The Other Half Of My Soul, ff by sony89

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sony89
icon9  view post Posted on 15/4/2006, 22:46




Titolo: The other half of my soul
Autore: Sony89
Genere: Fanfiction
Stato: In corso

Commenti: Qui

Breve descrizione da parte dell autore:

Premettendo che questa è la mia prima ff, spero vi piaccia.
L'altro giorno mi è venuta l'ispirazione :huh: (sempre che si possa definire tale, visto come scrivo) e così ho deciso di scrivere una ff AU, anche se l'universo creato dalla Palladino è semplicemente perfetto.
Così ecco qui il risultato, anche se non sarai mai bello come le vostre ff.
Non vi metto un riassunto per non anticiparvi niente.
A voi la lettura.





I pensieri sono in corsivo.

The other half of my soul



1. New city and new meetings

Nel Luke’s diner si affollava un modesto gruppo di persone che continuavano a parlare molto animatamente mentre il padrone del locale, che indossava la sua solita camicia di flanella, borbottava incoerentemente verso di loro evidentemente in disaccordo con tutta quella agitazione per lui ingiustificata.
“Ma non vi stancate mai di spettegolare?!?!” Chiese non potendone più di tutto quel chiasso.
“Ma lo sai come siamo fatte noi donne! E poi questa è una piccola cittadina, non succede mai niente. Lasciaci fantasticare sulla nuova arrivata.” Risposte Miss Patty, una grossa signora enfatizzando le parole e riprendendo poco dopo come se nulla fosse.
Luke sospirò e riprese a borbottare più forte di prima.
“Luke, in eff-” Luke non fece neanche finire la frase a Kirk.
“Kirk, No. E poi tu sei un uomo non dovresti spettegolare come le donne”
“Ma Pa-”
“NO”
“Ma Patty ha ragione, questa è una delle poche volte che non sappiamo niente della nuova arrivata, Sookie non ci ha voluto dire niente” Kirk dicendo tutto d’un fiato evitò di essere di nuovo interrotto da Kirk.
“Kirk, io vi ho detto che è la mia nuova socia che mi sta aiutando a realizzare il progetto del Dragonfly Inn e che è anche una persona stupenda” Rispose Sookie con voce e fare innocente, mentre se la ridacchiava sotto i baffi, perchè aveva fatto apposta a dare indicazioni vaghe. Infatti si divertiva parecchio a vedere i suoi concittadini tutti curiosi, eccitati e confusi da qualcosa allo stesso tempo.
“Appunto dolcezza, queste sono solo briciole rispetto all’intera quantità di informazioni che ci dovresti dare” Si mise a controbattere Patty, giusto prima che si aprisse la porta.
Una ragazza di sedici anni dai lunghi capelli castani e dai bellissimi occhi azzurri entrò nel locale e prima di dirigersi alle scale salutò tutti e si avvicinò al padre dandogli un gran abbraccio.
“Ciao Papà! Come va? Che succede?? Come mai sono tutti qui?” Chiese con un gran sorriso, segno che anche lei era eccitata di sapere cosa stava per succedere.
“Ehi! Calma. Di persone da calmare ne ho già abbastanza grazie a quei matti che chiamiamo vicini.” E riprese a borbottare.
“Ho capito chiederò a Patty, lei sa tutto. Hey Patty, che succede?!?!” Domandò avvicinandosi a lei.
“Come? Non lo sai??” Rory scosse la testa. “Allora, c’è una nuova arrivata in città, ma nessuno sa né chi sia ne come sia visto che Sookie non ci vuole dire niente.”
“Davvero e dove sta?”
“Ha comprato la casa di Henry, sai quello che si era trasferito ad Hartford.”
“Ma non era disabitata da più di cinque o sei anni??”
“Sì, ma ogni due settimane veniva a metterci in ordine e ad aggiustare ciò che non andava. Tra poco dovremmo sapere qualcosa di più da Babette”
“Bene, io vado a cambiarmi allora. Ciao”

