Immaginazione

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RGJM
icon12  view post Posted on 20/12/2005, 12:53




Titolo: Immaginazione
Autore: RGJM
Genere: Fanfiction
Stato: Conclusa

Commenti: Qui

Breve descrizione da parte dell autore:

Questa è la mia prima fanfiction sul tf Gilmore Girls..la ff si sviluppa in un'altra epoca e naturalmente sono una literati perciò già potete immaginare come sarà la trama..è una specie di seguito della quinta stagione...buona lettura e commentate mi raccomando...




C'è ancora speranza...
In un'altra realtà, in un altro passato, nella città di Stars Hollow, abitavano in un castello il re Danes e la sua regina.
La regina aveva una figlia Lorelai Leigh, chiamata da tutti Rory, la ragazza quasi ventenne, era stata un'ottima studente, dai voti impeccabili, la sua serietà era conosciuta dovunque, tutto era così, fin quando non incontrò il principe di New Heaven, Logan Hunzburger.
La principessa Rory si invaghì di costui e, da allora, la vita di Rory cambiò radicalmente, rifiutò di andare a Yale per l'inizio della scuola, e si rifugiò dai nonni, ma con l'aiuto di suo marito, Lorelai riuscì a riportarla a casa, ma Rory non era felice.
Rory passava giorni interi a guardare il paesaggio dalla finestra della sua camera, sua madre e suo marito erano molto preoccupati per lei, ma non sapevano proprio come aiutarla.
Rory, rinchiusa nella sua camera, pensava e ricordava tutta la sua vita, e come era giunta fino a quel momento.
-Fino a qualche settimana fa, io avevo uno scopo nella vita, volevo essere la nuova Cristiana Amampur, ma il padre di Logan mi ha detto che non lo sarò mai..non lo sarò mai! Adesso, non so più che fare del resto della mia vita...Logan continua a mandarmi fiori e fiori, pensa, così, di farsi perdonare..per la malefatta che mi ha fatto il padre...ma non sono mica una bambina che, basta dargli il suo giocattolo per renderla felice...oltretutto, i miei sentimenti verso di lui sono così confusi....vorrei essere lontana da qui..ricominciare una nuova vita...non avrei mai pensato di volermene andare da qui, da Stars Hollow,...oh, quanto vorrei andarmene da qui, vorrei viaggiare per il mondo..vedere il mondo...se fossi stata una corrispondente estera, l'avrei visto il mondo...avrei visto tutto quello che c'era fuori Stars Hollow! Maledizione!! Odio ammetterlo ma mi sento debole e vulnerabile!- pensava Rory, mentre piangeva, appoggiata al davanzale della finestra.
Nel palazzo reale, parlavano tra loro, il re e la regina:
"Luke, non so più cosa fare con Rory!", affermò Lorelai, che era seduta su una poltrona nella sua stanza.
"Lorelai, fatti forza! Non ci resta che, sperare che possa cedere!", rispose Luke, cercando di incoraggiarla.
"No..è tutto inutile! Lei non vuole tornare a Yale, la vedo così depressa! Mi fa male vederla, così. E'da una settimana che non esce da quella maledetta stanza!! Gli faccio portare da mangiare e quando cerco di parlarle, lei mi dice sempre che non vuole parlarmi! Luke, questa non è la Rory che conosco!", si disperò Lorelai.
"Rory è diversa, questo è certo! Hmm..se avessi questo Logan fra le mani, gli farei io passare la voglia di portare le ragazze a casa sua!! Se, Rory non fosse mai stata al palazzo Hunzburger, non avrebbe conosciuto quella stupidissima famiglia!!", affermò arrabbiato Luke.
"Tanto, ormai, è successo! Mi sento avvilita, Luke, se non ci fossi tu, al mio fianco, probabilmente..io non starei, così, bene!", disse Lorelai, abbracciando Luke.
"In questi casi, è il minimo che possa fare!", rispose Luke, abbracciandola a sua volta.
Nella notte, Rory, è ancora affacciata alla finestra e guardava il cielo stellato.
-Chissà da quando ho cominciato a fare così tanti errori...come ho fatto a rovinarmi così la mia vita...io e mia madre, eravamo da sempre, così felici, spensierate..quando sono andata a Yale, mi mancava da morire mamma, invece, ora...vorrei stare dovunque...ma, sicuramente non qui. Odio questo posto..vorrei andare in un posto dove non conoscano me, non conoscano Rory Gilmore...non conoscano i miei fallimenti...forse, quel giorno in cui Jess era venuto da me, per portarmi via con lui..quel giorno avrei dovuto accettare,..sicuramente, avrei accettato se avessi previsto tutto ciò...come vorrei tornare indietro nel tempo...ma, purtroppo, non è possibile! Dannazione!- pensava Rory, guardando pensierosa il paesaggio.
Ad un tratto, si sentì un cavallo correre, Rory si apprestò a vedere la figura del cavallo che aveva in sella un giovine.
Rory non poteva credere a quello che vedeva, pensava che forse era un miracolo, un presaggio del destino, ma non ebbe neanche il tempo di pensare che gridò "Jess!".
Il cavaliere si fermò, alzò il viso e la vide, era sorpreso di vederla, e le fece un cenno con la testa, stava per andarsene, quando Rory, gli gridò "Ti prego, aspetta!".
Jess sapeva bene quello che stava facendo, qualcosa che gli avrebbe fatto sicuramente riaprire la sua enorme ferita nel cuore, ma non osava non obbedire, nonostante tutto, lui ci teneva ancora molto a lei.
Rory, nel frattempo, si era buttata sull'albero vicino alla finestra, e stava scendendo piano piano dall'albero, si avvicinò a lui e gli disse "Jess, voglio andarmene da qui. Ti prego, portami via con te.".
Jess non credeva a quello che lei gli stava dicendo e rispose "Ma l'altra volta..".
Rory la interruppe "Lo so, ma..vedi..mi dispiace..sono successe tante cose..ecco..non ti posso raccontare tutto ora...per favore, voglio venire via con te. Ti prometto che quando saremo lontani dal palazzo ti racconterò tutto, ma ora ti prego..portami via.", la voce di Rory era supplichevole, i suoi occhi gonfi dal troppo piangere, i capelli spettinati, indossava un vestito reale celeste.
Jess avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei, ma pensava che lei quel giorno che gli aveva detto di no, aveva fatto bene, ma ora vederla pentita della sua decisione, Jess non sapeva cosa dire, né cosa pensare.
"Jess..non era questo che volevi...io e te per sempre.", affermò Rory, confusa dell'esitazione del ragazzo.
A malincuore, Jess disse freddamente "Rory non penso che tu dovresti venire con me! Tornatene al tuo castello.".
Rory, cominciò a piangere, e ribatté prontamente "Io odio questo castello, odio Stars Hollow! Voglio andarmene, non ce la faccio più a stare qui! Non ce la faccio più!", Rory si sedette per terra per la disperazione.
Jess non capiva più niente, chi era quella ragazza? -Rory non avrebbe mai detto quelle cose! Rory ama questa bizzara città e il suo castello! Lei ama tutto di Stars Hollow, cos'è questa versione odio stare qui!-, Jess, più la vedeva piangere, più si sentiva male, pensò che forse era pazzo, ma non poteva farla soffrire, non di nuovo.
Jess scese dal cavallo, le pose la mano e disse "Andiamo via!", Rory smise di piangere e gli diede la sua mano, lui l'aiutò gentilmente a salire sul suo cavallo e insieme se ne andarono dal palazzo nell'oscurità della notte.

Che ti è successo?...
Era destino che si rincotrassero, dopo tutto quello che era successo? Questo i due giovani non lo sapevano, sapevano che dovevano andare via da Stars Hollow.
Dopo un paio d'ore sul cavallo, finalmente, giunsero a destinazione, arrivarono in una casetta nel mezzo del bosco, tutta fatta di legno, Rory la guardava estrefatta, Jess aprì la porta della casa e gli disse "Vuoi entrare o vuoi rimanere lì a guardare la mia casa?".
"S-si, entro, entro!", affermò Rory, ancora più sorpresa che un ragazzo come Jess abitasse in una casa del genere.
L'interno della casa era simile a una baita di montagna, ma l'ambiente era molto accogliente, anche, se a Rory qualsiasi posto sarebbe stato meglio del castello.
Jess gli preparò una bella tazza colma di caffé, mentre Rory era seduta su una sedia, intenta a pensare.
"Allora, mi vuoi dire cosa è successo?", chiese Jess, impaziente di conoscere la realtà dei fatti e del motivo del comportamento anomalo di Rory.
Rory bevve un sorso del caffé e cominciò con "Non andrò più a Yale!".
"Cosa?", chiese Jess, allarmato dalla notizia.
"Jess, non voglio più andarci!", affermò seriamente Rory, mentre beveva il caffé.
"Allora, andrai ad un'altra università? Harvard, per esempio, era lì che all'inizio volevi andare, no?", domandò Jess, sollevatosi dalla notizia.
"No! Non andrò né a Yale né ad Harvard! Non frequenterò l'università!", rispose Rory, che sbatté la tazza di caffé contro il tavolo.
"Ehi! Datti una calmata!", disse arrabbiato Jess, in realtà, lui era molto preoccupato per Rory.
"Scusami, mi dispiace.", affermò Rory, con il volto dispiaciuto.
"E ora spiegami, che cos'è questa storia che non vuoi frequentare l'università? Come farai a diventare la nuova Amampur se non vai al college?", domandò Jess irritato, dal non conoscere la verità.
"Io non sarò la nuova Cristiana Amampur...io non sarò nessuno...non lo sai, ora lo dicono anche i giornali!", affermò Rory, incominciando a piangere, era davvero distrutta.
"Non è che legga molto il giornale..", disse Jess, sapendo che la frase di Rory era una semplice battuta.
"Jess! Dicevo, nel senso, che..", affermò Rory, continuando a piangere in un pianto disperato.
Jess stancatosi della situazione penosa e irritante disse "Rory, smettila di piangere! La Rory che conoscevo non piangeva mai! Non si disperava mai!".
Rory lo guardò sbalordita e le lacrime smisero di scendere, pensava che Jess in questo periodo era davvero maturato, era cresciuto molto interiormente, però, poi, tornava al pensiero che lei invece di crescere era terribilmente diventata una bambina, una bambina che non sapeva cosa fare.
"Ora, aggiornami! Cosa ti ha ridotto così?", chiese freddamente Jess, che assunse un tono freddo perché aveva capito che con le buone non si otteneva davvero niente.
Rory raccontò a Jess, di Logan, del padre di Logan, della storia della barca, della situazione con la madre e della sua triste e pietosa vita odierna fino al suo incontro.
Jess, ora, aveva capito, era, finalmente, a conoscenza di ciò che era successo, la cosa che avrebbe fatto più volentieri in quel momento era dare un bel pugno a Logan, ma si trattene, pensando che, Rory aveva bisogno del suo sostegno e della sua presenza, cosa che non aveva fatto per tutto questo periodo, ora era il momento di rimediare e dimostrare a Rory che lui era diventato un'altra persona.
"Jess, ti prego, andiamocene via, da qui! Partiamo, andiamo dovunque..basta che, non sia a qui..", affermò Rory, trattenendo le lacrime.
"Ma è qui la tua vita!", protestò Jess, pensando che non era una buona idea scappare dai suoi problemi, come aveva fatto lui, un tempo.
"No! La mia vita qui..è inutile..voglio ricominciare da capo..con te...voglio ricominciare una vita insieme a te.", disse Rory, guardando Jess negli occhi, con uno sguardo serio ma dolce, nello stesso tempo.
Jess aveva sempre sognato che Rory dicesse quelle parole, ma temeva che la realtà non era così semplice come nei suoi sogni, la realtà era che Rory voleva andarsene e che Jess poteva farla andare via, i suoi veri sentimenti erano confusi dalle situazioni che si erano create, Jess voleva tanto fare quello che proponeva Rory, ma continuava a pensare che tutta questa storia, era solo una fuga.
"Rory, tu stai farneticando!", affermò Jess, avrebbe tanto voluto dirgli "va bene, andiamocene!", ma la sua ragione glielo impediva.
Rory continuava a pensare che, Jess era davvero cambiato, e si dannava per non aver accettato quella volta che gliel'aveva proposto.
"Jess, perché stavi passando sotto il mio castello?", chiese, all'improvviso, Rory, notando che Jess, non si aspettava che cambiasse discorso così facilmente.
"Hai fame? Ti cucino qualcosa, se vuoi!", cercò di cambiare discorso Jess, alzandosi dalla sedia su cui era seduto.
"Jess! Non cercare di ingannarmi con questi giochetti! In fondo, non sei cambiato di molto!", affermò Rory, irritata dal comportamento infantile improvviso di Jess.
Jess la guardò con dissappunto, non era stato facile per lui cercarla di dimenticare, aveva tentato, ma qualcosa gli diceva che non era possibile dimenticarla.
"Vuoi sapere la verità?", chiese Jess, preparandosi al peggio.
"Si!", affermò seriamente Rory, che aveva già in mente un'idea su cosa avrebbe detto Jess.
"Beh...vedi...io.....dovevo fare delle compere a Stars Hollow!", inventò Jess, non voleva fargli sapere che le mancava tanto e sperava di rivederla.
"Ah! E' così?", chiese Rory, con l'espressione evidente nel volto delusa.
Jess la fissò, si sentiva un nodo alla gola, non avrebbe mai voluto mentirle, ma il suo orgoglio gli impediva di dirle la verità, l'esperienza passata, in cui aveva messo da parte l'orgoglio non gli aveva recato ottimi risultati e quindi preferiva mentire.
"Già! E quale altro motivo ci dovrebbe essere?", chiese Jess, cercando di scoprire a cosa pensava e cosa provava.
"Pensavo che, eri passato lì per me!", affermò Rory, decisa ad ammettere i suoi pensieri.
Jess, si sentì come se il nodo che aveva in gola, si stringesse sempre di più, voleva tanto dirglielo che era lì per lei, esclusivamente per lei, ma questa volta, lui era deciso a non parlare.
Rory voleva metterlo alle strette ed aggiunse "Da quando, tu te ne sei andato, dall'ultima volta che ci siamo visti, che ci siamo dati quel disgustoso addio, la mia vita ha cominciato a prendere una piega sbagliata...forse, il fatto che ti avevo perso per sempre, è stato uno shock per me....da quel giorno, ho fatto così tanti errori...piccoli sbagli che sommati...".
Jess la interruppe "Rory! Smettila, non è colpa mia se TU mi hai detto addio l'ultima volta che ci siamo visti!! Lo capisci, questo?", Jess stava tirando fuori, tutto quello che non aveva mai detto a nessuno, stava tirando tutta la sua frustrazione e il suo dolore.
Rory era riuscita nel suo scopo, Jess si stava sfogando, era quello che da sempre, mancava, nel loro passato rapporto, Jess non era mai riuscito ad aprirsi completamente con lei.
Forse, questo sarebbe stato un nuovo inizio, una seconda possibilità per loro.
"Ah, si? E perché quella volta che stavo andando a scuola, non mi hai detto che te ne andavi? Perché?", disse Rory, con tono di provocazione, in realtà, il suo non era un tono di provocazione ma era un modo per farlo parlare.
"Credi che per me è stato facile il fatto che io me ne sia andato in un'altra città!", rispose arrabbiato Jess, probabilmente, non riusciva a ragionare lucidamente, era annebbiato da un profondo senso di rabbia.
"Perché non è stato facile? Tu appari e scompari con una tale facilità!", affermò Rory, ormai, anche lei si sentiva di voler sfogare tutto ciò che provava e che aveva sepolto per tutto quel periodo.
"Sono le circostanze!", rispose seccato Jess, allontanandosi da Rory, per una parte di sé stesso si sentiva in colpa e non voleva che questa parte prevalesse su di lui.
"Ah, quindi le circostanze di comprare qualsiasi cosa che c'è a New York, o a Hartford, o a New Heaven, ti hanno portato però a Stars Hollow, incredibile!", disse ironicamente Rory, sentiva che fra poco lui avrebbe ceduto.
Jess non riusciva più a ragionare, si domandava chi era quella ragazza di fronte a lei, così puntigliosa e sicura di sé, -La Rory di qualche minuto fa, si disperava e piangeva per non avere un futuro e ora, ora non la riconosco davvero! Perché vuole farmi dire, ciò che non posso dire! Non capisce che ho lottato per cancellarla dalla mia mente, ma è più forte di me...lei è ancora viva dentro di me...e questo mi fa dannatamente male!-.
"Se è così, allora è meglio che tolgo il disturbo!", affermò Rory, con tono indifferente, Rory si apprestò ad arrivare alla porta e ad aprirla.
Jess, era completamente fuori fase, non voleva che se ne andasse, ma il suo stupido orgoglio gli impediva di fermarla.
Rory aprì la porta e con estrema delicatezza la chiuse, guardandolo prima, per l'ultima volta.
Jess, sentendo chiudersi la porta, ebbe un flash-back, tutti i suoi ricordi rispuntarono, la dolce voce di Rory e le ore che passavano a parlare di libri, non poteva deluderla un'altra volta, non poteva deludere sé stesso un'altra volta.
Jess si precipitò a spalancare la porta, ma non vide nessuno, il suo cuore cominciò a battere all'impazzata, il suo volto si fece di un bianco pallido e non riusciva più a reggersi in piedi, si inginnocchiò per terra, pensando a tutto quello che aveva perso, aveva perso la ragazza che amava così tanto, che anche a distanza di due anni, lui continuava a pensarla.
Jess, ormai, al limite, si continuava a dire che era un'imbecille, perché l'aveva fatta andare via, stava, letteralmente, impazzendo e gridò "RORY!!", il suo urlo trasuonò per tutto il bosco, la sua voce fece volare uccelli e soffiò un vento gelido.
Era stato un vano tentativo, ma quando si alzò per tornare in casa, si udirono dei passi e comparve una figura, che si era nascosta al lato della casa, era Rory, bella più che mai, era proprio lei, lei disse sorridendo "Mi hai chiamato?".
Era il primo sorriso che Rory faceva da quando i suoi sogni e le sue aspirazioni erano crollate, i due si erano ritrovati e ora uno spiraglio di luce, splendeva nella loro nuova vita.

