In The Dark

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=junkie=
view post Posted on 25/7/2006, 14:48




Titolo: in the dark
Autore: junkie
Genere: Fanfiction
Stato: conclusa

Commenti: QUI

Breve descrizione da parte dell'autore:
questo è quello che succede quando mi si priva del pc in momenti di profonda disperazione... ieri sera ho preso carta e penna e ho buttato giù questa cosa, così, senza nessuna pretesa, avevo solo bisogno di sfogarmi. ho pensato di postarla :dunno: ... è un po' deprimente, mi dispiace... spero cmq che vi piaccia. ^_^

EDIT: mi sono convinta a continuarla un po'... :dunno: non so per quanto tempo nè con quali risultati... non vi assicuro niente, spero solo di farvi piacere :)




In The Dark

Gli occhi sbarrati nel buio. Cosa aveva fatto?? Cosa aveva appena fatto?? Le sue braccia la strinsero e lei si sentì morire. Di nuovo. A dir la verità da un po’ di tempo a quella parte non le pareva quasi nemmeno più di vivere. Niente era andato per il verso giusto. Niente. Ora avrebbe voluto solo dimenticare. Si voltò rifugiandosi tra le braccia di lui e pianse lacrime amare sul suo petto. Già, quel petto…. Com’era.. Diverso. Non era caldo e rassicurante come quello di Luke, non aveva lo stesso odore che le entrava nell’anima ogni volta, No. Era semplicemente Christopher, la sua eterna questione in sospeso, il ricordo del passato e l’apatia del presente. Non lo amava, anzi. In quel momento sentiva di odiarlo con tutta sé stessa, perché la stringeva a sé e le accarezzava i capelli come se lei appartenesse a lui; ma lei non era sua, non era di nessuno. O meglio, da lì a poco non lo sarebbe più stata. Con Luke non era ancora finita, ma dopo quello che gli aveva appena fatto era amaramente sicura che non l’avrebbe mai più rivoluta. A quel pensiero angoscioso le sfuggì un singhiozzo, che attraversò l’aria silenziosa rimbalzando fra le pareti bianche della stanza. Lui ancora una volta l’attirò più vicina a sé e lei, di nuovo, lo odiò. Era colpa sua se aveva tradito Luke, era lui che l’aveva accolta fra le sue braccia e nel suo letto. No, non era vero. Stava di nuovo mentendo a sé stessa… Chris non centrava, era lei ad essere andata da lui, ben sapendo quello che l’avrebbe aspettata. Si aggrappò alla sua schiena, quasi affondandogli le unghie nelle spalle, forse nel disperato tentativo di fargli del male, forse nella speranza di non ricordare il motivo per cui si trovava lì, di dimenticare gli ultimi mesi. Avrebbe voluto far finta ancora per qualche minuto che il suo cuore non fosse a pezzi per colpa di un uomo che sentiva di aver amato e di amare davvero, con ogni fibra del suo essere, per la prima volta, forse. Avrebbe voluto che ancora per un istante il ricordo annebbiato di quel disperato “scappiamo” non si materializzasse nella sua memoria. Avrebbe voluto scordare la ferita inflittagli da lui con i suoi silenzi, da Anna con il suo egoismo e dalla vita con la sua cattiveria, ma questa volta non ci riusciva, non ci sarebbe più riuscita. Forse aveva smesso di essere forte. Si sentiva affondare, avrebbe voluto affondare in Christopher, ricominciare da capo, farlo un’altra volta quella notte, forse per provare a sé stessa di poter ancora essere attraente, probabilmente solo per scollegare il cervello, ma sapeva che non sarebbe servito a niente. Già pochi minuti prima, quando lui era sopra di lei, mentre lui era DENTRO di lei, non era stata capace di smettere un solo istante di pensare a Luke. Mai. Si faceva schifo: era nel letto di un uomo, abbracciata a lui, pensando ad un altro, a un altro al quale per due volte aveva detto ti amo e che ora stava orrendamente tradendo. Se lo meritava? Non ne aveva idea. No di certo. L’aveva fatta soffrire, ma non se ne era mai davvero reso conto… e lei non aveva parlato. Basta. Non poteva più sopportare quella situazione da soap opera che si era creata. Doveva vederlo, parlargli, stringerlo di nuovo a sé, probabilmente per l’ultima volta. Chris si era addormentato. Lentamente si staccò da lui; scivolò fuori dal letto e si rivestì velocemente. Non era il momento adatto per parlare con lui ora, l’avrebbe fatto più tardi; erano troppe le cose che dovevano essere dette, spiegate, analizzate e lei voleva solo allontanarsi il più possibile da lui. Uscendo lo guardò un’ ultima volta sognare beato. Si sentì un verme per averlo usato in quel modo, ma si richiuse la porta alle spalle. Si era comportata in modo orrendo e meschino con entrambi, ma ora voleva e doveva provare a rimediare, o per lo meno ad essere sincera con sé stessa e con gli altri. Sapeva una sola cosa però… Non avrebbe certo lasciato che i quasi dieci anni più belli della sua vita venissero gettati al vento in quel modo… Non se lo sarebbe mai perdonata.

Edited by ..junkie. - 13/8/2007, 17:26
 
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view post Posted on 26/7/2006, 14:26




Gli occhi sbarrati nel buio. Cosa aveva fatto?? Cosa aveva appena fatto?? L’aveva lasciata andare. Via. Lontano da lui. Lontano dalle sue spiegazioni. Lontano da un mare di parole non dette pronte a sommergerli da un momento all’altro. Si rigirò tra le lenzuola; sapeva benissimo che non sarebbe riuscito a chiudere occhio. Non c’era via d’uscita, non poteva smettere di pensare a lei. Non ne sarebbe stato mai nemmeno lontanamente capace. Non dopo quella sera. Non dopo che lei gli aveva detto di amarlo, non dopo che in lacrime gli aveva chiesto di fuggire, non dopo averle detto di no. Perché? Perché l’aveva fatto? Non lo sapeva. O forse sì. Non era mai stato un tipo particolarmente impulsivo, non amava le novità e i colpi di scena e da un po’ di mesi a quella parte si sentiva soffocare, alla continua ricerca di aria… Lei era sempre stata il suo ossigeno, la sua quotidiana ventata di energia, ma ora forse non era più abbastanza… Aveva bisogno di spazio, bisogno di conoscere meglio suo figlia, di imparare a volerle bene, di sentirsi davvero padre, bisogno… di stare da solo? NO. MAI. Sentiva di provare per lei quello che non aveva mai provato per nessuna, di amarla davvero, fino in fondo, fino a dove tutto quello l’avrebbe portato. L’aveva capito dal primo istante e non si era sbagliato. Erano fatti per stare insieme. Si capivano, si completavano. E allora perché l’aveva lasciata andare? Perché non l’aveva rincorsa urlando? Spinse via con forza le coperte, si avvicinò al frigorifero e si versò un bicchiere d’acqua gelata. Chissà cosa stava facendo lei in quel momento… Chissà dov’era. Non aveva idea di dove potesse essere andata. Lui, dopo averla a lungo guardata allontanarsi, era ritornato nella sua vecchia stanza sopra al locale. Non sarebbe certo riuscito ad infilarsi nel suo stesso letto, a sentire il suo corpo profumato così vicino a lui eppure così distante. Doveva riflettere. Capire. Ma cosa? Cosa? Dio, quanto l’amava! In quel momento avrebbe solo desiderato stringerla forte e dirle che era stato tutto un brutto sogno, che si sarebbero sposati il tre di giugno in una chiesa coperta di fiori, dirle che tutto quello di cui aveva bisogno era passare la sua vita insieme a lei. Ma non poteva. Non poteva perché c’era un muro tra loro. Un muro fatto di silenzio e di delusione, di paura e di aspettative, un muro che si era fatto più spesso ogni volta che lui aveva tentato senza riuscirci a parlarle di April, ogni volta che lei aveva fatto finta che non le importasse essere esclusa da quella parte così importante della sua vita. Aveva rovinato tutto e se ne era accorto tardi. Troppo? Forse. Forse l’aveva già persa. Dannazione, il solo pensiero di non svegliarsi più accanto a lei ogni mattina, di non vederla più sorridere, di non poterla più abbracciare, toccare, annusare, lo faceva impazzire. Non poteva andare avanti senza di lei, lo sapeva bene, ma onestamente non riusciva a vedere futuro per loro due. Erano lontani. Troppo. E non sapeva come cambiare le cose. Una figlia. Lui aveva una figlia. Ormai si era abituato all’idea, ma le responsabilità erano così grandi… e le emozioni ancor di più. Voleva andare con i piedi di piombo, fare un passo alla volta con lei, ma sentiva di potercela fare… Il problema era cosa mettere al primo posto. April o Lorelai? Si buttò di nuovo sul letto, disperato. Avrebbe voluto che fosse stato giorno per potersi sfogare con i clienti: almeno con loro avrebbe potuto urlare. Già, urlare, proprio come aveva fatto lei qualche ora prima. Il ricordo gli fece venire un groppo alla gola. Doveva smettere di pensare a lei, doveva o la sua salute mentale ne avrebbe seriamente risentito. Bastava il suo nome per fargli ritornare alla mente tutti i momenti trascorsi insieme, belli e brutti, felici o tristi, un mondo di colori, odori, sensazioni…. Di nuovo si sentì morire al pensiero di averla persa per sempre. Basta. Aveva bisogno di parlarle, di aggrapparsi a lei e di non farla andare più via. Avrebbero trovato una soluzione a tutto. Insieme. Si alzò rapidamente e si infilò un paio di jeans. … Non avrebbe certo lasciato che i quasi dieci anni più belli della sua vita venissero gettati al vento in quel modo… Non se lo sarebbe mai perdonato.

Edited by ..junkie. - 7/12/2006, 16:15
 
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view post Posted on 27/7/2006, 17:04




La città era muta quella sera, addormentata. Lorelai, seduta in auto davanti al locale di Luke riusciva a distinguere chiaramente i battiti del suo cuore che sembravano parlarle, che sembravano volerle dare la forza di tornare da lui, che sembravano ricordarle ancora una volta quanto fosse sconvolta e spaventata. Guardò fuori dal finestrino con aria triste e vide una luce accendersi al piano di sopra. Sapeva che lui sarebbe stato lì. Ora doveva solamente trovare la forza di attraversare quella porta e affrontarlo. Per un attimo le tornarono alla mente tutte le mattinate cominciate in quel locale davanti ad una tazza di caffè fumante, flirtando con il brontolone più sexy del mondo. Sorrise amaramente tentando di trattenere le lacrime. Si fece coraggio, uscì dalla macchina e si avvicinò all’entrata. Un ultimo respiro. Stava per vederlo di nuovo, abbracciarlo di nuovo, ferirlo di nuovo.

Si era appena infilato i pantaloni, quando sentì bussare alla porta. Guardò fuori dalla finestra e la vide. Come al solito l’aveva preceduto. Si appoggiò per un istante al vetro e la fissò. Cosa sarebbe successo da lì a poco? Non lo sapeva. In quel momento gli sarebbe semplicemente bastato averla di nuovo al suo fianco, stringerla nuovamente a sé e perdersi nei suoi occhi. No, non le avrebbe mai più permesso di andarsene via. Avrebbero abbattuto quel muro, poco alla volta. Insieme. Sorrise. Si sarebbe scusato, le avrebbe detto di non volersi mai più allontanare da lei, le avrebbe promesso di amarla per sempre. Fece un respirò e cominciò a scendere le scale. Era terribilmente nervoso ma ci credeva fino in fondo.