Salendo le scale e entrando nell’appartamento che divideva col padre Rory si mise a riflettere.
Non li vedevo così agitati da quando Taylor aveva indetto la prima esposizione di quadri viventi di Stars Hollow, e pensare che se n’era parlato per un mese dopo che era avvenuto. Chissà com’è questa nuova concittadina? In effetti hanno contagiato un po’ anche me. Papà era un po’ arrabbiato, lui odia la confusione e soprattutto detesta quando tutti i matti di questa strana cittadina vendono a spettegolare qui da lui. Devo dirgli che Dean mi ha baciato, ma non so né quando farlo né come. è stato stupendo, ho sentito le farfalle svolazzarmi nello stomaco, anche se non me lo aspettavo. Devo seguire il consiglio di Lane, devo farlo subito, dopo sarebbe peggio.//
10 Minuti prima a Casa di Lane
“Rory, devi dirglielo subito, prima lo fai meglio è. E poi con i pettegoli che abbiamo in città è meglio che lo venga a sapere da te”
“Hai ragione, ma-”
“Niente ma, vi siete sempre detti tutto, no?”
“Sì, ma a volte avrei bisogno di qualcun altro con cui parlare, ma non ce l’ho.”
“Lo so, è con tua madre che vorresti parlare”.
A Rory quelle parole fecero venire le lacrime agli occhi. Era vero, a lei mancava una madre a cui confidare tutto, una madre che la consolasse quando era triste e che si congratulasse quando era felice; ma non aveva niente di tutto ciò perché sua madre l’aveva abbandonata in fasce nel gazebo della città. Questo le fece provare un acutissima fitta al cuore, perché sua madre non l’aveva voluta, non l’aveva amata e soprattutto perché non avrebbe mai potuto conoscere sua madre. L’unica cosa che aveva avuto da lei, oltre a due bellissimi occhi azzurri profondi come l’oceano e puri come l’aria era il nome, Rory. Per questi pensieri non riuscì più a trattenere le lacrime che le scesero silenziosamente lungo le guance.
“Scusa Rory, non volevo”
“No Lane. Tu hai ragione. Devo dirlo a papà, anche se probabilmente dopo mi chiuderà in casa a vita”
“Lo sai che non lo farebbe mai, verso i trentacinque anni ti farebbe uscire” Le parole della sua migliore amica le fecero tornare il sorriso.
“Grazie, sei molto d’aiuto”
“Non c’è di ché!”
“Vieni dopo al locale?”
“No devo andare in chiesa a pregare con mia madre.” Disse la giovane coreana con un sospiro.
“Ma non c’eravate andate un’ora fa?”
“Sì, ma dato che tutti sono così eccitati e curiosi dobbiamo andare a pregare per loro e le loro anime. Non lo sapevi che la curiosità è l’ottavo peccato capitale??” Disse con un tono sarcastico
“No, non lo sapevo. Se è così finirò sicuramente all’inferno. Allora a domani”
“Ciao e salutami Lucifero!” Salutò Lane con una nota di riso nella voce mentre l’amica usciva
“Contaci”
//

Nel frattempo una jeep piuttosto malmessa entrava nel vialetto della casa che fino a poco tempo prima apparteneva a Henry.

Lorelai mentre entrava in quella che sarebbe stata la sua nuova casa pensava
Carina questa cittadina, molto caratteristica, anche se non riesco a capire cosa abbia la mia macchina di strano per venire fissata da tutte quelle persone mentre venivo qui passando dalla strada principale…Sembrava che non avessero mai visto una jeep o che dentro ci fosse Brad Pitt, e sinceramente dubito di entrambe perché anche se è un paese credo che ormai la notizia dell’invenzione dell’auto li abbia raggiunti ormai da molto tempo e poi non credo di assomigliare a Brad Pitt visto che non sono un uomo e tanto meno bionda, anche se forse sono bella quanto lui. eh eh. Il sorriso dovuto ai suoi pensieri sconnessi le passò subito dopo essersi ricordata di dover scaricare tutte quelle valigie dalla macchina.
“Noo, uffa. Voi non avete le gambe, vero? E nemmeno l’intenzione di farvele spuntare e di camminare da sole fin dentro casa? Allora mi sa che dovrò portarvi io. Povera me.” Disse facendo finta che le valige l’ascoltassero e le rispondessero.
Aveva appena finito di portare in casa tutte le valige quando vide una signora di mezz’età piuttosto bassa che cercava di prendere qualcosa sull’albero del giardino della casa a fianco.
“Salve, posso darle una mano?”
“Sì, Sinamour, il mio gatto è rimasto sull’albero e non riesco a farlo scendere.”
Lorelai si alzò in punta di piedi e allungò le braccia fino a prendere tra le braccia la bestiola che miagolava spaventata e iniziò ad accarezzarla fino a farla calmare e la ridiede alla padrona.
Lorelai: Mamma mia quanto pesi, tu non sei un gatto sei una tigre o meglio l’incrocio tra un gatto e un elefante. Ma che ti danno da mangiare per pesare così? Mercurio!?
“Eccolo qui sano e salvo.”
“Grazie zucchero. Non so come avrei fatto senza di te. Mi stavo dimenticando, io sono Babette e tu devi essere la mia nuova vicina”
“Sì esatto. Sono Lorelai. Piacere di conoscerla”
“Dammi del tu. E qualsiasi cosa ti serva non esitare a chiedere.”
“Grazie, Babette. Senti, in effetti volevo chiederti se mi potevi indicare un posto dove fanno del buon caffè, perché quando avrò finito di mettere in ordine un po’ della mia roba ne avrò proprio bisogno.” Mi servirà proprio dopo una tazza di caffè grande come quel gatto…“Vai da Luke lì fanno dell’ottimo caffè e si mangia anche piuttosto bene. Basta che vai dritta di qui” disse indicando una strada “Non puoi perderti. Stars Hollow è molto piccola. Ci vediamo dopo. Ciao.”
“Ciao” Mentre Lorelai entrava in casa Babette si dirigeva al locale di Luke per dare le novità agli altri.

