Le frasi piu' belle, ..dai libri che avete letto.

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view post Posted on 16/3/2007, 20:32

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no, non sono pazza :P ... c'era un post prima del mio :dunno:
 
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step86
view post Posted on 16/3/2007, 20:58




CITAZIONE (gloria_ita @ 16/3/2007, 20:32)
no, non sono pazza :P ... c'era un post prima del mio :dunno:

l'ho visto anche io :ihih:
 
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boyracer
view post Posted on 16/3/2007, 21:08




CITAZIONE (gloria_ita @ 16/3/2007, 20:32)
no, non sono pazza :P ... c'era un post prima del mio :dunno:

prima del tuo e dopo il mio? :unsure:
 
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boyracer
view post Posted on 27/3/2007, 22:23




- Dormivi? - chiese cauta Sumire.
- Hmm, - risposi con una spece di gemito. Automaticamente, il mio sguardo corse alla sveglia accanto al letto. Nonostante le grosse lancette e i numeri che avrebbero dovuto essere fosforescenti, non riuscivo a leggere l'ora. L'immagine riflessa sulla retina e la parte del cervello preposta a adecodificarla non si incastravano, come quando una vecchietta cerca invano di infilare un ago. Capivo soltando che intorno a me era buio pesto, come nel momento che Francis Scott Fitzgerald chiama << il buio dell'anima >>


- Ho la testa piena di cose che vorrei scrivere. È come un assurdo magazzino tutto stipato di roba, - disse Sumire. - Immagini, scene, frammenti di discorsi, figure di persone... a volte queste cose sono così scintillanti, piene di vita, e sento che mi urlano: Scrivici! In quei momenti mi sembra che stia per nascere un romanzo meraviglioso. È come se stessi per andare in un posto completamente nuovo. Ma appena mi siedo al tavolo e provo a scrivere, mi rendo conto che qualcosa di essenziale è andato perduto. L'esperimento è fallito: non ho prodotto nessun cristallo, e mi ritrovo in mano dei sassi. E non sono andata proprio da nessuna parte -. Sumire, la fronte corrugata, raccolse il duecentocinquantesimo sassolino e lo gettò nel laghetto. - Forse mi manca qualcosa. Qualcosa di assolutamente essenziale per diventare uno scrittore.
Per qualche attimo scese un profondo silenzio. Sentii che aveva bisogno di una delle mie banali osservazioni.
- Nell'antica Cina, intorno alle città si ergevano delle alte muraglie, nelle quali venivano costruite delle grandiose e splendide porte, - dissi, dopo aver riflettuto qualche istante. - A queste porte era attribuito un significato molto importante. Il loro scopo non era solo quello di permettere alla gente di entrare e uscire, ma si credeva che in esse abitassero gli spiriti della città. O che avrebbero dovuto abitarvi. Un po' come nell'Europa del Medioevo si riteneva che chiese e piazze fossero il cuore delle città. Per questo ancora oggi in Cina restano molte di quelle magnifiche porte. Sai come facevano gli antichi cinesi a costruirle?
- Non ne ho idea, - disse Sumire.
- Andavano nei luoghi dove in passato si erano svolte delle battaglie, e lì raccoglievano tutte le ossa, sparse per terra o sepolte, che riuscivano a trovare. In un paese ricco di storia come la Cina, i campi di battaglia non mancavano certo. Poi all'ingresso della città costruivano delle enormi porte in cui venivano incastonate le ossa. Gli abitanti speravano che, grazie a questo tributo in loro onore, i soldati defunti avrebbero protetto le loro città. Ma non era ancora abbastanza. Finito di costruire le porte, radunavano un certo numero di cani vivi e con il pugnale gli tagliavano la gola. Quindi versavano il loro sangue ancora caldo sulle porte. Mischiando le ossa consumate e il sangue fresco, gli antichi spiriti avrebbero acquistato un potere magico. O almeno questo è ciò che credevano.
Sumire aspettava in silenzio il seguito della storia.
- Scrivere romanzi è un po' la stessa cosa. Puoi raccogliere tutte le ossa che vuoi, costruire la porta più splendida del mondo, ma ciò non basta a produrre un romanzo che sia vivo. Una storia, in un certo senso, non appartiene a questo mondo. Per creare una vera storia è necessario un battesimo magico, che riesca a mettere in contatto questo mondo con quell'altro.
- Cioè, vorresti dire che anch'io devo trovarmi il mio cane.
Annuii.
- E che devo far scorrere il suo sangue caldo.
- Può darsi.
Sumire si morse le labbra e restò per un po' a pensare, lanciando ancora molti di quei poveri sassolini nel laghetto.
- Se possibile, vorrei evitare di uccidere animali


La ragazza dello Sputnik
 
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askina
view post Posted on 28/3/2007, 20:15




