiva di essere rossa in viso, un po' per la corsa, un po' per lui.
Si guardarono per qualche istante.
Molti pensieri passarano a tutti e due.
Entrambi volevano dire qualcosa. Ma cosa?
Non c'era nulla che apparentemente andasse bene.
Nulla.
"Hai corso tanto. Dovevi dirmi qualcosa?"
Silenzio.
Lei abbassò lo sguardo.
In realtà aveva preso a correre senza pensare a cosa avrebbe fatto una volta che lo avesse trovato.
E ora non sapeva che dire.
Rialzò gli occhi su di lui.
Lo vide giocherellare con la sigaretta, che non aveva ancora acceso.
Le tornò alla mente quella sera.
Come stavano bene all'ora.
Guardò il suo mezzo sorriso. Amava le sue labbra. Non lo aveva mai detto. Ma erano le più belle che avesse mai baciato e non sapeva bene perché ma ora, più le guardava e più aveva voglia di risentirle sulle sue.
Fece un passò avanti. Breve. Silenzioso.
"Ti amo."
Chiuse gli occhi. Non voleva vederlo andare via. Non voleva sentirgli dire nulla.
Perché lo aveva detto? Aveva paura.
Non sentì alcuna risposta. Alcun rumore.
Ad un certo punto sentì le sue mani sul viso.
Lasciò che glielo alzasse.
Lasciò che si avvicinasse.
Lasciò che la baciasse.
 
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di fronte alla copa del mondo e al terzo compleanno del forum mi sento piccola, ma spero abbiate comunque il tempo di legegre la nuova puntata e commentarla. :fiori:



It can go on.


Dovevano partire per la luna di miele.
Già.
La luna di miele.
Era così strano dirlo. Anche solo pensarlo.
Ma adesso era la Signora Danes. Lorelai Danes.
Suonava bene per lo meno.
Si guardò la mano sinistra. La fede scintillava al suo dito.
Le sembrava di essere in una favola.
Mancava solo il cavallo bianco e la fata turchina.
Il principe però, non poteva sceglierselo meglio.
"Tutto pronto?" chiese lui entrando nella stanza.
"Si." rispose mettendo un ennesima maglietta nella valigia. "Quasi."
"Vuoi che ti aiuti?"
"Tu? Un uomo? Mi fai morire dal ridere certe volte."
Luke la guardò di traverso.
"Se proprio vuoi renderti utile potresti portare qui Rory. Lei è un genio in queste cose."
"Sissignora."
"Hey non chiamarmi così, sai. Sono ancora giovane ed appetibile."
"Cosa vorresti dire? Sei mia ora." disse abbraciandola da dietro e poggiandole le mani sul ventre.
"Oh, ti prego non liberarmi mai più dalla tua morsa, mio re."
"Come vuole lei, mia regina." le baciò il collo.

Scombussolata.
Era la parola giusta. Scombussolata.
Si sentiva tremendamente scombussolata.
Ma allo stesso tempo era felice. Felice come non credeva di poter essere quel giorno.
Tutto andava bene. Sua madre si era appena sposata con l'uomo più meraviglioso della terra e lei si era rimessa col nipote di quell'uomo, il ragazzo che lei amava.
Lo amava.
Finalmente lo aveva ammesso. Lo aveva detto. Glielo aveva detto.
Era stato liberatorio.
Ora si sentiva leggera.
Era stupendo sentirsi leggera.
Era stupendo sentirsi di nuovo sua.
Anche se a dire la verità, lei non aveva mai smesso di sentirsi sua.
Mai.
Jess si era impresso nel suo cuore dalla prima volta che l'aveva visto. Lo sapeva bene.
E ora non c'erano più problemi tra loro. Almeno sperava.
Non c'era più Dean. Non c'era più il diploma. Non c'era più suo padre. Nulla.
Stava aiutando sua madre a fare le valigie, ma non riusciva a pensare ad altro.
Voleva solo baciarlo ancora. Per esserne sicura.
"Rory?"
"Si."
"Hey ma ci sei? Ti ho chiesto dove eri finita ieri sera dopo il ballo."
"Scusa, ero sovrapensiero."
"Mi spiace che abbiate dovuto ballare. Mi spiace che ti abbia lasciata in mezzo alla pista. Se lo prendo lo uso come posacenere."
"No. No mamma."
"Come no?"
"No." disse sendendosi sul bordo del letto della madre.
Lorelai seguì il suo esempio.
Ci fu qualche attimo di silenzio.
"Ci siamo baciati."
Lorelai non seppe che dire.
"Gli ho detto che lo amo."
Lorelai rimase ammutolita.
"E lui mi ha baciata."
Lorelai poggiò la propria mano su quella della figlia. Le vedeva brillare gli occhi.
"Mamma sono felice. Spero che sia la volta buona."
"Anche io. Se tu sei felice, lo sono anche io." sorrise.
"Siamo cresciuti. Tutti e due. Siamo più maturi. Ci amiamo. Perché non dovrebbe funzionare?" ci credeva davvero. Sta volta, ci credeva davvero.
Credeva in loro. Credeva in lui.
"Non ce n'è motivo." disse la madre abracciandola.