Una nuova vita...
Al mattino, nella corte reale, invece, la situazione era totalmente diversa, la regina aveva scoperto la scomparsa della principessa Rory, era estremamente traumatizzata.:
"Ma dove può essere andata?", si chiese Lorelai, sedendosi su una poltrona per non svenire.
Luke più che preoccupato, camminava sù e giù per la stanza e disse "Se è stato quel Logan, io lo uccido con le mie mani!".
"Tesoro, siediti, per favore. Mi stai facendo girare la testa.", affermò Lorelai, cercando di calmare Luke, in realtà, lei sapeva che un giorno questo sarebbe successo.
"Forse l'hanno rapita?", si domandò Luke, alzandosi dalla poltrona e ricominciando a camminare.
"Luke, non l'hanno rapita..se ne è andata..perché era stanca di stare qui.", disse Lorelai, che, ormai, aveva accettato la dura verità.
"Ma cosa stai dicendo? Lei non se ne sarebbe mai andata via!!", ribatté Luke, pensando alla vecchia Rory, non alla nuova Rory che stava passando un brutto periodo.
"Luke! Si è stancata, si è stancata di tutto!", affermò Lorelai, pensando che il rapporto con la figlia, ormai, era completamente declinato.
"Lorelai, la riporteremo qui! Mobilito tutti i miei migliori soldati! Li farò cercare la principessa, ovunque.", disse Luke, uscendo dalla stanza per impartire ordini alle guardie.

Contemporaneamente, nella casa nel bosco, Jess aveva apparecchiato la tavola e stava servando la colazione, fritelle e caffé, Rory, nonostante il posto non fosse un luogo da principessa, si sentiva finalmente serena e non più depressa.:
"Hmm...che profumino! Sai cucinare, eh?", disse ironicamente Rory, assaggiando la fritella.
"Lo metterò nel mio curriculum!", affermò Jess, stando al gioco di Rory.
Rory non ne era ancora certa, non sapeva se Jess sarebbe partito o sarebbe restato lì, il dubbio la assaliva, ma non voleva chiederlo esplicitamente, perché sarebbe sembrato sgarbato.
"Cucini, ami i libri, sai andare a cavallo...saresti l'uomo perfetto..se..", disse Rory, stuzzicando Jess, si divertiva e lui lo sapeva.
"..se avessi un diploma! E' questo che volevi dire?", aggiunse Jess, prevedendo la risposta di Rory.
"Già!", rispose Rory, lei non era affatto stupita della "presa di parola" da parte di Jess.
"Ah, mi dispiace, ma questo non è compreso nel prezzo!", si scusò Jess ironicamente, bevendo la tazza di caffé.
"Un uomo imperfetto...non è un granché!", disse Rory con sguardo superiore, bevendo anch'essa la sua tazza di caffé.
"Hmm? La principessa non si accontenta? L'uomo imperfetto diventa l'uomo perfetto eguagliandosi con i suoi moltissimi pregi!", rispose Jess, alzandosi dalla sedia ed aprendo la porta.
Rory si alzò e vide una carrozza con due cavalli, che aspettava all'entrata della casa.
"Prendi armi e bagagli, ce ne andiamo da qui!", affermò Jess, ormai, lui aveva deciso, sarebbe partito con lei, la meta non era definita, ma lui non poteva fare a meno di lei.
"Non ho né armi né bagagli! Sono pronta, colonello!", disse ironicamente Rory, correndo dai cavalli per accarezzarli.
Jess prese dei sacchi e ci mise quello che gli serviva, compreso libri, e li montò sulla carrozza.
"Rory, tu starai all'interno della carrozza! E per favore, cerca di affacciarti il meno possibile.", avvertì Jess, aprendo la portiera della carrozza.
"Grazie, monsieur! Non ti preoccupare, starò in agguato!!", affermò Rory ironicamente, salendo nella carrozza.
Rory, ora, che conosceva le vere intenzioni di Jess, era davvero serena, era come se sentiva di avere ritrovato qualcosa per cui vivere, avrebbe viaggiato per il mondo insieme a Jess, e quello stato depressivo che opprimeva Rory, aveva lasciato posto all'avventura e la scoperta della ritrovata gioia per vivere.

Ci vuole un'aria meno snob...
Le truppe del re, oramai, erano dovunque nella città e cercavano ovunque, persino, nelle case del popolo, ma ogni ricerca dava un risultato negativo, Rory non era più in città.
Infatti, Rory, era arrivata, insieme a Jess, a New York, durante il tragitto, Jess si assicurava di non essere seguito o spiato, aveva proprio pensato a tutto.
Rory si sorprendeva del nuovo Jess, lui era così previdente, era diventato molto più serio e per questo sembrava anche più affascinante.
La carrozza giunse in una vietta di New York, dove c'era una piccola boutique, ma come dice il proverbio nella botte piccola c'è il vino buono.:
"Perché siamo qui?", chiese Rory, del tutto ignara dei pensieri di Jess.
"Non puoi girare, così! Devi vestirti...meno...meno....lussuosa!", affermò Jess, guardando qualche vestito per Rory nel locale.
"Si, ma ora mi riconosceranno!", bisbigliò Rory avvicinandosi a Jess, e indicando con la testa la proprietaria e il commesso.
"Un po' di tempo fa, ho aiutato quel ragazzo ad avviare, insieme a sua sorella, questa attività e per ricambiarmi il favore, loro mi hanno promesso che se mi serviva qualcosa potevo prenderlo.", rispose Jess, guardando il commesso che si stava avvicinando a loro.
"Ah! Sei pieno di sorprese, Jess Mariano!", affermò Rory, girandosi per vedere gli abiti.
"Jess! Mi fa molto piacere vederti!", disse il commesso.
"Ne è passato di tempo, Simon! E' carino come hai allestito la boutique!", affermò Jess, guardando attentamente il negozio.
"Si, abbiamo fatto del nostro meglio. A proposito, chi è quella bella fanciulla? Una tua nuova conquista? Non pensavo che, fosse il tuo genere!", commentò Simon, squadrando Rory, dalla testa ai piedi.
"Non mi piace come la guardi!", disse Jess, infastidito dal comportamento di Simon.
"Hai ragione, scusa! E' proprietà privata, giusto?", rispose Simon, facendo l'occhiolino a Jess, ma Jess cercò di assumere uno sguardo indifferente.
Rory si avvicinò ai due, che stavano chiacchierando e gli mostrò degli abiti che gli piacevano.:
"Jess, sono indecisa! Prendo questo azzuro oppure questo rosa?", chiese Rory, mostrando i due vestiti.
"Se vuoi puoi provarli?", si intromise la proprietaria, cioè la sorella di Simon, mostrando a Rory un camerino.
Né la proprietaria né Simon riconoscevano Rory, in quanto, non avrebbero mai pensato che la principessa conoscesse Jess, loro facevano parte di due classi sociali, troppo distanti e diverse.
Comunque, Rory era bellissima sia con l'uno che con l'altro, tanto che la proprietaria le donò tutti e due gli abiti, Rory era molto soddisfatta dei suoi acquisti, infatti, le piacevano entrambi molto, anche se non erano vestiti da corte, lei era più che felice.

Solo amici?...
I due esausti dal viaggio che avevano intrapreso passarono la notte in una locanda, la locanda era modesta, ma il personale era estremamente gentile e disponibile. La camera era molto piccola, aveva un letto singolo e un divano, le finestre erano coperte da tende economiche, e le pareti avevano proprio bisogno di una verniciata e il bagno era forse l'unica cosa decente.
"Mi dispiace dirtelo, ma ti dovrai accontentare!", affermò Jess, appoggiando i suoi sacchi sopra il divano.
"Io non ho ancora detto niente!", contestò Rory, aveva capito perfettamente cosa intendeva Jess, ma voleva togliersi il gusto che lo dicesse lui.
"Beh, la tua camera è decisamente meglio di questa! Anzi, se è per questo anche la mia di camera è meglio!", commentò Jess, osservando in modo disgustato la stanza.
"Credimi, preferisco stare in questa vecchia locanda che al castello! Anche, se questa stanza fosse peggio di così, io resterei qui!", rammentò Rory, notando che Jess, teneva conto della distinzione tra classi.
"Peggio di così? Che ci può essere peggio di questo?", chiese Jess, sedendosi sul divano.
"Mia madre! Lei è peggio di tutto questo!", rispose Rory, sedendosi, anch'ella, ma sul letto.
"Ah, questo è sicuro! Se sapesse che in questo momento sei con me, mi farebbe davvero a fettine!", affermò ridendo Jess, immaginando la scena.
"Jess...dove stiamo andando?", chiese seriamente Rory, lei sperava che lui le dicesse "Lontano, lontano da qui! Il più lontano possibile!", ma, una nota di pessimismo, la preoccupava.
"Dovunque! Viaggiamo per il mondo, tu e io vedremo il mondo! Suona bene, no?", disse Jess, sdraiandosi sul divano, appoggiando la testa su un sacco.
"Si, suona davvero bene!.....Hai fame, Jess?", cambiò discorso Rory, pensando che, forse, stava sognando ad occhi aperti.
"Molta, ma non possiamo permetterci i banchetti di corte! In realtà, non possiamo permetterci neanche un pasto normale, perché dobbiamo contenerci nelle spese!", commentò Jess, alzandosi dal divano e sedendosi.
"E' qui che ti sbagli, mio caro!", affermò Rory, tirando da una sua borsetta che, nessuno aveva notato, una ventina di monete d'oro, Jess rimase sopreso, non pensava che Rory avesse portato del denaro con sé.
"Rory, ma che hai fatto? Hai rapinato una banca?", chiese ironicamente Jess, conoscendo già la risposta.
"Se fosse così, avrei talento, no?...No, li ho presi dal palazzo reale...beh, in fondo, sono la principessa! Posso prenderli quando e quanto voglio, giusto?", disse Rory, cercando di scusarsi da sola dall'azione che aveva compiuto.
"Che principessa!", esclamò Jess, facendo misteriosa ed enigmatica la sua frase.
"Cosa vuoi dire?", chiese Rory, perplessa dalla frase.
"Che, ora, ce ne andiamo a cena!", affermò Jess, tutto contento di poter saziare il suo stomaco.
"Mi cambio con il mio nuovo vestito e sono subito da te!", rispose Rory, prendendo uno dei suoi nuovi abiti e andando in bagno per cambiarsi.