Gli occhi di Lorelai erano velati di lacrime quando Luke aprì la porta. La guardò per un attimo. La guardò proprio in quegli occhi dannatamente blu che lo avevano sempre fatto impazzire e vi lesse il suo sgomento. Sentì le gambe venirgli meno. Non sarebbe mai riuscito a fare a meno di quello sguardo. Dopo un momento di esitazione si fece da parte invitandola ad entrare e si diresse verso il bancone. Così. Senza una parola. Lei lo seguì e gli si mise di fronte. Il silenzio ora si era fatto assordante. Di nuovo tra loro troppe cose dovevano essere dette ed entrambi avevano paura di farlo. “Ti va… una tazza di caffè?” “Sì. Anzi no. Dobbiamo parlare, Luke, il caffè può aspettare.” “… Lorelai, non so da dove cominciare… sono stato… un idiota. Per tutti questi mesi. Non avrei mai voluto ferirti, escluderti dalla mia vita, credimi. Insomma, lo sai come sono fatto, non sono molto bravo a dire quello che provo, mi sono chiuso in me stesso, ho avuto paura. Mi dispiace averti fatto del male. Non hai idea di quanto, quanto mi sia costato chiederti di rinviare il matrimonio, di posticipare i tuoi sogni, i NOSTRI sogni. Il fatto è che io ti amo, ti amo Loreai. Ti amo da sempre e per sempre continuerò a farlo, perché, perché… perché sei semplicemente te stessa, amo ogni cosa che ti riguardi, i tuoi pregi e i tuoi difetti, la tua pazzia, la tua vitalità, la tua allegria e odio, odio sentirmi perso senza di te. Mi dispiace solo non avertelo dimostrato abbastanza. Ora vorrei poterti dire che andrà tutto bene, ma non posso, non posso Lorelai, mi capisci?” A quelle parole una lacrima rigò il volto do Lorelai e lui le si fece più vicino. Le spostò una ciocca di capelli dietro ad un orecchio e le accarezzo dolcemente il viso. “Non piangere. Non posso dirti che andrà tutto bene, no, sarebbe una bugia, ma ti posso promettere che non ti lascerò più affrontare tutto questo da sola. Io sono qui, amore, ci sono ancora, di nuovo, più di prima.” Lei gli appoggiò la testa sulla spalla, le mani sul suo petto, e non poté fare a meno di piangere, mentre lui le accarezzava i capelli. Si sentiva una nullità. L’aveva tradito. Tradito. Con Christopher. Come aveva potuto? Ora sarebbe finito tutto. Non importava quanto l’amasse. Sapeva che Luke non avrebbe mai perdonato un tradimento. Avrebbe voluto scappare, non farlo soffrire, ma sapeva di dover andare fino in fondo, prendersi la responsabilità delle sue azioni. Non sarebbe stato giusto ingannarlo. Quando rialzò gli occhi gonfi di pianto non riuscì a mormorare che un “Anch’io ti amo, Luke, non hai idea di quanto… ti prego, perdonami.” Prima che lui le cingesse la vita con un braccio e la attirasse a sé. La baciò teneramente sulle labbra, mentre con la mano libera continuava ad accarezzarle il viso e i capelli. Poi dolcemente socchiuse le labbra e lasciò che le loro lingue si sfiorassero, si accarezzassero, si massaggiassero delicatamente. Lei si alzò quasi in punta di piedi, mettendogli le mani sul volto, accarezzando la pelle resa ruvida dalla barba lunga di qualche giorno e lo spinse contro il bancone, mentre una mano di lui le saliva lungo la schiena. Voleva assaporarlo un’ultima volta, sentirlo suo di nuovo prima di perderlo per sempre.
 
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view post Posted on 31/7/2006, 17:59




Dopo alcuni istanti corsi via troppo in fretta per entrambi, le loro labbra si separarono. Lorelai rimase così, con la testa quasi appoggiata a quella di lui e le mani sulle sue spalle, respirandolo finalmente a fondo. Lui la guardò con dolcezza e le si avvicinò ancor di più, stringendola tra le braccia. “Luke, no, aspetta… non è giusto. Devi sapere una cosa. E’ importante. Molto.” Lui la fissò sorpreso. Lei fece un passo indietro, la vista offuscata dalle lacrime che non avevano mai smesso di scendere. “Io…io… Sono andata da Chris”. Luke si era fatto improvvisamente scuro in volto. “Quando?” “Dopo… dopo essere venuta da te…” mormorò lei con un filo di voce, senza trovare il coraggio di guardarlo negli occhi, senza riuscire a vederlo ferito. “… Ero sconvolta, Luke… avevo bisogno di… parlare con qualcuno e… Sì, sono andata da lui…” Lui respirò a fondo prima di parlare. “Beh avete solo parlato giusto? Voglio dire… voi siete amici, quindi…” Lorelai nascose il volto tra le mani. Era incredibile vedere quanto lui si stesse sforzando di non arrabbiarsi, quanto volesse esserci davvero, ricominciare da capo e quanto lei invece in una sola serata avesse gettato tutto al vento… promesse, speranze, sogni e progetti, il passato, il futuro e …il presente. Luke la guardò e capì. No. No. non poteva, non VOLEVA capire. “Lorelai… cosa?” Era spiazzato, impaurito, terrorizzato da quelle parole che aveva sperato di non sentirsi mai dire, non da lei, non così, non dopo tutto quello che avevano passato. Per qualche lunghissimo istante solo il silenzio riempì il vuoto che si stava creando dentro di lui. Lei non parlava. Lì, in mezzo a quella stanza piena di momenti di vita passata, in quel locale che li aveva visti incontrarsi, diventare amici… innamorarsi, e che ora avrebbe probabilmente assistito all’ultimo atto della loro storia, Lorelai cercava di trovare le parole, ma sapeva benissimo che non ce n’era né ce ne sarebbe mai stata nessuna che accanto a quella “tradimento” non infliggesse una pugnalata allo stomaco o alleviasse in qualche modo il dolore lancinante. Non riusciva a sopportare l’idea di fargli del male, ma ormai era tardi. L’aveva già fatto. “Sono… andata a letto con lui. Mi faccio schifo per quello che ho fatto, Luke… io, io so che non cambia niente il fatto che io volessi solo… non lo so nemmeno io, dimenticare la mia vita, forse. So che non fa alcuna differenza dirti che sei tu, non lui quello che voglio, dirti che non ho smesso un secondo di pensare a te, di immaginarti lì…al suo posto. Dio, ho fatto un gran casino. Non ho giustificazioni, no. La cosa assurda è che questa volta ero davvero pronta a sposarmi, ad avere dei figli, ad iniziare una nuova vita. Con te. Lo sono ancora, ma ho rovinato tutto, tutto. Mi dispiace, può suonare falso e ipocrita, ma è tremendamente vero…” Lorelai fu scossa da un singhiozzo. Alzò lo sguardo e incontrò in suoi occhi. Freddi. Vuoti. Terribilmente delusi. Non l’aveva mai visto così. Ed era solo colpa sua. Sua. “Ti prego, dì qualcosa…” No, Luke non riusciva a parlare… Non sapeva nemmeno per quanto tempo ancora sarebbe stato capace di guardarla in faccia. Lui l’amava così tanto, così a fondo… e lei non aveva fatto altro che strappargli il cuore dal petto e calpestarlo. Già calpestato, ecco come si sentiva. Due anni. Aveva passato gli ultimi due anni ad auto convincersi che Chris non si sarebbe mai messo tra loro, che i sentimenti che Lorelai aveva provato per lui erano passati, un capitolo chiuso. Aveva scelto di crederle quando lei gli aveva assicurato che sarebbe sempre stato così… e a quanto pareva aveva sbagliato. Finalmente trovò un po’ di voce e le gridò tutto il suo dolore. “Non so proprio cosa dirti Lorelai… ci ho creduto fino in fondo, d’accordo? Ho passato le ultime due ore in quella dannata camera con gli occhi sbarrati sai a fare cosa? A pensare a te. A noi. A come sistemare le cose. Tutto quello che mi ripetevo era: non posso perderla, non posso farcela senza di lei. Devo vederla e dirle quanto la amo e tutto andrà a posto. Poi ti ho vista bussare a quella porta, entrare nel mio locale in lacrime e tutto quello che volevo era consolarti. E tu? Tu mi fai fare il mio bel monologo, ti fai dire quanto io ti ami e quanto tu sia importante per me, il tutto senza praticamente dire una parole né smettere di piangere. Quindi mi baci… cioè io ti ho baciata ma non mi pare certo che tu ti sia tirata indietro, e quello, dannazione è stato uno dei baci più belli che ci siamo mai scambiati! Alla fine finalmente ecco che ritrovi le parole e mi dici che mi ha i tradito. Ti sei divertita, Lorelai? Ti sei divertita ad illudermi, a sentirti compiaciuta perché c’è un povero idiota che non può fare a meno di amarti? No, non posso farne a meno, ma dovrò imparare in fretta a farlo. Maledizione, quanto mi sento stupido! Per tutto questo tempo ho creduto che tu mi amassi sul serio… ho sempre provato a fidarmi di te.” “No ti prego, Luke… non puoi pensare questo… non puoi credere che io sia venuta qui stasera solo per prendermi gioco di te, è ingiusto. Lo so di non avere scusanti, so di averti ferito, ma se pensi che il mio comportamento di poco fa sia stato solo un insulso giochetto per farti ancora più male, allora vuol dire che non mi conosci… io ti ho amato Luke… per la prima volta posso dire di aver davvero amato qualcuno… ti amo ancora, ma stasera queste parole sembrano così vuote, senza significato… Non te l’ho detto per tanto tempo… e ora… non lo so, mi sembra che farlo non serva più a niente…” “Forse hai davvero ragione, non ti conosco. Questa non mi sembri più tu. Non mi sarei mai aspettato di dovertelo dire, ma hai deluso Lorelai … Quindi, per favore, ora ho bisogno di stare da solo… vai via.” “Ok… d’accodo…” rispose Lorelai soffocando per l’ ennesima volta le lacrime. L’avrebbe lasciato da solo con i suoi pensieri. Si voltò e si diresse verso la porta, quindi, dopo aver dato un ultimo sguardo indietro, uscì. Lui immobile e con l’anima a pezzi la guardò ancora una volta quella notte allontanarsi da lui. Questa volta per sempre, forse. Quando fu sicuro che se ne fosse andata, andò dietro al bancone, non sapendo nemmeno lui in cerca di che cosa. Vi appoggiò i gomiti e si portò le mani alla testa. Si accorse di aver indosso il solito cappellino blu… da quando lei glielo aveva regalato tanti anni prima, infilarselo ogni volta primi scendere al locale era diventato un riflesso incondizionato. Già, lei… se lo tolse e ci giocherellò un poco distrattamente, poi si fermò, lo fissò e con rabbia lo scagliò sul pavimento. Le lacrime cominciarono a rigargli il volto e lui non fece nulla per impedire loro di farlo.