Rory stava scendendo le scale quando nel locale entrò Babette e tutti la guardarono curiosi di sapere le novità.
“Ehi Babette, hai visto la nuova arrivata?”
“Sì, Patty. è un amore. Molto simpatica e gentile. Mi ha aiutato a fare scendere Sinamour e lui non l’ha nemmeno graffiata. Sapete com’è suscettibile”
“Davvero? Questo era successo solo con Rory, se non mi sbaglio”
“Non ti sbagli.” Assentì la ragazza e continuò “E poi?”
“Si è presentata e ha detto che si chiama Lorelai e mi ha chiesto dove poteva bere del buon caffè, così dopo dovrebbe venire qui.”
“E com’è d’aspetto?” Chiese Kirk anche lui interessato alla conversazione.
“Oh, è molto carina. Alta, con i capelli neri e gli occhi azzurri.”
“Allora Patty ha trovato qualcuno in grado di sfidare il suo fascino sugli uomini!?” Scherzò Rory, che si stava divertendo molto a sentire tutti i pettegolezzi.
“Decisamente”
Ormai tutti stavano parlando d’altro e Rory decise di cogliere l’occasione per parlare da sola col padre sul retro.
“Papà, ti devo dire una cosa.”
“Spara”
“Senti, io…” L’indecisione e il timore trasparivano dal tono di voce della ragazza.“…Dean…”
“Il nuovo commesso del supermarket, giusto?”
Rory annuì in risposta e poi decise di spifferare tutto d’un sol colpo “Cisiamobaciati”
“Cosa?” Rory non sapeva ancora dire se fosse più stupito o più arrabbiato.
“Ci siamo baciati”
“Come? Quando? Quando lo vedo…” Ora sapeva che era più arrabbiato.
“No,è che” Cercò di scusarsi e di far capire al padre i suoi sentimenti e che Dean era un bravo ragazzo, ma Luke come al solito era piuttosto testardo “Adesso vai su, che ci penso io”
“No, tu non capisci”
“Se lo vedo di nuovo girarti in torno-”
“Smettila, non capisci!” Disse scoppiando in lacrime e lasciando Luke fermo senza saper cosa fare. Rory corse via fuori dal locale, mentre lui pensava di aver esagerato e alle scuse che avrebbe dovuto porgerle quando sarebbe tornata. Nessuno nel locale si accorse dell’uscita di Rory in lacrime, in quanto erano tutti troppo intenti a parlare tra loro.


Edited by Reflecting Light - 16/7/2006, 12:45
 
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sony89
view post Posted on 16/4/2006, 16:55




2. New city and new crashes
Lorelai guardandosi in torno soprappensiero stava per arrivare dal gazebo, quando qualcuno le batté contro rischiando di finire per terra, ma fortunatamente lei era più grande ed era riuscita a non cadere.
“Ahi!” Appena abbassò lo sguardo notò che chi le era venuta contro era una ragazza sui sedici anni.
“Stai bene?” Chiese con una nota di apprensione nella voce.
Dopo un attimo sentì che la ragazza stava singhiozzando forte.
“Hey, calma. Shh” Non sapeva perché, ma le venne automatico rincuorarla e cercare di calmarla. Così l’abbraccio e le strofinò la schiena gentilmente. Rory non sapeva come mai, ma quando aveva sentito il corpo di quella sconosciuta contro il suo si era sentita meglio, consolata, quasi come se quello fosse il posto in cui doveva stare, la sua casa e così si abbandonò alle lacrime stringendo quel corpo. Era strano per Rory perché lei era sempre stata diffidente verso gli estranei, ma percepiva che quella che la stava stringendo non era un’estranea era come se la conoscesse da una vita. Questi pensieri le passarono inconsciamente attraverso la mente e non rifletté sul fatto che potesse avere ragione o sul loro significato.
Dopo qualche minuto smise di piangere e si sentì alzare il mento da delle mani delicate e gentili e quando alzò lo sguardo incontrò due occhi azzurri uguali ai suoi e un sorriso contagioso che le fece dimenticare perché stesse piangendo.
Lorelai sobbalzò e il suo cuore perse un battito quando vide quelle due bozze azzurro cielo e le venne automatico sorridere a quel viso delicato come quando faceva sedici anni prima alla ragione di vita che le era stata poi portata via.
Il breve silenzio venne interrotto da Lorelai che ripeté la domanda fatta poco prima
“è tutto ok?”
“Sì, scusi. Non so cosa mi sia preso. Non avevo mai fatto niente di simile” Rispose Rory imbarazzata “Uh, guardi. Le ho bagnato la maglietta con le mie lacrime. Mi dispiace.” Intanto aveva abbassato lo sguardo e stava ammirando le sue scarpe, mentre le guance le si tingevano di rosso.
“Fa niente. Si asciuga. Tu piuttosto sei sicura di stare bene? Ah, mi dimenticavo io sono Lorelai, sono la nuova arrivata”
Rory alzò lo sguardo e incontro quello della donna.
“Io sono Rory, piacere”
A sentire quel nome il sorriso di Lorelai stava per sparire e le lacrime ad affacciarsi nei suoi occhi, ma con tutto l’autocontrollo che possedeva non lo fece federe e nascose tutto il dolore all’interno del suo cuore, dove faceva meno male.
“Raccontami cosa c’è che non va”
Rory non sapeva come mai ma le venne logico e normale riferirle tutto quello che era successo.
Lorelai, intanto, che lei raccontava ascoltava attentamente e annuiva pensando a cosa consigliarle.
“Secondo me tuo padre si è già pentito di aver agito così impulsivamente e adesso ti starà sicuramente aspettando per chiederti scusa. La prossima volta però cerca di essere un po’ più gentile e magari usa un po’ più di giri di parole, di solito funzionano” aggiunse con un sorriso “Tranne con i miei. Con loro nemmeno un grande oratore come Cicerone avrebbe saputo come sfuggire al loro terzo grado.” Questo fece ridere entrambe.
“Allora è meglio non incontrare i tuoi”
“Hai appena detto l’unica cosa al mondo che non è relativa, perché chiunque sano di mente” disse sottolineando le ultime parole “non vorrebbe mai incontrare i miei genitori”
“Non possono essere così male come dici”
“Questo perché non li conosci”
“Hey, mi accompagneresti fino al locale di Luke, che ti offro un caffè”
“Va bene, tanto devo andarci visto che ci abito.”
“Wow, abitare in un locale dove fanno del caffè, il mio sogno” Intanto che camminavano continuavano a parlare
“Non è poi così grandioso visto che mio padre mi fa bere solo tre caffè al giorno” venne subito interrotta da Lorelai “Solo??” fosse qualcun altro avrebbe potuto pensare che stesse usando del sarcasmo, ma dalla voce si capiva chiaramente che non era così “Io ne bevo tre solo per svegliarmi al mattino, poi un altro durante il mattino, due a pranzo, e uno la sera, sai non voglio esagerare. E se la giornata è stata pessima ne bevo uno in più.”
Con quello lasciò una Rory sbigottita “Wow”
“Già. Facendo il conto sono…” si mise a fare il conto sulle dita ma Rory fu più veloce “sette. Non avevo mai incontrato qualcuno che bevesse più caffè di me.”
“Ma tre tazze non sono tante”
“Ma io ne prendo due in più senza farmi vedere da mio padre”
“Astuta”
“Già. Ma è una necessità. Il caffè è la mia benzina”
“Pure la mia”
“Siamo arrivati. Il locale è davanti a noi”
Lorelai però si era fermata e Rory si fermò a sua volta chiedendosi cosa c’era che non andasse.
“Che c’è?”
“Cosa fa tutta quella gente là dentro tutta pressata contro il vetro guardando fuori e più precisamente” aggiunse guardandosi intorno e controllando che non ci fosse un dinosauro o qualcosa di simile in grado di attirare l’attenzione di tutte quelle persone “noi!”
Rory si avvicinò all’orecchio di Lorelai per non farsi sentire dagli altri e le sussurrò “è che qui la gente è piuttosto curiosa e pettegola. Sai non succede mai niente. E così tu sei diventata il centro dell’attenzione.”
“Ora so come si sentono le meraviglie del mondo a essere osservate da tutti quei turisti!”
Scherzò facendo scoppiare a ridere entrambe.
“Mi sembra di essere una piramide, solo che non sono vecchia, in pietra e nemmeno a punta!”
“Da ora in poi allora ti chiameremo la piramide di Stars Hollow!” Aggiunse la più giovane sghignazzando mentre entravano dalla porta.
“Ma che gentile!” Rispose con sarcasmo Lorelai.