I due ragazzi mangiarono in una tavola calda, non volevano niente di troppo lussuoso, e parlarono del viaggio, decisero che per ora, avrebbero visto tutta l'America, le due Americhe, Rory, comunque sia, era soddisfatta, gli bastava andare lontano dal palazzo ed avere una seconda chance con Jess, anche se per ora, la loro relazione si basava solo su un'amicizia, una grande amicizia, ma forse con il passare del tempo, sarebbe tornato tutto come un tempo, o forse meglio.

Quella notte, Jess e Rory parlarono dei libri che avevano letto recentemente, l'argomento sembrava non esaurirsi mai, Rory aveva dimenticato come era questa bellissima passione che avevano in comune, e continuava a pensare che questo amore che nutriva per i libri, era davvero meraviglioso condividerlo con Jess, con qualcuno che, i libri li leggeva non perché era costretto o perché non gli andava di leggerli ma, amava profondamente leggere quei libri, che per Rory e Jess, erano un sapere prezioso.

Questa passione che avevano in comune da sempre, in questo caso, forse, sarebbe stato l'inizio di un amore destinato a durare, e a non spezzarsi mai.

Jess, bad boy...
Il tempo passava velocemente, erano passati la bellezza di due mesi e Rory e Jess erano arrivati in Canada, in quel viaggio avevano scoperto la bellezza della natura, e l'amore forte che esisteva ancora fra loro, avevano visto e fatto mille cose insieme, ora, erano davvero in sintonia.

In Canada, c'era un bellissimo prato con moltissimi fiori di varie specie, in cima ad una collina, e il sole che tramontava risplendeva nei volti di due ragazzi seduti ad ammirare lo splendido paesaggio.
"Non avrei mai immaginato che mi piacesse così tanto stare a contatto con la natura....è fantastico!", affermò Rory, pensando alla caotica città.
"Non c'è paragone!", rispose Jess, guardando Rory in un modo così dolce e tenero.
Quel momento, quell'istante era magico, tutto era perfetto, un posto magnifico, Jess era stupendo, Rory avrebbe voluto restare lì per sempre, e non tornare più al castello.
Il loro sguardo era così intenso e quell'attimo era ricco di emozioni, i loro visi si avvicinarono fino a toccarsi, si baciarono, fu un bacio dolce e passionale, il loro primo bacio, da quando si erano lasciati, che avrebbe aperto, probabilmente, la loro nuova storia.
Ma quel attimo venne interrotto dalle guardie, le truppe corsero da Rory e Jess, e in pochi minuti, mobilizzarono Jess e la principessa, e comparve da una carrozza, la regina.
"Quindi eri tu il rapitore di Rory, eh?", chiese Lorelai, avvicinandosi a Jess con uno sguardo da sfida.
Jess non voleva rispondere né alla domanda né alla sfida lanciatagli, cercò di ignorarla, lui sapeva benissimo che Rory poteva passare dei guai seri, per colpa sua, quindi decise di prendersi ogni responsabilità.
"Si, ero io. E mi stupisco che la Sherlock Holmes del caso non mi abbia trovato prima.", rispose Jess, lui aveva deciso di addossarsi ogni colpa, in modo che Rory non avesse avuto problemi.
"Jess, ma cosa stai dicendo?", chiese disperata Rory, non voleva che venisse punito per una colpa che era, esclusivamente, da dare a lei stessa.
"Zitta, Rory! Non fa differenza quello che dici, tanto i fatti rimangono. Io ti ho rapita!", ribatté prontamente Jess, cercava di salvare, almeno Rory, che per lui era la cosa più importante che ci fosse.
Rory non voleva contraddirlo, ma non voleva che lui passasse il resto della sua vita in una cella, ora, che finalmente si erano ritrovati come coppia, perché doveva finire tutto così? si domandò Rory.
"Bene, hai confessato! Torniamo al castello!", ordinò Lorelai alle guardie, salendo sulla carrozza.
Rory avrebbe fatto qualsiasi cosa per scagionare Jess, avrebbe preferito andare lei stessa in prigione al posto di lui, ma Jess era così convinto della sua scelta che Rory si sentiva disorientata, fino a qualche momento fa, lei era protetta e serena, ora era impaurita e preoccupata.

Io ti aiuterò...
Il ritorno richiese qualche settimana, durante il quale Rory cercava di spiegare a Lorelai la realtà dei fatti, ma Lorelai era davvero delusa del comportamento di Rory che non sentiva scusanti, Jess si trovava in un'altra carrozza blindata, nonostante quello che poteva succedergli, lui continuava a preoccuparsi per Rory.
All'arrivo nel castello, il re le aspettava impaziente ed era molto contento del ritorno di Rory, finché non scoprì che Jess era il rapitore, a quella scoperta seguì una sfuriata e la sentenza che Jess sarebbe stato decapitato.
Rory, però, non era a conoscenza della fine di Jess, in quanto, appena arrivata al palazzo reale, si rinchiuse nella sua camera per riflettere, ordini della regina, era davvero triste e preoccupata, si chiedeva cosa avrebbero fatto a Jess, ma purtroppo lei era ignara della sentenza.

Nel cielo di Stars Hollow, ora, risplendeva la luna, l'atmosfera era calma, mentre Rory, sdraiata sul suo letto, ricordava i due mesi che aveva trascorso con Jess, continuava a ritornare alla mente il volto di Jess, ora, aveva capito che non poteva fare a meno di lui.
Rory aveva compreso che l'unico ragazzo che amava, veramente, era solo e esclusivamente Jess, lei non aveva mai smesso di amarlo, era sempre stato nel suo cuore, dal primo giorno che l'aveva visto, lei gli è subito piaciuto e, quella volta l'aveva respinto perché era profondamente ferita e non voleva soffrire di nuovo, ma ora si rendeva conto che Jess era cambiato e lei non poteva vivere senza di lui, aveva bisogno di stare con Jess, perché le anime gemelle sono destinate a stare insieme per l'eternità e Jess era la sua metà.
Ad interrompere, i suoi pensieri fu l'arrivo della madre, Rory, ora, aveva deciso, avrebbe tentato il tutto e per tutto per riuscire a far uscire da quella prigione Jess.

"Rory, perché non sei scesa per cenare?", chiese con aria fredda Lorelai, non voleva sembrare troppo premurosa.
"Non avevo molta fame!", affermò Rory, era molto arrabbiata con la madre per averla costretta a ritirarsi nella sua camera senza avere notizie di Jess.
"Chissà cosa avrai mangiato in tutto questo tempo? Dovresti mangiare qualcosa.", disse Lorelai preoccupata, aveva cambiato atteggiamento perché aveva pensato che forse poteva riavere il loro bel rapporto.
"Non ti preoccupare, sto bene così!", rispose Rory, stava cercando le parole giuste per chiedergli cosa si era deciso per Jess.
"Ah, allora va bene!", aggiunse Lorelai, che stava uscendo dalla stanza, quando fu bloccata dalla voce di Rory.
"Mamma...che gli succederà?", chiese Rory, per la fretta non aveva trovato un modo migliore per domandarglielo.
Lorelai si girò verso Rory, sapeva che, probabilmente, gli avrebbe inflitto una ferita, ma doveva dirgli la verità "Domani, all'alba...lui...lui verrà decapitato!".
Rory sentiva che il cuore le batteva così forte, non riusciva a respirare, il suo volto divenne pallido e l'unica cosa che riuscì a dire fu "De......de....decapitato?".
Lorelai preoccupata per la figlia si avvicinò e cercò di consolarla, ma sapeva che non c'era niente che poteva consolarla.
Rory pensò al giorno che erano sulla collina, pensò al loro bacio, un bacio indimenticabile, lo vide, la sua immagine era ferma e costante nella sua mente, non poteva farlo morire, soprattutto se era innocente.
Respirò profondamente e disse "Mamma, non può essere decapitato! Lui non ha fatto nulla, lui ha solo accontentato una ragazzina capricciosa!", Lorelai non aveva mai visto sua figlia così motivata a difendere un ragazzo che le aveva inferto ferite che non meritava, le rispose dolcemente "Rory, lui ha ammesso la sua colpevolezza davanti a tutta la corte.".
Rory cominciò a piangere disperatamente, -Perché rinuncia alla vita per me..Jess io non posso vivere senza di te..non posso...-, e tra le lacrime e il dolore chiese "A Luke non gli importa cosa gli succederà? E' suo nipote,......non può far morire suo nipote!".
"Rory, la legge parla chiaro. Mi dispiace, non ci sono favoritismi.", rispose Lorelai, pensava che più stava lì, più le faceva male, e le disse, prima di uscire dalla camera di Rory, "Se te la senti puoi andarlo a sautare per l'ultima volta, penso che gli farà piacere.".
Rory, rimasta sola, ormai, aveva deciso e non aveva intenzione di cambiar idea, voleva aiutare Jess a qualsiasi costo, nessuno poteva fermarla, perché per lei Jess era troppo importante e sarebbe andata, se sarebbe stato necessario, contro tutti affinché Jess potesse essere libero e vivo.

Scappiamo?...
La prigione era sotteranea, ogni singola cella era sporca e umida, se i prigionieri non morivano per la condanna, morivano, sicuramente, per essere stati lì dentro, era un posto orribile, Rory, in vita sua, non era mai stata nella prigione del palazzo, ma per Jess poteva superare la paura e l'orrore.
"Ehi, che ci fai qui?", chiese Jess, davvero stupito, pensava che non l'avrebbe mai più rivista.
Rory non rispose, ma gli porse un foglio, indicandolo con gli occhi, Jess lo prese e lo lesse, senza dire una parola.
Jess, mi dispiace da morire per la situazione che si è creata,
ti prego di perdonarmi....hai assecondato una ragazzina capricciosa
e adesso sei in seri guai.

Jess smise di leggere, non voleva che lei si sentisse in colpa, perché lui l'aveva fatto di sua iniziativa, non era stato costretto, e gli disse "Tu non..", Rory lo interruppe mettendogli un dito sulle labbra, indicando la lettera, Jess sapeva che voleva dirgli di continuar a leggere, ma non ne capiva il motivo.
Ho riflettutto a lungo, sulla mia vita e sono giunta alla
conclusione che la mia unica certezza, il mio unico punto
fermo nella vita..beh, sei tu.
Se il destino ci ha fatto rincontrare, penso che ci sia
un motivo, un motivo che anche tu conosci.
Ora, ho uno scopo nella vita...io voglio stare con te.
Perché con te, mi sento in pace e serena, perché mi
sento felice e realizzata, ogni volta che sto con te.
Jess, non posso permettere che tu muoia per me, non
posso...non me lo perdonerei mai, mai.
Jess, ho deciso, voglio fuggire da questo castello, da questo
luogo deprimente e opprimente.
Saremo io e te, solo io e te per sempre.
Non mi importa se ci saranno conseguenze future, mi basta
stare insieme a te, fidati non ci troveranno mai.
Ti prego, dimmi che non vuoi morire, che vuoi fuggire
insieme a me, ti prego.

Jess la guardò, era così bella e nella sua vita, lui non avrebbe voluto altro che stare con lei, la baciò dolcemente e gli disse "Non posso...Non è giusto, Rory....Non è giusto per te.".
"E' la cosa più giusta, che possa fare nella mia vita!", rispose convinta Rory, aveva preso una decisione e per lei, ormai, questa era come una missione e l'avrebbe portata a termine con successo.
Jess la vedeva così decisa e convinta, ma sapeva che sarebbe stato sbagliato, Rory non avrebbe avuto il fantastico futuro che poteva avere a palazzo, non poteva permettere che una giovane ragazza, bella e intelligente come lei, potesse buttare, così, il suo futuro.

Jess la allontanò da sé e gli disse "Rory non avresti un futuro con me! Vuoi fuggire per tutta la vita con me?", cercava di dissuaderla da una decisione avventata, ma, forse, in realtà stava cercando di convicere sé stesso.
Rory aveva già previsto questa reazione da parte sua, e si era precauzionata bene "Andiamo in Inghilterra. Vivremo lì per sempre, mi troverò un lavoro e...saremo felici.".
Jess vedeva Rory, era così contenta della sua soluzione, Jess in cuor suo si sentiva sereno e contento di contribuire alla felicità di Rory, lui le chiese "Sei sicura? Sei sicura di voler stare con me? Io in passato ti ho ferita, e se lo facessi ancora?", tentava un ultimo disperato appello per portare un po' di razionalità a Rory.
Rory si avvicinò a lui, e gli sussurò "So che questa volta non lo farai. Perché noi abbiamo capito che siamo fatti l'uno per l'altra, non possiamo vivere separati.", i suoi occhi erano pieni di speranza e, probabilmente, non era mai stata così decisa a fare qualcosa come questo, in tutta la sua vita.
"Allora, fammi strada!", disse Jess sorridendo, ormai, non aveva più intenzione di opporsi, anche perché, lui desiderava stare con Rory per sempre.

Con un po' di fortuna, Rory riuscì a uscire dal castello, dove, legati a degli alberi, c'erano due cavalli che li attendevano, i due giovini montarono sui cavalli, pronti per una fuga d'amore.