Edited by la 4° Lorelai1990d - 20/7/2006, 15:36
 
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Do you know?


Erano state le tre settimane più belle della sua vita.
Ne era sicura.
E come poteva essere altrimenti?
I signori Danes in giro per l'America.
Erano stati tutto il tempo assieme.
Erano stati anche loro una di quelle coppiete che si vedono nelle crociere. Mano nella mano. Sorridenti. Per tre bellissime settimane.
Ma oramai erano di ritorno.
Stars Hollow li aspettava.
Tutta Stars Hollow.
Si immaginava già la schiera di persone pronte a dargli il benvenuto. Chissà se Taylor aveva organizzato qualche speciale evento.
Amava quella città. Era la sua casa. Così accogliente. Così allegra.
Era impossibile annoiarsi.
Un calcio.
Il primo calcio.
"Luke. Luke senti." disse prendendo eccitata la mano dell'uomo e posandosela sul ventre. "Senti? E' il nostro bambino!" disse con gli occhi lucidi.
Era la prima volta che scalciava ed era una sensazione strepitosa.
Luke non sapeva che dire. Era commosso. Era stupefatto. Era felice.
Quel piccolo esserino. Scalciava. Come se volesse ricordargli che era lì. Con loro.
Un brivido passò per la sua schiena.
"Il nostro bambino." ripetè alla fine lascio che un sorriso si materializzasse sul proprio viso.
Lorelai annuì. Il loro bambino.

Aveva deciso di dirglielo al suo ritorno.
Erano partiti così in fretta, che non ce ne era stato il tempo. E comunque non le sembrava il caso.
Voleva che sua madre vivesse quel momento a pieno. Senza pensare a lei.
Anche se molto probabilmente l'avrebbe resa felice quella notizia.
Si. Molto felice.
Era arrivato il momento però.
Erano tornati. C'era stata la festa in piazza.
Era il giorno dopo. Stavano facendo colazione da Luke. C'era anche Jess.
Quale momento poteva essere migliore?
Eppure non riusciva a formulare quella frase.
Continuava a guardare la madre che rideva mentre Babette la informava delle nuove disavventure di Kirk.
Perché le riusciva difficile ammettere che sua madre aveva avuto ragione? Perché?
In passato non era così. Non era mai stato così.
Per un istante ebbe paura di essere ancora quella ragazzina stupida che aveva fatto soffrire sua madre. Che aveva avuto la sua prima volta con uno sposato. Che una sera aveva rubato uno yacht. Che aveva mollato l'università.
Ma no.
Lei non era più così.
Era riuscita a superare quel periodo buio della sua vita.
Aveva ripreso le redini della sua coscienza. Era tornata la ragazza dolce e con la testa sulle spalle che tutta Stars Hollow amava. O almeno lo sperava.
"Mamma?"
Alla fine si era decisa a dirglielo. Era una bella notizia, no?
"Si?"
"Ho preso la mia decisione per quanto riguarda l'università."
"Bene. Quindi?" Lorelai era preoccupata. Non poteva non esserlo.
"Non tornerò a Yale."
La donna aprì la bocca per dire qualcosa, per urlare, per ribadire che era un'idea stupida buttare la spugna così. Cosa c'era ancora che non andava? Perché non voleva tornare? Si ritrovò anche a pensare di aver sbagliato qualcosa. Lei.
Ma dalle sue labbra non uscì nulla. Che senso avrebbe avuto? Avrebbero litigato. Di nuovo. Ma non le avrebbe certo fatto cambiare idea. Così tentò di annuire, ma ne uscì solo uno strano movimento della testa.
Luke sentì quella frase e vide lo sguardo di Lorelai, sarebbe voluto intervenire. Avrebbe voluto dire qualcosa. Far rimettere la testa a posto a quella ragazza. Per lei. Per Lorelai. Lui sapeva quanto ci fosse stata male. Quanto ci tenesse a sua figlia. Perché doveva farle quello? Ma poi pensò che sua moglie se la sapeva cavare da sola. Pensò che probabilmente era quello che preferiva. Era praticamente cresciutà così, a cavarsela da sola, specie con Rory. Non doveva intromettersi ora. Quelle due avevano il loro linguaggio, i loro tempi, lui doveva solo aspettare ed essere lì per quando Lorelai avesse avuto bisogno di lui. Per quando Lorelai lo aveasse chiamato, anche solo con uno sguardò.
Rory guardò la scena, pochi istanti, ma molto pesanti, aveva visto il volto della madre cambiare e Luke arrestarsi per osservarle. Avrebbe dovuto dire subito tutto.
Respirò.
"Mamma?"
"Si?" Che altro c'era?
"Non tornerò a Yale, perché ho deciso di andare ad Harvard."
 
