A new Beginning

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C.Gilmore
view post Posted on 20/7/2008, 16:49




Titolo: A new beginning
Autore: C.Gilmore
Genere: boh...
Stato: In corso
Commenti:è la mia prima FF, non so bene bene come sia, però siate clementi! :D ...Questo è il modo in cui mi sono sempre immaginata la continuazione dell'ultimo episodio della 7 st....enjoy!

CAPITOLO 1

Il vento leggero tra i capelli, il verde degli alberi, , il cantastorie con i suoi ritmi country, le voci di Luke e Taylor sempre in disaccordo, Kirk che cerca di vendere qualche strano prodotto sotto il gazebo, Sookie e Jackson in giro con i loro bambini. Tutto così normale, tutto così familiare, tutto a portata di mano, tutto…driiin….driiin…
Il telefono della sua collega.
La realtà irrompe nel dolce sogno di Rory…sono ormai 10 mesi che non torna a Star Hollow, sempre in giro con Obama e il suo instancabile team…
Per dire la verità le piace la sua nuova vita. E’piena di movimento, adrenalina, sempre pronta all’azione, genere “Tutti gli uomini del presidente”La vita che aveva sempre sognato.
A volte, però,le mancava la calma della piccola cittadina del Connetticut, le risate di sua madre…sua madre…esatto…si stava quasi dimenticando di lei..n
Apre il cellulare ultimo modello e digita velocemente un numero a lei molto familiare
….
“Ciao mamma! Scusa se non ti ho chiamato..”
“Ciao tesoro… non ti preoccupare, posso immaginare quanto tu sia impegnata. Allora ,quali novità dalla lontana California?”
“Non potrebbe andare meglio. Tutti i sondaggi segnano a favore di Obama. In più Monica mi ha assegnato il compito di addetta stampa durante il discordo del senatore che si terrà tra qualche giorno!Non vedo l’ora…è un incarico importantissimo!...Non che questi mesi siano andati mele, anzi, ma…
“Si ho capito! Sono molto felice per te! E’ fantastico tesoro! E mi raccomando, ricordati del marsupio..”
“Ancora con la storia del marsupio…”
“Ah ah ah! E dove si terrà questo mega discordo genere Martin Luther King “I have a dream?”
“San Francisco”
“San Francisco…”
“Si…”..ora non ho voglia di parlarne, devo cambiare argomento
“Ehm..Come sta il piccolo William/Audrey?
“Tutto sotto controllo. Le nausee però non mi danno tregua. Non me lo ricordavo così stressante!L’ unica cosa buona è che posso mangiare tutti i Marshmallow che voglio e si confondono con il pancione!”
“Bene..e Luke come sta tra te, il locale e il bimbo?”
“Credo bene.E’ così elettrizzato e allo stesso tempo troppo agitato! Continua a ripetermi che devo mangiare sano, stare tranquilla, che devo ascoltare il dottore dentigialli e, cosa più insopportabile di tutte, non mi fa bere caffè!”
“Ah ah ah. Avrà paura che il bambino possa diventare un caffeinomane come me?”
“Si…anche se io gli ho detto che non è una cosa negativa. Tu ne sei l’esempio vivente!”
“Esatto!Ora però devo andare, il..”
“Aspetta…ho pensato ad un nuovo nome … che ne dici di Diletta,come la figlia di Scarlett O’Hara e Rhett Butlerin in Via col vento?”
“…si, ma Diletta è morta prematuramente…”
“Questo è vero, ma solo perché le avevano insegnato ad andare a cavallo!”
“Quindi costringerai Diletta a non salire mai su un cavallo per tutta la sua vita?”
“…in effetti…ora che mi ci fai pensare…non vorrei mai che la mia lei o il mio lui non diventasse un campione/campionessa di equitazione solo per causa mia…mi toccherà il nome Audrey”
“Credo che sia la cosa più giusta”
“Ok. Ti lascio lavorare. Chiamami dopo”
“Va bene. E non pensare ad altri nomi..Audrey è perfetto. Ciao!”
Caspita..San Francisco..chissà…no non ci devo pensare, non ci voglio pensare…..non riesco a non pensarci...
 