Stai bene?....
Dopo un lungo tragitto, cominciò un temporale, che lì costrinse a rifugiarsi in una grotta, non potevano continuare con quelle condizioni, sarebbe stato il loro rifugio, il loro nido d'amore?
"Non ci voleva proprio questo temporale!", affermò Rory, girandosi per vedere Jess, che si era seduto per terra.
Jess aveva un'aria strana, sembrava assente e sofferente, questo preoccupò Rory che gli chiese "Ma stai bene? Sei un po' pallido!".
"No..non ho niente! Tranquilla!", rispose Jess, non voleva preoccupare Rory, anche se lei sapeva che stava nascondendo qualcosa, ma non voleva insistere.
"Senti, dovremmo cambiarci! Siamo proprio zuppi, ho portato dei ricambi anche per te!", disse Rory, prendendo dal cavallo un sacco impermeabile dove teneva gli abiti.
Jess protestò, non aveva nessuna intenzione di cambiarsi, di fronte a lei "Io sto bene, così! Non ho bisogno di cambiarmi!".
Rory era sorpresa dal comportamento di Jess, di che aveva paura, forse, aveva paura di non riuscirsi a controllare, così lei disse "Sù, non fare lo stupido! Ti ammalerai se non ti cambi.".
"No...no..io sono un tipo forte! Non ti devi preoccupare!", rispose Jess, cercando di inventarsi una scusa accettabile.
Dopo che Rory si cambiò, Jess che era diventato ancora più pallido, starnutì e Rory non poté fare a meno di rimproverarlo "Tipo forte, eh? Ti conviene cambiarti!".
Ma Jess rispose malamente "La smetti di ripetermelo! Quando vorrò cambiarmi, mi cambierò!", Rory c'era rimasta davvero male alla risposta di Jess.
Jess pensò che, forse, aveva esagerato e si scusò "Mi dispiace, Rory. Scusami.", Rory non poteva tenergli il muso per troppo tempo, perché ora l'unica sua ragione di vita era Jess e gli rispose "Non fa niente.",
Rory aveva uno sguardo così tenero e innocente, si sentiva in colpa ad averla trattata così male, le si avvicinò e le accarezzò la guancia, Rory lo fissò con dolcezza e lo baciò teneramente.
Rory stava per sbottonare la camicia di Jess, quando lui se ne accorse, e la fermò, Rory era confusa,-Che cosa? Era un rifiuto? Non mi vuole?-, Rory voleva un risposta e la voleva ora "Cosa hai?".
Jess si scostò da lei, e gli rispose "Non ho nulla!", la risposta e il comportamento di Jess, ora le sembravano più anomali che mai, non le bastava una risposta del genere e perciò lei disse "E allora perché non vuoi farlo? Io sono qui, tu sei qui.".
Non riusciva a mentire, anche perché se mentiva lei l'avrebbe capito, "Non è che non voglio farlo...è...è complicato!", in lui, invece, il desiderio era forte e vivo ma cercava in ogni modo di reprimerlo, Rory era stupita, confusa, preoccupata, si sentiva respinta senza saperne il motivo e questo proprio non le andava giù.
Rory era molto irritata, non immaginava che Jess potesse rifiutarla, Jess la guardò da lontano, gli dispiaceva ma dentro di sé era convinto della sua decisione, si alzò per raggiungerla, ma ebbe un cedimento e cadde inginnocchiato per terra.
Rory vedendolo, si preoccupò e andò a soccorrerlo, quando si avvicinò a lui, sentì che il suo corpo emanava tanto calore, era bollente e, lei disse "Ma tu scotti terribilmente! Hai la febbre!", Rory non si pose scrupoli e prese il cavallo.
Aveva intenzione di andare dal suo dottore, voleva portarlo da Jess, anche se potevano esserci le guardie, lei era troppo preoccupata per lasciare Jess con quella febbre alta, lei doveva fare qualcosa e nonostante la pioggia la bagnasse, continuò a cavalcare verso la casa del dottore.

Il dottore vedendo Rory, la prese per un braccio e la portò nel suo studio, preoccupato per la sua incolumità.
"Principessa, ma non lo sapete che ci sono le guardie, ovunque?", chiese il dottore, chiudendo con le tende tutte le finestre della stanza.
"Lo so, ma ho assolutamente bisogno del suo aiuto!", disse disperata Rory, era davvero spaventata per quello che poteva succedere a Jess.
"Ditemi, vedrò come posso aiutarvi!", rispose il dottore, cercava di tranquillizzare Rory.
"Jess sta male! Ha la febbre molto alta, scotta molto!", affermò Rory, ora in mente aveva solo di aiutare Jess a guarire.
"Jess? Jess è il vostro rapitore?", domandò il dottore, lui stava provando a capire la situazione.
"Ma che rapitore? Lui ha solo assecondato un mio capriccio e ora per colpa mia è stato in prigione!", rispose Rory velocemente, aveva fretta di tornare immediatamente da Jess.
"Io non posso curare un prigioniero della corte!", affermò il dottore, dispiaciuto per non poter aiutare Rory.
"Dottore, la supplico! Lei deve aiutarmi, la prego!", si disperò Rory, pensava che tutti badavano troppo alla legge, era tutti così fiscali.
"Perché per voi è così importante un comune plebeo, anche se nipote del re?", chiese il dottore, incuriosito dalla determinazione e preoccupazione di Rory.
"Perché io senza di lui non vivo, io lo amo...lo amo tanto.", rispose Rory, era incredibile Rory aveva ammesso i suoi sentimenti, per Rory era sempre stato difficile dire "Ti amo" ad un ragazzo, ma ora aveva confessato i suoi sentimenti al dottore, e per lei questo era un passo importante, non quello fondamentale ma era lo stesso importante.
"Capisco. Bene, allora dov'è lui?", chiese il dottore, prendendo la sua borsa.
Rory sentendo la richiesta del dottore, le si illuminò il viso, era felice che il dottore volesse aiutarla.

Mentre, Rory tornava con il dottore nella grotta, a palazzo, era in corso una discussione, che mise ad origliare tutti i membri della corte.
"Cosa vuol dire che non vuoi che la cerchiamo?", gridò Luke, era molto arrabbiato e camminava avanti e indietro per la stanza.
"Luke! Lei è scappata, è scappata un'altra volta! Vuol dire che non vuole stare qui a palazzo!", rispose Lorelai, si era rassegnata alla decisione della figlia.
"Ma non possiamo permettere che Jess la porti chissà dove!", affermò Luke, fermandosi a guardare Lorelai.
"Rory ha quasi vent'anni, sa cosa è giusto e cosa è sbagliato! Ha fatto la sua scelta, e noi dobbiamo rispettarla!", disse Lorelai, alzandosi per andare verso il marito.
"E' tua figlia, fa come credi! Ma io come patrigno, voglio che alcune guardie la trovino per proteggerla, non la riporteremo a casa. Le guardie, di nascosto, la proteggeranno!", rispose Luke, calmandosi dall'arrabbiatura.
"E così sia!", disse ironicamente Lorelai, baciando il marito, ora le rimaneva solo Luke e nessun'altro.

Il segreto di Jess...
Jess era sdraiato per terra, immobile, ma alla visione di Rory e il dottore cercò di alzarsi immediatamente, ma lo scatto improvviso lo fece cadere, di nuovo, a terra.
"Non voglio che questo dottore mi visiti!", ribatté Jess, lui, nonostante, fosse consapevole di stare male non voleva assolutamente che il dottore lo curasse.
"Ma Jess non fare lo stupido! E come pensi di guarire, senza che il dottore ti visiti?", chiese Rory, irritata dal comportamento infantile di Jess.
Il dottore lo guardò attentamente, in passato, aveva già avuto casi come questo, di pazienti che non volevano essere visitati, e lui sapeva come intervanire "Jess, non ti visiterò, ma fatti, almeno, somministrare un medicinale per abbassare la febbre!".
Jess scrutò il dottore con diffidenza, ma l'influenza gli annebbiava la mente, non riusciva a ragionare lucidamente, vide Rory, era preoccupata, le si leggeva sul viso che era preoccupata, lui non voleva farle stare in pensiero, ma non si fidava, affatto, del dottore.
"Ti prego, Jess!", disse teneramente Rory, i suoi occhi erano così dolci, sperava di riuscire a convincere Jess.
Jess non poteva resistere a quella dolcissima Rory e gli disse al dottore "Solo un medicinale!".
Gli occhi di Rory si illuminarono alla decisione di Jess, Jess era contento che lei era felice, la sua felicità per lui contava molto.
Il dottore prese un bicchiere d'acqua e ci mise il medicinale, lo diede a Jess, che lo bevve in un sorso e Jess svennì, dopo qualche minuto.
Rory era spaventata e arrabbiata, possibile che il dottore l'aveva tradita?, chiese "Che cosa gli avete fatto?".
Il dottore prese la sua borsa e rispose "Non preoccuparti! E' solo un tranquillante!", il dottore gli tolse la camicia, e Rory rimase shockata, Jess aveva ferite e lividi su tutta la parte superiore del corpo, Rory non riusciva più a reggersi in piedi, si inginnocchiò e disse tremando "Do...dot..dottore?", il dottore sapeva cosa gli avevano fatto, e rispose cautamente "Probabilmente, in prigione l'avranno frustato! Gli deve far male, visto che la conseguenza è la febbre alta.".
Le parole del dottore risuonavano nella mente di Rory, -Probabilmente, in prigione l'avranno frustato! L'avranno frustato...in prigione...la conseguenza è la febbre alta. Non ci posso credere..-, il mondo di Rory stava cadendo a pezzi, l'unica persona a cui teneva davvero, era stato maltrattato da sua madre, quella persona che aveva considerato per anni un modello, l'aveva frustato? Come era possibile? In fondo, se non fosse stato per Rory, lui avrebbe sofferto lo stesso, perché infliggergli un altro dolore?
Ora, Rory aveva perso completamente il senno della ragione, l'unico pensiero che riusciva a vedere chiaramente era che Jess era stato frustato, ormai, aveva deciso che non sarebbe mai più tornata a castello, ma non poteva che la malefatta non fosse punita, doveva far giustizia.

Rory si avvicinò al suo cavallo, lo accarezzò e per un attimo affiorì nella sua mente tutto il suo passato, sua madre era la cosa più importante che aveva, il loro rapporto era così sereno, adorava passare il tempo con sua madre, ma i suoi pensieri furono interrotti dalla voce del dottore "Principessa, dove volete andare?".
Le parole del dottore la fecero ritornare nel presente, nel quale sua madre non era più la donna che, un tempo, stimava, e rispose al dottore "Vado al castello! La regina non può passarla liscia per quello che ha fatto a Jess!", ora le sue intenzioni erano chiare e l'amore che provava, in passato, per sua madre, ora si era tramutato in odio.
"E' una mossa azzardata! E poi, chi starà con Jess? Io devo tornare a casa, se sto troppo tempo qui, le guardie si insospettiranno. Perciò se ami davvero Jess, devi sotterrare momentaneamente l'ascia di guerra e stargli vicino. Lui ha bisogno di te!", disse il dottore, lui non voleva che Rory passasse dei guai e cercava un motivo valido per trattenere Rory nella grotta.
Rory capì la spiegazione del dottore, lui aveva pienamente ragione, era meglio rimandare la sua vendetta, e restare con Jess, lei si sedette accanto al corpo di Jess e disse al dottore "Vada...resterò io con lui.".
Il dottore sorrise, era felice che Rory aveva capito e gli disse, prima di andarsene, "Vedrete che domani mattina starà meglio! I miei omaggi, principessa!".

Un nuovo giorno...
I raggi del sole illuminavano la bella pelle bianca della principessa, facendola apparire ancora più bella, mentre dormiva tranquilla, appoggiata su un sacco, Jess la guardava in modo dolce, quando lei si svegliò..:
"Ehi, ciao!", disse Jess, che non l'aveva svegliata perché era consapevole del fatto che Rory aveva vegliato per tutta la notte su di lui.
"Buon giorno! Stai bene?", chiese Rory assonata, non era stupita del fatto che lui fosse sveglio.
"Si, sto bene! E tu?", rispose Jess ironicamente, lui sapeva che era stato curato dal dottore.
"Io? Io sto bene.", disse Rory, era un po' imbarazzata per la situazione della notte precedente.
Il silenzio si fece vivo e la situazione attuale per Rory era davvero imbarazzante, voleva scusarsi, ma non osava parlare per prima, mentre Jess, anch'egli cercava le parole giuste per scusarsi, finché..:
"Senti.", cominciarono contemporaneamente tutti e due, la situazione si stava trasformando in una scenetta comica, in quanto, loro sapevano già cosa voleva dire l'altro, si scambiarono un sorriso e Jess le disse "Prima tu.".
Rory prese tutto il coraggio che aveva dentro e si scusò "Mi dispiace per iera sera...mi dispiace per averti fatto in qualche modo pressione.".
"A me dispiace di averti respinto..mi dispiace di averti fatto preoccupare..scusami per non averti detto la verità!", disse Jess, ancora una volta si mostrava maturo e decisamente cambiato dal vecchio Jess.
"Hai rischiato grosso ieri sera, lo sai?", chiese Rory, nonostante, sapesse che Jess le aveva nascosto la verità solo per non farla preoccupare, ma aveva avuto l'effetto contrario e Rory si era preoccupata ancora di più.
"Allora, per fortuna che c'eri tu!", rispose ironicamente Jess, sapeva che l'aveva davvero vista brutta ieri notte, ma era stato ottimista e tutto si era risolto per il meglio.
"Niente sarcasmo! Mi hai fatto davvero preoccupare!", disse Rory, voleva fargli capire che non si poteva nascondere la verità per proteggere le persone.
"Ok. Non lo farò più!", rispose ironicamente Jess, non riusciva a prendere sul serio la situazione, forse era perché non voleva pensare che ieri sera avrebbe potuto morire se non ci fosse stata Rory.
"Jess!", gridò Rory, prima di scoppiare a piangere e sedersi per terra.
Tutta la paura, la frustrazione, il suo odio verso la madre, che quella notte aveva sopportato e nascosto dentro di sé, ora stavano esplodendo e Rory stava mostrando come fosse insicura di sé stessa.
Jess l'aveva fatto apposta? Il suo scopo era farla sfogare? Cosa aveva in mente?..L'unico suo gesto fu piegarsi verso di Rory e abbracciarla, così teneramente, che nessun ragazzo passato o futuro avrebbe potuto fare, perché Jess era l'unico che si preoccupava per lei e il suo futuro, lui si preoccupava che la Rory interiore stesse bene, come l'umore che esternava Rory, lei sapeva nascondere i suoi stati d'animo, soprattutto se erano tristi, ma Jess la conosceva troppo bene, quei due mesi insieme avevano dato modo a Jess di conoscere la vera Rory.
Rory tra le lacrime e fra le braccia di Jess disse "Ho avuto paura...ho avuto paura di perderti....io sono scappata dal castello solo per te...l'unica cosa sicura per me sei tu, Jess!".
Jess la allontanò per guardarla, le sorrise, quel sorriso valeva più di mille parole per Rory, era un sorriso comprensivo, dolce e dimostrava quanto fosse maturo Jess, quanto era diventato adulto.
"Rory, ora, ascoltami bene. Tu tornerai al castello!", affermò Jess, l'unica cosa che avrebbe potuto rendere veramente felice, Rory, era essere realizzata nella vita e Jess l'aveva capito fin dall'inizio.
"Certo a dare una bella lezione a mia madre!", rispose Rory soddisfatta, pensando a come poteva punirla, alle parole che potevano ferirla.
"No, Rory! Tu tornerai per finire i tuoi studi a Yale e per diventare la nuova Cristiana Amapur!", disse Jess con decisione, lui sapeva che con Rory non ci volevano solo le belle parole, perché su di lei l'effetto duro dava sempre migliori risultati.
Jess era convinto e avrebbe riportato Rory sulla buona strada a qualunque costo, non importava quanto fosse stato grande il lavaggio del cervello del re Hunzburger o del principe, lui sapeva che Rory sarebbe diventata una giornalista di fama pari a Ampapur o superiore, lui si fidava di Rory, lui la conosceva troppo bene per sapere che lei non avrebbe fallito, lei era Rory Gilmore.
E la Rory che conosceva, aveva solo bisogno di sicurezza e fiducia in sé stessa, una spinta razionale verso la sua strada e lui l'avrebbe spinta per ritrovare la sua vita, perché i loro sentimenti erano forti ed era incredibile che a distanza di due anni, quei sentimenti d'amore reciproco esistessero ancora, era come se fossero stati conservati in una parte del loro cuore, Jess l'amava e voleva davvero la sua felicità, una felicità fatta da piccole cose, svegliarsi al castello, parlare con la propria madre, andare all'università, studiare, leggere...sono queste le cose che la Rory del passato amava e la rendevano tranquilla e serena.
Jess aveva la certezza che Rory sarebbe tornata a studiare a Yale, perché era quello che voleva anche lei, ma quello che volevano entrambi, era stare insieme ed ora e per sempre si sarebbero amati, nulla poteva cancellare l'amore che provavano, un'amore che si era rafforzato e intensificato, un'amore che, forse, sarebbe stato eterno.