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view post Posted on 25/7/2006, 18:47
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:shifty:



Walk the Line


La donna più felice del mondo.
Si. Era proprio lei.
Ne era certa. Nessuno poteva essere più contento.
La locanda andava a meraviglia. Aveva un'amica straordinaria. Non sentiva i suoi da un po'. Si era sposata con Luke. Sua figlia sarebbe andata ad Harvard. Stava per fare la prima ecografia con suo marito. Cos altro poteva volere?
Nulla.
Luke non parlava da un po'. Era tutto teso.
Era una cosa straordinaria e impressionante al contempo.
Aveva paura forse. Paura di non essere pronto. Paura di non essere bravo.
Non lo diceva. Nemmeno a se stesso. Ma Lorelai aveva capito.
Gli strinse la mano e gli sorrise. Sapeva.
Si sentì un po' meglio e avrebbe voluto dirle grazie, ma in quel momento entrò la dottoressa.
"Bene, bene. Qui abbiamo due sposini."
"Bè io si, ma lo guardi bene, le sembra che lui abbia l'età per essere chiamato sposino?"
"Ma sentila." bofonchiò diventando leggermente rosso.
La dottoressa sorrise per nascondere uan risatina e poi prese in mano una pomata.
"Sentirai solo un po' di freddo."
"Non avete ancora trovato qualcosa di meglio in 20 anni?"
"Eh, no purtroppo." disse spalmandole il basso ventre di quel gel.
Impugnò l'ecografo e lo passò sul punto ingellato.
"Mi sento uno yogurt. Sembra che mi stia passando il codice a barre."
All'improvviso apparve sullo schermo qualcosa in movimento.
"Eccolo. Quello è il vostro bambino." disse la donna indicando un punto sul monitor.
A Lorelai presero subito a luccicare gli occhi.
"Luke. Hai visto? E' lì. Che bello."
"Già." Non riusciva a dire nulla.
"Volete sentire il cuoricino?"
"Certo."
La donna maneggio con il macchinario, fino a che non si sentì un battito.
Piccolo.
Forte.
Lorelai guardò Luke. Entrambi sorridevano. Non c'era bisogno di dire nulla.
"Non vi ho chiesto se volete conoscere il sesso." li interruppe la dottoressa.
"Lei lo sa già vero?"
"Si."
"Luke? Che facciamo?"
"Come vuoi tu."
"Io lo voglio sapere."
"Benissimo." rispose la donna, inquadrando meglio l'immagine "Aspettate un bel maschietto."