Edited by =junkie= - 31/7/2006, 20:03
 
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view post Posted on 19/8/2006, 23:39




Immobile. Per qualche minuto i suoi occhi rimasero annebbiati dalla rabbia, dalla delusione, dalle lacrime… Il mondo era sparito. Ora c’erano solo Lorelai e… Christopher. Era come se gli avessero appena tirato un pugno nello stomaco. Avrebbe avuto voglia di andare da quello schifoso opportunista e restituirgli il colpo, spaccargli quella faccia da odioso damerino e fargli dimenticare il suo solito sorrisetto arrogante, ma sapeva che non sarebbe comunque servito a niente. Lo avrebbe fatto stare meglio per qualche secondo, forse, ma il dolore avrebbe ricominciato a farsi sentire troppo presto, dannatamente troppo presto. Tradito. L’aveva tradito. Con lui. Perché?? Perché?? Dio, perché proprio con LUI?? Si sentiva impazzire. I pensieri che gli schizzavano attraverso la testa erano troppo numerosi, confusi e convulsi per poter essere anche solo minimamente descritti. Ritornò indietro con la memoria. Ripensò all’ultima volta che aveva sentito parlare di Chris, al messaggio in segreteria, alle fitte all’addome che aveva provato riconoscendo quella voce, alla successiva lite con Lorelai. Alla riappacificazione. “Niente segreti” si erano detti…e lui sembrava essersene dimenticato. No, non lo aveva fatto. Ogni volta che non era riuscito a parlarle di April , a dirle che lui, Luke Danes, il suo uomo del caffè, aveva una figlia, si era sentito rimbombare in testa quelle parole che non sembravano dargli scampo, che lo spingevano ad essere sincero. Semplicemente non ce l’aveva fatta. Non era stato capace di vederle morire in faccia il sorriso. L’aveva fatto solo per un eccesso d’amore. Ed ecco qual era stata la ricompensa. Continuava a visualizzare nitide le immagini di Lorelai tra le braccia di Christopher, nella sua casa, nel suo letto. Ad ogni fotogramma la ferita che aveva nel cuore si faceva più profonda, ad ogni immagine sanguinava maggiormente. Una sola volta probabilmente era stato così male. Quando le aveva detto di non poter più sopportare il peso della loro relazione, quando aveva realizzato di averla persa, quando aveva sentito la sua voce in segreteria pregarlo di andare da lei. Quando alla fine l’aveva vista con le lacrime agli occhi dirgli che avrebbe accettato la sua decisione, che quella sarebbe stata l’ultima sua pazzia che avrebbe dovuto sopportare. Anche in quella occasione era successo tutto per colpa di Chris e del suo egocentrismo. Non avrebbe mai scordato la sua faccia mentre gli diceva che lui e Lorelai sarebbero ritornati insieme. Evidentemente non si era sbagliato. Maledizione, erano dovuti passare otto anni dal giorno in cui quella bellissima pazza era entrata nel suo locale pretendendo una tazza di caffè prima che lui trovasse il coraggio di chiederle di uscire. Finchè un giorno era “riuscito a vederla”. L’aveva invitata al matrimonio di Liz. Avevano ballato un walzer, insieme… Perdendosi l’uno nello sguardo dell’altra, fino a quando la musica non era finita, lasciandoli abbracciati al centro della pista. Com’erano ancora vividi e belli quei ricordi. Ebbe un fremito ricordando il momento in cui l’aveva riaccompagnata a casa e le parole gli erano uscite da sole dalla bocca, più veloci dei pensieri… “dovremmo rifarlo”. L’aveva lasciata praticamente senza parole. Lei, Lorelai Gilmore, ammutolita. Già di per sé un evento da ricordare. Se poi a quello si fosse aggiunto anche il suo successivo “ok” che questa volta aveva lasciato lui senza fiato…beh, allora sì che quel giorno sarebbe stato davvero memorabile, uno di quelli da cerchiare in rosso sul calendario. Da lì a poco sarebbero finalmente riusciti ad oltrepassare quel confine tra amicizia ed amore che li aveva visti intrappolati per così tanto tempo...l’imbarazzo però per qualche tempo era stato inevitabile. Lorelai aveva passato giorni comportandosi in modo strano nei suoi confronti, sbattendo contro il tavolo non appena lui aveva provato ad avvicinarsi, finendo dritta contro una porta quando lui le aveva portato un mazzo di fiori. A quante altre aveva portato dei fiori? Nessuna. Facile da ricordare. Un sorriso amaro gli si disegnò in volto ripensando a quando si erano finalmente trovati soli, fuori dalla porta della locanda. Stavano discutendo. Come sempre. Lui aveva trovato il coraggio di aprirsi, di farle intuire i suoi sentimenti, e qualche giorno più tardi era venuto a sapere che lei non era libera, che stava ancora con quel tizio strambo. Cosa ci faceva lì? Perché aveva fatto tutte quelle cose se lei era già impegnata? Eppure credeva ci fosse stato un momento, quando l’aveva riaccompagnata a casa… c’era stato davvero. Quando aveva realizzato quello che Lorelai aveva appena detto, si era avvicinato a lei. Le aveva sussurrato: “Vuoi stare ferma un attimo?” e l’aveva baciata. Per la prima volta. Per la prima volta le loro labbra si erano incontrate e sfiorate. Per la prima volta le loro braccia si erano strette in un vero abbraccio. Per la prima volta l’aveva sentita sua. Poi si erano separati, guardati, respirati. Quindi era stata Lorelai a ripetere quel “vuoi stare fermo un attimo?” e a riavvicinare di nuovo il suo corpo a quello di lui. Un altro bacio. Un’altra vertigine. Un’altra volta uniti. Le mani di lei sul suo volto, sulle sue spalle. Si erano staccati un’altra volta, le testa sempre vicine, gli sguardi bassi e l’espressione confusa. Stavano per stringersi di nuovo quando Kirk era arrivato urlando. Nudo. Non certo la più romantica delle immagini! Si era chiesto infinite volte cos’altro sarebbe successo quella sera se non fossero stati interrotti, ma infondo non aveva importanza, perché proprio quella notte avevano in ogni caso avuto inizio i due anni più belli della sua vita. Ora gli eventi lo avevano portato fino a quel punto, fino a ritrovarsi a piangere da solo nel suo locale, ferito, arrabbiato, confuso. Sarebbe riuscito a perdonarla? Sarebbe stato capace di dimenticare tutto quello che era successo? Non lo sapeva. Proprio non lo sapeva. Questa volta aveva veramente bisogno di stare da solo, di riflettere, di capire se il suo amore per lei sarebbe stato abbastanza. Certo non avrebbe potuto farlo a Stars Hollow, circondato da tutte quelle persone pronte a giudicarlo e a chiedergli spiegazioni. No, doveva andarsene, almeno per un po’. Improvvisamente si ricordò della promessa fatta all’assemblea cittadina: se lui e Lorelai si fossero lasciati, avrebbe chiuso il locale e se ne sarebbe andato. Si augurò di non doverlo fare. Salì velocemente al piano di sopra, afferrò la borsa da campeggio che teneva sempre pronta per ogni necessità e, dopo aver appeso alla porta il vecchio cartello “sono a pesca”, se la richiuse alle spalle.
 
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view post Posted on 8/9/2006, 17:16




Luke era lì, davanti a lei: poteva vederlo, sentirlo, toccarlo; le loro mani si sfioravano, i loro occhi si cercavano. lui l’accarezzò una volta ancora, intrecciò le dita alle sue e la lasciò andare. La fissò per un istante, senza dire una parola, solo con quegli occhi tristi e feriti che sembravano ricordarle il male che gli aveva fatto. si voltò e cominciò a camminare, ad allontanarsi da lei e dagli ultimi interminabili mesi. Lei lo guardò andare via, farsi sempre più distante fin quasi a scomparire nella penombra; una lacrima scese a rigarle una guancia. Lui non si voltava, non riguardava dietro di sé, non era pentito di ciò che stava facendo. Lo osservò un’ultima volta, imprimendo nella mente l’immagine di quell’uomo perfetto che la lasciava sola. Nell’oscurità. Rimase immobile ancora un momento, poi girò su sé stessa e si diresse nella direzione opposta. Nemmeno lei si voltò indietro… nemmeno lei era pentita?

Lorelai aprì gli occhi all’improvviso; nella sua stanza filtrava ormai la luce del mattino. Pensieri ed immagini sempre più offuscati e confusi cominciarono subito a fare capolino nella sua mente e lei avvertì ancora una volta soltanto la netta sensazione che da lì a poco la testa le sarebbe esplosa. Cosa era successo realmente e che cosa aveva solo sognato? Avrebbe voluto che gli ultimi mesi, la serata precedente, la notte con Chris e lo sguardo freddo di Luke fossero stati un incubo, un brutto sogno da dimenticare in fretta, avrebbe voluto potersi semplicemente riaddormentare, ritornare indietro e non soffrire in silenzio per mesi, non nascondersi, non andare da lui all’improvviso con quell’ultimatum, non lasciarlo da solo davanti al locale… non fare ciò che aveva fatto subito dopo. sapeva bene però che l’unica cosa non reale erano stati quegli istanti passati insieme, di nuovo, e quell’ allontanarsi reciproco, nel buio. Si mise a sedere sul letto e cercò di riflettere… cosa significava quel sogno? Perché Luke se ne andava? E soprattutto perché lei non lo inseguiva? Perché lo lasciava andare senza nemmeno provare a fermarlo? Lo aveva davvero perso per sempre? Si sarebbe arresa senza lottare, ben sapendo di non avere più nessun diritto di chiedergli di perdonarla e ricominciare? Come avrebbe potuto fare senza di lui?? Come??
Ciò che più la terrorizzava però, era non capire per quale motivo lei stessa gli aveva voltato le spalle e se n’era andata. Significava forse che le era bastata una sola notte con Christopher per cancellare i sentimenti che provava per lui? Era stato sufficiente andare a letto con un altro, perché una parte di lei lo dimenticasse? No, sapeva bene di amarlo se possibile ancor più di prima… forse voleva solamente dire che l’avrebbe lasciato libero di fare le sue scelte, di continuare la sua vita, di essere felice… anche senza di lei. Si sentì morire dentro al solo pensiero di vederlo con un’altra, di non poterlo più avere per sé, di non potersi più sentire sua, come infondo non si sentiva più da tempo ormai.
Non le andava di alzarsi, di affrontare un’altra lunga giornata… avrebbe voluto semplicemente restare a letto e smettere di pensare… proprio come quando si erano lasciati la prima volta. Si sentì svuotata al solo ricordo di quei giorni, di quei momenti in cui si era rifugiata in quel letto, lontana da tutto e da tutti, disperandosi per i suoi errori. “Avrebbe potuto essere quello giusto” aveva detto a Rory… ora avrebbe volentieri tolto quel condizionale… nel suo cuore sapeva che Luke ERA quello giusto, ne era assolutamente certa, ma ancora una volta sentiva di aver scagliato tutto al vento. Lui non si sarebbe di nuovo presentato all’improvviso alla sua porta, non l’avrebbe sorpresa con un bacio, non l’avrebbe più fatta sua.
Aveva bisogno di caffè, tanto caffè, ma per averlo sarebbe dovuta uscire e andare da.. Luke? Non sapeva cosa fare… avrebbe avuto voglia di vederlo, anche solo semplicemente per parlargli, per fargli capire che nonostante tutto, per quel poco che avrebbe potuto contare, lei c’era ancora, ma non aveva il coraggio di affrontarlo, di vedere l’odio nei suoi occhi e di sentirsi respinta…
No, questa volta non sarebbe rimasta nascosta in quella casa, doveva uscire e affrontare le conseguenze dei suoi errori… dopotutto avrebbe sempre potuto andare da Weston…

Camminava con aria incerta per le vie di Stars Hollow, gli occhi blu che si guardavano intorno distrattamente e la testa altrove. Non aveva idea di che cosa fare. Avrebbe davvero voluto tornare da lui, fargli capire che non aveva smesso di amarlo, ma dentro di sé sapeva benissimo che non sarebbe comunque servito a nulla, sapeva che gli aveva fatto troppo male per pretendere di essere perdonata… in una sola serata aveva gettato via tutto, gli aveva dato la conferma che i suoi sospetti e le sue paure erano fondati, che quel qualcosa che una volta c’era stato tra lei e Chris non era mai veramente finito e poco contava ormai il fatto che lei fosse certa che non fosse assolutamente così… sapeva di meritarsi di essere respinta ancora una volta, di meritarsi il suo silenzio e i suoi occhi vuoti, ma se ci fosse stata anche solamente una possibilità su un milione di poterlo riavere, avrebbe dovuto tentare. Non riusciva ad accettare l’idea che tra loro tutto finisse così… Doveva, doveva provare a parlargli… Ora non aveva veramente più nulla da perdere… quando hai già perso la felicità, non ti rimane più nulla se non tentare di riconquistarla, e Lorelai l’aveva lasciata in un letto a 30 km di distanza.
Senza nemmeno rendersene conto si ritrovò davanti al locale, buio, stranamente buio e vuoto. Alzò lo sguardo e si rese conto del cartello sulla porta. In un attimo capì… Luke se n’era andato per colpa sua, per evitare di doverle parlare o anche solo per non doverla vedere, per non essere costretto ad ascoltare le sue patetiche scuse. Come aveva potuto essere capace di fargli talmente tanto male da costringerlo ad allontanarsi così? Non lo sapeva, ma aveva l’assoluta certezza che fosse andato a pescare per cercare di far sbollire la rabbia… l’ultima volta che si era comportato così era stato dopo quella brutta litigata a causa dell’incidente di Rory e Jess.. chiuse gli occhi e ripensò a quando in lacrime era andata da lui e a come aveva riavuto indietro il “suo” Luke… Magari anche questa volta tutto sarebbe andato bene…
No non si poteva illudere… avrebbe dovuto lottare per riconquistarlo…
Stava per andarsene, quando, guardando attraverso la vetrina, notò qualcosa sul pavimento, osservò meglio e soffocò un singhiozzo in gola. Là, gettato a terra, c’era un cappellino blu, il cappellino blu che lei gli aveva regalato tanti anni prima e che lui non si era mai tolto, in un certo senso il simbolo della loro amicizia prima e del loro amore poi… Ora stava laggiù a terra, a terra probabilmente come lo era Luke… se lo era tolto e l’aveva buttato, si era liberato di lei e del suo ricordo. Fu in quel preciso istante che Lorelai perse anche l’ultima speranza, quella possibilità su un milione che fino a quel momento le aveva dato la forza di camminare; sentiva le lacrime salirle agli occhi, ma non poteva scoppiare a piangere lì, in mezzo alla città con gli sguardi di tutti puntati addosso, così velocemente ritornò sui suoi passi, ignorando le voci di Babette e Miss Patty che la chiamavano, ignorando Tylor che aveva preso a inseguirla chiedendole spiegazioni, ignorando un’improvvisa voglia di “urlare contro il cielo”.
 