Tutti si erano allontanati dal vetro e aspettavano di far la conoscenza della nuova arrivata, ma appena questa alzò i suoi occhi azzurri, che prima erano coperti da Rory che era entrata prima di lei, rimasero con la bocca aperta e senza parole per la rassomiglianza che c’era tra le due. Uno sconosciuto vedendole avrebbe pensato che fossero sorelle, o madre e figlia, o almeno parenti.
Il silenzio venne interrotto da Luke, che si era avvicinato alle due che intanto si erano sedute a un tavolo e stavano continuando a parlare.
“Salve, cosa le posso offrire?? Vedo che ha fatto la conoscenza con mia figlia. Spero non le stia dando fastidio” La frase detta dal padre fece scattare Rory per il fatto di sentirsi trattare come una bambina.
“Papà!”
“Affatto. E poi dammi del tu. Sono Lorelai” disse tendendo il braccio aspettando che le stringesse la mano.
“Luke, piacere” Rory non aveva praticamente mai visto suo padre imbarazzarsi, ma questa volta lo era davvero; ancora un po’ e si mette ad arrossire e balbettare pensò.
“Bè, allora portaci due caffè, anzi per me una damigiana di caffè”
“Tu Rory l’hai già bevuto prima”
“Per favore” Disse con gli occhini da cucciolo.
“Va bene, uno anche per te. Un giorno questa roba vi ucciderà lo sapete?”
“Ciò che non ci uccide ci rende più forti” rispose Lorelai sorridendo e Luke andò al bancone borbottando.
“Ma lo fa sempre??”
“Cosa?” Rispose Rory non capendo
“Borbottare e criticare”
“Sempre”

Altri che erano rimasti a guardare la scena si avvicinarono alle due per presentarsi alla nuova arrivata.
“Ciao, zucchero. Io sono Patricia, ma chiamami Patty. Loro sono Kirk, Babette che hai già conosciuto, Morris e Taylor”
“Ciao Lorelai” Disse Sookie, che era rimasta dietro.
“Ciao! Non ti avevo visto.”
“Ti piace la città?”
“Molto. Anche se mi servirebbe una guida per farmi fare un giro”
“Se vuoi ti accompagno io. Tanto ho già fatto i compiti.” Propose Rory con un sorriso. Parlare con Lorelai era molto piacevole e desiderava passare dell’altro tempo con lei.
“Ok, ma prima non è meglio se lo chiedi a tuo padre? Magari lo facciamo domani mattina che è sabato e non hai scuola, giusto?”
“Sì, certo. Glielo dico.”
Dopo aver pagato il caffè salutò tutti “Ora devo andare, purtroppo i bagagli non si disfano da soli. è stato un piacere conoscervi”

Appena fu uscita tutti si misero a parlare della nuova arrivata.
“Sookie avevi ragione davvero una bella persona” disse miss Patty
“E tu Luke che ne pensi?”
“Credo che il caffè che beve un giorno la ucciderà” Rispose borbottando. Gli altri o guardavano interrogativamente non avendo capito per cosa stava.
“Credo piaccia anche a lui, giusto?” Chiarì Rory.
“Sì” Confermò Luke in modo monosillabico come sempre.
“Domani indiremo una riunione per aggiornare tutta la città della nuova concittadina” Aggiunse un Taylor piuttosto felice per la sua trovata.
 