Jess aveva deciso di restare.
Restare.
A Rory mancava quasi l'aria.
Si erano tornati insieme. Ma era solo poco più di un mese. Nulla di che.
Andava tutto bene, ma lui nno aveva ancora accennato a quello.
Così. Lei non sapeva che pensare.
Ma finalmente la bella notizia.
In quei giorni era preso il trasloco di Luke a casa di Lorelai.
Non ci sarebbe voluto molto. Molta della sua roba era già là. E comunque, lui non aveva poi così tanta roba.
Così Jess gli aveva chiesto se poteva, una volta che si fosse traferito, vivere lì nel loro vecchio appartamento.
Per restare vicino a Rory E lui.
Ovviamente, dopo aver dettato alcune regole, aveva accordato.
Proprio ieri Luke gli aveva definitivamente lasciato l'appartamento. Così, i due ragazzi avevano deciso di festeggiare.
Avevano cenato in casa di lui e guardato un film.
Ma, come ci si poteva immaginare, del film avevano guardato poco e niente.
Avevano preso a baciarsi, su quello stesso divano di anni prima.
Ad un certo punto, Jess spinse la mano al di sotto della cintura dei jeans.
Rory ebbe una scossa. L'aeva già fatot altre volte e senza tutti quei problemi. Perché quando si trattava di Jess le cose cambiavano? Perché doveva avere quello strano timore? Quella tensione.
Si alzò. Prese in mano il telefono e compose il numero di casa.
"Che fai?"
Ci pensò un attimo. Il cellulare che le squillava tra le mani. Jess che la guardava confuso. Sentì un bip e si smosse.
"Questa è la segreteria di Lorelai Danes. Sono fuori con mio marito. O forse no. Ma visto che ora ho un marito posso dirlo. Ah, dimenticavo. Lasciate un messaggio!"
"Ciao mamma. Sta sera non torno. Resto da Jess." Sorrise richiudendo lo sportelletto.
Jess si alzò e cominciò a baciarle il collo.
Si portarono fino al letto e vi si sdraiarono.
Lei prese ad accarezzargli la schiena, mentre lui cercava il bordo della sua maglietta..



 
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view post Posted on 8/9/2006, 23:01
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Rieccomi qua, scusate per il terribile ritardo, ma come ho già spiegato nel topic dei commenti, ho avuto un blocco post 6.22, non mi sembrava più molto il caso di continuare questa FF così felice e quindi così lontana dalla realtà dei fatti.. però voi mi avete chiesto di continuare e ho pensato che comunque potrebbe servire per tirarvi un po' su, non so. Così eccovi il 25esimo capitolo.


the Lorelais' first day at Harvard


"Io non capisco perché ti ostini a farle portare questo coso."
"Luke, te l'ho già spiegato."
"Ma sarà compreso nella retta, no?"
"Sempre i soldi. E' una questione igenica, sai quanta gente avrà dormito su quel materasso?"
"Si, ma.. "
"O mio dio." disse con un tono preoccupato e portandos una mano alla bocca.
"Lorelai che c'è? Il bambino?"
"No, no." rispose piano
"E allora?"
"Stiamo diventando ripetitivi, monotoni, finiremo per diventare vecchi e noiosi."
"Era questo?
"Certo."
"Mi avevi fatto preoccupare ed era solo un'altra delle tue solite farneticazioni."
"Vedi. Dici solite. Vuol dire che sono scontata."
"Senti deve portarselo o no questo materasso? Basta che non mi rimane l'altro come l'ultima volta, siamo già passati di lì."
"Si e ho anche già riconosicuto l'albero."
"Eh?"
"Nulla." fece un cenno con la mano.
"Ecco qua la coppia del secolo." disse Jess arrivando con uno scatolone.
"Dove l'hai persa l'altra metà della tua coppia?" chiese Lorelai.
"Eccomi." Rispose la ragazza, con un sacco in mano.
"Ce ne sono ancora molti?" chiese Luke.
"No, questo è l'ultimo."
"Tutto pronto, quindi." disse l'uomo sitemando le ultime cose sul furgoncino.
"La mia bimba va al college." disse Lorelai con gli occhi lucidi.
"Veramente c'è già andata." la rimbeccò Luke.
"Tu dovresti stare dalla mia parte."
"Ma io lo sono. Sempre."
"Si come no."
"Che coppia felice." commentò Jess.
"Hey ragazzino." lo fulminò con lo sguardo. "Ah Rory, foto."
"Foto?" strabuzzò gli occhi.
"Si per tua nonna."
"Ah adesso è mia nonna?"
"Veramente lo è semrpe stata. Comunque si vuole le foto. Senti, ti ho risparmiato che venisse in persona. Ringrazia." finse di mettere il broncio.
Alla fine le fece la foto. Gliene fece un sacco. Lì davanti casa e poi per strada e poi davanti ad Harvard e poi dentro ad Harvard. Una con Luke, una con Jess, se ne fecero scattare una tutti assieme e una loro due da sole e poi ne volla una di lei e Luke anche se non centrava nulla.
Poi dovettero salutarsi e gli occhi erano così lucidi che non vedeva più nulla e quasi baciava un albero.