La gente si preoccupa perché i ragazzini giocano con le ar¬mi, perché gli adolescenti guardano film violenti; c'è la paura che nei giovani finisca per imporsi una specie di cultura della violenza. Nessuno si preoccupa dei ragazzini che ascoltano migliaia di canzoni - migliaia, letteralmente - che parlano di cuori spezzati, e abbandoni e dolore e sofferenza e perdita. Le persone più infelici che conosco, dico in senso amoroso, sono anche quelle pazze per la musica pop; e non sono sicuro che la musica pop sia stata la causa della loro infelicità, ma so per certo che sono persone che hanno ascoltato canzoni tristi più a lungo di quanto non siano durate le loro tristi storie

Alta fedeltà
 
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boyracer
view post Posted on 31/3/2007, 17:25




da un blog

Questa è la storia di una ragazza che aveva un mondo meraviglioso spalancato davanti a sé. Era bellissimo; era dipinto di migliala di colori, che si adagiavano sulla sua superficie, mille arcobaleni che si curvavano delicatamente in altrettanti sorrisi. Ma lei viveva ad occhi socchiusi. No, non chiusi, ma ridotti a due fessure. E il suo splendido mondo ne risultava offuscato, bagnato di pioggia e cosparso di buchi neri e crepe. E di arcobaleni non ce n'erano. Perché quando ne scovava uno, sforzandosi un po', chiudeva gli occhi stretti stretti, e quello tornava grigio, e lentamente svaniva.
Un giorno, per caso, si è imbattuta in un arcobaleno talmente splendente, da sembrare un lampo, tanto era accecante. E lei credeva che avesse acceso all'improvviso tutti i colori del mondo, mentre invece li spegneva uno ad uno, come piccole candele tremanti. Il passare del tempo -e la Verità- ha fatto sì che quel fulmine dalle fattezze meravigliose quanto fatali, perdesse la sua luce e divenisse sempre più flebile, tanto da non splendere più. E quel mondo non ebbe più luce, per lunghi mesi. Gli occhi della ragazza erano completamente chiusi. E lei, lei non sapeva davvero come fare per riaprirli! Non sapeva che bastava semplicemente volerlo realmente. Credeva che chissà quali cose intorno a lei dovessero cambiare; invece doveva solo avere il coraggio di guardare ciò che aveva davanti, il coraggio di rimanere accecata da tutta quella luce. Provò, piano piano, a schiudere quelle due fessure, ma come chi sta per troppo tempo al buio, aveva una paura immensa, ma non sapeva nemmeno lei di cosa. Tanti arcobaleni, andati perduti tempo addietro, presero ad accendersi sulla sua strada, tanti sorrisi, tante piccole candele sempre meno tremule. Ma un giorno successe una cosa grandiosa. Era in viaggio, e pensava, tanto e forte. Pensava che c'era una cosa che avrebbe voluto fare da sempre, ma non ne aveva mai avuto il coraggio. Non si rese conto che in quel momento i suoi occhi erano già aperti, come non lo erano mai stati. Ma la vera, grande, rinascita, avvenne quando prese in mano quel bellissimo strumento; era un incanto di violino.
Con timore reverenziale, strofinò l'archetto sulle corde. E sentì come cantavano gli angeli in Paradiso, poteva giurarlo.
E i suoi occhi erano spalancati. La luce l'inondò, la investì quasi come fosse liquida, e i colori... ah, i colori! Erano linee tracciate da ogni nota di violino. Era come se avesse trovato un pezzo di sé che le era stato tolto. Adesso era completa. E viva. E illuminata.
 
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zoe84
view post Posted on 1/4/2007, 14:37




è l'incipit di un libro che amo tantissimo....
-chiedi alla polvere- John Fante.

Una sera me ne stavo a sedere sul letto della mia stanza d'albergo, a Bunker Hill, nel cuore di Los Angeles. era un momento importante della mia vita, dovevo prendere una decisione nei confronti dell'albergo. O pagavo o me ne andavo: così diceva il biglietto che la padrona mi aveva infilato sotto la porta. Era un bel problema degno della massima attenzione. lo risolsi spegnendo la luce e andandomene a letto.


^_^
 
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sassy_kath
view post Posted on 18/8/2007, 20:58




La piu bella citazione di Baricco, forse.

Volevo dire che io la voglio, la vita, farei qualsiasi cosa per poter averla, tutta quella che c'è,
tanta da impazzirne, non importa, posso anche impazzire ma la vita quella non voglio perdermela,
io la voglio, davvero, dovesse anche fare un male da morire è vivere che voglio.


'Oceano, Mare'

Sai cos'è bello, qui? Guarda: noi camminiamo, lasciamo tutte quelle orme sulla sabbia,
e loro restano lì, precise, ordinate. Ma domani, ti alzerai, guarderai questa grande spiaggia
e non ci sarà più nulla, un'orma, un segno qualsiasi, niente. Il mare cancella, di notte.
La marea nasconde. E' come se non fosse mai passato nessuno.
E' come se noi non fossimo mai esistiti.
Se c'è un luogo, al mondo, in cui puoi non pensare a nulla, quel luogo è qui.
Non è più terra, non è ancora mare. Non è vita falsa, non è vita vera.
E' tempo. Tempo che passa. E basta...
 
