rieccomi qua..scusate il ritardo ma questo capitolo ha richiesto il suo tempo, oltre che provocato numerosi danni emotivi
come al solito hope you like it
“Una bellissima ragazza da un villaggio; un bellissimo ragazzo da un altro. Si incontrarono e si innamorarono. Separati dalla distanza e dai genitori che non approvavano la loro unione, la giovane coppia sognava il giorno in cui sarebbero stati insieme. Si scrissero bellissime lettere d'amore e di passione, piene di promesse e piani per il futuro.
Presto però la separazione divenne troppo dura da sopportare; così, una notte fredda e buia con nessuna luce a guidarli, entrambi uscirono di nascosto dalle loro case e iniziarono a correre più veloce che poterono. Ma era così buio che si persero e sembrava che non potessero più ritrovarsi. Stremata, la ragazza in lacrime cadde in ginocchio dicendo: 'Oh, amore mio. Dove sei? Come posso trovarti?' Improvvisamente, una scia di stelle apparve nel cielo; quelle stelle erano così luminose e splendenti che illuminarono tutta la campagna. La ragazza si alzò e si mise a seguirne il sentiero, finché si trovò nel punto esatto dove oggi c'è il gazebo, e lì, ad aspettarla c'era il suo unico vero amore, anche lui guidato dalla scia di stelle".La voce di Miss Patty scandiva ancora una vota, lente e leggere, le parole della leggenda di Stars Hollow, ignara che quella sera la favola si sarebbe di nuovo avverata, inconsapevole del fatto che il distacco a volte può essere davvero troppo duro, può fare male fisicamente e bruciare fin dentro nell’anima, fino a quando nessuno dei due è più in grado di sopportarlo, fino al punto in cui qualcuno, pur di sfuggirgli, pur di riavere indietro almeno un pezzo della propria felicità, è disposto a tutto, anche a perdonare, in cambio di un semplice sorriso… perché a volte quello che ferisce di più è solamente sapere che quel qualcuno, la persona che ami più di te stesso, quella che ancora non sei riuscito a cancellare, quella che non ti perdonerai mai di aver lasciato andar via quella sera, sta male. Per colpa tua. Per colpa vostra. Fa male pensare che sembri non esserci via d’uscita… che siate destinati a soffrire per la distanza, a sentire ogni giorno un po’ più forte la mancanza l’uno dell’altra… a guardarvi in silenzio da lontano, con la paura troppo forte di sfiorarvi di nuovo, di scoprirvi di nuovo, di… sentirvi di nuovo. E così la aspetti, sotto il gazebo illuminato. Le hai fatto posto, ancora una volta, nonostante quella paura, nonostante la rabbia e il dolore, nonostante tutta la forza che sai ti servirà per riuscire a guardarla nuovamente negli occhi, per evitare di sembrare solo un povero stupido innamorato.
Seduto su quella panchina mille ricordi ti offuscano lo sguardo… ogni angolo di Stars Hollow è pieno di voi, del vostro odore e del vostro sapore, ma quel gazebo… lui vi ha visto brindare con della zima e scambiarvi il vostro primo bacio come coppia di fidanzati, vi ha guardati pranzare insieme e sorridervi imbarazzati dividendo un cestino da pic-nic.. vi ha osservati per anni, da lontano, avvicinarvi sempre più, giorno dopo giorno, mese dopo mese… rincorrervi ed aspettarvi… per dieci anni.
Cominci a pensare non passerà mai di lì, non stasera almeno. Ti senti stupido, ingenuo, fuori luogo. Poi ti volti. La vedi. E sorridi. E il tuo cuore accelera i battiti. E la tua mente si svuota. E la tua voce se ne va. E tutto ciò che riesci a fare è continuare a sorridere. E’ un sorriso velato di tristezza e di preoccupazione, di malinconia e di speranza. Lei non è più tua, ma senti di averne bisogno, bisogno di sfiorarle le labbra con una bacio, di sentirla vicina, pelle contro pelle, di respirare il suo odore e di stringerla, ancora una volta, per sempre.