"Hey Luke, chissà se anche il nostro piccolo essere caffeinomane verrà qui da grande." gli chiese mentre tornavano a casa.
"Uno non sarà caffeinomane."
"O si."
"O no."
"Ma, ma io." tirò su col naso.
"No."
"Ok, vedremo."
"No."
"Certo, certo."
"Ah." respirò "E comunque lo deciderà lui dove andare, ma spero tanto che venga qui."
"Wow. Luke?"
"Si?"
"Quanto tempo è che non ti dico che Ti Amo?"
"Tanto."
"Bè, Ti Amo."
"Idem."
"Uh. Piccoli Luke crescono. Sei riuscito a fare una citazione. Anche se di Ghost, ma per cominciare.. Come sono orgogliosa di te."
"Ci risiamo."
Si misero a ridere, di una risata luminosa.

"Jess?"
"Mm?" alzò la testa dalla confezione di pollo.
"Sono felice."
"Lo vedo." le baciò il collo.
Erano seduti sul divano della stanza di Rory e stavano mangiando take away.
"Va tutto bene e mi sembra quasi strano."
"Molto strano."
"Hey, sono ad Harvard." disse con gli occhi spalancati
"Già." Sorrise
"Io studio ad Harvard" le si illuminò lo sguardo
"Sarebbe un po' strano sennò il fatto che dormi qui."
Rory gli tirò il cuscinò sulla testa, e cominciarono a fare la lotta, e finirono per baciarsi stesi sul divano.
Dopo baci veementi, Jess abbassò la sua attenzione sulla scollatura e cominciò a baciarla là.
"Sono davvero felice."
 
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Scusate per l'ennesimo ritardo, ma ho avuto qualche problema a trovare tempo per connettermi.. Comunque eccomi qui con un'altra puntata, spero vi piaccia.



A new blue


"Una festa?"
"Si una festa. Per il bambino."
"Adesso? Manca pochissimo, potresti aspettare che nasca." propose Rory
"No, io voglio una festa adesso."
"Dai, non sarebeb male una festa."
"Grazie Sookie. Tu si che sei un tesoro."
"Allora la vorrei fare qui a casa. Invitiamo tutte, Lane, Paris, Liz, Gipsy, Babette, Miss Patty, la ragazza che si è appena trasferita nella casa accanto a Andrew."
"La nonna."
"La nonna? Hai la febbre?"
"No è che mi sembrava che da dopo il matrimonio andasse meglio, sarebbe carino invitarla."
"Ma così vorra organizzarla lei e ci saranno candele misurate col metro e centritavola in proiezione e camerieri coem i pinguini e.."
"Mi occuperò io di lei, non farà danni. Ne farebbe molti di più se venisse a sapere che hai dato una festa senza invitarla."
"Ok, ok. Ma se poi non si diverte non è colpa mia."
"Me ne occupo io. Vai avanti."
"Si sarà una torta, vero Sookie?"
"Certo. Tutta bianca e con le tifiniture in marsh mellow azzurri."
"Ecco. Cio saranno palloncini, ci saranno cappellini e qualsiasi altra cosa simile. Ma vi prego, voglio che l'azzurro sia sempre lo stesso azzurro di quando ero piccina, niente giallo, niente viola, nè arancione. Promettemelo."
"Farò un sacco di fatica a lasciarti negli anni venti. Sai il mondo va avanti e ora dovresti usare il grigio, ma tu fa finta che non te l'abia detto. Azzurro sarà."
"Ya ya sorrelle."
"Ya ya."
"Ya." disse Sookie confusa.
"No quello è tedesco."
"Oh."