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view post Posted on 11/10/2006, 17:55




:dunno: tempismo pessimo vero? beh se volete farvi del male completamente leggete ascoltando on fire :cry:

Aveva guidato per ore infinite lungo quella strada deserta, immersa nell’oscurità; così, senza sapere dove andare né perché, solo con la voglia di allontanarsi da lei, dal suo ricordo…da quello di loro due insieme, felici in un passato troppo vicino per sembrare talmente distante. Finalmente fermò il furgone. Il buio avvolgeva ancora ogni cosa, ma l’alba era ormai vicina., lo sentiva nell’aria fredda che gli entrava nelle narici, in gola, nei polmoni.
Scese e si guardò intorno… dove diavolo… No. Non poteva essere…
Non voleva, non poteva credere di trovarsi proprio lì, di aver ripercorso la strada del loro ultimo viaggio insieme… di non riuscire ad eliminarla dalla sua mente fino al punto di ricercare inconsciamente gli ultimi istanti con lei, le ultime volte in cui l’aveva vista sorridere.. l’ultima volta che le aveva detto di amarla. E ora? Sarebbe dovuto andare fino in fondo, salire sul primo traghetto per Martha’s Vineyard e affogare tra i ricordi? O avrebbe fatto meglio ad andarsene ed evitare di soffrire?
Dall’esterno doveva sembrare davvero patetico: Luke Danes che piangeva per una donna… no, non era decisamente da lui. L’ orgoglio gli aveva sempre impedito di esternare le sue emozioni.. l’aveva sempre fatto soffrire solo nel silenzio del suo cuore, ma questa volta il dolore era troppo forte per poter rimanere chiuso nel petto. Tra lui e Lorelai era tutto finito. Doveva finire. Ma cosa gli stava succedendo? Perché si sentiva così vuoto senza di lei, senza la donna che non aveva aspettato un istante, dopo aver scritto quella che LEI ed esclusivamente lei considerava la parola fine alla loro storia, ad infilarsi nel letto di un altro? Al diavolo, erano le cinque del mattino… troppo tardi per tornare indietro, troppo presto per andare avanti. Si chiuse in macchina e tentò di dormire qualche ora; il momento di pensare e decidere sarebbe arrivato fin troppo presto… ora avrebbe voluto solo smettere di tormentarsi.

Alcune volte ti sembra di sentire i pensieri aumentare sempre più, fino ad aggrovigliarsi dentro alla mente; pensi che no, non lo puoi sopportare, che la testa ti esploderà da un momento all’altro. semplicemente ti chiedi il perché. e tutto ciò che vorresti è solo urlare, a squarciagola, fino a quando ogni fibra del tuo essere non si sia liberato di tutte quelle stupide idee, e non riesci a parlarne, non riesci a sfogarti, non riesci a dormire. È come avere un sacchetto di plastica in faccia… sai che prima o poi soffocherai e che non puoi fare niente per evitarlo, dovresti solo trovare la forza di sfilarlo, riaffacciare la testa nel mondo e andare avanti, ma… è davvero quello che vuoi?
Era esattamente così che Luke si sentiva…. stava per soffocare e non voleva fare niente per evitarlo..
aveva dormito per un po’, ma i suoi sogni erano stati irrequieti e tormentati… nemmeno nel sonno riusciva a liberarsi di lei e dell’immagine delle lacrime che erano scese dai suoi occhi quella sera… figure brevi, inconsistenti, ma dannatamente dolorose.
Guardò l’orologio… erano le sette e il primo traghetto sarebbe salpato da lì a pochi minuti… ormai ci era dentro… andare fino in fondo gli sembrava a questo punto l’unica alternativa possibile… forse affrontando il passato sarebbe riuscito, un giorno, ad accettare il presente.

Aveva già camminato su quella spiaggia, calpestato quella sabbia, respirato quell’ odore di mare. Con lei. In un freddo san valentino. Ancora una volta i ricordi lo assalirono, mentre si sedeva sul bagnasciuga con lo sguardo lontano. L’ultima volta era stato incapace di godersi quel momento, troppo pensieroso e suscettibile per accorgersi del male che le stava facendo … non le aveva nemmeno comperato un regalo. poi però ogni cosa era cambiata, trasformata in momenti da ricordare per sempre… quella sera, in camera, per un attimo tutto era sembrato ritornare come un tempo… le preoccupazioni di Lorelai, il suo dirle di amarla, le aragoste. Perfetto. Tutto era stato perfetto. Lei gli aveva sorriso di nuovo, e a lui era bastato per dimenticare il resto: al mondo esistevano solo loro. Se avesse potuto ritornare indietro nel tempo avrebbe voluto fermarsi esattamente a quel giorno, prolungare quel momento in eterno e non premere mai più il tasto play. Come aveva potuto essere così cieco? Come aveva potuto non capire che Lorelai aveva bisogno di sentirsi completamente parte della sua vita, bisogno di creare una nuova famiglia, bisogno di certezze che solo con lui poteva trovare, che solo lui le poteva dare? Abbassò la testa, guardando la sabbia che gli sporcava le scarpe e i pantaloni… proprio come quel giorno. Perché non poteva ritornare tutto come prima? Perché non potevano semplicemente scappare e sposarsi una volta per tutte? Si bloccò, colpito, quasi sconvolto dai suoi stessi pensieri. Sarebbe davvero stato capace di farlo? In quel momento, all’istante, senza ripensamenti? Si. Si. Si. Ma…Come era stato capace perdonarla in così poco tempo? Come aveva potuto la ferita cicatrizzarsi così in fretta? No. Non si doveva illudere, non ci era certo riuscito; non l’aveva perdonata, non sapeva nemmeno se ne sarebbe mai stato capace, ma qualcosa là dentro faceva troppo male… e il dolore scompariva solo al pensiero di averla accanto a sé. Per sempre. aveva paura, però. Tanta, troppa paura. E se lei fosse già ritornata tra le braccia di Chris? Se si fosse resa conto che era lui quello che la poteva rendere davvero felice? E se anche così non fosse stato, come avrebbe potuto fidarsi nuovamente di lei? Si prese la testa tra le mani; ancora una volta gli sembrava di impazzire. Eppure ora la rivoleva, la rivoleva così tanto…
 
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view post Posted on 14/11/2006, 17:02




ok, nuovo capitolo. devo fare una premessa però: ora, otrebbe sembrare un po' BB in alcuni passaggi... beh OVVIAMENTE non lo è. ho solo voluto dare una volta tanto a chris l'oportunità di mettersi sullo stesso piano di luke, cercando di essere il più obiettiva possibile :dunno: enjoy! :rolleyes:

Erano passate poche ore da quando si era richiusa in silenzio quella porta alle spalle, da quando nel buio era scappata da quella stanza e dalla sua aria piena di sensi di colpa… ora avrebbe dovuto trovare la forza di attraversarla di nuovo, affrontare lui, Chris, di nuovo e chiudere definitivamente quel capitolo della sua vita. ”Dio , Lorelai, sei proprio brava a ferirli” si disse ricacciando in gola l’ennesimo singhiozzo. Si sentiva male, un male che si portava dentro da mesi di silenzi vuoti e attenzioni mancate, a cui ora facevano compagnia il male nuovo e bruciante di aver calpestato i sentimenti di Luke, il male profondo e soffocante di aver visto sfumare a poco a poco i suoi sogni. Il male colpevole di aver usato Christopher.
Si prese per un istante la testa tra le mani, e per un attimo, inconsapevolmente, anche a chilometri di distanza, anche se divisi da barriere di dolore e rabbia, i loro destini furono ancora una volta legati in quell’unico gesto così semplice e profondo.
Lorelai si alzò, uscì dalla macchina e bussò. Non appena Christopher aprì la porta, i ricordi di quella notte le piombarono addosso. Ripensò a lui che l’accoglieva in casa sua, che le offriva da bere, che l’abbracciava nel tentativo disinteressato di consolarla. Ripensò a quel bacio, fuggito all’improvviso dalle sue labbra, alle sue mani che lo stringevano a sé, alle mani di lui su di lei. Si sforzò di ricacciare quelle immagini nell’angolo buio della sua mente dal quale erano sfuggiti per trovare almeno il coraggio di guardarlo negli occhi. Per la seconda volta si presentava alla sua porta in lacrime, per la seconda volta lui, senza chiedere spiegazioni, la faceva entrare nella sua vita.
Chris le sorrise, forse speranzoso in un nuovo inizio, forse solamente nervoso per quella nuova fine della quale cominciava a distinguere chiaramente il rimbombo sordo dei grandi passi con i quali si avvicinava. No, non l’avrebbe lasciata andare via un’altra volta di soppiatto, non l’avrebbe PIU’ lasciata andare via, non senza una sola dannatissima ragione plausibile per la quale loro due non avrebbero dovuto passare il resto delle loro vite come fossero una sola… avevano già una figlia e.. sì, ne sarebbero potuti arrivare altri, sarebbero stati una vera famiglia. Era teso, nervoso all’idea di sprecare quella che ormai sapeva essere la sua ultima occasione con lei, tutto o niente, now or never, l’avrebbe avuta per sempre o persa definitivamente. Non pensò. Non sprecò un solo istante. La attirò a sé e la baciò impulsivamente, quasi con forza, come spinto da una scossa elettrica.
Lorelai sentì di nuovo le loro labbra unite, il suo corpo vicino che le si stringeva addosso… il suo odore così dannatamente diverso da quello di Luke… no, no, “no, fermati!” si ritrovò ad urlare allontanandolo bruscamente da sè. Lo fissò. La guardava, triste e deluso, quasi arrabbiato. “perché Lorelai, perché mi devo fermare? Dammi una sola valida ragione” ”Chris, lo sai bene, io e te non possiamo, non dobbiamo stare insieme!” “Perché, perché??? Sono anni che ti aspetto, anni che ti vedo passare da un uomo all’altro, anni che ti vedo fare a tira e molla con quel tipo del locale, credevo che forse lui ti avrebbe resa felice, più di quanto avrei potuto io almeno, ma anche lui è stato solo capace di feririrti… Lorelai io ti amo, ti amo davvero e …” “smettila, Christopher! Lo sai bene che non è vero… se mi avessi amata… anche solo un po’, non mi avresti lasciata sola al matrimonio di Sookie, non avresti sposato Sherry… non mi avresti … portata a letto, ieri sera…” le ci volle tutta la sua determinazione per riuscire a pronunciare quelle ultime parole, per ammettere ancora una volta di aver commesso lo sbaglio più grande della sua vita. Lui però sembrava non ascoltare, sordo a quelle parole che si rifiutava di sentire. “io.. io ho fatto degli errori, ti ho abbandonata troppe volte, lo so, ma ora sarà diverso, te lo prometto… pensaci Lorelai, io te e Rory, insieme, come una vera famiglia, come avrebbe sempre dovuto essere… sono pronto, sono pronto a sposarti…” Lorelai lo fissò per un istante, ammutolita. “Ecco che ci risiamo, Chris, non lo capirai mai, vero? Una proposta di matrimonio non deve servire unicamente a mettere fine ad una discussione… sposarsi vuol dire condividere le proprie vite per sempre. lo so, quello del sempre non è un concetto che ti è molto chiaro… il “fino a domani” o il “tra un mese”, forse, ma il sempre proprio no. Non puoi, non ne saresti capace, quindi, te lo chiedo per favore, basta. Smettila di illuderti e di illudermi, tra noi non potrà esserci mai più niente, non è di te che ho realmente bisogno…” Christopher finalmente capì, capì che questa volta era davvero finita, capì che, se mai l’aveva avuta, ora l’aveva persa per sempre. “E’ per lui, vero?” “No, Chris, non è per lui. Non potrà mai più essere per lui. L’ho tradito, l’ho tradito con te e…l’ho perso.” Per l’ennesima volta le lacrime le segnavano il volto, ma ormai non le importava più. Christopher fu preso da un’improvvisa voglia di abbracciarla di nuovo, di farla in qualche modo sentire meglio, ma non poteva. Non ne sarebbe stato capace. Ora lo odiava, odiava quell’uomo che indifferentemente da quanto lui si sforzasse aveva e avrebbe comunque sempre avuto il suo cuore, odiava il fatto di non poterla più avere per sé, odiava semplicemente il fatto che lei ora non ci sarebbe più stata. Si limitò ad abbassare lo sguardo e a distogliere gli occhi dai suoi. “D’accordo… ti lascerò andare se è quello che vuoi. Io… io voglio solo vederti felice… spero che un giorno tu lo possa essere davvero… che tu possa trovare quello che stai cercando, te lo meriti…” Lorelai cominciava a sentirsi a disagio ora. I suoi occhi erano ancora una volta gonfi di pianto, ma questa volta era certa di aver preso la decisione migliore. Per entrambi. Gli si avvicinò e gli sfiorò la guancia con un bacio. “Lorelai, ti amerò per sempre…” basta, doveva uscire da quell’appartamento prima di venire sopraffatta dalla nostalgia del passato. “Chris… la sedicenne che c’è in me continuerà a volerti bene per sempre, ad amarti, forse, ma dobbiamo andare avanti, una volta per tutte… IO devo andare avanti, via di qui.” lo guardò un’ultima volta prima di lasciarlo solo nella stanza e di incamminarsi verso la porta. Se ne andò senza voltarsi indietro, “perché voltarsi è già un po’ tornare, è già nostalgia…”
 