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beth
view post Posted on 17/4/2006, 20:01




x sony89: ma quei pezzi li hai inventati tu?
se è cosi brava son scriti anche molto bene ! :fiori:
 
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sony89
view post Posted on 24/4/2006, 18:37




Grazie mille per i commenti :woot: . I prossimi capitoli saranno piuttosto tristi :cry: , siete avvertiti.


3. Read beyond the lines

20 dicembre
Ormai era passato quasi un mese da quando era arrivata in città e si trovava bene, nonostante la maggior parte degli abitanti fossero svitati, molto svitati.
Si era fatta degli amici, cosa che non avveniva da tempo, troppo tempo e finalmente stava riuscendo ad andare avanti ed essere felice, ma il passato ti cerca ovunque tu sia e alla fine ti trova, sempre.
Infatti il giorno seguente non era un giorno come gli altri.

Intanto al locale di Luke c’era una felicissima Rory che continuava a sorridere mentre fissava il contenuto di una lettera come se volesse imprimerlo nella sua mente: era stata accettata.
“hey piccola che succede??” chiese Luke mentre serviva del caffè ad un cliente
“Sono stata accettata!!!” Disse con un sorriso enorme.
“Cosa!?” Luke era rimasto impressionato, sapeva che sua figlia era una ragazza molto intelligente e studiosa, ma non pensava che sarebbe riuscita ad entrare in una scuola così esclusiva.
“Andrò alla Chilton!”
“è stupendo!”
“Già!” poi di tratto si rabbuiò ricordandosi di quanto fosse costosa “Ma papà, come faremo a pagare?? è molto costosa.”
“In qualche modo ce la faremo” Luke avrebbe fatto di tutto per sua figlia
“Ok. Vado a dirlo a Lane e a Lorelai”
“Siete diventate molto amiche voi due” disse notando quanto spesso si vedessero
“Lo eravamo già, fin dall’asilo. Non ti ricordi??” rispose Rory con sarcasmo non capendo a cosa si riferisse.
“No, intendevo tu e Lorelai”
“Ah. Sì, è vero…e strano. è come se ci conoscessimo da sempre e ci capissimo al volo” rispose pensierosa
“Forse è solo perchè vi assomigliate caratterialmente”
“Probabile, però io non faccio tutti quei discorsi sconnessi” a questa affermazione Luke la guardò con quello sguardo –sì, come no- che usava quando diceva qualcosa di stupido.
“Ok, forse ogni tanto”, ma il padre le riservò la stessa occhiata
“ok, ok. Spesso. Va bene così?” al quale rispose con un grugnito di approvazione.
----------------
Rory arrivò alla casa di Lorelai e suonò il campanello al quale seguì un “Arrriiivvvvoooo, un attimo”.
Lorelai infatti era intenta a pensare se accettare l’offerta di lavoro che aveva appena ricevuto e di cui aveva chiesto qualche mese prima e mise da parte tutto prima di andare ad aprire.
Davanti si trovò una Rory che sembrava essere al settimo cielo, cosa che le riempì il cuore di gioia.
“Hey che è successo?? Ti hanno offerto un rifornimento a vita di caffè??”
“Meglio!”
“Meglio di così?? Hai incontrato Brad Pitt??”
“Dai piantala!”
“Ok. Mi la smetto. Entra e raccontami tutto” disse indicando il salotto.
“Andrò alla Chilton!”
“Wow! è fantastico!!” e si misero a saltare su e giù come due pazze, però poi Rory si fece triste e si mise a singhiozzare.
“Hey, che succede?? Non è fantastico?” Chiese Lorelai facendola sedere, seriamente preoccupata.
“No…è che…non so come faremo io e mio padre a pagare è una scuola molto costosa”
“Non ti preoccupare, si aggiusterà tutto.” disse facendole un sorriso “Oggi però niente preoccupazioni, si festeggia! Che ne dici??”
“Sì, hai ragione” Lorelai in un modo o nell’altro riusciva sempre a farla sorridere e vedere il buono delle situazioni anche se erano dei disastri.
“Allora che ne dici se organizzo una piccola festa? Dico a Sookie di preparare da mangiare e poi invitiamo Lane, Dean e tuo padre naturalmente, e poi tutti i tuoi amici e compagni di scuola.”
“Però mio padre non può venire perchè deve tenere aperto il locale, Dean deve lavorare e Lane è in punizione e” ma venne subito interrotta
“Come mai?”
“La signora Kim l’ha beccata mentre leggeva la recensione di un nuovo album”
“Io l’ho sempre sostenuto che i critici fossero i messaggeri del diavolo” commentò Lorelai con una chiara nota di sarcasmo nella voce
“E poi non ho molti amici nella mia scuola, anzi dovrei dire ex-scuola.” continuò Rory con un po’ di tristezza. Lei non era mai stata una persona troppo espansiva e non prestava attenzione agli argomenti di discussione delle altre ragazze. Moda, pettegolezzi e ragazzi non facevano per lei, preferiva di gran lunga sedersi in disparte e leggere mentre ascoltava della musica.
“E che ne dici allora se facciamo una serata-film?? Affittiamo un film e lo guardiamo mangiando schifezze” propose mentre stava già pregustando tutto il cibo che avrebbero potuto ingurgitare
“Ci sto”
“Che genere di film, però?? Comico, triste, romantico, horror”
“Romantico”
“oh, ci sentiamo romantici, Rossella?”
“Non così tanto, Rose”
“No, il Titanic no. Sookie me l’ha fatto vedere 10 volte.”
“10 sono tante”
“Eh, il fascino di Di Caprio colpisce ancora”
“E che ne dici di qualcosa di più musicale, Christian?”
“Ok, Satine. Vada per il Moulin Rouge. Ma come mai sei così sul romantico-depresso?? Qualcosa non va tra te e Mr se-mi-impegno-riesco-a-dire-qualcosa-di-sensato??” Chiese, mentre ridacchiava
“No, va benissimo tra noi, e comunque ha un nome: Dean!” rispose facendo finta di essere arrabbiata per farla smettere. Ma ciò fece solo continuare quella pazza che aveva di fronte, che si mise a parlare con una voce cupa.
“Oh, non credi che oggi miei capelli essere belli? Quando mi sono alza-” ma venne interrotta, anche se per poco, da un cuscino arrivatole in piena faccia
“Io essere più forte di te. Io alto e-” un altro cuscino l’aveva colpita e, tornata al suo normale tono di voce rispose “A se la metti così è guerra!!” iniziando una battaglia di cuscini.
---------
Erano le undici di sera e il film era appena terminato. Lorelai si alzò ed andò a spegnere il videoregistratore quando si accorse che Rory si era addormentata.
Così decise di chiamare Luke e dirgli che sarebbe rimasta a dormire a casa sua dato che il giorno seguente era sabato e non c’era scuola.
“Pronto, Luke. Ciao sono Lorelai. Rory si è addormentata e se vuoi può rimanere qua a dormire. Sì. Certo. Ok. A domani. ‘Notte.”
Finita la telefonata si mise a guardare Rory dormire, sembrava un angioletto.
Senza accorgersene si inginocchiò e si mise ad accarezzarle una guancia con il dorso della mano, mentre la ragazza sentendo quel tocco delicato sorrise, probabilmente perchè stava sognando, e sussurrò “mamma”.
A sentire ciò una lacrima solitaria scese dagli occhi di Lorelai, avrebbe tanto voluto che un’altra Rory, la sua Rory, la chiamasse in quel modo, ma non poteva accadere.
Passato il momento nostalgico la prese in braccio e la distese sul letto della camera degli ospiti, la coprì e le sussurrò “Buona notte Bell’addormentata” dandole un bacio sulla fronte.