"Capito? Oggi pomeriggio non ti muovere di qui."
"E dove dovrei andare?"
"A casa?"
"Lavoro."
"Oh si, certo. Dite tutti così."
"Lorelai." la guardò interrogativo, non capiva.
"Luke. Oggi do una festa per il bimbo e saremmo solo donne, capito?"
"Uh si, certo. Dite tutte così."
"Una battuta. Hey. Ha fatto una battuta." si girò verso il resto del locale "Luke ha fatto una battuta. Girò di caffè, offre la casa."
"No, non offre la casa." alzò il volume "Non offre la casa, Kirk."
"Ma Lorelai ha detto.."
"Lorelai è pazza."
"Hey."
"Bè non dirmi che non lo sei."
"Ok è vero, ma potresti avere un po' più di tatto."
"La prossima volta ci proverò."
"Bene." Lo baciò.
"Ora vai?"
"Cos'è non vedi l'ora?"
"Ma figurati e perché? Solo eprché mi rallenti il lavoro e disturbi i clienti?"
"Vado, vado."
Prese la borsetta e se ne andò.

Aprì la porta.
"Benvenuta." Disse Lorelai soffiando in una trombetta azzurra.
"Salve Lorelai. Non dovresti aprire tu la porta a questo mese di gravidanza."
"Lo so, ma amo il pericolo."
La fece accomodare dentro il salotto dove c'erano già Lane, Paris e Rory, Sookie era in cucina.
Suono nuovamente il campanello e Lorelai fece per andare ad aprire.
"Vado io."
"No mamma ce la faccio."
"Vado io."
Aprì ed entrarono altre invitate.
Si diressero in sala, c'erano palloncini azzurri ovunque e un odore di zucchero nell'aria.
Anche il divano era diventato in qualche modo azzurro.
Posero tutte dei pacchettini bianchi con grandi fiocchi blu e rifiniture argentate su un mobiletto, li avrebbero aperti più tardi.
Accesero lo stereo e cominciarono a parlottare e ridere. Qualcuno già inziava a muoversi legegrmente e ritmo di musica. Su un tavolino c'erano un sacco di dolcetti e salatini preparati dalla cuoca che stava mettendo le ultime decorazioni sulla torta.
Poco dopo la donna la portò nel salotto ma mentre tutte sorridevano alla vista di quella magnifica opera d'arte, Lorelai si accasciò.
"Mamma, stai bene?"
"Ti aveveo detto di non aprire la porta."
"Non centra la porta."
"E allora cos'hai, zucchero?"
"Credo sia una contrazione."
"Ogni quanto le hai?" chiese Paris.
"Non lo so questa è stata la prima." disse ristende il viso.
"Bene."
Non fecero a tempo a passare cinque minuti che Lorelai diede un piccolo urlo.
"Rieccola."
"Lorelai, non credo proprio di sbagliarmi. Queste sono doglie."
"Doglie?" chiese Rory in preda al panico.
"Si, credo anche io." aggiunse Lorelai indicando il pavimento, le si erano rotte le acque.
"Chiama Luke, ti prego. Chiamalo subito." disse la donna preoccupata alla figlia.
"Lane chiamalo tu per favore io porto la mamam in ospedale."
"No deve venire con me."
"Lorelai non c'è tempo ti raggiungerà là, intanto noi andiamo."
"Vieni anche tu?" chiese sconvolta alla madre.
"Certo che vengo."
Emily e la figlia andarono alla macchina mentre Rory prendeva il minimo indispinsabile.
Misero in moto, mentre fuori cominciava a nevicare.

Nel locale il telefono squillava.
"Pronto."
"Ciao, Lane."
 
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view post Posted on 10/10/2006, 17:28
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There.


Era lì.
Le teneva la mano.
"Respira" le ricordava. Doveva respirare come nei corsi che avevano fatto. Ebbene si era riuscita a convincerlo.
Dentro quella sala. Tutto era verde. Si sentiva strano.
Era un momento che no averbbe mai dimenticato. Lo sapeva. Eppure si sentiva così impotente. Lei urlava ed era rossa in viso ma lui cosa poteva fare? Nulla se non continuare a tenerle la mano.
Lei strinse assieme con una contrazione.
Era così felice che lui avesse deciso di entrare con lei.
Era così felice che le tenesse la mano. Che le dicesse piano "Respira."