Avvolta nel cappotto scuro camminava velocemente per la strada, persa nella confusione dei suoi pensieri… da quando aveva rincontrato i suoi occhi tristi non era più riuscita a chiuderlo fuori dalla propria mente. Non importava quanto tremendamente si impegnasse, quando cercasse di non pensare a lui…a loro… al capellino. Aveva creduto la volesse dimenticare, buttare via, abbandonarla sul pavimento come quel berretto blu che gli aveva regalato sei anni prima.. e invece quello era là, appoggiato sulla cassa, come a dirle che ancora Luke non era riuscito a scordarla, a rimuovere dalla sua vita ogni più piccola cosa gli parlasse di lei, come a dirle che…ci sarebbe stato ancora posto per lei nel suo cuore? Non lo sapeva. Sentiva di non sapere più nulla, se non di volersi perdere ancora una volta nel suo abbraccio.
Non appena riuscì a focalizzare dove le sue gambe la stavano portando cominciò a scorgere in lontananza sempre più nitidi i contorni di una figura scura, seduta sotto il gazebo. Ora ne distingueva chiaramente la camicia e… il cappellino. Il suo cuore si fermò per un istante. Luke alzò gli occhi e sorrise incrociando i suoi. Non poteva scappare, non poteva voltargli le spalle e fuggire ancora una volta da lui e dall’agghiacciante paura di essersi sbagliata, di essersi solamente illusa che quella possibilità su un milione si fosse riaccesa…Era terrorizzata da quello che avrebbe potuto succedere standogli di nuovo così vicino, troppo vicino. Non poteva più aspettare o temporeggiare, aveva bisogno di parlargli ancora una volta, non poteva più sopportare di rimanere sospesa tra i suoi sogni e la realtà. Così si fermò e lo salutò timidamente, avvicinandosi al gazebo illuminato. “Cosa fai qui tutto solo, Mr hamburger?” Aveva pensato di nascondersi dietro quella solita, naturale, ironia, dietro quella facciata di sarcasmo che sperava le avrebbe impedito di esporsi, di mostrarsi sensibile e vulnerabile ai suoi occhi come mai forse lo era stata, non a causa sua almeno. Quando lui però, impacciato e dolce come sempre, alzandosi in piedi le rivolse uno sguardo imbarazzato e penetrante, timido ma deciso, sentì venire meno ad una ad una tutte le sue difese, sentì cadere tutte le barriere che le avevano dato la forza di salire quelle scale ed avvicinarsi a lui, la forza di accennargli un sorriso, di guardarlo negli occhi senza permettere alle lacrime di rigarle le guance. “Io..bhe..sai è bella la città vista da qui” rispose lui distogliendo lo sguardo, con un tono che doveva sembrare davvero poco credibile. Lorelai, avvicinandosi alla balaustra sorrise di nuovo, questa volta un po’ più rilassata… Le tornarono alla mente miliardi di ricordi e di momenti condivisi. “Sì, è vero, è bellissima..” Poi per un attimo solo il silenzio riempì la distanza tra loro, finchè Luke, infilando la mano in tasca e sentendo il metallo freddo dell’anello contro le sue dita, ritrovò un po’ di quella sicurezza che aveva sentito scivolargli dalle mani non appena lei si era avvicinata. “Lorelai… le cose che mi hai detto quella sera, cinque mesi fa… ci ho pensato molto…non ho fatto altro che pensarci a dire la verità…” Lei si voltò all’improvviso, fissandolo intensamente. Aveva riflettuto mille volte sulle parole che avrebbero dovuto essere dette in quel momento, sulle scuse, le spiegazioni e sul suo amore ancora così totalizzante, ma in quel momento nella sua mente prendevano forma solo frasi sconnesse, pensieri recisi ed idee