Edited by RGJM - 10/2/2007, 14:57
 
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RGJM
view post Posted on 19/2/2006, 19:59




Pensavo di non continuarlo più, di lasciarlo così com'era. Ma oggi, dopo aver studiato trenta pagine di economia, mi sono messa al computer e ho aggiunto questo capitolo! tongue.gif

Non arrenderti...
Jess la guardava intensamente, mentre Rory fissava il basso, lo sguardo di Jess suggestionava Rory, era strano ma Rory, aveva una certa paura del nuovo Jess, come se sapesse che ogni parola che lui dicesse fosse giusta, come poteva mettere da parte l'orgoglio per poi ritornare al castello, come poteva tornare a Yale, sapendo che quegli studi potevano essere inutili, e perché Jess aveva così tanta fiducia in lei?
Jess decise di interrompere il silenzio con "Rory, tu puoi farcela. Io ho fiducia in te, e nelle tue capacità. Fidati di me, tu ce la farai!".
Rory guardava Jess, in modo perplesso, ma l'orgoglio e le parole di una persona come Hunzburger la influenzavano e per questo, non riusciva ancora a ragionare lucidamente "No, Jess..no! Io non ce la farò mai, Amampoul era una giornalista nata..io...io no! Capisci? Io non so neanch'io cosa farò! Io non sono nessuno..nessuno!!".
La sua voce risuonava per la grotta, le lacrime di Rory erano così limpide e cristalline, ma Jess non si arrendeva, le disse con dolcezza "Ti sbagli. Tu sei la mia Rory...sei la Rory di Stars Hollow...sei la ragazza che io amo più di ogni altra cosa...sei la forza che mi ha fatto cambiare, che mi ha fatto crescere...io potrei mettere in gioco la mia stessa vita...ma non cambierebbe il fatto che io mi fido di te.".
Era bello sentire Jess dire "..sei la ragazza che io amo, più di ogni altra cosa.....io mi fido di te.", quanto erano significative e belle quelle parole pronunciate da lui, però il suo amore era ingiustificato, secondo Rory, -Questo stupendo ragazzo dovrebbe meritare..meglio di una fallita..ci sono centinaia di ragazze meglio di me...io non lo merito..non lo merito.-, Rory rispose "Che stupida! Sono la solita bambina capricciosa...egoista...ho pensato solo a me stessa e non a te...Sono una povera illusa!".
"Rory, Rory, tu non sei affatto egoista, è vero può essere che, a volte, sei capricciosa, ma tu non sei egoista, assolutamente no.", smentì prontamente Jess, allontanandosi da lei.
Jess aveva un'aria afflitta, sembrava combattesse con qualcosa o qualcuno, cosa lo tormentava in quel momento?
Rory lo guardò senza dire una parola, in realtà, lei continuava a pensare alle parole pronunciate qualche minuto fa da Jess, lei stessa riusciva a percepire che Jess si stava aprendo sempre di più con lei, ormai il loro rapporto da diciasettenni era solo un lontano ricordo, ora erano più grandi, più responsabili, più maturi. La loro nuova storia era diversa dalla precedente perché ora c'era la certezza che loro potevano fare affidamento l'uno dell'altra, non esistevano più le paure adolescienziali, la paura che aveva spinto Rory ha rifiutarlo, quando lui era andato da lei, ora erano in perfetta sintonia.
“Io sono il vero egoista.”, affermò Jess, mentre guardava verso il basso.
Rory lo guardava stupita e perplessa, che cos’era quella rivelazione? “Ma cosa stai dicendo Jess?”, chiese, mentre nella sua testa si formavano alcune idee su cosa volesse dirle con quelle parole.
Jess alzò lo sguardo e sorrise, “Rory, non pensare mai che tu sia egoista. Non pensarlo. Ti ricordo che sono io quello che ti ha chiesto di scegliere tra la tua vita, qui nel Connecticut e me.”
Rory gli si avvicinò e si inginnocchiò di fronte a lui, lo guardava con uno sguardo comprensivo, ora il passato era solo passato, “Siamo due egoisti, eh?”. Lui la guardò e stava per dire qualcosa, ma Rory gli mise un dito appoggiato sulle sue labbra e disse “No. Basta, Jess. Non serve a niente rivangare il passato. Non mi importa di quello che hai fatto o di quello che ho fatto io..smettiamola di tormentarci e viviamo insieme la nostra vita.”.
“E se ti ricattassi?”, domandò Jess, accenando appena un sorriso.
“E come vorresti ricattarmi? Sentiamo, tentatore.”, rispose Rory con sguardo allusivo.
“Io non parlo più di cosa è successo, se tu, mia cara, torni a Yale e da tua madre.”, disse Jess, prendendole le mani e stringendole.
“Jess, io..”, cominciò Rory, quando fu interrotta “Allora, cominciamo dalla festa di Kyle. Che ne dici?”.
“Jess! Non puoi farmi decidere delle cose così importanti con i tuoi trucchetti!”, rispose Rory, ma non era nemmeno lei stessa così convinta di quello che stava dicendo.
“Oh, certo che posso. Lo sto già facendo..”, disse Jess, prima che fosse interrotto da un bacio di Rory.
“Ti prego. Non continuare. So benissimo che dovrei tornare al castello, dovrei continuare a frequentare Yale..ma io non ce la faccio.”, affermò Rory, il suo sguardo era così triste, avrebbe fatto pena a chiunque in quel momento.
Jess la baciò, come se volesse trasmettere con quel bacio, che lui era vicino a lei, che questa volta non l’avrebbe abbandonata, che sarebbe stato con lei per sempre.
“Tu ce la puoi fare, Rory. Mi hai detto che devo dimenticare il passato..che noi dobbiamo dimenticare il passato. Hunzburger è passato. Ora ci siamo noi, solo noi. E Yale. Non buttare al vento, tutta la tua fatica che hai dovuto fare per arrivare a Yale.”, le disse dolcemente. Rory sorrise, ma che stava facendo? Perché doveva gettare tutto per quattro parole dette da un uomo che neanche conosceva bene? Lei si fidava di Jess, e se lui diceva che ce l’avrebbe fatta, lei ci credeva. Soprattutto, perché era quello che lei voleva, lei voleva ritornare alla sua normalità, era stanca di pensare ai commenti degli altri. Ora aveva capito che a lei importavano solo i pareri di chi amava. La madre, il padre..e Jess. Loro erano importanti per lei, e nessun altro, avrebbe più deciso per il suo futuro. Era il suo futuro e non di un estraneo.
“Ok.”, rispose quasi sussurandolo, Jess instintivamente l’abbracciò più stretta che mai, e disse “Sapevo che alla fine avresti preso la decisione giusta.”. Rory lo abbracciò, a sua volta, sussurandogli “Grazie Jess. Grazie di esserci.”.
“Diciamo che mi sento un po’ in colpa.”, rispose Jess, sorridendo. Rory si scostò e disse “Ah! Il signor Mariano si sente in colpa? Perché invece ora che ha fatto la sua opera buona, non continua con il discorso precedente?”.
“Hmm? Quale discorso?”, fece finta Jess di non comprendere cosa dicesse.
“Non te lo ricordi? Allora, stavi cominciando a darmi una spiegazione per tutto quello che avevi fatto, a partire dalla festa di Kyle. Ora ti è venuta qualche idea, a questo proposito?”, rispose Rory, sapendo che Jess non ne voleva parlare.
“Veramente, non mi viene in mente proprio niente a riguardo.”, disse Jess, facendo il finto tonto.
“Ho perso la mia occasione, vero? Non mi darai mai una spiegazione al tuo comportamento?”, aggiunse Rory, conoscendo già la risposta.
“Gilmore, sei tu che mi hai detto di non continuare.”, si giustificò Jess, aggiungendo “Certe occasioni sono irripetibili.”.
Rory sorrise e si alzò per raggiungere il suo cavallo, ci montò sopra e disse “Beh, allora andiamo. Stars Hollow ci aspetta!”.
Jess la guardò in tutta la sua bellezza, fece un sorriso e si diresse verso il cavallo. Ora, poteva considerarsi davvero un uomo felice, senza alcun rimpianto. Il tempo aveva cucito ogni ferita, ed era buffo e incantevolmente bello pensare che loro erano sempre loro due. In ogni caso, ogni evento, ogni piccolo cambiamento portava alla fine a loro, loro due sempre insieme.

Edited by RGJM - 19/2/2006, 20:02
 
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RGJM
view post Posted on 4/3/2006, 22:01




Prendiamoci le nostre responsabilità...