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view post Posted on 7/12/2006, 16:17




Lo sguardo baso, le mani nervose che giocherellavano con qualcosa che non avrebbe più dovuto essere lì e che tra poco non ci sarebbe più stato, un qualcosa che faceva male, troppo male, che bruciava dentro e fuori la sua testa e il suo cuore. La confusione era sorda, opprimente e soffocante; aveva bisogno di muoversi, gridare… non poteva stare ferma, ritornare a casa. Non in QUELLA casa, non là, dove i ricordi di loro due insieme si sovrapponevano sui muri, sbiadite diapositive del vuoto che si era ormai fatto spazio dentro di lei. E così ancora una volta era in auto, ancora una volta davanti al suo locale. Sembrava non poter fare a meno di andare avanti e indietro, incapace di staccarsi da lui, anche se sapeva che non l’avrebbe trovato là ad aspettarla con una tazza di caffè, anche se sapeva che avrebbe ritrovato quel cappellino abbandonato sul pavimento nel locale buio e vuoto… anche se sapeva che quella sarebbe stata davvero l’ultima volta per lei e per loro.
Quell’anello… non se l’era mai tolto, mai, nemmeno durante la notte con Chris, nemmeno nel momento in cui avrebbe voluto essere il più distante possibile da lui e dalla loro storia… erano sempre rimasti legati da quel filo invisibile che ora però avrebbe dovuto spezzarsi… ormai era diventato parte di lei, ma era giunto il momento di separarsene. Chiuse gli occhi e per un attimo ripensò di nuovo all’istante in cui l’aveva ricevuto… al momento in cui, dopo essersi asciugata le lacrime dal volto, era uscita sul portico e aveva trovato Luke, il suo Luke che in una serata di luna piena le aveva chiesto di sposarlo. Certo, era stata lei la prima a fare la proposta, ma tutto era diventato reale dall’istante in cui lui le aveva preso la mano e le aveva fatto scivolare al dito quell’anello… in quel momento aveva sentito che da lì in poi sarebbe stata sua, sempre e solo sua. Non sarebbe mai stata capace di dimenticare quell’attimo, di scordare i brividi che le erano scesi lungo la schiena e le lacrime che le avevano offuscato lo sguardo… nonostante sentisse il dolore arrampicarsi su per la gola ogni volta che lo ricordava, non sarebbe mai stata capace di scordare l’istante più bello della sua vita. Ora però avrebbe dovuto sforzarsi di andare avanti senza di lui.. e l’avrebbe fatto, certo; era sempre stata una donna forte e coraggiosa, aveva cresciuto Rory tutta da sola… aveva superato prove ben più dure, ce l’avrebbe fatta anche questa volta… ma nulla sarebbe più stato lo stesso, non senza Luke al suo fianco.
Finalmente, in un respiro profondo si sfilò l’ultimo ricordo che ancora la legava a lui. Era come anestetizzata, incapace di reagire in qualsiasi modo a ciò che provava nel profondo, così fece l’unica cosa che in quel momento sentiva di dover fare. Prese la borsa, cercò per qualche istante e vi trovò un foglio e una penna. No, non gli avrebbe scritto una patetica lettera strappalacrime, sarebbe stato stupido ed umiliante; voleva solo lasciargli un qualcosa, un ultimo ricordo di lei.. voleva solo parlargli per l’ultima volta. Scrisse attentamente qualche riga e poi, dopo aver trovato una busta, forse una di quelle che utilizzava per gli stipendi, ve lo infilò. Dopo pochi secondi ed un ultimo sguardo vuoto, l’anello lo seguì.
Uscì dall’auto e si avvicinò alla porta del locale, facendoci scivolare sotto la busta. Ora era davvero tutto finito. Ora era davvero pronta a ritornare a casa e a provare, ancora una volta, a ricominciare da capo, anche se non sapeva come avrebbe potuto riuscirci.

Quando Luke ritornò a casa, quella sera, la città era già muta e deserta. Il gazebo non era illuminato e il menestrello aveva da ore smesso di cantare. Stars Hollow non aveva mai avuto una vita notturna, e non ne aveva nemmeno una serale… quando quel pazzo di Tylor non si inventava qualcuno dei suoi festival strampalati, la città era circondata da un’ atmosfera strana, malinconica nel suo silenzio surreale. Era buffo come per la prima volta si stesse ritrovando a sentire quasi la mancanza di una qualsiasi festa bizzarra, delle luci colorate e della musica… forse prendere in giro un po’ di gente vestita in modo eccentrico l’avrebbe aiutato a non pensare, forse l’avrebbe fatto sentire meno solo.
Scese dal furgone ed entrò nel locale. Tutto era esattamente come lo aveva lasciato… la luce spenta, le sedie sui tavoli e… il cappellino, il suo cappellino blu abbandonato in un angolo vicino al bancone, quel bancone contro il quale lei l’aveva spinto per baciarlo per l’ultima volta. Fece un respiro profondo. Quel locale era ancora pieno di loro, di ricordi e sensazioni… ogni angolo lì dentro aveva una storia da raccontare, un qualcosa che gli parlava di lei. Si guardò intorno e fu allora che la vide. Proprio lì, vicino ai suoi piedi, c’era una busta, una piccola busta bianca. Chiedendosi chi diavolo avesse potuto metterla lì, la prese e l’aprì. Non appena riconobbe quella calligrafia così famigliare, sentì un macigno farsi largo nel petto. “Ieri sera ho detto a qualcuno di non aver mai amato veramente nessuno prima di te, ed è vero, te lo giuro,Luke. Non è necessario che anche tu mi ami… sarà così comunque, per sempre.” Capovolse la busta e sentì scivolare sulla mano un anello. Quell’anello. Oramai un’amara consapevolezza si era fatta largo dentro di lui: ora era davvero finita, davvero tutto finito. Quelle poche parole gli avevano fatto male, più male di quanto si sarebbe mai aspettato. Come poteva fargli questo? Come poteva dirgli che l’avrebbe amato per sempre? Come poteva dopo tutto quello che gli aveva fatto? Sentiva la rabbia salirgli dallo stomaco. Avrebbe voluto prendere quel foglio e farlo in mille pezzi, allontanarsi da qualsiasi cosa che avesse il suo odore, ma non poteva. Sapeva che non avrebbe mai potuto e quell’anello che stringeva nel palmo non faceva altro che ricordarglielo, ricordargli il suo sorriso disarmante e le lacrime che invece inumidivano i suoi occhi blu nel momento in cui gli aveva chiesto di sposarla. Per un istante gli sembrò di essere ritornato indietro nel tempo, e risentì bussare nel cuore solo l’amore che provava per lei e che gli aveva fatto dire immediatamente di sì quella sera di un anno prima. Bastò questo, bastò per far scomparire l’irritazione, bastò per fargli fare ancora un po’ di posto nel suo cuore. Così prese la busta, la riempì di nuovo e aprì il portafoglio, facendogli spazio proprio lì, proprio vicino all’oroscopo di dieci anni prima.
Basta, ora non avrebbe più pianto, non si sarebbe più torturato al pensiero di averla persa. Avrebbe provato ad andare avanti, con o senza di lei. Non l’aveva perdonata e non la sarebbe certo andata a cercare, non più. Solo non sapeva, nel caso in cui lei avesse mai provato a rimettere insieme i pezzi della loro storia, per quanto tempo avrebbe potuto resistere a quello sguardo dolce e ferito. Ora era venuto il momento di ricominciare, però, e così sia avvicinò al cappellino e lo raccolse. Lo fissò per qualche istante con un misto di malinconia e dolcezza, quindi lo appoggiò sulla cassa e andò di sopra. Proprio come lei, quel cappellino non era più nella sua testa, ma sarebbe rimasto continuamente nel suo cuore.
 
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view post Posted on 7/1/2007, 23:00




mi faccio paura :ph34r: aggiorno esattamente una volta al mese :ph34r: beh comunque, ecco qua...