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C.Gilmore
view post Posted on 20/7/2008, 23:00




CAPITOLO 2

Una stanza d’albergo. Rory prepara i suoi bagagli per partire il giorno dopo. Dovrà essere nella città californiana qualche giorno prima per organizzare tutto al meglio.
Driin…driiin…
“Pronto?”
“Ciao… Paris”
“O mio dio Paris..non mi aspettavo una tua telefonata, è da circa tre settimane che non ti sento”
“Lo so..colpa di questi incompetenti!”
“Ma dove sei ?”
“Sono con Doyle in una cittadina indiana..una certa Mysyuistery…e in questa zona dimenticata da dio non c’è un filo di rete…ti rendi conto..nulla, zero, inesistente…”
“Si, ho afferrato il concetto”
“In uno dei paesi emergenti, forte per la sua economia che si basa sui servizi, non posso neppure controllare i risultati dei miei esami di medicina…”
“Se vuoi lo faccio io per te”
“Grazie mille..”
“A parte l’inesistenza di una rete come continua il vostro viaggio in India?”
“Non c’è male…molto bello. Mi sto iniziando a rendere conto di quanto potrà essere facile fare il medico in America, qui è una situazione completamente diversa: incredibile come qui la gente abbia bisogno di aiuto!”
“E Doyle?”
“A parte la gastroenterite va tutto bene…e a te come vanno le cose con il neo Kennedy?”
“Non mi lamento, ora siamo in California, San Francisco”
“San Francisco…quindi…”
“Si, beh..non è detto…è una città molto grande..”
“Ma è San Francisco…”
“E’ San Francisco…”
“Ehi! Ma che diavolo ti salta in mente?? Fermo! Vieni qui!..Rory devo andare.”
Rory fissa confusa il display del cellulare dove lampeggia la scritta “Chiamata conclusa”.
Chissà cosa gli sarà successo..Qualsiasi cosa o persona sia con Paris contro non avrà nessuna via di scampo…ricorda ancora le eterne ore di studio con lei, a casa sua, alla Chilton e a Yale.
E’ incredibile quanto sia bizzarra questa amicizia: i primi anni non la potava sopportare e poi sono riuscite a convivere sotto lo stesso tetto!
Paris, oltre a Lane e a sua madre, è stata una delle poche persone che l’abbia sempre fatta ragionare…
Appoggia il telefono sul comodino e continua i suoi preparativi, fino a mezzanotte passata.


CAPITOLO 3

Il giorno dopo all’aeroporto tutto è un susseguirsi si cose frenetiche: il caffè, i documenti, il PC, il passaporto, il telefono….
Finalmente in aereo mi posso rilassare e riposare per un po’. Prendo la borsa, frugo un po’ con la mano in cerca di una copertina rigida, ma no trovo niente: O mio dio, ho dimenticato il libro in albergo!
Rammaricata e un po’ triste sprofondo nel sedile…cosa posso fare durante 2 ore di volo?
Il mio sguardo di posa sulla copia del giornale che questa mattina sono riuscita a comprare al volo prima di imbarcarmi: potrei leggere qualcosa.
Mi passa accanto un hostess che gentilmente mi chiede se desidero qualcosa da bere, e io, senza esitare, le chiedo un caffè…
Mentre la signorina si volta verso il suo carrello per prendermi la bevanda giro distrattamente le prima pagine.
L’hostess mi porge il caffè, l’assaggio e per poco non lo sputo!Che schifezza! E’ acqua calda con un leggerissimo retrogusto di caffè! Ahhh quanto mi mancano i fantastici caffè di Luke! Per non parlare poi dei suoi Hamburger…
Dopo questo dolce tuffo nei ricordi giro la testa verso il quotidiano e faccio un piccolo sobbalzo!
Sul giornale c’è una foto di Logan Huntzberger!!
Cosa sarà successo?
E’ andato in prigione dopo una delle sue bravate insieme a quelli della Brigata?
E’ in ospedale in fin di vita?
Si è sposato?...o mio dio…e se si sta sposando???
Inizio a leggere vorticosamente l’articolo.
L’astro nascente dell’economia californiana Logan Huntzberger, figlio del celeberrimo magnate dell’editoria Mitchum Huntzberger, è riuscito a far concludere ,in poche settimane, un contratto da migliaia di dollari….una scommessa vinta....
Tiro immediatamente un soffio di sollievo: è bello saperlo ricevere buone notizie….
Però, è strano averlo saputo in questo modo. Soltanto qualche mese fa avrei ricevuto una sua telefonata, con il suo solito tono allegro, come quello di un bambino che ha appena vinto un sacchetto di caramelle, e lui mi avrebbe invitata fuori a cena a festeggiare e….
Basta! Devo smetterla! Lui ha una sua vita e io pure. In questi mesi sono cambiate un sacco di cose. Tutti siamo andati avanti, pure Logan. Io non posso rimanere indietro.
Una voce echeggia dagli altoparlanti posti sopra il sedile di ogni passeggero : “Informiamo i passeggeri che tra pochi minuti verrò effettuato l’ atterraggio presso l’aeroporto si San Francisco. Vi preghiamo di allacciare le cinture”.
 