Di certo non poteva immaginare quanto fosse vicina alla verità e a ciò che stava cercando da sedici anni. Non si riesce mai a vedere col cuore e a leggere oltre le righe quando il dolore oscura tutte le altre sensazioni. Ma quando ci riesci la prima impressione è quella che ti può guidare sulla strada giusta.
 
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sony89
view post Posted on 24/4/2006, 21:52




Sarà che oggi sono in vena di sentimentalismi e mi sento un po' a terra :unsure: , così questo capitolo mi è riuscito piuttosto triste :( , quindi preparate i fazzoletti :cry: :cry: .


4. I’ve promised you that the sun shines every day

21 dicembre
Esattamente 16 anni prima

Una bambina di quasi due mesi piangeva sommessamente finché non venne sollevata e presa in braccio da una bella ragazza dai capelli lunghi castani. Appena iniziò a cullarla smise di piangere e si mise a sorridere fissando la giovane donna con due grandi occhi azzurri.
“Rory, shh. Tranquilla. La tua mamma è qua adesso. Va tutto bene. Resterà sempre qui con te. Te lo prometto” Purtroppo non sapeva che quella promessa non l’avrebbe potuta mantenere.

Dopo aver rimesso a dormire Rory nella culla andò nella sua stanza, che era quella accanto, e si stese sul letto addormentandosi subito nonostante una strana sensazione le si fosse insinuata dentro, infatti presto sarebbe accaduto qualcosa di terribile.

Qualche ora più tardi una donna vestita da domestica stava parlando al telefono con un uomo
“Ha fatto quello che le avevo ordinato?”
“Sì signore”
“Eccellente. La somma è quella pattuita. La riceverà domani al solito posto”
“Grazie, signore. Cosa devo farne?”
“Ne faccia ciò che vuole il mio intento l’ho già raggiunto”
“Bene, signore. Arrivederci”
“Addio”
Al termine posò il fagottino che aveva in braccio sui gradini di un gazebo al centro di una piazza e se ne andò senza farsi vedere da nessuno.