Voleva soltanto che Chris fosse lì. Avevano deciso di nno sposarsi. A dirla tutta lo aveva deciso lei. Era vero. Ma in quel momento avrebbe solo voluto che fosse lì con lei.
Era nella sala parto e faceva un male cane.
Avrebbe voluto vederlo. Sentirlo vicino. Stringergli la mano.
Ma non c'era e doevva concentrarsi. Spingere. oveva fare quello ora. Non pensare. Sua figlia c'era. Doveva pensare a questo.


Insipirò.
Espirò.
Spinse.
Oramai aveva preso il ritmo.
"Su forza. Vedo al testa."
La incitò la dottoressa.
"Proprio per questo dovrebbe capire!" disse a stento stringendo ancora la mano del marito.
Lui la guardò. Avrebbe voluto poter alleviarle un po' il carico, ma poteva soltanto starle vicino.
La guardò buttare fuori l'aria. Come faceva ad essere bellissima anche in quel momento? Come faceva ad essre attorniata da quella sua luce che illuminava tutto? Come? Era magica. Era unica. E lui l'amava. Sentì stringere la mano e i loror occhi si incrociarono.
"Respira." le disse ancora e le accarezzò la fronte sudata.
"Ecco ci siamo. Un ultim sforzo e.."
Lorelai spinse con tutte le sue forze e dopo pochi istanti si sentì piangere.
Si lasciò cadere sul cuscino e vide il viso dell'uomo sopra di lei. Sorrise con le poche forze che le restavano.
"Grazie."
Lui non seppe cosa rispondere. Le baciò la mano.
In quel momento le portarono il bambino. Glielo misero tra le braccia.
Rimasero entrambi senza parole.
"Avete già deciso come chiamarlo?"

"Allora signorina ha deciso come chiamarla?"
"A dire il vero. Sa. Molti uomini danno il loro nome ai figli perché non può farlo una donna? Si credo proprio che la chiamerò come me. Lorelai. E tutti la chiameremo Rory. Si suona proprio bene."
"Quindi che nome devo scrivere? Scusi?"
"Lorelai" sorrise.
"Lorelai. Perfetto."


"Veramente noi.." iniziò Luke.
"William." lo interruppe lei.
"Bene, William sia." disse l'infermiera appuntandolo.
"Spero che vada bene. Era da un po' che ci rimuginavo. Ho pensato che ti avrebbe fatto piacere chiamarlo come tuo padre." disse Lorelai guardandolo negli occhi.
"Grazie. E' un idea fantastica." rispose con gli occhi ormai lucidi.
"Piacere Will." si voltò verso il piccolo. "Io sono la mamma e lui è il tuo papà."

Era mamma. Di nuovo.
Eppure era una sensazione così strana, così nuova.
Forse perché sta volta non sentiva tutto il peso sulle proprie spalle. Sta volta c'era Luke con lei.
Si sentiva mille volte più sicura. Ma anche mille volte più eccitata.
Come sarebbe stato crescere un bambino con un uomo accanto?
Lo aveva sognato tante volte. Già. Ma ad essere sincera aveva un po' di paura. E se poi giorno per giorno diventava tutto difficile? Diventava tutto uguale?
Si voltò e vide che Luke si era addormentato accanto al suo lettino.
Era meraviglioso.
Pensò a tutte le mattine che la aspettavano. Decise che si sarebbe svegliata prima che la sveglia suonasse solo per vederlo dormire. Perché l'espressione che aveva in quel momento era così dolce, che non sarebbe mai potuto essere difficile con quel sorriso accanto. Che non sarebeb mai potuto essere brutto se poteva vedere il suo viso così.
Si alzò piano. Si avvolse nella coperta e si diresse nel corridoio.
Raggiunse il vetro e cercò tra i bambini suo figlio.
Il suo sguardo vagò tra i piccoli letti. Appena incappò nel suo piccolo lo riconobbe. Stava dormendo. Aveva la stessa espressione del padre.
Rimase qualche istante a guardarlo. Non le pareva vero.
All'improvviso sentì una mano sulla spalla. Si voltò. Sorrise.
"Mi sono svegliato e non eri lì."
Si girò nuovamente verso la vetrata. Con il suo braccio attorno al collo.
"Guardalo."
"Quelle manine."
"E i piedini."
"E' minuscolo."
"E' un tesoro."
"E' meraviglioso."
"E' uguale a te."
Si strinse sotto il suo abbraccio.
Mentre tutt'attorno scendeva la neve. A portarle il suo regalo.
 