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C.Gilmore
view post Posted on 21/7/2008, 11:05




CAPITOLO 4

Appena scesa dall’ aereo una dolce e calda brezza mi accarezza il viso e mi scompiglia i capelli.
Mi dirigo come tutti gli altri passeggeri verso l’interno dell’aeroporto, poi lungo il corridoio che porta ai nastri trasportatori con i bagagli del nostro volo.
Afferrata la mia valigia, esco dall’ aeroporto. Mi guardo per un attimo in giro…e se lui sapesse del mio arrivo qui?
All’improvviso sento una voce lontana che grida il mio nome. Il mio cuore inizia inspiegabilmente palpitare più velocemente e si riempie di una piccola e stupida speranza. Mi volto di scatto e...una ragazza bionda dall’aria simpatica corre verso di me sventolando una mano.
Il mio cuore riacquista un ritmo normale e sul mio viso si dipinge una piccola ombra di dispiacere…che sciocca illusa che sono stata. Ma dopotutto era bello sperare.
La ragazza si ferma davanti a me. Sembra quasi accorgersi del mio velo di tristezza e, con un enorme e smagliante sorriso mi chiede se va tutto bene. Io rispondo di si col capo e poi la guardo con aria interrogativa.
“Ciao. Tu devi essere Rory, giusto?”
“Si, in carne ed ossa. E …”
“Ah, bene. Per un momento ho pensato di aver beccato la persona sbagliata! Mi è capitato più di una volta, e non è una di quelle esperienze che vorrei riprovare!
Comunque io sono Andrea, la tua assistente qui a San Francisco. Per qualsiasi problema ti potrai rivolgere a me, e potrò farti anche da Cicerone!”
“Fantastico” rispondo, ancora colpita dalla raffica di parole riuscite a dire in meno di 2 minuti.
Ad essere sinceri Andrea assomiglia vagamente a Paris, solo in versione più innocua e sorridente…non si preannuncia tanto male questo soggiorno a San Francisco.
Poi saliamo su una lussuosa macchina blu scuro.

Quando arrivo nella mia stanza d’albergo mollo le borde su una sedia e mi lascio cadere sul letto. Sono distrutta!
Non so se la mia stanchezza è dovuta a 2 semplici ore di volo o dall’incredibile mole di lavoro consegnatomi da Andrea durante il tragitto dall’aeroporto all’albergo.
Saranno 4 lunghissimi giorni!