Mesi, settimane, giorni, ore, minuti e secondi… tutti scivolati via, persi nella monotonia del tempo passato senza di lui. Se l’era lasciato scivolare addosso senza guardarlo in faccia, lasciando confondere i giorni nella ripetitività dello sfondo, maniacalmente consapevole però di ogni singolo istante vuoto che la uccideva con la lentezza di un eterno stillicidio.
In qualche modo tuttavia era riuscita ad anestetizzare il dolore, a ritagliarsi un minuscolo angolino di cuore dove poter vivere nella costante illusione di stare bene, di aver finalmente dimenticato quella che era stata la parte più importante della sua vita negli ultimi dieci anni. E così era andata avanti per inerzia, inconsapevolmente incapace di scrivere la parola fine su quelle pagine che ormai il tempo stava già ingiallendo… Non erano passati che pochi mesi da QUELLA notte, eppure ritornando indietro con la memoria, ripensando a quegli ultimi attimi, le sembrava di guardare tutto da una distanza infinita, di aver messo ostacoli insormontabili tra lei ed il suo passato, tra sé stessa e la propria felicità…

Pensava queste cose mentre camminava per Stars Hollow quella mattina, diretta verso Doosie’s, pensava queste cose mentre passava accanto al gazebo e salutava con un sorriso Patty e Babette, pensava queste cose mentre…
No, in quell’istante smise di pensare. Lui. Là, nel locale, dietro il solito bancone…
Si sentì incredibilmente stupida. Sapeva che l’avrebbe trovato lì, avrebbe dovuto aspettarselo, eppure… eppure aveva sperato di non rivederlo, non oggi, non così presto. In un istante infinitamente breve sentì riaprirsi la ferita che aveva nel petto; sentì i punti strapparsi e il sangue cominciare a scorrere, caldo ed inarrestabile proprio come le lacrime che sapeva salirle agli occhi e che era ben decisa a non lasciar cadere. In quel preciso momento seppe di non aver dimenticato nulla di lui; non le sue mani forti, non quella bocca che tante volte l’aveva sfiorata, non i suoi occhi straordinariamente profondi… già, quegli occhi… li stessi che in un istante si alzarono e incontrarono i suoi. Si ritrovò, senza sapere come, vicino alla vetrata, in piedi. Immobile, lo sguardo fisso su di lui, incapace di reagire, incapace di muoversi, incapace di formulare un solo pensiero coerente. Rimasero così, l’uno perso nello sguardo dell’altra, senza sapere più nulla. Nei suoi occhi lesse lo stupore, la delusione e l’amarezza…no, non c’era traccia di rabbia in quegli occhi scuri, non c’era spazio per il risentimento dentro di lui, c’era solo… sofferenza. Avrebbe voluto correre via, lontano da quello sguardo che la riportava duramente alla realtà, che le ricordava quanto male era stata capace di fare all’uomo che diceva di amare più di sé stessa, che le faceva desiderare solo di stringerlo ancora una volta. Non scappò però, non questa volta. Continuò a guardarlo imbarazzata, perdendosi tra i ricordi, quando, la sua mano, da sola, si mosse e gli fece un cenno. Lo vide, stupito e impacciato rispondere al saluto… e quello fu abbastanza. Sapeva che non avrebbe potuto resistere ancora a lungo, sapeva che quell’incontro faceva ancora male, troppo male per entrambi, ma improvvisamente seppe un’altra cosa… forse, per loro due non era troppo tardi. Gli rivolse un timido sorriso imbarazzato e se ne andò…. Il cappellino blu era appoggiato sulla cassa…

Se l’era trovata davanti. All’improvviso. Aveva alzato la testa, i loro sguardi si erano scontrati… ed era rimasto senza parole. Rivederla, nonostante i mesi passati, faceva ancora male. Un male diverso, però, quasi… ovattato; un dolore nascosto dietro la gioia di rivedere quegli occhi blu, di guardarla avvicinarsi, di leggere l’imbarazzo sul suo volto triste, di vederla rimanere immobile senza sapere cosa fare, di vederla… semplicemente di vederla. Era stato un attimo o forse un’eternità? Erano rimasti fermi a fissarsi, occhi dentro agli occhi, un gesto, un saluto, un sorriso accennato e poi… più nulla. Incontrare di nuovo quello sguardo l’aveva scosso, più di quanto avrebbe mai immaginato. Per cinque mesi si era rinchiuso nel suo mondo, cercando di capire come fosse possibile, come potesse continuare ad amarla dopo tutto quello che gli aveva fatto, cinque mesi passati maledicendosi per quello che ancora provava, cinque mesi passati con l’inconsapevole certezza che dentro di lui ci sarebbe sempre stato posto per lei. Ora che l’aveva rivista però, qualcosa nel suo cuore era cambiato... conosceva troppo bene quello sguardo per potersi sbagliare, per poter ignorare le lacrime che sapeva nascondersi dietro a quella finta serenità. Non poteva sopportare l’idea di vederla ferita e vulnerabile, non sopportava l’idea di essere lui la causa di tutto questo. Nonostante tutto, nonostante il silenzio, l’ultimatum, il tradimento, nonostante il tempo trascorso lontano da lei, avrebbe solo voluto rincorrerla ed abbracciarla, solo farle capire che non importava nient’altro al di fuori di loro due. Per lei ci sarebbe sempre stato. Questo Lorelai non se lo meritava, e lui lo sapeva benissimo. Sapeva di aver creduto di volerla vedere in lacrime chiedere il suo perdono, di aver voluto che provasse sulla propria pelle almeno una piccola parte del dolore che lui sentiva dentro, di aver voluto che pagasse tutto il prezzo dei suoi errori, ma sapeva anche che nel profondo del suo cuore tutto ciò che avrebbe voluto era solamente che lei fosse felice, davvero felice. E… se questo avesse significato vederla con Christopher, beh, sarebbe stato disposto ad accettarlo. Sarebbe sempre stato disposto a tutto per lei e di questo… un po’ se ne vergognava. Si vergognava di amarla fino a quel punto, fino ad annullare quasi sé stesso pur di vederla sorridere, fino al punto di volerle dare ancora una volta tutto ciò che poteva. Quelle occhiate mute avevano detto più di quanto avrebbero mai potuto fare mille parole urlate al vento… In qualche modo complicato sapeva che lei ci sarebbe stata ancora, se solo lui avesse fatto una mossa, se solo fosse riuscito a fidarsi ancora di lei. Infilò la mano in tasca e il contatto con il metallo freddo lo scosse.
Il cappellino blu guardava la scena dal bancone, muto spettatore dei suoi pensieri, quando lui all’improvviso gli si fece vicino, prendendolo tra le mani e lo indossò. Di nuovo. D nuovo un solo sguardo era stato capace di riaprire il suo cuore, di nuovo, stringendo l’anelo tra le dita, sperò di non rimanere scottato. Non avrebbe più potuto sopportarlo.
 
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view post Posted on 27/2/2007, 16:10




rieccomi qua..scusate il ritardo ma questo capitolo ha richiesto il suo tempo, oltre che provocato numerosi danni emotivi :cry:
:dunno: come al solito hope you like it ^_^

“Una bellissima ragazza da un villaggio; un bellissimo ragazzo da un altro. Si incontrarono e si innamorarono. Separati dalla distanza e dai genitori che non approvavano la loro unione, la giovane coppia sognava il giorno in cui sarebbero stati insieme. Si scrissero bellissime lettere d'amore e di passione, piene di promesse e piani per il futuro.
Presto però la separazione divenne troppo dura da sopportare; così, una notte fredda e buia con nessuna luce a guidarli, entrambi uscirono di nascosto dalle loro case e iniziarono a correre più veloce che poterono. Ma era così buio che si persero e sembrava che non potessero più ritrovarsi. Stremata, la ragazza in lacrime cadde in ginocchio dicendo: 'Oh, amore mio. Dove sei? Come posso trovarti?' Improvvisamente, una scia di stelle apparve nel cielo; quelle stelle erano così luminose e splendenti che illuminarono tutta la campagna. La ragazza si alzò e si mise a seguirne il sentiero, finché si trovò nel punto esatto dove oggi c'è il gazebo, e lì, ad aspettarla c'era il suo unico vero amore, anche lui guidato dalla scia di stelle".


La voce di Miss Patty scandiva ancora una vota, lente e leggere, le parole della leggenda di Stars Hollow, ignara che quella sera la favola si sarebbe di nuovo avverata, inconsapevole del fatto che il distacco a volte può essere davvero troppo duro, può fare male fisicamente e bruciare fin dentro nell’anima, fino a quando nessuno dei due è più in grado di sopportarlo, fino al punto in cui qualcuno, pur di sfuggirgli, pur di riavere indietro almeno un pezzo della propria felicità, è disposto a tutto, anche a perdonare, in cambio di un semplice sorriso… perché a volte quello che ferisce di più è solamente sapere che quel qualcuno, la persona che ami più di te stesso, quella che ancora non sei riuscito a cancellare, quella che non ti perdonerai mai di aver lasciato andar via quella sera, sta male. Per colpa tua. Per colpa vostra. Fa male pensare che sembri non esserci via d’uscita… che siate destinati a soffrire per la distanza, a sentire ogni giorno un po’ più forte la mancanza l’uno dell’altra… a guardarvi in silenzio da lontano, con la paura troppo forte di sfiorarvi di nuovo, di scoprirvi di nuovo, di… sentirvi di nuovo. E così la aspetti, sotto il gazebo illuminato. Le hai fatto posto, ancora una volta, nonostante quella paura, nonostante la rabbia e il dolore, nonostante tutta la forza che sai ti servirà per riuscire a guardarla nuovamente negli occhi, per evitare di sembrare solo un povero stupido innamorato.
Seduto su quella panchina mille ricordi ti offuscano lo sguardo… ogni angolo di Stars Hollow è pieno di voi, del vostro odore e del vostro sapore, ma quel gazebo… lui vi ha visto brindare con della zima e scambiarvi il vostro primo bacio come coppia di fidanzati, vi ha guardati pranzare insieme e sorridervi imbarazzati dividendo un cestino da pic-nic.. vi ha osservati per anni, da lontano, avvicinarvi sempre più, giorno dopo giorno, mese dopo mese… rincorrervi ed aspettarvi… per dieci anni.
Cominci a pensare non passerà mai di lì, non stasera almeno. Ti senti stupido, ingenuo, fuori luogo. Poi ti volti. La vedi. E sorridi. E il tuo cuore accelera i battiti. E la tua mente si svuota. E la tua voce se ne va. E tutto ciò che riesci a fare è continuare a sorridere. E’ un sorriso velato di tristezza e di preoccupazione, di malinconia e di speranza. Lei non è più tua, ma senti di averne bisogno, bisogno di sfiorarle le labbra con una bacio, di sentirla vicina, pelle contro pelle, di respirare il suo odore e di stringerla, ancora una volta, per sempre.