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view post Posted on 17/10/2006, 13:47
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Epilogue.


"Perfetto." disse Lorelai sistemando il nodo della cravatta a Luke.
"No ,tu sei perfetta." ribattè lui poggiando il suo naso tra i capelli di lei giusto dietro l'orecchio, che si apprestò subito a baciare.
Lorelai si lasciò andare a un risolino.
Luke continuò a sfiorarle la pelle con le labbra fino alla base del collo, dove incontrò le spalline di quel vestito color rubino che le calzava a pennello, la faceva sembrare una rosa rossa appena sbocciata, risaltando il nero dei capelli e il blu degli occhi.
"Ma che ti prende sta mattina?" chiese lei piacevolmente incuriosita.
"Nulla."
"Nulla?" ribattè lei facendosi scivolare tra le dita la sua cravatta color rubino.
"Sono felice." rispose lui abbassando gli occhi sulle sue mani.
Lei tirò leggermente la cravatta verso il basso raggiungendo così il viso di lui per spalmare le proprie labbra sulle sue.

"Mamma, mamma." gridò il piccolo correndo verso loro.
Si staccarono abilmente e si girarono entrambi verso il bambino.
Era castano chiaro, con i capelli ricciolosi tagliati corti, due occhi grandi di un verde intenso, il viso tondo e un sorriso da far splendere il sole. Avrà avuto all'incirca 5 anni, stretto in un completino blu che lo faceva sembrare un ometto, tirava la gonna di Lorelai.
"Will, che c'è?"
"Rory mi ha detto di chiamarti."
"E' ancora in camera?"
Il bimbo annuì energicamente.
"Bene. Torno subito."

Luke si abbassò a chinino accanto al piccolo.
"Ti ricordi tutto?"
"Si papà."
"Bene." disse carezzandogli la testa e fece per rialzarsi.
"Papà?"
"Si?" disse tornando vicino a lui
"Per quanto ancora devo tenere questo vestito?"
"Poco tesoro, te lo prometto. Dopo andiamo a giocare a baseball, d'accordo?"
"Yeeeahhh"

***

"Rory che succede?"
"Mamma." Rory si buttò ad abbracciare la madre,
Era già pronta da un po', avvolta nel suo abito bianco, col bustino incrociato dietro e la gonna a campana.
Si staccò dalle braccia della madre e la guardò negli occhi.
"Che c'è?" chiese con più calma aggiustandole il velo sulla testa.
"Ho paura."
"Paura?"
"Mi sono improvvisamente ricordata di tutte le volta che non ha funzionato tra di noi, di quando lui scappava, di quando io scappavo, perché questa volta dovrebbe essere diverso?"
"Tesoro non puoi saperlo, devi sentirlo."
"E se non ci fosse all'altare?" disse sedendosi sul letto.
"Ma che dici. Ricordi quanto io dubitassi di Jess, no?"
Rory annuì a testa bassa.
"Beh io non ho più dubbi che ti ami. E poi sono quattro anni che funziona. Ma solo tu lo sai davvero."
Rory annuì ancora, ma stavola accompagnadolo con un sorriso.

***

"E ora che vi siete promessi l'un l'altro di amarvi e onorarvi per il resto della vostra vita, dovete scambiarvi gli anelli."
Lorelai diede un piccolo colpetto sulla spalla a William, in piedi al centro tra i due sposi, che subito alzò il cuscino crema con sopra le fedi.
Jess prese la sua, ripetè le parole del reverendo e la infilò al dito di Rory, che subito dopo fece lo stesso.
"E ora vi diachiaro marito e moglie."
Esplose un applauso.
"Puoi baciare la sposa."
Jess non se lo fece ripetere due volte, poggiò un amano sul fianco della ragazza e la baciò intensamente, mentre Lorelai e Luke continuando a battere le mani incrociarono gli sguardi, entrambi commossi, e si sillabarono un silenzioso ma dolcissimo "Ti amo."



The End.

Che dirvi, se non grazie?
 
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