Sono già le sette di sera quando riapro gli occhi e mi accorgo di aver dormito per più di 2 ore!
Mi alzo velocemente, faccio una doccia a tempo di record e mi vesto il meglio possibile vista la scarsità di tempo: vestito fino al ginocchio senza spalline marrone/ambra, giacchetta con maniche a tre quarti marrone chiaro, scarpe altre chiuse, leggero filo di trucco, e capelli sciolti…credo che possa andare bene!
Mi precipito fuori dall’albergo e trovo Andrea, raggiante come sempre.
Questa sera, la mia neo-assistente,ha deciso di portarmi a fare un giro per la città, che secondo lei, durante la notte, da il meglio di se. Inoltre afferma che sono un po’ troppo nervosa e agitata per questo lavoro, e quindi ho bisogno di rilassarmi andando in giro a divertirmi un po’ per San Francisco. L’idea sembra allettante: dopotutto è solo una serata tra donne!

Wow che serata! San Francisco è stupenda!
Questo è il sesto bar in cui andiamo…e devo ammetterlo: sono un po’ brilla, ma mi piace!
Mi piace non pensare a tutte le cose che mi circondano, al lavoro e soprattutto a lui, il cui pensiero mi ha assillato da quando ho saputo che sarei andata a San Francisco. Finalmente mi sento bene!
Devo ringraziare Andrea e soprattutto l’alcool!
Ordino un altro martini e brindo con Andrea: alla spensieratezza!
All’improvviso una strana sensazione di gridare e urlare al mondo intero che sto bene, che sono libera, mi attanaglia. Con il bicchiere sempre in mano salgo barcollando sulla sedia, fino ad arrivare sul bancone. Alzo il mio drink in aria e grido a tutta la gente del locale: “Alle persone libere dai pensieri!”
Immediatamente mi sento leggera e compiaciuta. Vedo la gente di tutto il locale che brinda sorridente. Mi sento finalmente sicura di me, lui non riuscirà più ad essere al centro dei mie pens….
Ad un certo punto la mia mente si blocca completamente. Com’è possibile? No..non può essere…non è possibile…non adesso…
Scendo veloce dal bancone rischiando quasi di rompermi una caviglia. Accidenti a queste scarpe col tacco alto!
Mi precipito immediatamente fuori dal locale con Andrea che preoccupata mi segue a ruota.
Come può…o mio dio…sono sicura di non essermi sbagliata…
“Cosa c’è Rory? Sei bianca come uno straccio. Sembra quasi che tu abbia visto un fantasma….”
Andrea continua a parlare ma le sua parole non mi sfiorano.
Nella mia mente riaffiorano le sue dolci risate, il suo sguardo sicuro, quei morbidi capelli biondi sempre spettinati, quei baci….
Un fantasma. Si, è proprio quello che ho visto. Un fantasma che mi tormenta da molte notti ormai.
E ora quel fantasma mi ha raggiunto…
 
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C.Gilmore
view post Posted on 23/7/2008, 14:55




CAPITOLO 5

Mi trovo sola nella bella stanza d’albergo.
Andrea se ne è appena andata, dopo essersi accertata che stessi bene: è stata molto gentile e premurosa con me, che mi sono comportata come una sciocca ragazzina.
Dovrò farle come minimo un piccolo regalo prima si ripartire, sta facendo moltissimo per me, più di quello che una normale assistente farebbe.
Ho un gran mal di testa. Beh, dopotutto non mi meraviglio, con tutti quei pensieri!
Potrei chiamare mia madre: lei riuscirebbe sicuramente a tranquillizzarmi, e a farmi mettere ordine.
Sto già per digitare il numero, quando il mio sguardo cade sulla sveglia: è l’una passata, e la mamma starà sicuramente dormendo. In più con la gravidanza ha bisogno di riposo. La chiamerò domani mattina.
Metto il cellulare su silenzioso e mi appoggio sul morbido guanciale. Le palpebre sono talmente pesanti che chiudo gli occhi un po’ contro voglia, un po’ con piacere. Li chiudo perché voglio dimenticare, nella speranza che sia stato solo un sogno, non so ancora se buono o maligno.
Ad un certo punto il telefono si illumina e inizia a muoversi silenziosamente sul comodino accanto al letto, ma nessuno se ne accorge.
Una chiamata. Chi mai potrà essere a quest’ora?
Il telefonino continua a vibrare.
Sul display appare un numero.
Un numero che rievoca molti ricordi, dolci e allo stesso tempo amari.
Un numero che era stato cancellato ormai da mesi, almeno così si pensava.
Ma eccolo riaffiorare dopo tento tempo, come un raggio di sole dopo una notte di tempesta.