Avvolta nel cappotto scuro camminava velocemente per la strada, persa nella confusione dei suoi pensieri… da quando aveva rincontrato i suoi occhi tristi non era più riuscita a chiuderlo fuori dalla propria mente. Non importava quanto tremendamente si impegnasse, quando cercasse di non pensare a lui…a loro… al capellino. Aveva creduto la volesse dimenticare, buttare via, abbandonarla sul pavimento come quel berretto blu che gli aveva regalato sei anni prima.. e invece quello era là, appoggiato sulla cassa, come a dirle che ancora Luke non era riuscito a scordarla, a rimuovere dalla sua vita ogni più piccola cosa gli parlasse di lei, come a dirle che…ci sarebbe stato ancora posto per lei nel suo cuore? Non lo sapeva. Sentiva di non sapere più nulla, se non di volersi perdere ancora una volta nel suo abbraccio.
Non appena riuscì a focalizzare dove le sue gambe la stavano portando cominciò a scorgere in lontananza sempre più nitidi i contorni di una figura scura, seduta sotto il gazebo. Ora ne distingueva chiaramente la camicia e… il cappellino. Il suo cuore si fermò per un istante. Luke alzò gli occhi e sorrise incrociando i suoi. Non poteva scappare, non poteva voltargli le spalle e fuggire ancora una volta da lui e dall’agghiacciante paura di essersi sbagliata, di essersi solamente illusa che quella possibilità su un milione si fosse riaccesa…Era terrorizzata da quello che avrebbe potuto succedere standogli di nuovo così vicino, troppo vicino. Non poteva più aspettare o temporeggiare, aveva bisogno di parlargli ancora una volta, non poteva più sopportare di rimanere sospesa tra i suoi sogni e la realtà. Così si fermò e lo salutò timidamente, avvicinandosi al gazebo illuminato. “Cosa fai qui tutto solo, Mr hamburger?” Aveva pensato di nascondersi dietro quella solita, naturale, ironia, dietro quella facciata di sarcasmo che sperava le avrebbe impedito di esporsi, di mostrarsi sensibile e vulnerabile ai suoi occhi come mai forse lo era stata, non a causa sua almeno. Quando lui però, impacciato e dolce come sempre, alzandosi in piedi le rivolse uno sguardo imbarazzato e penetrante, timido ma deciso, sentì venire meno ad una ad una tutte le sue difese, sentì cadere tutte le barriere che le avevano dato la forza di salire quelle scale ed avvicinarsi a lui, la forza di accennargli un sorriso, di guardarlo negli occhi senza permettere alle lacrime di rigarle le guance. “Io..bhe..sai è bella la città vista da qui” rispose lui distogliendo lo sguardo, con un tono che doveva sembrare davvero poco credibile. Lorelai, avvicinandosi alla balaustra sorrise di nuovo, questa volta un po’ più rilassata… Le tornarono alla mente miliardi di ricordi e di momenti condivisi. “Sì, è vero, è bellissima..” Poi per un attimo solo il silenzio riempì la distanza tra loro, finchè Luke, infilando la mano in tasca e sentendo il metallo freddo dell’anello contro le sue dita, ritrovò un po’ di quella sicurezza che aveva sentito scivolargli dalle mani non appena lei si era avvicinata. “Lorelai… le cose che mi hai detto quella sera, cinque mesi fa… ci ho pensato molto…non ho fatto altro che pensarci a dire la verità…” Lei si voltò all’improvviso, fissandolo intensamente. Aveva riflettuto mille volte sulle parole che avrebbero dovuto essere dette in quel momento, sulle scuse, le spiegazioni e sul suo amore ancora così totalizzante, ma in quel momento nella sua mente prendevano forma solo frasi sconnesse, pensieri recisi ed idee concitate… come farfalle nascevano e morivano poco dopo, senza però perdere mai la loro bellezza effimera ed inutile. Tutto quello che riuscì a fare prima che lui, con tono nervoso e veloce, riprendesse, fu chinare il capo e mormorare un “Mi dispiace” con la voce rotta dall’emozione. Luke sospirò profondamente. “..No, Lorelai…Abbiamo…Abbiamo sbagliato entrambi. Io ti ho ferita.. Ti ho ferita per tutti quei mesi in cui sono stato lontano, ti ho ferita quella sera in cui ti ho detto di no, e tu… beh, Dio solo sa quanto male mi hai fatto quando hai detto quelle parole che avevo pregato di non dover mai sentire… Appena te ne sei andata ho creduto che non sarei mai più riuscito nemmeno a sopportare il tuo odore… Mi sono tolto il TUO cappellino e me ne sono andato… Ho guidato, senza sapere dove andare né perché e mi sono ritrovato a Martha’s Vineyard. Il posto dove avevo detto di amarti per l’ultima volta, dove abbiamo passato gli ultimi momenti davvero felici insieme. Mi sono seduto sulla spiaggia dove avevamo passeggiato quella mattina e ho pensato a te. A noi. E ho capito che non avrei mai potuto smettere di amarti.” Gesticolava evidentemente con le mani nervose, ma i suoi occhi dolci non potevano separarsi da quelli di lei, che, immobile, non riusciva a fare altro che fissarlo, ogni istante più intensamente, desiderando solo che lui rompesse quella barriera, facesse un passo e l’abbracciasse di nuovo. Avrebbe voluto piangere sulla sua spalla e scusarsi tra le lacrime, stringerlo forte e non farlo più allontanare. Luke però all’improvviso, dopo aver preso qualcosa dalla tasca, si inginocchiò davanti a lei.

One my knees, I'll ask
Last chance for one last dance
'Cause with you, I'd withstand
All of hell to hold your hand
I'd give it all
I'd give for us
Give anything but I won't give up



Intense e meravigliose, le parole la travolsero: “Lorelai io ti amo, ancora più di prima, ancora più di quanto avrei mai creduto possibile… Vuoi ancora diventare mia moglie?” Lei sentì le lacrime rigarle il viso e, ancora una volta, non riuscì a parlare. Lo prese semplicemente per le mani e, dopo averlo fatto alzare, appoggiò di nuovo, finalmente, le sue labbra contro quelle di lui, mentre Luke, tremando, le faceva scivolare l’anello al dito. Si sfiorarono prima dolcemente, piano e con lentezza, ritrovando quel calore del quale per così tanto tempo avevano sentito la mancanza; mani nelle mani, labbra sulle labbra. Poi Luke, la prese per la vita e la attirò ancor più vicina a sé, stringendola forte, mentre Lorelai cominciava ad accarezzargli istintivamente il volto. L’intensità del bacio prese ad aumentare sempre più ed in pochi istanti si ritrovarono persi l’uno nel sapore dell’altra. Assaporarlo di nuovo era una sensazione meravigliosa…persa in quel vortice si sentiva come se lui avesse preso una stella e gliel’avesse posata sullo stomaco… Aveva le vertigini e non sapeva per quanto ancora le sue gambe avrebbero resistito.. Improvvisamente allora allontanò le labbra dalle sue, e, guardandolo in quegli occhi tremendamente dolci, sussurrò sorridendo: “Ti amo anch’io” Lui le ricambiò il sorriso e la baciò di nuovo, facendola davvero perdere nel suo abbraccio.

Quella sera il ragazzo e la ragazza della leggenda, seguendo la scia di stelle del loro amore, sotto a quel gazebo si erano ritrovati, si erano sentiti e respirati di nuovo, si erano stretti l’uno e all’altra e, persi in quel bacio senza fine, non si sarebbero mai più allontanati.
 
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=junkie=
view post Posted on 3/6/2007, 01:04




3 giugno. Dopo uhm vediamo.. quanto tempo? ecco sì, 3 mesi di latitanza, finalmente sono riuscita a scrivere questo capitolo.. che dire.. il matrimonio doveva essere in June 3rd e così.. ecco qua..
come al solito, hope you like it ;)

dedicato a tutti i jj col cuore più o meno a pezzi e in particolare ad Aly che stasera mi ha fatto compagnia.. (direi che questo è l'apice dei nostri viaggi mentali e anche per questo è un po' anche tuo :fiori: )


Controvoglia separò le labbra da quelle di lei. Avrebbe voluto continuare a stringerla dolcemente per quell’istante infinito, non perdere più nemmeno un attimo senza di lei addosso, ma, non appena finalmente realizzò, sorridendole la lasciò andare.. Ora era sua. Davvero sua… e lo sarebbe stata per sempre… Sua moglie, Lorelai Gilmore Danes. La guardò negli occhi blu e vi lesse la stessa impaziente eccitazione, la stessa limpida felicità.. lo stesso amore incondizionato che sentiva rispondere ai battiti del suo cuore. Lorelai sorrideva radiosa stringendo forte la mano nella sua, cercando di impedire che quel vortice travolgente di emozioni che sentiva premerle sullo sterno esplodesse in quelle brucianti lacrime di gioia che ormai riusciva a fatica a trattenere.

L'aveva aspettata sotto al gazebo, elegantissimo nel suo abito scuro, bellissimo negli occhi azzurri che sentiva farsi sempre più lucidi nell'attesa, nella paura di non vederla mai comparire in fondo alla piazza, di non poterla mai avere davanti mentre, raggiante nel suo perfect dress, pronunciava quel sì che per così tanto tempo aveva aspettato.. paura... paura che avesse cambiato idea, che avesse deciso di aver sofferto troppo per poterlo sopportare di nuovo, semplicemente paura che, dopo averla sfiorata, fosse svanita per sempre. Mano a mano che i secondi interminabili scorrevano sentiva la voragine aprirsi sempre più profonda in fondo allo stomaco... Lei era in ritardo e lui si sentiva impazzire per l'agitazione. All''improvviso, però, dopo l'ennesima occhiata nervosa all'orologio, alzò lo sguardo e la vide. Meravigliosa. Perfetta. Il suo cuore mancò un battito, il respirò gli morì in gola. Era bellissima, davvero bellissima.

Lorelai camminava lentamente lungo la piazza, il sorriso luminoso, gli occhi lucidi e il cuore che sembrava bruciarle per la felcità. Suo padre. Accanto a lei, finalmente fiero ed orgoglioso. Doveva essere un sogno. Richard la stringeva dolcemente a sè e.. No, non si era sbagliata, c'era una lacrima a bagnare il suo sguardo quando i loro occhi si erano incrociati, prima che lui le sfiorasse il braccio e le dicesse: “Andiamo” con la consueta compostezza per un istante incrinata da una nota di emozione.
Camminava lentamente e con lo sguardo cercava lui, ne osservava ogni minimo dettaglio, memorizzava ogni più insignificante particolare, imprimeva indelebili nella memoria quegli interminabili istanti che ancora, per un'ultima volta, la separavano da lui. Poi gli fu vicina e tutto accadde in un istante, nel fremito dei loro respiri. “Vuoi tu Lucas Danes prendere Lorelai Victoria Gilmore come tua legittima sposa? Prometti di esserle fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia e di amarla e onorarla per tutti i giorni della tua vita?” Era buffo, davvero buffo. Tante volte nei film Lorelai aveva sentito ripetere quelle parole, tante volte aveva visto personaggi giurarsi amore eterno, ma improvvisamente si rese conto di come non fosse mai davvero riuscita a capire. Capire quanto potesse essere forte e speciale e destabilizzante, quanto potesse essere grande e intensa e terribilmente... pura la felicità di condividere quel momento indimenticabile con la persona che il suo cuore sentiva non avrebbe mai potuto amare abbastanza.
Il suo “Lo voglio”, deciso ma allo stesso tempo teso e nervoso, le fece correre un brivido lungo la schiena.. Era quello giusto, ora più che mai ne avvertiva fisicamente la certezza. Quando venne il suo turno lo fissò a lungo negli occhi azzurri e, mentre il reverendo Skinner recitava la formula, persa dentro di lui, la sua mente si svuotò completamente lasciando spazio solo alla nitida consapevolezza che venire amata da lui significasse davvero essere la donna più fortunata del mondo. “Lo voglio. Lo voglio” Avrebbe potuto ripeterlo all'infinito. Voleva lui e solo lui. Per sempre. Quasi tremò quando Luke le prese dolcemente la mano fra le sue e le fece scivolare la fede al dito: “Lorelai, ricevi quest'anello, simbolo del mio amore e della mia fedeltà”. La guardava e le sorrideva come rapito dal suo sorriso, come se al mondo esistessero solo loro due. Una scossa scese anche lungo la sua spina dorsale, mentre lei ripeteva le sue stesse parole, mentre gli sfiorava la mano e gli infilava all'anulare l'anello. Esitò per un momento quando il reverendo gli disse che poteva baciarla.. Non poteva essere vero, non poteva essere realmente sua. Lorelai lo guardava.. non riusciva a smettere di farlo, non riusciva a muovere un muscolo, non riusciva a pensare. Luke fece un passo e lei ridendo si ritrasse appena: “Che vuoi fare?” gli sussurrò piano. Luke sorrise ricordando il loro primo bacio, mettendo da parte per un istante quell'espressione imbronciata che le avrebbe rivolto in una qualsiasi altra occasione... Era il giorno più bello della sua vita e quella sua ennesima stranezza non fece altro che ricordargli perchè la amasse così tanto.
“Stai ferma un secondo?” E le fu addosso, sfiorandole le labbra con le sue e stringendole teneramente la schiena con un braccio. Lei gli appoggiò le mani sulle spalle e si spinse ancora più vicina a lui. Entrambi avrebbero voluto molto di più da quel bacio, ma il pensiero che tutta Stars Hollow li stava guardando impedì loro di andare oltre. Così dolcemente si separarono, continuando però a tenersi per mano. Mentre con gli occhi ormai completamente lucidi si guardavano e si giravano verso la città, l'applauso della folla li travolse. Ora sarebbe stato per sempre.