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liriel84
view post Posted on 18/8/2007, 23:34




wow! perchè io non avevo ancora visto questo topic? :mmm:
inizio con questa (non sono sicura sia perfetta perchè vado a memoria, ora non ho il libro sottomano):

Il Vostro corpo, dalla punta del becco alla coda, dall'una all'altra punta delle ali,
non è altro che il vostro pensiero, una forma del vostro pensiero,
visibile, concreta. Spezzate le catene che imprigionano il pensiero,
e anche il vostro corpo sarà libero.


Richard Bach, Il gabbiano Jonathan Livingston

io la trovo bellissima!
 
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sil_via
view post Posted on 18/8/2007, 23:59




Le persone pensano a noi infinitamente meno di quanto pensiamo

da Caos Calmo un libro meraviglioso :rolleyes:
 
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:kate_fghj:
view post Posted on 19/8/2007, 11:19




CITAZIONE (sil_via @ 19/8/2007, 00:59)
Le persone pensano a noi infinitamente meno di quanto pensiamo

da Caos Calmo un libro meraviglioso :rolleyes:

Stupenda! :wub:
 
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tilo
view post Posted on 29/10/2007, 14:50




A volte mi sento come se fossi destinato a essere sempre dietro le quinte quando arriva la scena madre. Come se Dio mi avesse scelto come vittima di un cosmico tiro mancino, assegnandomi poco più di una comparsata nella mia stessa vita. Altre volte mi sento come se non avessi altro rôle che quello dello spettatore di storia di altra gente, e per di più fossi condannato a lasciare il mio posto sempre al momento cruciale, e andare in cucina a farmi una tazza di tè proprio quando arriva la resa dei conti.


La banda dei brocchi, di Jonathan Coe
 
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Trisha Takanawa
view post Posted on 29/10/2007, 15:36




CITAZIONE (boyracer @ 31/3/2007, 17:25)
da un blog

Questa è la storia di una ragazza che aveva un mondo meraviglioso spalancato davanti a sé. Era bellissimo; era dipinto di migliala di colori, che si adagiavano sulla sua superficie, mille arcobaleni che si curvavano delicatamente in altrettanti sorrisi. Ma lei viveva ad occhi socchiusi. No, non chiusi, ma ridotti a due fessure. E il suo splendido mondo ne risultava offuscato, bagnato di pioggia e cosparso di buchi neri e crepe. E di arcobaleni non ce n'erano. Perché quando ne scovava uno, sforzandosi un po', chiudeva gli occhi stretti stretti, e quello tornava grigio, e lentamente svaniva.
Un giorno, per caso, si è imbattuta in un arcobaleno talmente splendente, da sembrare un lampo, tanto era accecante. E lei credeva che avesse acceso all'improvviso tutti i colori del mondo, mentre invece li spegneva uno ad uno, come piccole candele tremanti. Il passare del tempo -e la Verità- ha fatto sì che quel fulmine dalle fattezze meravigliose quanto fatali, perdesse la sua luce e divenisse sempre più flebile, tanto da non splendere più. E quel mondo non ebbe più luce, per lunghi mesi. Gli occhi della ragazza erano completamente chiusi. E lei, lei non sapeva davvero come fare per riaprirli! Non sapeva che bastava semplicemente volerlo realmente. Credeva che chissà quali cose intorno a lei dovessero cambiare; invece doveva solo avere il coraggio di guardare ciò che aveva davanti, il coraggio di rimanere accecata da tutta quella luce. Provò, piano piano, a schiudere quelle due fessure, ma come chi sta per troppo tempo al buio, aveva una paura immensa, ma non sapeva nemmeno lei di cosa. Tanti arcobaleni, andati perduti tempo addietro, presero ad accendersi sulla sua strada, tanti sorrisi, tante piccole candele sempre meno tremule. Ma un giorno successe una cosa grandiosa. Era in viaggio, e pensava, tanto e forte. Pensava che c'era una cosa che avrebbe voluto fare da sempre, ma non ne aveva mai avuto il coraggio. Non si rese conto che in quel momento i suoi occhi erano già aperti, come non lo erano mai stati. Ma la vera, grande, rinascita, avvenne quando prese in mano quel bellissimo strumento; era un incanto di violino.
Con timore reverenziale, strofinò l'archetto sulle corde. E sentì come cantavano gli angeli in Paradiso, poteva giurarlo.
E i suoi occhi erano spalancati. La luce l'inondò, la investì quasi come fosse liquida, e i colori... ah, i colori! Erano linee tracciate da ogni nota di violino. Era come se avesse trovato un pezzo di sé che le era stato tolto. Adesso era completa. E viva. E illuminata.

stupenda.... :cry: :wub: ma è la citazione di un qualche libro o cosa???
 
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sassy_kath
view post Posted on 29/10/2007, 16:05




-Tu sai perchè smise di parlare?
-Forse è che la vita, alle volte, ti gira in un modo che non c'è proprio più niente da dire. Più niente, per sempre.

Seta- A. Baricco
 
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140 replies since 6/7/2006, 23:08   14443 views
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