Poco dopo dal locale che era di fronte uscì un ragazzo sulla ventina che stava andando a buttare la spazzatura dato che aveva appena finito di ripulire tutto dopo la chiusura. Passando davanti al gazebo si accorse che sulle gradinate c’era qualcosa e dopo essersi avvicinato si accorse che c’era un bambino avvolto in una copertina.
“Hey, cosa ci fai tu qui?” disse mentre lo sollevava, ma appena lo prese meglio in braccio si accorse che era una lei “Tu vieni con me”
Aveva appena adagiato la piccola sul suo letto, quando lei si mosse scoprendosi e rivelando il nome che era scritto sulla tutina, Rory
“Così tu sei Rory, ciao io sono Luke. Mi sa che se non troviamo la tua mamma, starai con me”


La mattina seguente Lorelai si era svegliata e andò a controllare Rory nella sua stanza, quando si accorse che non c’era. Da quel momento il suo mondo è cambiato, crollato. L’unica cosa buona che aveva non c’era più. L’unico motivo per cui valeva la pena alzarsi al mattino le era stato strappato via. Era come se qualcuno le stesse trafiggendo il cuore con una spada. Era come se le mancasse metà dell’anima. Sì, le mancava l’altra metà dell’anima. E avrebbe passato tutta la sua vita a cercarla, perché senza di lei era incompleta.

Stette un mese vivendo come un fantasma, sempre che si potesse definire vita, non mangiava, passava ore a piangere, non usciva dalla sua stanza, non voleva vedere nessuno, nemmeno Christopher, finché decise che doveva andare avanti, doveva farlo per Rory, , così che quando l’avesse ritrovata, ed era certa che ci sarebbe riuscita, sua figlia avrebbe potuto essere fiera di lei.
Così finì il liceo, andò ad Harward e si laureò con il massimo dei voti.
Scelse di andare lontano per non rivedere la casa dove aveva vissuto per cercare di far diminuire il dolore che provava, pensando che il tempo e la lontananza potessero curare le sue ferite, ma non fu così. Infatti non si fece molti amici e passò la maggior parte del tempo da sola.
Gli altri e anche i suoi genitori non sapevano cosa facesse realmente per vivere, infatti subito dopo aver terminato l’università si costruì una vita da sola, con le proprie forze.
Nonostante il disappunto della famiglia Gilmore lei non otteneva i propri soldi lavorando nella società col padre o nel DAR con la madre.
Nessuno infatti sapeva che a soli ventidue anni aveva scritto un libro. Nessuno sapeva che la famosa scrittrice Lorelai V. G., sulla cui identità tutti avevano ipotizzato qualcosa, e che era diventata uno dei più famosi autori americani contemporanei, fosse in realtà Lorelai Victoria Gilmore.
Grazie a un suo compagno di corso che lavorava presso una casa editrice aveva avuto l’occasione di far pubblicare il lavoro che aveva scritto e di farlo diventare un best seller.
Da allora aveva pubblicato tre libri ed erano stati tutti dei successi, dandole la possibilità di ottenere buoni guadagni. Le erano state proposte centinaia di interviste e per un’esclusiva c’erano giornali che avrebbero pagato una fortuna, ma aveva sempre rifiutato. Almeno finché, uscendo dalla casa editrice il giorno seguente alla pubblicazione del suo nuovo libro, si era scontrata con una donna facendole rovesciare addosso il caffè.