Era ormai buio. La piazza era illuminata da mille luci colorate e la musica accompagnava le facce a quel punto stanche e stravolte degli invitati.. Nessuno si era mai divertito tanto ad un matrimonio. Lorelai aveva dato il meglio di sé con le sue storielle sconce su Luke e con le sue continue proposte di farlo spogliare in pubblico... Aveva persino deciso di riempirlo con la crema della torta per costringerlo a togliersi la camicia.. Sfortunatamente il suo piano non aveva avuto successo e per penitenza si era ritrovata anche lei tutta imbrattata, questa volta di panna montata.
Ora era seduta, sola, vicino ala pista da ballo. Luke era scomparso da qualche minuto e lei cominciava a chiedersi dove fosse finto, quando finalmente lo vide comparire da un punto imprecisato nell'oscurità. Si fermò accanto a lei e la guardò. In sottofondo partì lentamente una canzone famigliare.. molto famigliare a tutti e due. Lorelai gli rivolse un sorriso furbo: “Visto che non balli mi vai a prendere qualcosa da bere?” Luke, quasi sbuffando per trattenere una risatina compiaciuta, le tese la mano “Non mi ricordo le parole esatte, per cui, ti va di ballare?” “Potrei essere molto offesa per questa sua mancanza, signor Danes, e più tardi, darle ciò che merita... o forse non darle...” Lorelai sogghignava maliziosa, mentre lui la prendeva per il polso e la portava nel centro della pista. Quindi la avvicinò a sé e le sussurrò piano in un orecchio: “E' così sicura di riuscire nel suo intento... signora Danes?” Nel sentire quelle parole, Lorelai smise di giocherellare con la sua cravatta e alzò lo sguardo, a incontrare i suoi occhi; avrebbe voluto baciarlo, ma invece lo prese per le mani e gli disse sorridendo: “Balliamo?” Lui annuì, le rivolse ancora una volta un sorriso e le passò le mani intorno alla vita, stringendola forte. Lorelai si aggrappò al suo collo, perdendosi nel suo profumo.. in quel profumo che finalmente era tornato ad entrarle nell'anima. “La canzone è un'idea tua, vero?” gli disse piano. Lui si limitò a darle un tenero bacio sul collo e a stringerla ancora un po' più forte. “Non posso credere che tu te ne sia ricordato... ma dopotutto avrei dovuto aspettarmelo... hai conservato un oroscopo per otto anni...” “Dieci.” Lorelai lo lasciò andare e lo fissò incuriosita. “Non vorrai dire che..” Lui semplicemente prese il portafoglio ed estrasse il solito vecchio pezzetto di carta. Sarebbe bastato questo per far riempire di lacrime gli occhi di Lorelai, ma Luke, ancora una volta, la sorprese. Improvvisamente dalla tasca della giacca tirò fuori il cappellino blu. “Io tengo sempre tutto” le disse con lo sguardo basso, quasi imbarazzato dai suoi stessi sentimenti. Lei, ormai visibilmente commossa, lo prese dalle sue mani e glielo mise in testa. “Ora va molto meglio”. A questo punto fu inevitabile. Contemporaneamente si mossero l'una verso l'altro e le loro labbra si incontrarono e scontrarono di nuovo, con dolcezza e passione allo stesso tempo, mentre le mani si inseguivano e accarezzavano con delicatezza le schiene e i volti. La musica li avvolse e al mondo non esisteva più nulla.

And now that I’ve worn, I’ve worn out the world
I’m on my knees in fascination
Looking through the night
And the moon's never seen me before
But I’m reflecting light

 
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=junkie=
view post Posted on 13/8/2007, 16:24




E così siamo arrivati alla fine :rolleyes: ecco qui l'ultimo capitolo di In The Dark.. spero vi piaccia.
Grazie mille a tutti quanti hanno letto e commentato durante questo... :mmm: anno (:ph34r:) e grazie comunque a chi magari continuerà a farlo.. Mi dispiace un po' scrivere su queste pagine la parola fine, ma è arrivato il momento, almeno per questa fanfiction.. chissà, poi potrebbe anche esserci un seguito :rolleyes:
OK, ora basta.. buona lettura ^_^


venivamo
da esperienze sbagliate
ben lontani
dal vedersi mai più
ma siamo qua
fabbricanti di sogni
il mio inizio sei tu..


Gli occhi sbarrati nel buio. Cosa aveva fatto?? Cosa aveva appena fatto?? Le sue mani le avvolgevano la schiena e le sue dita intrecciate giocherellavano sul suo stomaco, mentre teneramente le baciava il collo; la sensazione del suo respiro caldo su di lei la cullava dolcemente. Lo sentiva. Qualcosa di speciale era successo quella notte, qualcosa che avrebbe cambiato per sempre la loro vita... qualcosa che allo stesso tempo la terrorizzava e la elettrizzava fino alle lacrime. Posò una mano sulle sue e strinse piano. Era dannatamente bello riaverlo per sé, sentirlo così vicino, di nuovo e finalmente suo. Aveva sempre amato la semplicità di quei momenti esclusivamente loro... quando bastava stringersi per dirsi “ti amo”, quei momenti che la riempivano dentro di una felicità talmente profonda da poterla quasi sfiorare con la punta di un dito, afferrare e tenere stretta a sé. Era allora, quando i loro respiri si erano calmati ed ognuno si era ripreso “pelle, anima ed ossa”, che davvero sentiva avrebbe potuto rimanere così per sempre, distesa tra le sue braccia, persa tra i battiti del suo cuore. Era allora che più di ogni altro istante realizzava quanto il suo amore per lui fosse solido e denso e.. meravigliosamente indefinibile nella sua intensità. Lentamente si voltò verso di lui e gli si accoccolò vicino, mentre con un sorriso lui le passava un braccio attorno alle spalle e la sfiorava appena con le dita. Luke le baciò piano la fronte e lei si appoggiò contro di lui. “...Luke.. sono felice, davvero felice” gli sussurrò sottovoce. Lui si voltò appena, cercò il suo sguardo e le sfiorò la bocca con quello che avrebbe dovuto essere un breve bacio, ma Lorelai non lo lasciò andare, socchiuse appena le labbra e cercò di attirarlo a sé, accarezzandogli il petto con una mano. Lui però non la fece continuare e si ritrasse un poco, sorridendo. In un gesto di timidezza abbassò gli occhi: “Anch'io sono felice.. tanto felice” A quel punto Lorelai gli acarezzò il volto con la mano, facendo in modo che i loro sguardi si incontrassero di nuovo: “..Io.. non so se ci hai pensato, ma.. quello che è successo poco fa..” Lui la interruppe con un sorriso malizioso: “E'stato bello” “Sì..decisamente..molto più che bello.. è stato.. perfetto. Talmente perfetto però che.. non lo so.. insomma, qualcosa potrebbe essere successo..” Luke smise di giocherellare con quel braccio che si stava divertendo a percorrere dolcemente con le dita e la guardò confuso. “Vuoi.. vuoi dire che...” “..Non..non lo so.. c'è la possibilità che..sia così... però.. è decisamente presto per parlarne. Volevo.. solo che lo sapessi.” Luke teneva gli occhi bassi.
“..Dì qualcosa.. lo so che è troppo presto e che.. insomma non siamo sposati da nemmeno 24 ore, ma.. non è detto che sia successo.. E' solo una vaga possibilità, non volevo spaventarti..” Lui le prese una mano e la strinse, intrecciando le dita alle sue. “Lorelai.. se fosse davvero successo.. sarei la persona più felice del mondo”. Il volto di Lorelai si illumiò di un sorriso dolce e indifeso, vulnerabile ma allo stesso tempo limpido nella sua semplice.. felicità. Non sapeva cosa fare o cosa dire.. il suo cuore batteva forte alla sola idea di poter condividere qulcosa di così grande e meravigliosamente perfetto con lui.. Avere di nuovo un bambino e poterlo crescere con suo marito accanto. Gli occhi le si riempirono di lacrime.. ma, dopotutto aveva avuto solo una sensazione.. Nulla era certo, nulla. Quell'idea che però ormai le riempiva il cuore di gioia, si era fatta spazio e posto dentro di lei, così decise, in ogni caso, di dare a lei e a Luke un'altra possibilità... Lo baciò. Di nuovo. Ancora una volta le labbra sulle sue, una mano nuovamente sul suo petto, ancora cercando di farlo più vicino a sé. “Lorelai..” “..Shhhh” Luke sogghignò e si fece spazio sopra di lei.

Gli occhi sbarrati nel buio. Cosa aveva fatto?? Cosa aveva appena fatto?? Lorelai si era ormai addormentata, appoggiata contro di lui, con i capelli, i suoi bellissimi capelli scuri, sparsi su di lui, sulla sua pelle, fino a fargli il solletico, fino a farlo inebriare del suo profumo.. era felice, lo si vedeva chiaramente da quel dolce sorriso che ancora le segnava il volto. Luke la guardò e non potè fare a meno di sorridere a sua volta.. di ripetersi in testa ancora e ancora quella frase di un anno e mezzo prima: “Sta davvero succedendo?” Sì. Stava davvero succedendo, questa volta più che mai.. Questa volta non ci sarebbe stato bisogno di piante per riempire una grande casa vuota, no.. Questa volta avrebbero avuto la LORO casa, la loro vita.. i loro bambini che si ricorrevano ridendo per tutte le stanze.. il pannolino addosso e le mani inevitabilmente sporche di marmellata. Un sorriso gli si disegnò in volto al ricordo della buffa conversazione con Lorelai prima dell'arrivo di Jess, anni prima. Era assurda, quasi spaventosa, la maniacale perfezione con cui ricordava in modo così assolutamente.. limpido ogni singolo istante diviso con lei.. le discussioni al locale, le mattine passate a flirtare con lei da dietro il bancone... le litigate furiose e.. i baci... quanto erano ed erano sempre stati belli i loro baci... Improvvisamente si scosse da quella sorta di torpore e realizzò davvero quello che lei gli aveva detto.. quello che il suo cuore aveva già accolto, ma il suo cervello non aveva ancora elaborato.. avrebbe davvero potuto avere dei bambini.. con lei, la donna che amava più di sé stesso, la donna i cui ricordi fin dal primo istante, per una curiosa e calamitica attrazione chimica, sarebbero sempre rimasti incisi dentro di lui.. Avrebbe potuto molto presto stringere tra le braccia il suo bambino, il loro bambino. No, non era più spaventato dalle mani appiccicose, non era più irritato dalle urla e dagli schiamazzi.. persino i boy scout di Taylor sembravano essergli simpatici in quel momento. Ancora una volta illuminò l'oscurità con un sorriso e respirò a fondo il loro profumo. Quanto gli era mancato svegliarsi accanto al lei ogni mattina, far si che quel profumo, l'odore della sua pelle e dei suoi capelli fosse la prima cosa che sentisse ogni giorno, la prima cosa che gli entrasse nel cuore e che gli ricordasse che per una qualche inspiegabile ragione, si appartenevano l'un l'altro. Di nuovo, dopo tanto tempo, sentì che non avrebbe potuto mai desiderare nient'altro che loro due. Le accarezzò per un istante la testa, facendole scivolare la mano fra i capelli e scendendo a sfiorarle una guancia, poi si fermò, la guardò intensamente, troppo bella per essere vera, troppo perfetta per essere sua, e le sfiorò la fronte con un bacio, appoggiandosi a lei e chiudendo gli occhi. “Luke..” mormorò Lorelai nel sonno. Lui le prese la mano, la testa sempre vicino alla sua: “Sono qui” “..Voglio anche.. una pianta” Luke aprì gli occhi per rivolgerli rapidamente al soffitto e un ghigno gli si disegnò sulle labbra. “Certo, tutte le.. piante che vorrai” le rispose, stringendole appena la mano. “Mmh.. Ti amo..” “Ti amo anch'io” le sussurrò appena in un orecchio, lasciandosi trasportare dal calore del suo corpo finalmente vicino. Bastò un attimo, un brevissimo istante di quel silenzio confortevole ed amico che tante volte aveva tenuto loro compagnia, ed i loro respiri diventarono uno solo.

And I feel so light
this is all I want to feel tonight
and I feel so light
tonight and the rest of my life

 
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