Dall’altra parte della cornetta

Sospirò e chiuse la chiamata.
Per lui era stato praticamente uno shock rivederla dopo tutto quel tempo. 10 mesi. 10 lunghissimi mesi senza sentire la sua voce cristallina. 10 lunghissimi mesi senza poter accarezzare quella bianca e vellutata pelle bianca. 10 lunghissimi mesi senza sfiorare quelle dita così lunghe e fragili….la lista era interminabile e ogni punto era un dolore.
Doveva fare qualcosa. Non gli erano bastati quei pochi minuti. Doveva incontrarla, anche se sapeva che sarebbe stato doloroso per entrambi. Doveva incontrarla per accertarsi che stesse bene e…era anche un po’ curioso di sapere come stesse andando la sua nuova vita.
Riprese in mano il cellulare e compose un numero.
“Pronto. Salve, sono Logan Huntzberger…..”
 
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C.Gilmore
view post Posted on 27/8/2008, 11:59




Non è un capitolo lungo e pieno di avvenimenti,ma prepara il terreno per il prossimo capitolo...

CAPITOLO 6
La sala è gremita di gente. Non ne ho forse vista mai così tanta. Persino i raduni di Yale, a confronto, sembrano un nulla.
Il discorso sarebbe iniziato da lì a pochi minuti, e tutto era stato preparato alla perfezione: striscioni blu raffiguranti asini, il segno del partito democratico, poster con il nome di Obama ovunque, bottigliette d’acqua dietro al leggio, ogni sedia occupata…tutto era a posto, mancava solo il senatore.
Mi sento stranamente eccitata, anche se non è il primo comizio al quale partecipo. Ma è come se una piccola scossa elettrica mi percorresse dall’ alto in basso ogni 10 secondi.
I miei pensieri vengono interrotti da un improvviso scroscio collettivo di mani. Mi volto e vedo entrare il senatore nella sala: sorride e cammina con passo sicuro, come un leone che sta per attraversare un cerchio di fuoco, ma non farà vedere a nessuno la sua paura!
Il discorso inizia e per quasi più di un ora la mia penna non fa altro che scrivere freneticamente da una parte all’altra del blocco di appunti: avrei dovuto scrivere la rassegna stampa l’indomani,e voleva essere all’altezza del compito.
In poche ore la conferenza finisce e decido di andare a prendermi un caffè alla reception.
Mentre mi dirigo alla macchinetta un uomo distino, vestito con la divisa dell’albergo mi ferma domandandomi con voce grave se sono Rory Gilmore. O mio dio! Mi avrà visto buttare il bicchiere di plastica nel cestino per la carta e ora mi farà frugare tra l’immondizia per riprendermelo?? Non volevo farlo, ma dovevo scrivere il più possibile, e il cestino giusto era dall'altra parte della sala!
Per fortuna non mi chiede nulla del genere, ma mi porge un bigliettino.
E’ un invito per un caffè, ma è anonimo.
Chi può mai avermelo mandato?
Faccio un po’ di mente locale: penso ai miei colleghi, amici e conoscenti, ma non mi viene in mente nessuno…
Sono molto curiosa di scoprire chi sia.
Potrebbero essere i nonni.
Oppure la mamma che ha deciso di farmi una sorpresa.
Credo sia proprio lei.
Magari indosserà un capo d’abbigliamento particolare per farsi riconoscere, o una rosa rossa come tanti anni fa …
L’appuntamento è per oggi pomeriggio, alle 17.00.
Guardo l’orologio:sono le 16.20.
Ho giusto il tempo per cambiarmi velocemente e perdere mezz’ora a trovare il posto.
 
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4 replies since 20/7/2008, 16:49   573 views
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