9 novembre
Era soprappensiero mentre usciva dalla porta e aveva appena girato l’angolo della strada quando andò a finire contro qualcuno. Era una donna all’incirca sulla ventina, bionda, occhi verdi, non molto alta ed era vestita sobriamente, probabilmente aveva un pranzo di lavoro, che adesso sicuramente era rovinato per colpa sua.
“Scusi, ero soprappensiero e non l’ho vista” si scusò mortificata
“Lasci stare, non importa” rispose gentilmente
“Accetti almeno che le ripaghi il costo per la lavanderia”
“no, davvero.”
“Ma almeno lasci che le offra un caffè, visto che quello che stava bevendo per colpa mia ora ce l’ha sulla maglia”
“Accetto volentieri, come si può rifiutare un caffè?” rispose con un sorriso
“Quello che ripeto sempre anch’io” disse Lorelai.
“Mi dimenticavo, io sono Anne”
“Io Lorelai, piacere”
Stettero circa mezz’ora a parlare in un bar di fronte a due tazze di caffè, quando Lorelai chiese “Stava andando ad un incontro di lavoro? Di sicuro ora per colpa mia dovrà rimandare”
“Sì, in effetti stavo cercando di ottenere un articolo, faccio la giornalista. Ma tanto era una missione impossibile.” spiegò Anne sospirando
“Questo fa tanto Tom Cruise” disse ridacchiando
“Già, solo che era davvero impossibile.”
“Perché?”
“Stavo cercando di andare a intervistare Lorelai V. G., sai chi è no?” certo che lo so chi è, sono io, la situazione era piuttosto comica in effetti, Anne stava andando a cercare di intervistarla quando si è imbattuta in lei, solo che non sapeva chi era.
“Certo. Ma non credo che sia così impossibile” disse sorridendo; aveva di scusarsi con Anne a modo suo
“Perché hai qualche idea?? La conosci??” Chiese scettica, appoggiando la testa sul tavolo, ormai arresasi al pensiero di non avere nessuna possibilità.
Lorelai fece cenno di sì con la testa al quale Anne si rialzò subito “Davvero!?”
“Sì, ma devi promettere di non dirlo a nessuno e se lo farai te la vedrai con gli avvocati” alla risposta positiva continuò “sono io” come se fosse la cosa più naturale del mondo.
“COSA!?!? Stai scherzando?”
“No affatto. Venga con me, in un luogo più adatto per parlare”
Arrivarono dentro la sede della casa editrice gli venne incontro Henry, il suo compagno di università “Come mai di nuovo qui Lorelai? Hai dimenticato qualcosa?”
“No, mi chiedevo se potevo utilizzare la sala riunioni per un’intervista.”
“Ti sei decisa finalmente! Io non ci speravo più. Vai pure.”
Anne che non aveva perso una sola battuta che si erano scambiati i due si era convinta che quella che aveva davanti fosse davvero chi diceva di essere.
“Eccoci, prima di iniziare definiamo alcuni punti: primo, non devi pubblicare nell’intervista il mio nome intero ma continuare ad utilizzare il mio pseudonimo; secondo, niente domande troppo private; terzo, se una domanda è troppo personale non risponderò; terzo, le dirò quanti anni ho ma non voglio che scriva niente riguardo al mio aspetto; quarto, la pubblicherà il 21 dicembre. Ok? Ah, piuttosto sono Lorelai Victoria Gilmore”
“Io Anne Scott, Iniziamo!” rispose al settimo cielo, quella che le stava accadendo era una di quelle occasioni che ti possono cambiare la vita e farti diventare qualcuno nel mondo del giornalismo.
“Quanti anni ha?”
“32”
“Perciò ha scritto il suo primo libro all’età di soli 22 anni” chiese stupita
“Esatto, però in realtà ho iniziato ha scriverlo da quando ne avevo 16, anche se allora era più che altro un diario che raccoglieva i miei pensieri e i miei sentimenti”
“Come mai hai iniziato a scrivere così giovane?”
“Era per alleviare il dolore che provavo” sospirò ripensando a tutto quello che aveva passato
“Cosa le era accaduto? Davvero il sentimento di perdita e ricerca della felicità descritto nei suoi libri era ciò che provava a quell’età?” ogni ulteriore domanda posta aumentava il proprio stupore e la stima per la donna che aveva di fronte
“Avevo perso la mia ragione di vita e comunque è ciò che provo ancora adesso”
“Quando qualcuno la incontra però non dà l’impressione di essere così infinitamente triste, anzi sembra una persona piuttosto solare” dichiarò sinceramente impressionata
“Tutti sono capaci di mascherare i propri sentimenti coprendo il proprio volto con una maschera di cera e il proprio cuore con una gabbia di ghiaccio. La verità è quella che sta all’interno di noi stessi, non all’esterno; è per questo che scrivo, i libri raccontano sempre la verità.”
“Come mai non ha mai voluto farsi intervistare e tiene nascosta la sua identità?”
“Credo che ai giornalisti, senza offesa, solitamente non cerchino la verità, che è ciò a cui cerco di dar voce, ma lo scoop. Tengo nascosta la mia identità perché avevo paura di finire linciata dai critici, no scherzo, lo faccio perché credo che questo libro rappresenti la mia anima, metà della mia anima e per evitare che qualcuno la veda veramente nella sua interezza, faccio come Dorian Gray, solo che espongo il ritratto e nascondo me stessa.”
“Il suo primo libro -When you were gone- cosa rappresenta per lei? E i seguenti?”
“-When you were gone- indica tutto il dolore che ho provato e il tentativo di superarlo, -Searching for you- la ricerca della pace interiore e dell’altra metà della mia anima, -The past never left me- indica l’accettazione dei sentimenti e del fatto che probabilmente non li supererò mai.”
“Sa già se continuerà a scrivere, e se sì ha già in mente la fine delle sue opere? Riusciranno Matthew e Allyson a rincontrarsi? O Matthew a incontrare qualcuno che possa sostituire il suo amato?” ora non sapeva se era Anne la giornalista o Anne la lettrice a porre la domanda, per quanto le fosse venuta spontanea.
“Innanzitutto credo proprio che continuerò a scrivere, ma non so ancora come finirà.” rispose sinceramente
“Qual è la frase che preferisce?” chiese curiosa
“I’ve promised you that the sun shines every day” rispose con infinita tristezza
“Come mai?” domandò ancora più interessata di prima
“Perché rappresenta una promessa fatta 16 anni fa che non ho potuto mantenere.” rispose con le lacrime agli occhi
“Come mai mi ha chiesto di pubblicare questa intervista il 21 dicembre?”
“Perché è il giorno in cui ho rotto la promessa fatta” detto questo scoppiò a piangere e la giornalista capì davvero perché voleva nascondere la sua identità.

21 dicembre
Lorelai si svegliò di soprassalto singhiozzando, con le lacrime che le bruciavano sulla pelle. Si pulì le guance col dorso della mano, ma non riuscì a smettere. Come tutti gli anni da una notte di tante lune or sono piangeva la perdita dell’unica persona che contava per lei e che aveva fiducia in lei. Piangeva per la scomparsa dell’altra metà della sua anima. Piangeva per quella promessa non mantenuta e per tutte le promesse che non avrebbe più potuto mantenere. Continuò a versar lacrime mentre tutto intorno a lei taceva nella notte e solo il rumore dei suoi singhiozzi interrompeva quella quiete.
 
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