Erano alle porte di Stars Hollow, bastava oltrepassare un cancello e si sarebbe catapultata nella dura realtà dei fatti. Avrebbe dovuto sentire mille pettegolezzi al suo passaggio, sarebbe stata assalita immediatamente da migliaia dei suoi sudditi che morivano dalla voglia di sapere cosa era successo, ma la cosa più difficile sarebbe stata guardare di nuovo sua madre, fissarla in quegli suoi stessi occhi, e capire tutto dal suo sguardo.
Il portone che l’avrebbe portata da sua madre, non era mai stato così invalicabile. Mille pensieri le si formavano e mille dubbi crescevano, sentiva il suo cuore battere all’impazzata, ma doveva farsi coraggio e affrontare i suoi errori.
I guardiani che si trovavano di fronte a lei, la riconobbere all’istante e la salutarono in modo adeguato.
All’interno del castello, nel salone principale:...
La tensione di Rory era percepibile anche per chi non la vedeva, cercava di togliere le pieghe dell’abito che si erano formate nella notte, ma con risultati scarsi. Si guardava intorno, alla ricerca di un minimo segno che le facesse capire che sua madre la voleva ancora con sé, però la stanza era uguale a come se la ricordava e nessun oggetto le faceva capire cosa sarebbe potuto succedere da lì a pochi istanti.
Guardò Jess per un attimo, sembrava così tranquillo e calmo, lui era fatto così, era pronto per affrontare qualsiasi situazione. Lui riusciva ad adattarsi a qualsiasi cosa, era un ragazzo dalle mille risorse. Sorrise al pensiero che per una volta lui fosse lì per prendersi ogni responsabilità, in passato, era diverso, spesso non era l’affidabilità in persona ma ora tutto era cambiato, perfino lui.
Sembravano che i ruoli si erano capovolti, ora era lei che aveva bisogno di aiuto, era lei che aveva deluso tutto e tutti, era lei che se ne era andata via da casa senza neanche dire una parola alla persona più importante della sua vita. Tutto era cambiato e chissà se lei sarebbe riuscita a sistemare la sua vita e a farla tornare quella di un tempo.
I pensieri di Rory furono interrotti dai rumori di alcuni passi, probabilmente erano i sovrani che stavano giungendo in sala, dopo essere stati avvisati. Il cuore di Rory ora batteva più che mai, era un battito irregolare, ma regolare per la situazione che stava per affrontare, era emozionata e spaventata all’idea di incontrare sua madre, la sua migliore amica, la forza che l’aveva sostenuta in tutti i giorni della sua vita, finché lei stessa le aveva voltato le spalle. Solo ora si rendeva conto del grave dolore che aveva procurato a sua madre con il suo stupido comportamento, come aveva potuto abbandonarla? Come aveva potuto tradirla? Come aveva potuto preferire i suoi nonni a lei, l’unica persona che aveva sempre fatto di tutto per vederla felice, l’unica persona che l’aveva amata dal primo momento che lei aveva visto la luce. Si sentiva una persona orribile e di colpo cominciò a piangere, era pentita, tremendamente pentita, cosa le era saltato alla mente? Perché aveva lasciato Yale? Lei sapeva che sua madre anche se non sarebbe stata una corrispondente estera le sarebbe stata sempre per il resto dei suoi giorni vicina, e sarebbe stata fiera di lei, qualsiasi cosa avrebbe fatto. Ora lo sapeva, ora sapeva cosa doveva fare, sapeva cosa stava andando incontro, sapeva cosa avrebbe fatto per il resto della sua vita, era tutto così chiaro e limpido, come le sue lacrime che solcavano il suo dolce viso.
Una mano le si appoggiò sulla sua, era quella di Jess, la toccava dolcemente fino a stringere la sua mano, lo guardò e vide tutta la comprensione e l’appoggio dal suo sguardo. Non riuscì a trattenersi, e cominciò a piangere ancora di più, appoggiandosi a lui, che le accarezzò dolcemente i capelli, in un gesto dolce e prottettivo.
“Stai tranquilla. Se non dovesse andare come speravi, ti prometto che mi leggerò tutti i libri di Ayn Rand.”, disse ironicamente, mentre lei si allontanava da lui e lo fissava, quelle semplici parole la fecero sorridere e si asciugò rapidamente le lacrime. Non poteva piangere, soprattutto perché non c’era motivo di piangere, le parole di lui le fecero capire che lui ci sarebbe stato anche dopo, qualsiasi cosa sarebbe successa lui questa volta non se ne sarebbe andato.
Il re e la regina erano entrati nell’enorme salone, lì aveva ignorati, finché non si sedettero e li guardarono attentamente, in attesa di una loro parola.
Rory respirò profondamente, era il momento, il momento di scusarsi, di spiegare alla madre cosa le era preso, e di farsi perdonare, guardò sua madre e cercò di imprimere nel suo sguardo tutte le sue parole, per prepararsi al vero confronto verbale.
Lorelai vedendo sua figlia con quello sguardo, capì subito che era pentita, avrebbe voluto correre da lei e abbracciarla così forte e dimenticare il passato, ma l’orgoglio dei Gilmore era troppo forte per cedere al suo istinto materno.
“Mamma..Luke. Mi dispiace.”, cominciò Rory, come se prima di tutto fosse importante scusarsi prima di spiegare ciò che aveva fatto, il motivo per cui aveva agito così.
Lorelai ebbe un sussultò e il suo istinto voleva prevalere su quello stupido orgoglio, come poteva trattenersi dall’abbracciarla? Chiuse gli occhi per un attimo, come per cercare di contenersi e la guardò con sguardo severo dicendo “Di cosa, Rory? Ti dispiace per il fatto di aver lasciato Yale? O per aver lasciato il castello? O per aver lasciato me? Di cosa ti dispiace, Rory?”.
Le parole di Lorelai si ripetevano insistetemente nella testa di Rory, non doveva piangere, lo sapeva, doveva comportarsi da persona adulta e non giustificare il suo comportamento, perché il suo comportamento era tutto tranne che giusto. Abbassò lo sguardo doveva raggruppare i suoi pensieri per formulare una frase che non l’avrebbe portata a litigare, alzò lo sguardo fino a vedere la sua mano stretta in quella di Jess, questa visione la incorraggiò a continuare, doveva farsi corraggio e accettare le conseguenze del suo comportamento spregiudicato.
“Di tutto. Ma soprattutto mi dispiace di averti fatto soffrire, mamma.”, disse Rory con calma.
Le parole di Rory, l’avevano lasciata paralizzata, possibile che era tornata la sua giovane e responsabile Rory? Quella ragazza che era così saggia, più di sua madre, era lei? Era tornata in sé? Non poteva, però, farsi prendere da questi pensieri, quella ragazza l’aveva fatta soffrire, l’aveva ferita profondamente con il suo atteggiamento, non poteva cedere così presto a quella che era sua figlia, si, ora la riconosceva, era la sua dolce e cara Rory, sapeva che alla fine lei l’avrebbe perdonata ma non così subito non era ancora pronta. “Rory..ti dispiace solo ora di quello che mi hai fatto passare? Insomma, sono passati quasi tre mesi da quando hai lasciato Yale! Non ti sembra troppo tardi per correre ai ripari? Ci potevi pensare prima!”, il suo tono era freddo e aspro, si percipiva la rabbia che provava o che aveva provato e ora stava facendo uscire da sé.
Non pensava sarebbe stato così difficile ascoltare le parole di sua madre, non riusciva a sentire neanche un minimo segno di perdono o di preoccupazione, era solo rabbia e rancore, non sapeva come risponderle, sentirla parlare così le procurava gran dolore. Sentiva che le lacrime stavano per scendere, come faceva a controllarsi in quel momento? Ma in quel momento sentì la voce di Jess, rispondere alla madre “A volte, non è facile capire che sbagli. O meglio, a volte sai che stai sbagliando ma ormai pensi che sia troppo tardi per recuperare ciò che hai buttato all’aria. Ma..poi ti rendi conto che forse c’è una piccola probabilità che possa succedere. Che puoi ripare ai tuoi errori e ricominciare di nuovo.”.
Cosa stava facendo? Stava parlando di sé stesso? Stava indirettamente parlando a Rory? Lo fissò per un istante, vedeva nei suoi occhi tutta la sua determinazione, e questo la rincuorava, la stava difendendo, non poteva stare lì con le mani in mano, era lei che aveva sbagliato e che doveva riparare “Io..io quando ho sentito che non ce l’avrei fatta. Quando il re Hunzburger mi ha detto che non avrei avuto futuro come giornalista, non sapevo più che pensare, avevo solo le sue parole in testa e mi continuavo a ripetere “perché vai a Yale? A cosa ti serve se neanche sai cosa farai?”..ho sbagliato lo so, mamma. Non dovevo lasciare Yale, non dovevo andare a rifuggiarmi dai nonni, dovevo solo affrontarti ma non l’ho fatto. Sono stata una vigliacca. Ma ora ho capito i miei errori. E se tu vuoi io...io... vorrei ritornare qui.”.
“Potrei anche decidere di perdonarti, ma tu sei scappata dal castello per ben tre volte. Vorrei ricordartelo, come pensi che mi dovrei comportare, adesso?”, chiese Lorelai, la sua voce non era più fredda e aspra, era solo leggermente arrabbiata, sapeva che a momenti sarebbe ceduta al suo istinto.
“Puniscimi se vuoi, ma Jess non c’entra nulla. Sono io la sola colpevole e responsabile.”, rispose Rory, lasciando stupito Jess che la stava guardando.
“Rory, è qui che ti sbagli. Jess c’entra quanto te in questa bravata! Non posso chiudere un occhio per questa facenda.”, affermò Luke, che non aveva parlato fino a quel momento, stava facendo il suo compito da sovrano, ma le sembrava un’ingiustizia anche se era fatta dal re.
“Infatti. Io non sono stato certo un angioletto, Rory, in questa faccenda. Quindi, se volete punirmi, punite me ma non Rory. So, zio Luke, che non puniresti mai Rory. Tu le vuoi bene come se fosse tua figlia e per questo non la punirai. Invece, io che ti ho combinato così tanti guai, potrai finalmente farmela pagare.”, osservò Jess, quasi con aria di sfida.
Lorelai, ora ne aveva abbastanza, come potevano pensare alle punizioni o cose del genere in questo momento? Nel momento in cui madre e figlia cercavano di recuperare il loro rapporto? Interruppe la loro discussione con “Non voglio che sia punito nessuno. E tu, Rory.”, iniziò, alzandosi e giungendo dalla figlia, fino ad arrivare di fronte a lei e toccarle le braccia con le mani.
“Non ti punisco non perché abbia dimenticato quello che hai fatto.”, disse Lorelai, guardandola seriamente, a volte lo sguardo di Lorelai era un enigma per Rory, non riusciva a trovare la soluzione di esso, ma quando la strinse fra le sue braccia, capì cosa voleva dire con i suoi occhi.
“Non ti punisco perché io sapevo che saresti tornata da me. Ti prego, non andartene più via così.”, continuò Lorelai, abbracciando forte la figlia, aveva sentito la mancanza di quella presenza, di quella vicinanza, di quella che era sua madre, Rory ricambiò immediatamente il gesto della madre, aggiungendo, mentre le lacrime percorrevano i visi di entrambe, “Promesso, mamy.”.

Semplice quotidianità...

Dalle finestra filtrava appena, la luce del sole, bloccata dalla tende rosee enormi che toccavano fino il pavimento. Una moquette sul rosa-giallo che si estendeva per tutta la camera, su di essa erano appoggiati degli scatoloni non ancora sballati, due librerie parzialmente vuote, la scrivania spoglia di qualsiasi sopramobile, un armadio alto e molto capiente e un letto con una ragazza che dormiva beata.
Ma la sua pace finì, nel momento in cui una donna entrò e si gettò nel letto, accanto alla ragazza, che per il rumore e la violenza con cui si era gettata la persona, aprì leggermente gli occhi, avendo già un’idea di chi fosse, e sorrise vendedo che era sua madre.
“Svegliati, dormigliona! Non vedi che io sono già in piedi.”, disse la madre, seduta sul letto, mentre scuoteva la figlia.
Rory che non si era ancora svegliata del tutto, aprì lentamente gli occhi, fino a svegliarsi e dire “Mamma, non sapevo che eri diventata mattiniera.”.
“Oggi sono particolarmente di buon umore e non voglio sprecare neanche un attimo di questa bella giornata!”, confessò la madre, alzandosi e liberando le finestre dalle tende.
“Ma io ho sonno. Chiamami tra minimo due ore.”, aggiunse Rory, rimettendosi sotto le coperte.
“Rory, dai! Luke, oggi, si è svegliato di ottimo umore e ha fatto tante di quelle frittelle e muffins! Devi assolutamente fare colazione. E poi c’è il suo caffè! E’ da tanto che non bevi il suo superbo caffé!”, affermò Lorelai, cercando di prendere la figlia per la gola.
“Mamma! Così non vale!”, disse Rory, arrendendosi e uscendo dal suo caldo e morbido letto.
“Brava la mia bambina. Ora vestiti, io ti aspetto di sotto.”, affermò Lorelai, avviandosi verso la porta.
Ma prima di uscire disse “Guarda che se non arrivi entro mezz’ora, penserò che sei ritornata a dormire. E perciò potrei fare colazione anche per te.”.
Rory la interruppe dicendo “Ok, ho capito! Vorrà dire che farò una doccia super veloce e mi vestirò mentre scendo le scale.”, raggiungendo il bagno.
Lorelai sorrise e uscì dalla stanza, finalmente la sua Rory era tornata e sembrava che la crisi fosse passata, pensò per un istante che quel periodo che erano state lontane forse avesse fatto bene a tutte e due, entrambe avevano capito che loro non potevano vivere separate, Lorelai l’aveva trovata dal primo momento che l’aveva presa in braccio e Rory aveva trovato lei, nel momento in cui aveva alzato la sua manina verso di lei, era passata la bufera e presto si sarebbe alzato del tutto il sole nel cielo, pronto a splendere ed emanare i suoi calorosi raggi.

Nel salone da pranzo, tutta la famiglia reale era riunita:..
A volte, si pensa che tutto sia scontato, non si dà peso a una colazione con la famiglia, a vederli tutti riuniti, intenti a mangiare, queste piccole, piccolissime cose che quando ti rendi conto che possono non accadere, in quel momento ti accorgi che sono davvero importanti. E Rory, che pensava non potesse mai più mangiare insieme alla sua famiglia, lei che aveva rinunciato a questa piccola quotidianità e le mancava così tanto, ora conosceva l’importanza che niente si doveva dare per scontato e bisognava gustare ogni momento della giornata, sicuramente d’ora in poi l’avrebbe sicuramente fatto.
“Rory..”, cominciò Luke, per sciogliere un po’ la tensione.
“Luke..”, disse Rory, accennando appena un sorriso per il tentativo di Luke di rompere il ghiaccio.
“Allora..”, continuò Luke, non sapendo proprio cosa dire.
“Allora..”, ripeté Rory, lasciando la parola a Luke, si divertiva a vederlo in imbarazzo, questa era il tipico comportamento di sua madre, prendere in giro Luke che non si accorgeva neanche del suo giochetto.
“Sono felice di vederti.”, aggiunse Luke, ancora immerso un po’ nell’imbarazzo.
“Anch’io sono felice di vedere te, Luke.”, rispose Rory, ripensando al giorno che Luke l’aveva scoperta mentre baciava Jess, le parole che stavano dicendo erano molto simili a quelle di quella volta.
“Già..si. Allora, cosa mi dici? Cosa farai oggi?”, chiese Luke, cercando di nascondere tutto il suo disagio.
“Ah!”, gridò Lorelai, ascoltando la conversazione fra Luke e Rory.
“Mamma? Cosa c’è?”, domandò preoccupata Rory, osservando la madre insieme a Luke.
“No, io non ho niente. Anzi, ritornando al discorso sul “cosa farai?”, io avrei una proposta.”, disse Lorelai, con uno sguardo tra il diabolico e l’eccitazione.
“Hmm..sentiamo.”, aggiunse Rory, mentre mangiava le sue dorate frittelle.
“Oggi..io e te, andremo per boutique a comprare tutto quello che vogliamo. Non baderemo a spese né al tempo. Oggi dedicherò la mia intera giornata alla mia adorata figlia.”, rispose Lorelai con un bel sorriso sul volto.
“Wow! Però..”, disse Rory, cautamente per non deludere troppo la madre.
“Però? Rory, vuoi negare alla tua cara, vecchia madre la sua unica gioia? In fondo cosa ti sta chiedendo? Un microscopico giorno della tua vita insieme? Perché vuoi far soffrire così tua madre?”, cominciando con la sua lunga tragedia.
“Prima di tutto, ti stai dando della vecchia, mamy. E poi, ti posso dedicare tutta la mattinata, ok?”, rispose Rory, conosceva bene sua madre e sapeva come rimediare.
“Ti metto il broncio se non stai con me tutto il giorno.”, disse Lorelai, incrociando le braccia per fare la bambina offesa.
“Ops! Mi sono sbagliata ora ti stai mostrando una bambina immatura.”, scherzò Rory, quanto le erano mancate quelle situazioni.
“Ma Rory, è da tre mesi che non passiamo insieme la giornata!”, affermò Lorelai, cercando di essere più offesa che mai.
“Mamy, mi stai facendo sentire in colpa.”, confessò Rory, ignorando ora la bambina che era sua madre e continuando a mangiare.
Lorelai sbuffò un istante ma poi si chiese cosa avesse da fare la figlia nel pomeriggio, “Rory, quindi perché non puoi passare con me questo pomeriggio?”.
“Beh..io e Jess..”, cominciò, ma fu interrotta immediatamente dalla voce di Lorelai “Come sarebbe a dire? Passerai il pomeriggio con Jess? Insomma, sei stata con lui per quasi tre mesi! Non puoi preferire lui a me.”.
Rory sorrise per il comportamento della madre, che subito disse “Cosa c’è da ridere?”.
“Mamma, io oggi pomeriggio vado a Yale. Devo parlare con il preside e dirgli che ho cambiato idea sul fatto che volevo lasciare Yale..e poi, non voglio più vivere al college. Ecco, io voglio ritornare qui con te, al castello. E perciò Jess mi aiuterà per il trasloco.”, rispose Rory, Lorelai a quelle parole si sentì sollevata e tranquillizzata “Quindi proseguirai i tuoi studi a Yale ma vuoi alloggiare qui?”.
“Si. E’ proprio così. Mi sono accorta che la vita da college non fa per me. Insomma, guarda in che guai mi sono cacciata da quando vivo lì.”, rispose Rory, ricordando velocemente il suo passato a Yale.
“Mi sembra un’ottima idea, Rory. La carrozza reale sarà sempre a tua disposizione.”, affermò Luke, orgoglioso come se fosse suo padre.
“Grazie. Ci contavo proprio, se non me l’avessi concessa, sinceramente non avrei saputo come fare per andare e tornare da Yale.”, disse Rory, sollevata dall’appoggio di Luke nella sua decisione, ora mancava solo sua madre, la guardò con decisione e attese la sua risposta.
Lorelai le sorrise e la confortò dicendo “La mia Rory è tornata.”, Rory non poté fare a meno di allungare la sua mano verso la madre che la prese e la strinse, “Si, mamma. Sono tornata.”.
Le parole riempirono quella stanza che era stata così vuota e triste senza di lei, si riempì di nuove speranze, nuove gioie e ricordò il passato che stava diventando presente, madre e figlia erano riunite di nuovo in quel tavolo.
 