concitate… come farfalle nascevano e morivano poco dopo, senza però perdere mai la loro bellezza effimera ed inutile. Tutto quello che riuscì a fare prima che lui, con tono nervoso e veloce, riprendesse, fu chinare il capo e mormorare un “Mi dispiace” con la voce rotta dall’emozione. Luke sospirò profondamente. “..No, Lorelai…Abbiamo…Abbiamo sbagliato entrambi. Io ti ho ferita.. Ti ho ferita per tutti quei mesi in cui sono stato lontano, ti ho ferita quella sera in cui ti ho detto di no, e tu… beh, Dio solo sa quanto male mi hai fatto quando hai detto quelle parole che avevo pregato di non dover mai sentire… Appena te ne sei andata ho creduto che non sarei mai più riuscito nemmeno a sopportare il tuo odore… Mi sono tolto il TUO cappellino e me ne sono andato… Ho guidato, senza sapere dove andare né perché e mi sono ritrovato a Martha’s Vineyard. Il posto dove avevo detto di amarti per l’ultima volta, dove abbiamo passato gli ultimi momenti davvero felici insieme. Mi sono seduto sulla spiaggia dove avevamo passeggiato quella mattina e ho pensato a te. A noi. E ho capito che non avrei mai potuto smettere di amarti.” Gesticolava evidentemente con le mani nervose, ma i suoi occhi dolci non potevano separarsi da quelli di lei, che, immobile, non riusciva a fare altro che fissarlo, ogni istante più intensamente, desiderando solo che lui rompesse quella barriera, facesse un passo e l’abbracciasse di nuovo. Avrebbe voluto piangere sulla sua spalla e scusarsi tra le lacrime, stringerlo forte e non farlo più allontanare. Luke però all’improvviso, dopo aver preso qualcosa dalla tasca, si inginocchiò davanti a lei.
One my knees, I'll ask
Last chance for one last dance
'Cause with you, I'd withstand
All of hell to hold your hand
I'd give it all
I'd give for us
Give anything but I won't give up
Intense e meravigliose, le parole la travolsero: “Lorelai io ti amo, ancora più di prima, ancora più di quanto avrei mai creduto possibile… Vuoi ancora diventare mia moglie?” Lei sentì le lacrime rigarle il viso e, ancora una volta, non riuscì a parlare. Lo prese semplicemente per le mani e, dopo averlo fatto alzare, appoggiò di nuovo, finalmente, le sue labbra contro quelle di lui, mentre Luke, tremando, le faceva scivolare l’anello al dito. Si sfiorarono prima dolcemente, piano e con lentezza, ritrovando quel calore del quale per così tanto tempo avevano sentito la mancanza; mani nelle mani, labbra sulle labbra. Poi Luke, la prese per la vita e la attirò ancor più vicina a sé, stringendola forte, mentre Lorelai cominciava ad accarezzargli istintivamente il volto. L’intensità del bacio prese ad aumentare sempre più ed in pochi istanti si ritrovarono persi l’uno nel sapore dell’altra. Assaporarlo di nuovo era una sensazione meravigliosa…persa in quel vortice si sentiva come se lui avesse preso una stella e gliel’avesse posata sullo stomaco… Aveva le vertigini e non sapeva per quanto ancora le sue gambe avrebbero resistito.. Improvvisamente allora allontanò le labbra dalle sue, e, guardandolo in quegli occhi tremendamente dolci, sussurrò sorridendo: “Ti amo anch’io” Lui le ricambiò il sorriso e la baciò di nuovo, facendola davvero perdere nel suo abbraccio.
Quella sera il ragazzo e la ragazza della leggenda, seguendo la scia di stelle del loro amore, sotto a quel gazebo si erano ritrovati, si erano sentiti e respirati di nuovo, si erano stretti l’uno e all’altra e, persi in quel bacio senza fine, non si sarebbero mai più allontanati.