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RGJM
view post Posted on 2/5/2006, 20:28




dopo tutto questo tempo..ho un po' le idee "modificate" di questa fanfiction..ho intezione di farla finire in un modo tutto diverso da quello che avevo pensato all'inizio.. :P

Acquisti e pensieri...
Una decina di commesse giravano per la boutique velocemente, con in mano vestiti e scarpe, sembrava che ci fosse una frenetica corsa e non ci fosse abbastanza tempo per fermarsi.
Lorelai si provava una cosa dopo l’altra, aspettando con pazienza nel camerino, mentre Rory si guardava intorno.
“Ehi, Rory. Perché non ti provi qualcosa? Tanto paga, Luke!”, disse la madre dal camerino.
“No..mamma. Non ho bisogno di nulla.”, rispose Rory, porgendo alla madre degli abiti che le aveva dato una commessa.
“Ma dai! Noi abbiamo sempre bisogno di qualcosa. Dai un’altra occhiata.”, affermò Lorelai, intenta a provarsi altri abiti.
“Hmm..come vuoi.”, disse Rory, guardando rapidamente per la boutique e notando così una sedia.
Si sedette sulla sedia e prese un libro dalla sua borsetta, “Il giovane Holden”, la sera prima aveva visto che si trovava su una delle sue due librerie e aveva deciso di portarlo con sé il giorno successivo.
Cominciò a leggere tranquillamente, e le venne in mente il giorno in cui incontrò per la prima volta Jess. Quella sera stava cercando di essergli gentile, soprattutto perché era il nipote di Luke e non voleva farsi influenzare da pregiudizi, ma il suo primo impatto non era stato dei migliori. Era stato sgarbato nei confronti della madre, soprattutto perché le aveva proposto di andarsene da casa sua, lasciando gli “adulti” a cenare, insomma dopo che sua madre era stata così gentile nei suoi confronti a organizzargli quella specie di festa di benvenuto, lui voleva filarsela. Ma lei non è mai stata la ragazza da “primo incontro decide tutto”, lei le persone le giudicava subito, ma aveva il pregio di cambiare opinione immediatamente, l’aveva fatto anche con Tristin, all’inizio lei aveva dato un giudizio negativo a quel ragazzo, però conoscendolo meglio si è dovuta ricredere, e anche se lui le aveva complicato la vita alla Chilton e con Dean, alla fine non poteva fare a meno di aiutarlo, le aveva detto di stare lontano a quei bulletti che frequentava, ma lui non l’aveva ascoltata. E non l’aveva più visto da quel giorno in cui c’era stata la rappresentazione di Romeo e Giulietta, qualche volta ci pensava a lui, e doveva dire che i ricordi di lui non la rattristavano, mentre se pensava a Dean, non poteva fare a meno di pensare a come era finita.
Ora, riflettendo ancora alla sua vita sentimentale, i suoi pensieri ritornarono a Jess, loro due in questo ultimo periodo le avevano viste davvero di tutti i colori, ma stavano ancora insieme. Un dubbio terrificante le venne in mente, “E se questa storia finisse come è finita quella con Dean?”, però fortunatamente il dubbio sparì nel momento in cui lo vide fuori che passeggiava con un libro sotto il naso.
Si alzò immediatamente e corse da lui, rubandogli dalle mani il libro.
Jess la guardò sorpreso e confuso nel vederla e disse “Ehi. Che ci fai qui? Pensavo dovessimo vederci dopo pranzo.”.
“Infatti. Mia madre stamattina mi ha buttato giù dal letto per venire a far shopping con lei.”, rispose con tono tenero, tanto da poter provare compassione per lei.
“Oh, povera la mia Rory.”, affermò dolcemente Jess, avvicinandosi a lei e baciandola teneramente.
Ma quella magia era destinata a finire, “Rory! Rory, dove sei?”, purtroppo doveva rispondere e gridò “Mamma. Eccomi, sono qui.”.
Lorelai li raggiunse immediatamente e disse “Rory, mi hai fatto preoccupare. Pensavo che te ne fossi andata. Ma, poi ho pensato che Rory non lascierebbe mai sua madre senza nemmeno darle un piccolo avviso.”.
“Scusami. E’ che ho visto Jess dalla boutique ed allora l’ho raggiunto, poi abbiamo un po’ parlato e...”, si scusò Rory, girandosi verso la madre.
“E’ colpa mia. Sono stato io a trattenerla!”, alzando le mani come in segno di arresa.
“Uhm..mamma come mai mi stavi cercando?”, chiese Rory, sorvolando sulle scuse.
“Ho trovato un bellissimo vestito che starebbe perfetto su di te! Entra, vieni a provarlo.”, rispose Lorelai, come se fosse una bambina che voleva che la mamma le comprasse un giocattolo.
Rory guardò per un istante Jess, lui le stava dicendo con gli occhi “Sù vai. Ci vedremo dopo, noi.”, e rispose alla madre “Mamy, arrivo fra un momento.”.
La madre si comportò da genitore comprensivo e tornò dentro il negozio.
“Ritornando a noi.”, affermò Rory, gettando le sue braccia sul collo di lui, e avvicinandosi fino a baciarlo e assaporare le sue morbide labbra, prima di tornare al suo shopping “inutile”.
“Penso che aspetterò con trepidazione questo pomeriggio.”, gli sussurò all’orecchio, raggiungendo l’entrata della boutique.
Prima di entrare però, si voltò e disse “Ah, questo me lo riprendo. Visto che è mio!”, mostrando con la mano alzata il libro che aveva preso prima da Jess.
Jess la guardò entrare e pensò a quando aveva preso in prestito da Rory quel libro, erano seduti su una panchina e lei gli aveva mostrato il libro per fargli sapere cosa leggeva in quel periodo e lui aveva pensato che lei avesse voluto regalarglielo. Pensandoci bene, lui non le aveva più restituito il libro, anzi, pensava, ormai, che quello fosse suo, l’aveva messo nella sua libreria come uno dei suoi tanti libri. Però, ricordava che quando rileggeva quel libro sentiva come una scossa, e vedeva ogni volta Rory che lo guardava quel giorno dopo la rissa.
Da quel giorno, ne erano successe di cose, tra le quali Rory, già, Rory faceva di nuovo parte della sua vita, quando l’aveva lasciata per andarsene in California, cercava di non pensarla, ma era inevitabile non pensare a lei, sapeva troppe cose di lei, ogni volta che beveva del caffé, lei ritornava nella sua mente, pronta a sgridarlo con quella telefonata il giorno del suo diploma.
Sapeva che quello che provava per Rory superava ogni litigio, ogni malinteso, ogni difficoltà passata, era qualcosa che non poteva mutare, mai, qualsiasi cosa sarebbe successa, lui sapeva che i suoi sentimenti sarebbero rimasti identici ad ora, e l’aveva dimostrato a sé stesso, cercando con tutto sé stesso a stargli lontano, ma la lontanza non aveva portato nulla, l’unico risultato che aveva ricevuto era stato che le mancava ogni giorno sempre di più, aveva sperato che prima o poi passasse ma doveva essere sincero a sé stesso, non può finire qualcosa che è scritto nel destino. Da quando era diventato così filosofico? Da quando si faceva prendere così tanto da una ragazza? Da quando credeva all’amore? Tutte queste domande gli formulavano in mente, ma avevano tutte la stessa risposta: Da quando aveva conosciuto Rory.

Il piacere dei vecchi ricordi...
Entrare in quella stanza avrebbe riportato alla luce tutti i suoi ricordi che lei cercava di nascondere con tanta bravura in un posto isolato e nascosto del suo cuore. Avrebbe ricordato la sua preoccupazione il primo giorno di college per la cartina che era parzialmente strappata, la sua paura ad essere da sola senza sua madre, il party che aveva organizzato sua madre, il suo primo esame da college, Marty che dormiva nudo per terra, poteva ricordare ancora con chiarezza il giorno in cui Jess era venuto al dormitorio, mentre lei era in compagnia di Dean, poteva sentire ancora le sue parole che risuonavano nella stanza, ricordava anche le serate che passava con Dean nella sua camera, poteva vedere Logan che le parlava davanti alla bacheca, che entrava dalla finestra, la sua memoria funzionava perfino troppo bene, riusciva a ricordare qualsiasi sensazione che aveva provato in quella stanza, in quel college, ogni immagine era impressa nella sua mente come un marchio indelebile.
Si fece coraggio e aprì la porta, le sue cose erano sparse in scatoloni ancora non imballati, e guardando la sua stanza, notò con particolare sorpresa che sopra uno scatolone era seduto Logan.
“Scheggia! E’ da parecchio che non ci vediamo.”, affermò Logan, con naturalezza e spontaneità.
“L..Logan! Ma tu che ci fai qui?”, domandò Rory, shockata dalla sua presenza.
“Uhm..volevo solo vederti. Mi hanno detto che oggi saresti venuta a parlare con il preside e quindi mi sono fatto trovare qui.”, rispose Logan, alzandosi e raggiungendo Rory, fino a che fu abbastanza vicino da vedere Jess, che era appena arrivato alla soglia della porta.
“A quanto vedo ti sei portata la scorta. Chi è lui? Il facchino?”, chiese Logan, innervosito dalla presenza di Jess.
“Lui..Lui è Jess. Il mio ragazzo.”, rispose Rory, avendo trovato il modo per far arrabbiare ancora di più Logan.
Logan, per un momento, rimase stupito dalla prontezza e determinazione di Rory, ma poi vedendo Jess si riprese immediatamente “L’ultima volta che ci siamo visti mi ricordo che ero ancora io il tuo ragazzo.”, si avvicina ancora di più a Rory, Jess di impulso fa un passo in avanti, Logan le accarezza il viso e le dice “Non ti ricordi più come ci divertivamo insieme? Quando mi hai avvertito che tra noi era finita?”.
Rory, per un attimo, si sente persa ma reagisce dicendo “Logan è finita quel giorno in cui non ti sei fatto più sentire, non sei venuto più a trovarmi o cercarmi. Continuavi solo a mandarmi rose su rose. Non sono una bambina. Io pretendo che la persona con cui sto, mi stia vicino nei momenti difficili. E quello per me era un momento davvero difficile.”.
Rory si allontana da Logan e va verso gli scatoloni, Logan furioso esce tempestivamente dall’appartamento, lasciando Rory e Jess soli.
“Quindi, lui è Logan.”, commenta Jess, assumendo un’espressione pensierosa.
“Si, è lui.”, risponde Rory, mentre, mette alla rifusa i suoi oggetti nella scatola.
“Uhm.”, sussura Jess, avvicinandosi alla finestra.
Rory insospettita e infastidita chiede “Allora, che c’è?”.
“Hai l’assurda convinzione che le persone capiscano cosa vorresti dire senza che in realtà tu abbia bisogno di dirlo.”, affermò Jess, con aria stranamente da burla.
“Quà, mi sembra che tu sia quello che lo fa. Visto che non mi dici cosa vorresti veramente dire, senza nasconderlo in altre frasi.”, aggiunse Rory, rimettendosi a riempire la scatola di prima.
“Stavo solo ripensando a quando eri a Washington.”, suggerì Jess, appoggiandosi al muro.
Rory non diede peso al suo suggerimento, ma ad un tratto si fermò e disse “Ora, ho capito dove vuoi arrivare!”.
Si avvicinò a Jess, fino ad essergli di fronte “Stai insinuando che non gli ho detto del fatto che l’avevo lasciato e lo stai paragonando a quando io dopo averti baciato non mi ero fatta più sentire per tutta l’estate.”.
“Esatto! Allora, come l’avevi avvertito che tra voi era finita?”, domandò Jess.
“Io..”, sussurò Rory, non sapendo cosa dire.
“Una lettera?”, chiese Jess.
“No.”, rispose Rory.
“Un segnale di fumo?”, aggiunse Jess.
“No”, rispose Rory.
“Un bel cesto di frutta?”, chiese Jess.
“No!”, rispose Rory.
“E allora come poteva capire che l’avevi lasciato?”, domandò Jess.
“Come poteva non capirlo?”, rispose dolcemente Rory.
“Scusa?”, chiese Jess.
“La tua ragazza non si fa più sentire, non ti cerca, non si fa più vedere e non risponde ai regali che gli fai. Non ti viene subito in mente: Non gli interesso più?”, aggiunse Rory.
“Beh, in effetti.”, disse Jess.
“Quell’estate in cui io non mi ero fatta più sentire ed ero partita a Washington..tu hai pensato che non mi importasse di te, giusto?”, domandò Rory.
“No. Mi sono fatto ritrovare con Shane al tuo ritorno, perché è stato sia per ripicca sia per spronarti a svegliare i tuoi veri sentimenti.”, rispose Jess, avvicinandosi a Rory.
“Ha funzionato, no? Ora sei mia.”, affermò Jess, prendendole le mani e stringendole teneramente.
“Io non ne sarei così sicuro. Potrei lasciarti, per un migliore partito.”, disse Rory, sforzandosi di nascondere un sorriso.
Jess si avvicinò al volto di Rory, e le sussurò “Non c’è un partito migliore di me.”, dopodicché la baciò, trascinandola con sé per terra.
Erano seduti sul pavimento e continuavano a baciarsi senza accenare a smettere, fino a ché Jess urtò la borsetta di Rory facendo cadere un libro.
Jess si voltò e lo vide, non nascose un sorriso sincero nel vederlo e lo prese immediatamente tra le mani.
“Il giovane Holden.”, lesse il titolo, cominciando a sfogliarlo.
“Quanti ricordi appesi a questo libro. E’ stato il nostro inizio.”, guardando il libro fra le mani di Jess.
“Questo libro ha da raccontare più di quello che gli altri possono leggere.”, disse Jess.
“E non solo questo libro. Ogni oggetto, posto, persona che ci ha visto può dire qualcosa.”, aggiunse Rory, appoggiando la testa sul petto di Jess, in modo da poter leggere anche lei il libro.
“Magari non sono tutte cose positive, però..”, precisò Jess, continuando a sfogliare il libro.
“A noi non ci importa.”, disse Rory, prendendo dalle mani di Jess il libro.
“Che fai?”, chiese Jess.
“Voglio leggerlo con te.”, rispose Rory, prendendo la prima pagina del libro.
“Ma non hai tempo. Devi finire di fare gli scatoloni, dobbiamo tornare al castello e poi c’è tua madre che ti aspetta.”, disse Jess.
“Oh. Ma da quando ti preoccupi così tanto per queste cose. Sei diventato un po’ troppo..”, non fece in tempo di finire la frase che Jess la strinse più stretta a sé e riprese il libro.
“Dai. Leggo io, però. Tu sei troppo lenta.”, affermò Jess.
“Io sarei lenta? Io ho i miei tempi, osservo con attenzione tutto quanto. Sei tu che sei fuori dalla norma.”, protestò Rory.
“Shh..leggiamo.”, disse prima che passassero un pomeriggio a leggere un libro che avevano entrambi già letto, ma ora aveva qualcosa in più, raccontava in ogni margine di libro il loro primo incontro.

Solo uno sguardo...
Stavano cercando di fare meno rumore possibile per non irrompere a un bruschi incontri, stavano per superare il grande salone quando il loro piano saltò da una voce “Ehi. Guarda un po’ chi si vede. Uhm..non ricordo più come vi chiamate. Forse perché è passato così tanto tempo da quando dovevate rientrare che sono invecchiata.”
Rory si voltò lentamente verso lei e disse “Ci abbiamo messo più del previsto. Non volevamo fare tardi.”.
Lorelai la guardò con uno sguardo falsamente severo, dopodicché Jess si scusò “E’ colpa mia. Ci siamo messi a leggere e così il tempo..”, Lorelai si sciolse con un sorriso e disse con una voce da bambina “Uffa, Jess! Volevo fare la parte della madre cattiva e severa almeno una volta.”.
“Mamma, guarda che me ne ero accorta.”, confessò Rory avvicinandosi alla madre.
La madre sorrise e l’abbracciò forte, sussurandole “Hai passato un bel pomeriggio?”.
Rory si strinse più forte alla madre e disse “Si, mamma. Dopo tanto tempo sono di nuovo felice.”.
“Si, ora andrà tutto bene.”, aggiunse la madre prima di staccarsi dall’abbraccio e dire alla figlia “Ora però per punizione voi due porterete gli scatoloni di Yale nella tua camera. E fate presto che fra poco farà buio.”.
“Si, mia regina!”, rispose Rory.
Rory e Jess si incamminarono verso l’uscita mentre Lorelai li guardava con un leggero sorriso sul volto.
Nella stanza di Rory, c’era una grande confusione con cartoni quà e là, libri sul pavimento, giornali sugli scaffali della libreria..:
“Accidenti, ma quanta roba avevo portato a Yale?”, chiese ironicamente guardandosi intorno.
“Uhm..a occhio e croce, direi mezzo castello.”, affermò Jess, portando l’ultimo scatolone nella stanza.
“Lo stretto necessario, credimi.”, rispose Rory buttandosi sul letto.
“Lo stretto necessario?”, chiese Jess, ironicamente.
“Avresti dovuto vedere cosa mi sono portata per il mio viaggio in Euro..”, si bloccò Rory.
Avevano entrambi ricordato qualcosa che faceva ancora male, una ferita ancora non guarita, un dispiacere troppo forte da dimenticare.
“In Europa.”, continuò Jess per lei.
“Si. Già.”, affermò Rory, alzandosi e cominciando ad aprire uno scatolone.
“Sembra proprio che abbiamo delle cose in sospeso. Forse, sarebbe meglio chiarire prima di arrivare di nuovo a questi monologhi tra noi, così imbarazzanti.”, disse Jess con decisione.
Rory si fermò e lo guardò, accennando un sorriso e aspettò cosa volesse dire Jess.
“Io non volevo andare via da te. Mi..scusa se io..insomma..se ti ho fatto soffrire. Ma..”, disse Jess, ma Rory lo fermò avvicinandosi a lui e accarezzandogli la guancia.
“Lo so. L’ho sempre saputo. A volte, mi sforzavo di far finta di non sapere perché l’avessi fatto, affinché tutti potessero credere nella piccola e innocente Rory ferita dal cattivo ragazzo della grande New York. Ma io quando ti ho visto quell’ultima volta, mentre stavo andando a scuola..ho capito cosa volevi dirmi anche se non me l’hai detto. I tuoi occhi parlavano per te. Hanno sempre parlato per te, ho sempre capito cosa volevi dirmi anche quando io lo negavo a me stessa.”, affermò Rory, continuando a guardare Jess.
“Solo tu..Rory. Solo tu riesci a vedere ciò che il resto non vede. Solo tu riesci a cogliere ciò che con un solo sguardo vorrei dire.”, confessò Jess, avvicinandosi al volto di Rory.
“Mariano, ormai, non hai segreti per me.”, disse Rory.
“Allora dovrò inventarmi qualcosa, non voglio certo diventare monotono come Dean.”, aggiunse Jess, ma il volto di Rory cambiò espressione.
“Che c’è, Rory? Ho detto qualcosa che non dovevo?”, chiese Jess, preoccupato.
“No. Tu non puoi certo saperlo.”, sospirò Rory, sedendosi sul letto e facendo cenno a Jess di sedersi.
“E’ successo qualcosa tra voi, vero? Ecco perché quella sera a Yale era lì.”, disse Jess, sedendosi sul letto.
“Si, ma è stato dopo quella volta che sei venuto a Yale. Anzi precisamente il giorno dopo.”, affermò Rory, con uno sguardo dispiaciuto.
Jess rimase stranamente calmo, Rory stava per aggiungere altro, stavo per raccontargli tutto, ma lui la fermò mettendole un dito sulle labbra.
“Quello che devi dirmi, quello che veramente vuoi dirmi lo leggo dai tuoi occhi.”, disse Jess.
Rory sorrise e baciò Jess, dolcemente. Prima che fossero travolti dalla passione, lei disse “E’ per questo che ti amo.”.
Jess la guardò prima stupito ma poi sorrise anche lui e proseguì da dove aveva lasciato, qualcosa che era rimasto sospeso da ben tre anni, qualcosa che desideravano entrambi da molto tempo, qualcosa che poteva diventare magico e indimenticabile solo perché era fatto con amore, il vero amore.

“Sei solo tu. Solo tu”...
I raggi solari illuminavano i volti beati e sereni dei due ragazzi che dorminavano stretti nelle braccia dell’altro come se il tempo si fosse fermato lì per loro.
I suoi occhi erano puntati su di lei, la guardava con una tale tenerezza, la stava fissando per non dimenticare nessun suo particolare, cosa piuttosto difficile visto che in tre anni non l’aveva mai dimenticata, ma ora l’unico suo desiderio era guardarla e sorridere.
Sentiva il calore del sole sul volto, e il calore di un corpo vicino a lei, sorrise al pensiero di chi fosse, gli accarezzò il profilo del viso fino a raggiungere le sue labbra, e in quel momento aprì gli occhi e sorrise nuovamente.
“Ehi.”, le disse dolcemente.
“Buon giorno. Quindi..è successo.”, disse cambiando tono e facendolo sembrare un segno di pentimento.
Si stava pentendo di quello che aveva fatto? Domande di questo genere tormentavano la mente di Jess, ma lui non poteva mostrarsi così vulnerabile e insicuro, rispose cercando di mostrarsi quel vecchio Jess che non aveva paura di quello che pensassero gli altri, freddo e indelicato quanto bastasse.
“Già. Rimpiangi i tuoi bei momenti con il principe Huntzberger?”, commentò ironicamente Jess, guardandola duramente negli occhi.
“Hmm?”, rispose Rory stupita dalla domanda.
“Però io mi sento presuntuoso e vanitoso..è così?”, domandò Jess, lei sapeva cosa voleva dirle, lo leggeva dai suoi occhi.
“No. E’ vero. Quello che c’è stato tra di noi..non è minimamente paragonabile a quello che c’era stato tra me e Logan.”, confessò Rory con tono enigmatico.
“Con questo cosa vorresti dire?”, chiese Jess, voltandosi dalla sua parte e poggiandosi su un gomito.
“Io..voglio dire che tu sei..sei Jess. Sei solo tu. Solo tu. E io ti amo.”, rispose Rory con impaccio iniziale ma poi le parole le uscirono di bocca come un fiume in piena.
“Non avrei mai immaginato di poter ritornare insieme a te. Non avrei mai immaginato che un ragazzo come te riuscisse a riportarmi a Yale. Ormai, la mia era una decisione presa e neanche se fosse stato sbagliato io l’avrei ammesso. Perché sono una Gilmore e una Gilmore deve mantenere alto il suo onore. Ma poi quella sera quando ti ho visto dalla mia finestra non ho potuto non chiamarti. Non ho potuto pensare che tu saresti stato la mia via. E ora lo so. So che tu sei la mia via.”, affermò Rory, sembrava così saggia e così sicura di sé.
“Ehi. E’ la vecchiaia che ti fa dire queste cose?”, chiese Jess, in tono ironico.
Rory lo guardò con sguardo minaccioso, e disse “Per questa offesa alla principessa, non meriteresti neanche di avvicinarti più a me!”.
“Ma tu non puoi fare più a meno di me. L’hai appena detto.”, affermò Jess, sorridendo.
“Sicuro che l’ho detto? Perché a me non mi pare.”, disse scherzosamente Rory.
“Ah si? Vediamo se così te lo ricordi.”, rispose Jess, iniziandole a fare il solletico.
Il suono delle risate che riempiva la stanza esprimeva gioia e felicità.
Ma all’improvviso si sentirono dei passi e poi una voce che si avvicinava alla porta.
“Rory. Sookie mi ha detto che vuole prepararti qualcosa di speciale oggi. Cosa vuoi che le dica?”, domandò Lorelai.
“Mamma!..”, disse Rory, presa dalla sprovvista.
“Certo che sono io. Chi pensavi fossi?”, chiese Lorelai, girando la maniglia della porta.
“No! Mamma non entrare!”, affermò Rory, cercando di raccogliere rapidamente i vestiti di Jess che nel frattempo faceva lo stesso.
Ma Lorelai aveva ignorato le parole della figlia ed aveva aperto la porta, stava per dire “Dai scendi giù a dire..”.
Le parole le morirono in gola, e stette a guardarli per qualche secondo, in cui Rory e Jess erano rimasti immobili e poi disse frettolosamente e agitatamente “Forse è meglio se dico a Sookie che arrivi fra un po’.”.
“Si, è meglio. Il tempo di..”, si fermò Rory, mentre Lorelai l’aveva interrotta dicendo “Si. Ok. Allora io vado..Ciao Jess.”, e chiuse immediatamente la porta.
Nella camera ci fu un silenzio che andava tra l’imbarazzante e l’incredulità, ma poi Rory disse “Era sconvolta.”
“Né arrabbiata né triste. Penso sia un buon segno, no?”, affermò Jess, rivestendosi.
“Neanche felice era, però.”, disse Rory, infilandosi la vestaglia.
“Pensi che questo comprometterà la nostra storia?”, domandò Jess, prendendola per la vita.
Rory si voltò a guardarlo e gli disse seriamente “E come?”.
“Beh..lei..quando parlerai con lei, ti dirà qualcosa e magari qualcosa che ti metterà dei dubbi su di noi..”, disse Jess, mentre Rory lo guardava e si stupiva di come Jess, quel ragazzo così sicuro di sé stesso ora aveva dubbi su la loro relazione.
Rory fece con la testa cenno di no, e gli sussurò “E il fatto che io ti amo non conta? Il fatto che abbia fatto l’amore con te, per te questo non è importante?”.
Si fermò un istante per far imprimere bene nella mente di Jess quelle parole e continuò “Niente potrà farmi cambiare idea sui miei sentimenti. Capito, mio caro Hemingway?”.
“Ok.”, disse Jess in un sussurò mentre si stava avvicinando per darle un dolce bacio.
Un amore completo e vero...questo era quello che li descriveva in questo momento e nient’altro.
 
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3 replies since 20/12/2005, 12:53   1558 views
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